La crisi del 1929 e le sue conseguenze in Italia Rita D’Errico Università di Roma Tre.

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La crisi del 1929 e le sue conseguenze in Italia Rita D’Errico Università di Roma Tre

Deflazione strutturale: riduzione della domanda estera dalla met à degli anni ‘ 20 sia per il ripristino dei ritmi produttivi pre- bellici sia per con il ritorno ai cambi fissi (gold exchange standard) cause della crisi: 24 – 29 ottobre 1929 crollo delle quotazioni della borsa di Wall Street segnale di inizio della crisi Le origini internazionali della Crisi il credito a buon mercato concesso dalle banche in questi anni alimenta la speculazione borsistica che cresce malgrado i segnali di saturazione del mercato per l ’ attrattiva degli alti guadagni che frutta la compra-vendita di titoli azionari Deflazione monetaria: dopo il crollo delle quotazioni, le banche non riescono a recuperare i loro crediti: corsa alla liquidit à e al disinvestimento di capitali (la FED aumenta il tasso di sconto) La crisi si aggrava nel 1930 con il crollo sempre pi ù rapido dei prezzi e della produzione agricola e si internazionalizza: meccanismi di trasmissione della crisi: commercio e credito Inasprimento del protezionismo Crisi del sistema monetario e bancario, disinvestimento di capitali USA, crollo delle banche in Europa orientale, crisi del gold exchange standard

La crisi si ripercuote sul sistema bancario italiano mettendo fine ai legami banca-industria che si erano intrecciati dall’avvento delle Banche Miste (COMIT, CREDIT, BANCO DI ROMA) Ruolo centrale della Banca d’Italia come prestatore di ultima istanza garante della stabilità del sistema: in caso di immobilizzo interviene a sostegno delle banche aumentandone la liquidità (CSVI) frequenti episodi di salvataggi bancari nella difficile riconversione post-bellica presenti in Italia dalla fine dell’800 avevano svolto un ruolo molto attivo nel finanziamento dei settori industriali più innovativi e ad alta intensità di capitali (Gerschenkron mette in relazione il decollo dell'industria italiana dal 1896 con l'arrivo delle nuove banche, in parte fondate con capitali tedeschi) Il loro modello operativo di banche universali le espone a rischi di insolvenza

L’evoluzione della Banca Mista dopo Quota ’90 Dopo il 1926 si avverte l’esigenza di limitare il credito di ultima istanza: Difficoltà tuttavia ad attuare una gestione più rigorosa del credito di ultima istanza in una fase in cui le imprese avvertono gli effetti deflattivi di quota ’90 (dopo il 1925 si rinsaldano i legami banca – industria) Il ritorno ai cambi fissi e alla convertibilità della lira in dollari e sterline (Quota ‘90) impone una politica monetaria più severa nell’emissione di carta moneta Nel 1926 la Banca d’Italia diventa istituto unico di emissione e comincia ad assumere anche compiti di vigilanza sul resto del sistema bancario (configura un diverso ruolo della Banca d’Italia: non si limita più ad intervenire “ex- post”, per risolvere situazioni di immobilizzo, ma deve orientare quelle scelte o intervenire) Nel 1931 sia la COMIT che il CREDIT sono in una situazione gravissima: si prospetta l’urgenza di un intervento di salvataggio da parte della Banca d’Italia La caduta delle quotazioni dei titoli delle maggiori imprese dopo il crollo di Wall Street si traduce in un pesante immobilizzo delle banche

L'IMI (Istituto Mobiliare Italiano) 1931: CREDIOP (1919) ICIPU (1924) Istituto di Credito Navale (1928). finanziano opere pubbliche attraverso l'emissione di obbligazioni garantite dallo Stato (assecondano la maggiore fiducia dei risparmiatori nei titoli di Stato o garantiti dallo Stato). L ’ IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale) 1933 sezione smobilizzi: risolve il problema degli immobilizzi bancari (rileva i pacchetti azionari delle banche miste allo scopo di collocarli sul mercato) sezione finanziamenti: autorizzata a concedere prestiti di durata ventennale (integra l ’ attivit à dell ’ IMI doveva sostituirsi alle banche nel finanziamento a lungo termine delle imprese. Si finanzia attraverso il collocamento di obbligazioni decennali; modello operativo: istituti di credito speciale (Istituti Beneduce) Questa volta però la risposta del governo è diversa: per risolvere la crisi alle radici e ridare stabilità al sistema finanziario si decide di sciogliere il legame banca-industria. Nascono:

Convenzioni del 1934 tra IRI- Banca d'Italia-Tesoro da una parte e banche miste dall'altra: preludono alla legge bancaria del 1936 che introduce il principio di specializzazione: distingue le aziende che esercitano il credito a breve da quelle che esercitano il credito a medio e lungo Inoltre rafforzamento delle funzioni di vigilanza sull'attività bancaria la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito sono dichiarate funzioni di interesse pubblico (nasce l’Ispettorato per la Difesa del Risparmio e per l'esercizio del Credito) vieta alle aziende di credito ordinario l'esercizio del credito industriale che diventa prerogativa degli istituti di credito speciale (IMI, Crediop, Icipu) COMIT, CREDIT, Banco di Roma cedono all'IRI le proprie partecipazioni industriali, impegnandosi a limitarsi al credito ordinario a breve

lo Stato attraverso l'IRI diventa proprietario delle partecipazioni azionarie del nucleo più significativo delle imprese italiane Stato Imprenditore / Stato banchiere Ma lo smobilizzo in tempi rapidi delle partecipazioni industriali si rivela difficile: nel 1937 la sezione smobilizzi venne trasformata in istituto permanente (Beneduce presidente) (Soppressa invece la sezione finanziamenti ) Inizialmente l’IRI era stato progettato come un ente temporaneo di gestione della crisi