57 I principali artefici del movimento sono: Tristan Tzara (poeta), Marcel Janco (architetto), Hans Arp (scultore), Man Ray, Francis Picabia, Marcel Duchamp. Il Dadaismo: l’arte irriverente Dada si oppone a tutto ciò che in arte è considerato bello ed eterno. Scopo dell’arte dadaista è causare forte effetto di sorpresa e di disappunto nello spettatore. Dadaismo Il movimento si oppone alla civiltà contemporanea in tutti i suoi aspetti per svelarne le contraddizioni. M. Duchamp, L.H.O.O.Q., 1919 La prima metà del Novecento
58 La ruota è libera di girare ma è fissata sullo sgabello: rappresenta il movimento e la sua negazione. L’oggetto si fa opera d’arte Lo spettatore può interagire con l’oggetto che perde la sua sacralità. L’opera d’arte non è il risultato di un processo creativo, ma è arte per scelta dell’artista. Dadaismo L’opera ribalta l’impianto tradizionale delle sculture celebrative. M. Duchamp, Ruota di bicicletta, 1913 Marcel Duchamp La prima metà del Novecento
59 Il Surrealismo si diffonde a partire dal 1924 ad opera di André Breton. L’arte studia il pensiero Il sogno è rappresentato nello stesso modo della realtà, con effetti sorprendenti e inconsueti. Due scelte figurative: Surrealismo È l’arte dell’inconscio, mette in evidenza gli oggetti nascosti della nostra coscienza. M. Ernst, Capricorno, Astratta. Naturalistica. La prima metà del Novecento
Dipinge sue visioni senza abbandonare completamente il riferimento alla realtà. Ernst ha abbracciato l’Espressionismo e il Dadaismo prima di giungere al Surrealismo. Sperimenta molte tecniche espressive: frottage, grattage, sgocciolamento del colore. Surrealismo Max Ernst 60 La prima metà del Novecento
L’occhio nel silenzio, Il paesaggio è animato da strane creature e misteriose presenze. Una foresta pietrificata, dalla vegetazione irreale. È annullata la separazione tra i regni animale e vegetale e molte figure sembrano bloccate nella materia. Unisce la sontuosità dell’immagine a un profondo disagio (opera realizzata in tempo di guerra). Surrealismo Max Ernst 61 La prima metà del Novecento
Salvador Dalí, Nascita dei desideri liquidi, 1932 Le immagini sono tratte dal mondo reale, ma accostate in modo paradossale, generando un senso di assurdo. La scelta figurativa Surrealismo 62 Salvador Dalì Pittura critico-paranoica: nel guardare un oggetto ne vede e ne dipinge un altro. I dettagli sono resi con estrema cura, accentuando l’effetto inquietante. La prima metà del Novecento
Sogno causato dal volo di un’ape, 1944 La carica aggressiva è data dalla presenza di molti punti di riferimento visivi, che spiazzano lo spettatore. Descrive un sogno disturbato dalla puntura di un’ape. Un frutto sospeso proietta la sua ombra sullo scoglio. Tutte le immagini hanno qualcosa di inconsueto: Un elefante dalle lunghissime zampe cammina sull’acqua. 63 Surrealismo Salvador Dalì La prima metà del Novecento
R. Magritte, Golconde, 1953 Utilizza un linguaggio ordinario, mostra le cose nella loro “normalità”, ma in contesti o situazioni surreali. Magritte aderisce al Surrealismo dopo aver seguito le correnti d’avanguardia e la Metafisica. Introduce elementi anomali che creano un effetto di disagio e di enigma irrisolto. René Magritte Oggetti rappresentati “con tutti i loro particolari visibili”, inseriti in spazi ampi, illuminati da una luce chiara. Surrealismo 64 La prima metà del Novecento
Il dipinto appare come un trompe-l’oeil. L’assurdo irrompe in ciò che sembra normale: i vetri rotti si trasformano in parti del paesaggio. La chiave del campo Magritte mette in dubbio la realtà dell’immagine e l’abitudine a dare per scontate cose non dimostrate. Osservando il quadro ci si chiede a quale realtà appartenga l’immagine: a quella naturale o a quella interiore di ognuno di noi. Lettura dell’opera La composizione è semplice e rigorosa, quasi accademica. René Magritte Surrealismo La prima metà del Novecento
Il cacciatore, Le sue composizioni sono come scritture figurate. Miró ricerca la purezza e la semplicità in un linguaggio quasi infantile. Abolisce la rappresentazione dello spazio e del volume. Juan Miró I colori sono pochi e usati puri senza sfumature. Surrealismo 66 Emerge un senso di allegria innocente, distante dalle inquietudini dei Surrealisti. Abolisce la simmetria nella composizione. Ricerca il vuoto nonostante i segni si distribuiscano su tutta la superficie. La prima metà del Novecento
C. Carrà, Il cavaliere dello spirito occidentale, 1917 Giorgio de Chirico, Alberto Savino, Carlo Carrà, Filippo De Pisis, Giorgio Morandi. Nel secondo decennio del Novecento alcuni artisti ritornano alla pittura figurativa. La Metafisica (oltre il mondo materiale) è interessata a ciò che si nasconde dietro l’apparenza. Le opere metafisiche presentano scenari impossibili, con prospettive errate e figure fuori scala. Pittura metafisica 67 Si descrivono mondi quasi disabitati e per questo misteriosi. La prima metà del Novecento
Castello estense di Ferrara. Ogni oggetto ha una sua scala di rappresentazione e una prospettiva indipendente. L’unione tra elementi di storia dell’arte e vita quotidiana rende lo spazio urbano inquietante. La scatola ha una prospettiva inversa. Pittura metafisica 68 Si descrivono mondi quasi disabitati e per questo misteriosi. Giorgio de Chirico Le muse inquietanti Lettura dell’opera Le ombre allungate alludono al tramonto. La prima metà del Novecento
34 Si assiste a una progressiva esigenza di ritornare ai valori della tradizione: forme dai volumi nitidi con ombre nette; figure immerse nel silenzio e nella solitudine; scene di vita quotidiana e di persone comuni. La composizione è centrale, come indica la prospettiva. La scena è equamente divisa in due parti. Ritorno all’ordine C. Carrà, Le figlie di Loth, 1919 Figure bibliche La natura La prima metà del Novecento
70 È una forma di marmo ispirata all’evoluzione delle forme naturali. Scultura Arp cerca di raggiungere forme essenziali. Le superfici sono nitide e levigate. Hans Arp Concrezione umana, 1935 La prima metà del Novecento
71 Brancusi cerca la sintesi dei volumi attraverso la purezza della forma. La Maiastra rappresenta un uccello immaginario. L’artista parte da un elemento naturalistico, ma lo rielabora per giungere a una forma essenziale. Sculura Constantin Brancusi Maiastra, 1920 La scultura è composta da più figure solide. La prima metà del Novecento
72 L’abbraccio tra le due figure è solenne e ricco di movimento. Scultura Martini rifiuta le regole delle accademie, ma al tempo stesso non segue le Avanguardie. Predilige la sintesi fra le forme dell’arte romanica e l’essenziale monumentalità di quella rinascimentale. Arturo Martini Il figliol prodigo, 1926 Equilibrio compositivo che esprime sentimenti semplici. La prima metà del Novecento
73 Marini si ispira al linguaggio antico evitando i toni monumentali. Guarda all’arte etrusca, greca arcaica e medievale. La scultura è una rilettura del tema equestre, privato del tradizionale carattere monumentale ed eroico. Sculura Marino Marini Cavaliere, La prima metà del Novecento
74 Negli Anni venti si iniziano diversi esperimenti con le immagini in movimento, in ambito dadaista e astratto. Cinema e Fotografia Fina dalla sua scoperta il cinema provoca cambiamenti nel mondo dell’arte, del costume e della società. Il primo incontro del cinema con l’arte avviene in ambito espressionista. F. Lang, Metropolis, 1926 Il Surrealismo produce delle pellicole basate sul montaggio di immagini incongruenti, al fine di rappresentare i sogni. La nascita del cinema La prima metà del Novecento
75 L’uso del bianco e del nero accentua la componente espressiva. Cinema e Fotografia Raffigura una città del futuro dominata dalle macchine. È una critica al sistema sociale del tempo. Metropolis Fritz Lang F. Lang, Metropolis, 1926 La prima metà del Novecento
76 László Moholy Nagy produce straordinarie fotografie astratte. Cinema e Fotografia La fotografia diventa mezzo di sperimentazione artistica. Christian Shad per primo crea fotogrammi ottenuti appoggiando oggetti direttamente sulla carta fotografica. Sperimentazione nella fotografia Man Ray ottiene immagini posando oggetti tridimensionali direttamente sulla carta fotografica. La prima metà del Novecento
La crescita delle città viene regolata da piani urbani. L’architettura si misura con i nuovi materiali: cemento armato. Aumenta la richiesta di abitazioni a basso costo. Nasce il Funzionalismo o Architettura Razionallista. Architettura razionalista 77 Gli spazi costruiti devono essere flessibili. L’architettura è considerata il punto di incontro di tutte le arti. I principali esponenti sono Walter Gropius, L. M. van der Rohe, Le Corbusier. La prima metà del Novecento
Architettura razionalista 78 I principi del Funzionalismo Le Corbusier definisce i principi funzionalisti per quanto riguarda l’architettura. Caratteristica comune degli edifici razionalisti è la stretta relazione tra gli ambienti interni e l’esterno. Le Corbusier La prima metà del Novecento
Architettura razionalista 79 Villa Savoye 1. La casa può essere sollevata dal terreno mediante i pilotis (pilastri in cemento armato). 2. I tetti possono essere piatti e ospitare giardini. 3. L’uso dei pilastri elimina i muri portanti, rendendo libera la pianta (a vari piani). 4. Le finestre possono essere continue, da un capo all’altro della facciata. 5. La facciata è svincolata dai pilastri che possono essere arretrati rispetto ad essa. Le Corbusier La prima metà del Novecento