LA PROGRAMMAZIONE PER PROGETTI. Si rifà in parte al “metodo dei progetti” del pedagogista attivista William Kilpatrick per la creazione di situazioni.

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LA PROGRAMMAZIONE PER PROGETTI

Si rifà in parte al “metodo dei progetti” del pedagogista attivista William Kilpatrick per la creazione di situazioni di apprendimento complesse, legate alla realizzazione di “prodotti” nel rapporto con “committenze” precise. Questo nuovo metodo di gestione dei vari saperi è comparso ufficialmente con la pubblicazione del progetto Brocca per la Riforma della Scuola Secondaria Superiore (terminata nel 1992) che prevede espressamente l’“area di progetto” nei vari indirizzi della secondaria di 2° grado.

Il metodo di Kilpatrick Kilpatrick prende le mosse da alcuni degli assunti fondamentali dell’attivismo pedagogico di matrice deweyana, e cioè: a) il soggetto in apprendimento è un soggetto attivo che, partendo da specifiche motivazioni, partecipa all’evento educativo mediante attività di ricerca ed esplorazione; b) l’apprendimento si realizza mediante scoperta, per cui il soggetto che apprende costruisce nuove configurazioni della realtà sulla base delle informazioni acquisite; c) gli esiti dell’apprendimento (ricerca e scoperta) non sono mai prestabiliti; d) il soggetto che ha il compito di far apprendere non detiene un sapere fisso da trasmettere, ma agisce come una guida, un orientatore, un facilitatore, un “catalizzatore” della ricerca. (N. Barbieri, Curricolo, programma, programmazione, De Agostini, Novara 1997, pp )

Tappe del metodo per progetti Ideazione in cui viene scelto un fine generale che farà da filo conduttore del processo di apprendimento; Programma in cui vengono elaborati i piani di attuazione del progetto; Esecuzione in cui i piani elaborati vengono messi in atto per raggiungere il fine; Giudizio in cui vengono esaminati i risultati raggiunti rispetto alla situazione di partenza, cercando di allargarne la portata in termini di apprendimenti generali.

Tipi di progetto secondo Kilpatrick Progetto di produzione (realizzazione pratica di oggetti). Tecnica: Costruzione Esempio: Disegnare una mappa, co­struire un plastico, realizzare uno strumento scientifico ecc. Progetto di consumo (realizzazione di eventi per una collettività). Tecnica: Produzione di apprezzamento Esempio: Organizzare un viaggio di istruzione o un cineforum, fare acquisti per la biblioteca scolastica ecc. Progetto di problema (ricerca di carattere intellettuale). Tecnica: Problematizzazione Esempio: Compilare indagini statistiche, studiare un’opera d’arte, ricercare documenti ecc. Progetto di esercizio (acquisizione di un apprendimento specifico). Tecnica: Esercitazione Esempio: Praticare uno sport, imparare a rilegare libri ecc.

Il significato didattico dei progetti «il metodo dei progetti si propone di coordinare il sapere con il saper fare attraverso la realizzazione di un progetto. È il progetto che cambia i comportamenti e non più l’azione isolata e di una comunicazione didattica bilaterale fra chi è ritenuto la fonte della conoscenza (l’insegnante) e chi, invece, una “tabula rasa”. [...] Il progetto si trasforma in un atto intenzionale, mirato a far emergere i saperi e a riorganizzarli in un continuo processo apprenditivo» (Enrico Tezza, Didattica dell’alternanza e metodo dei progetti, in “Professionalità”, n. 32, aprile 1996, p. 55).

Vantaggi del lavoro per progetti Il vantaggio per le ricerche di avere a disposizione la «macchina» del Progetto non si limita agli ausili strumentali. Ben più importante è il fatto che il Progetto consente rapporti necessari e continuativi tra scuola e territorio, e, va subito aggiunto, rapporti con cui i problemi vengono raggiunti e trattati «a dimensione reale». Questo fatto della dimensione reale è l’aspetto più rivoluzionario della metodologia del Progetto. Chi imposta e conduce ricerche nell’ambito operativo del Progetto si avvale dell’appoggio di risorse, competenze, motivazioni condivise, e perciò esce da una scoraggiante solitudine didattica, preleva i problemi dalle realtà esterne, si rafforza culturalmente in esperienze di collaborazione.

Gli apprendimenti nell’attività di progetto riconoscimento dell’unitarietà del sapere; riflessione sulle proprie capacità operative e organizzative; confronto tra istituzione scolastica e realtà lavorativa; riconoscimento della struttura di un sistema e dell’interconnessione delle sue parti; individuazione e la rappresentazione di modelli e di procedure; verifica dei risultati ed eventuale correzione “in itinere” dei medesimi; documentazione corretta ed esauriente di un lavoro; comunicazione efficace dei risultati. sviluppo di atteggiamenti di base come:senso di responsabilità, autonomia, cooperatività, flessibilità, creatività, attività, sistematicità

Caratteristiche di un buon percorso per progetti deve presentarsi come attività intenzionale e pianificata, diretta a raggiungere un risultato definibile, valido in sé e verificabile, attraverso una serie complessa di passi e di attività specifiche; 2)deve essere un’attività complessa, cioè articolata in sotto-attività di vario genere (adottare decisioni, cercare informazioni, proporre soluzioni, calcolare, realizzare...) non tutte riducibili all’applicazione di procedimenti prestabiliti; 3)non deve essere un’attività casuale e disordinata, ma rientrare in una metodologia generale riconosciuta per il tipo di compito intrapreso; 4)deve far scoprire e acquisire autonomamente allo studente almeno alcune conoscenze nuove.

Elementi formali di un progetto finalità e struttura obiettivo proprio del progetto contenuti risorse prrodotti costi elementi didattici obiettivi formativi; metodi e attività (eventuale presenza di sottoprogetti di gruppo, lavori di gruppo con divisione interna dei compiti, lavori di intergruppo, presenza di tutor per singoli gruppi, lezioni integrative di docenti o esperti esterni, visite, stage); tempi e modalità di verifica; criteri di valutazione.

Elementi della progettazione (I) Individuazione scenario fondamentale del progetto committenza, valutazione generalizzata di attuabilità prima analisi definizione obiettivi; struttura e problemi; azioni necessarie; risorse a disposizione (strutture, strumenti, competenze); valutazione analitica di attuabilità progettazione delle azioni e degli attori specificazione delle azioni, delle sequenze e delle procedure; individuazione degli attori progettazione dei tempi e dei luoghi periodo di attività e scansioni; strutture coinvolte; quantità di tempo delle azioni; tempo degli attori, tempo delle strutture (disponibilità) e scansione di tempo delle azioni

Elementi della progettazione (II) progettazione del risultato individuazione della forma finale attesa; individuazione dei criteri di verifica e autoverifica di procedure e prodotti messa in opera realizzazione documentazione dei processi e dei risultati elaborazione di materiali/azioni di presentazione valutazione interna (anche in itinere) esterna (operata dalla committenza)

La valutazione didattico-educativa atteggiamenti competenze azioni e procedure (come) prodotti (che cosa)

Significato della programmazione per progetti La programmazione per progetti, rispetto a quella per obiettivi, prevede sia un continuo coinvolgimento dei destinatari dell’azione educativa, sia un loro effettivo lavoro costruttivo nel percorso di formazione. Prevede inoltre la necessità di prescindere dalla possibilità di stabilire in modo assoluto e inequivocabile gli esiti (intellettuali e/o comportamentali) verso i quali si vuole tendere. […] bisogna prima “chiedere ai ragazzi” e poi aiutarli a realizzare quello che vogliono fare. La programmazione per progetti richiede quindi scenari facilmente modificabili e plasmabili, in cui non ci siano vincoli rigidi di apprendimento. [….] Si dovrebbero dunque elaborare progetti interdisciplinari, con tutte le difficoltà del caso, o progetti monodisciplinari solo nelle discipline che hanno molte ore a disposizione. Tali discipline però nella scuola superiore sono quelle caratterizzanti il corso di studi, e quindi sono considerate quasi intoccabili. Il paradosso è che nella scuola superiore la programmazione per progetti potrebbe vedere coinvolti in prima persona gli studenti in quanto soggetti di apprendimento, e invece proprio in quest’ordine di scuola i vincoli strutturali impediscono di attivarla su larga scala. (N. Barbieri, Curricolo, programma, programmazione, De Agostini, Novara 1997, pp )