Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche 1 Economia dei Territori.

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Transcript della presentazione:

Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche Facoltà di Economia “G. Fuà” Università Politecnica delle Marche 1 Economia dei Territori Protetti âLe aree protette in Italia e nelle Marche âLegislazione nazionale e regionale âLa strategia della UE per le aree protette âSviluppo e programmazione nelle aree protette

2 Riferimenti  Siti:  (portale dei parchi italiani)  (sito del Ministero dell’Ambiente, Direzione Generale Protezione della Natura)  (sito di Natura 2000, DG Ambiente della Commissione UE)  Bibliografia:  Compagnucci, F., Mazzoni, F. (2002). Il territorio nei parchi nazionali. Quaderni di Dipartimento, n. 172, Dipartimento di Economia - Università di Ancona. (scaricabile da:  Moschini, R. (2002). Parchi al bivio. E-Quaderni del Giornale dei Parchi (scaricabile da :  Chiodo, E., Solustri, A. (2003). La programmazione economica per lo sviluppo rurale nei parchi naturali italiani. In Arzeni, A., Esposti, R., Sotte, F.: Politiche di sviluppo rurale tra programmazione e valutazione. Milano: Franco Angeli.  In inglese (libri abbastanza datati):  Sherman, P., Dixon, J. (1990). The Economics of Protected Areas. A new look ate benefits and costs. Washington: Island Press.  Walkey, M., Swingland, I.R:, Russell, S. (1999). Integrated Protected Area Management. Berlin: Kluwer Academic Publishers.

3 Un po’ di storia  La storia delle aree protette in Italia può essere schematicamente divisa in due parti  Prima del 1991  Dopo il 1991 (“Legge Quadro sulle Aree Protette”, L. 394/91)  Prima del 1991:  I parchi nazionali “storici”  P.N. GranParadiso, P.N. Abruzzo ( )  P.N. Circeo, P.N. Stelvio ( ) tra 1994 e  Il P.N. della Calabria (1968)  Altri 6 P.N. istituiti negli anni ’80  Dopo il 1991:  6 PN istituiti dalla stessa legge  Altri 8 (di cui 6 al sud e uno, il PN della Sila, in sostituzione del PN della Calabria) tra 1994 e 1998  Totale: 24 PN per un’area complessiva di oltre 1,5 milioni di ha (oltre il 5% del totale nazionale)  Ma anche: oltre (la lista è in continuo aggiornamento) 1100 aree protette di tipologia (molto) varia  …e oltre 3 milioni di ha di copertura complessiva (>10% totale nazionale)

4 I 24 Parchi Nazionali  La lista ufficiale delle aree protette è disponibile presso il sito del Ministero dell’Ambiente (ma si veda anche il sito  I più recenti PN:  PN Alta Murgia (Puglia)  PN Sila (precedentemente della Calabria)  PN Val d’Agri e Lagonegrese (Basilicata)  Solo sue regioni (entrambe a statuto speciale) senza alcun PN:  Sicilia  Friuli-Venezia-Giulia

5 Le Tipologie – livello nazionale (L. 394/91)  Parchi Nazionali (n.24; 2 Marche)  sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro conservazione.  Aree Naturali Marine Protette e Riserve Naturali Marine (n. 26; 0 Marche) (es. Riserva naturale marina Isole Tremiti)  Riserve Naturali Statali (146; 3 Marche)  Definizione di Riserva Naturale da 394/91: sono costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentino uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli elementi naturalistici in esse rappresentati  Altre Aree naturali protette statali (n. 1)  “Santuario per i mammiferi marini”

6 Le Tipologie – livello regionale (locale) (L. 394/01)  Parchi Naturali Regionali (140; 4 Marche)  sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, nell'ambito di una o più regioni limitrofe, un sistema omogeneo, individuato dagli assetti naturalistici dei luoghi, dai valori paesaggistici e artistici e dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali  Riserve Naturali Regionali (circa 371; 2 Marche)  Altre Aree Naturali Protette Regionali (434; 0 Marche)  Classificate e definite dalle regioni  sono aree che non rientrano nelle precedenti classi. Si dividono in aree di gestione pubblica, istituite cioè con leggi regionali o provvedimenti equivalenti, e aree a gestione privata, istituite con provvedimenti formali pubblici o con atti contrattuali quali concessioni o forme equivalenti.  Monumenti naturali, oasi, parchi urbani e suburbani, biotopi…

7 La cartina  Una cartografia di tutte le aree protette italiane si trova al sito:   Ulteriori interrogazioni possono essere condotte regione- per-regione e tipologia-per-tipologia  Informazioni più dettagliate possono essere ricavate dalla relativa bancadati:

8 Aree Protette nelle Marche Sentina 11

9 Aree Protette nelle Marche - 2 Parchi Nazionali Parchi Regionali Reserve Naturali (naz.) Gola del Furlo (2001) Reserve Naturali (reg.) Ripa bianca (2006) Sentina (2008) 11

10 Aree Protette nelle Marche - 3 SENTINA+ 0,40% 0,32% % 90.50%

11 Aree Protette nelle Marche - 4

12 Le finalità comuni Pur nella diversità di tipologie/situazioni sopra ricordate un'area protetta può essere definita come un territorio più o meno vasto, dove é presente una concentrazione particolarmente significativa di valori naturali, gestito e organizzato in modo da perseguire le seguenti finalità: 1) Conservare gli ambienti naturali presenti sul territorio e gli organismi che in esso vivono consentendo la naturale evoluzione e il mantenimento degli equilibri esistenti; 2) Restaurare e recuperare gli ambienti degradati e le aree marginali, nonché ricostruire gli equilibri ecologici; 3) Promuovere lo sviluppo sociale, economico e culturale delle popolazioni interessate, incentivando le attività compatibili con le istanze ambientali; 4) Sviluppare la ricerca scientifica effettuata in modo continuo e interdisciplinare, la didattica e l'informazione ambientale; 5) Permettere la fruizione turistica, le attività ricreative e del tempo libero, nei limiti di carico sostenibili dagli ecosistemi, e privilegiando gli aspetti di contatto con la natura e le culture locali.

13 Territorio e popolazione nei Parchi Nazionali FONTE: Compagnucci – Mazzoni (2002) I due PN più recenti sono mancanti Messaggio-chiave: I PN non sono necessariamente né aree spopolate né a bassa densità demografica

14 Economia nei Parchi Nazionali – Agricoltura FONTE: Compagnucci – Mazzoni (2002) Messaggio-chiave: Nei PN, gran parte della superficie è area agricola quindi gestita da agricoltori

15 Economia nei Parchi Nazionali – Altri settori Messaggio-chiave: Ma le economie dei PN non sono economie agricole; manifattura e servizi rimangono i settori-chiave

16 L’evoluzione dei Parchi Nazionali ( ) FONTE: Compagnucci – Mazzoni (2002) Messaggio-chiave: Alcune economie dei PN mostrano notevole dinamismo ed attrattività nel lungo-periodo

17 La legislazione sulle Aree protette: un po’ di storia  Per un lungo periodo la disciplina dei Parchi si è limitata alle leggi istitutive di Parchi Nazionali “storici”  Un primo passaggio importante è l’art. 83 del d.p.r. n. 616 del 1977 in tema di competenze stato-regione  Questo articolo trasferisce alle regioni funzioni amministrative circa le aree protette. Però:  Inquadra il problema nell’ambito della disciplina urbanistico-territoriale piuttosto che di protezione della natura  Introduce un conflitto in materia tra stato e regioni: in teoria lo stato non avrebbe potuto più istituire nuovi parchi  Interventi successivi della Corte Costituzionale (1984, 1987, 1988)  In tema di competenze stato (Ministero Ambiente)-regioni (Titolo V Costit.)  Inquadramento nella disciplina della protezione della natura (art. 9 Costit.)  Sollecitazione di una Legge Quadro sulle aree protette che risolvesse le questioni  ”Legge quadro sulle Aree Protette”: legge 394/1991

18 La legislazione nazionale e regionale sulle Aree protette 1. ”Legge quadro sulle Aree Protette”: legge 394/1991 Richiama l’art. 9 della Costituzione Chiarisce le competenze Parchi – Riserve Nazionali: Stato Parchi e aree protette regionali - Zone con diverso grado di protezione nei Parchi - riserva integrale - riserva generale orientata - aree di protezione - aree di promozione socio-economica - Organi di gestione dei Parchi Nazionali L’Ente Parco (art. 9 Legge 394/91) è ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica autonoma. Sono organi dell’Ente: · il Presidente; · il Consiglio Direttivo; · La giunta esecutiva; · il Collegio dei revisori dei conti; · la Comunità del Parco. - Strumenti di gestione dei Parchi Nazionali · Piano per il Parco; · Regolamento delle attività nel Parco; · Nulla osta; · Programma pluriennale economico e sociale 2. Legge Regionale (Regione Marche) n. 15 del 1994: Nome per l’istituzione delle aree protette naturali

19 Ex.: “zonizzazione” del Parco Naturale Regionale del Conero Riserva integrale Riserva orientata Aree di protezione Aree di promozione socio-ec.

20 La normativa di riferimento nelle Marche

21 La legge quadro: pro e contro Pro:  Ha messo ordine nella definizione e funzione delle varie tipologie di aree protette  Ha chiarito le competenze di Stato, Regioni e altri enti locali  Ha fissato la missione delle aree protette, nell'ambito della finalità generale e prioritaria della conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale, in maniera precisa ed articolata  Ha dotato le aree protette (Parchi) di un chiaro regime di governance nonché di importanti strumenti di piano, di gestione/regolazione e di controllo Contro:  E ben presto diventata obsoleta ed è stata più volte intergrata e modificata soprattutto in relazione alle competenze stato-regioni e alle politiche della UE La legge n. 59 del 1997 (Legge Bassanini) conferisce funzioni amministrative agli enti locali La legge n. 426 del 1998 (Ronchi-ter), ribadisce l’esclusiva competenza regionale sulle aree protette di interesse regionale e locale e istituisce la Rete Ecologica Nazionale Riforma del Titolo V

22 Normativa e politica comunitaria - 1  In tema di aree protette la normativa comunitaria è stata sostanzialmente assente per lungo tempo, a parte i principi generali in tema di materia ambientale sanciti dai Trattati delle UE  La Direttiva 79/409/CEE (“direttiva uccelli”) prevede l’istituzione delle ZPS (Zone di Protezione Speciale) per gli uccelli selvatici  La Direttiva 92/43/CEE (“direttiva habitat”) salvaguardia gli habitat naturali  Introduce le ZSC (Zone Speciali di Conservazione)  Ha avviato il programma di istituzione della Pan-European Ecological Network (PEEN) o Rete Ecologica Comunitaria anche detto “Natura 2000”  La PEEN è costituita da ZPS+ZSC o “Siti di Natura 2000”

23  Il sostegno finanziario della UE a Natura 2000 consiste di due tipi di strumenti:  I fondi strutturali della UE  Parte del Programma LIFE (LIFE+ per il periodo ) chiamata LIFE Natura (circa 100 milioni di € di finanziamento per il periodo )  Natura 2000 è un progetto ambizioso di lungo periodo con l’obiettivo di creare una Rete Ecologica Europea armonizzando i regimi di protezione, spesso assai diversi, dei vari paesi e regioni: tale armonizzazione dovrebbe essere conseguita mediante le rispettive Reti Ecologiche Nazionali. In Italia tale Rete è stata creata aggiungendo nel 1996 (Ronchi ter) i siti di Natura 2000 alla pre- esistente tassonomia (ex 394/91).  L’UE riconosce ampia autonomia a stati e regioni nel proporre e gestire i siti di Natura In particolare, per quanto riguarda la Direttiva 92/43, questi propongono dei siti (Siti di Importanza Comunitaria, SIC) che l’UE dovrà poi approvare (a questo punto diventando ZSC) nonché controllarne la corretta gestione.  Tuttavia, questa armonizzazione con i regimi nazionali/regionali non è stato finora semplice. I due sistemi concorrenti (quello UE e quello nazionale) sono più spesso sovrapposti che armonizzati:  Non tutte le aree protette secondo le normative nazionali/regionali sono siti di Natura 2000  Non tutti i siti di Natura 2000 appartengono ad aree protette secondo la definizione nazionale/regionale Normativa e politica comunitaria - 2

24 Barometro Natura - 1  Il “successo” di Natura 2000 varia tra i vari paesi della UE e ciò nonostante il reale diverso pregio naturalistico

25 Barometro Natura - 2  L’UE verifica la costruzione delle Reti Ecologiche Nazionali con il Barometro Natura (bi-annuale) che evidenzia i più recenti progressi compiuti. Il più recente è del dicembre 2009

26 Natura 2000: siti italiani (parzialmente sovrapposti) ZPS ZSC

27 Natura 2000 nelle regioni italiane  Il “successo” di Natura 2000 differisce tra le regioni italiane e anche in questo caso al di là degli specifici valori naturalistici.

28 Siti Natura 2000 (Rete Ecologica) nelle Marche SIC  Ogni sito è specificamente e dettagliatamente identificato, delimitato e descritto e poi proposto dalla Regione alla UE

29 Aree protette “internazionali”  Oltre alle aree protette designate dalle norme nazionali/regionali e dai siti Natura 2000, ci sono ulteriori territori protetti sulla base di accordi o convenzioni internazionali.  In particolare, nel caso della Convenzione di Ramsar (sulla protezione delle zone umide) ci sono 50 siti protetti in Italia:  Nel complesso, il totale della superficie sottoposta a protezione in Italia secondo i vari regimi è di oltre 5 milioni di ha, circa il 19% dell’area totale nazionale. Ciò fa dell’Italia, almeno apparentemente, uno dei paesi della UE con maggior grado di protezione.

30 Sviluppo nelle aree protette: programmazione e gestione La combinazione della legge 394/91 con i nuovi indirizzi a livello di UE (Natura 2000), ha prodotto un sostanziale cambiamento di cultura e di attitudine rispetto alla programmazione e alla gestione delle aree protette. Ciò soprattutto in virtù di:  La creazione di un ente locale autonomo (l’Ente Parco) prevalentemente impegnato in questioni di carattere tecnico- scientifico ma a cui viene anche richiesta l’adozione di buone pratiche dal punto di vista gestionale e della programmazione  Ciò ha presto favorito l’imporsi di una logica integrata nella gestione della aree protette dove l’integrazione è sia tra le problematiche naturalistico-ecologiche e quelle socio- economiche ma anche l’Ente Parco e le aree contigue e autorità locali/regionali.  Ha progressivamente imposto nuove forme di governance di queste aree così come l’adozione di logiche innovative di programmazione e nuovi strumenti gestionali.

31 Organi di governo nelle aree protette (parchi) La legge nazionale definisce tale struttura gestionale/organizzativa per i parchi (sia nazionali che regionali): Organi di gestione dei Parchi L’Ente Parco (o Consorzio; talora C.M. e province) (art. 9 Legge 394/91) è ente di diritto pubblico dotato di personalità giuridica autonoma. Sono organi dell’Ente, in ordine gerarchico:  il Consiglio Direttivo: di diversa composizione e nomina se parco nazionale (Ministero) o regionale (Regione)  il Presidente: nominato dal Ministero o dalla Regione tra i suoi componenti del Consiglio Direttivo; è il rappresentante legale del Parco  la giunta esecutiva: nominata dal Consiglio Direttivo; è organo tecnico con compiti di verifica di correttezza gestionale ed efficienza sotto la supervisione del Consiglio Direttivo.  la Comunità del Parco: costituita da presidenti di Regioni e Province, nonché sindaci dei comuni e presidenti delle Comunità Montane coinvolte; rappresentano le popolazioni e le comunità locali all’interno dell’Ente Parco.  il Collegio dei revisori dei conti: ha funzione di controllo/riscontro contabile ed è perciò autonomo rispetto Al Consiglio Direttivo. E’ di nomina ministeriale o regionale.

32 Strumenti di gestione e programmazione nei parchi Strumenti di gestione dei Parchi Nazionali  Piano per il Parco (PpP): realizza la tutela dei valori naturali ed ambientali del parco; ha anche valore di piano paesistico ed urbanistico ed è sovraordinato a tutti gli altri strumenti paesistici-urbanistici di qualsiasi livello. Pianifica le diverse zone di tutela nell’ambito del parco (zonizzazione). E’ perciò lo strumento più critico e controverso.  Programma pluriennale economico e sociale (PPES): ha lo scopo di valorizzare e sviluppare le attività compatibili con gli obiettivi del parco stesso, favorendo la crescita economica, sociale e culturale, delle comunità insediate nel Parco.  Regolamento delle attività nel Parco: disciplina l’esercizio delle attività consentite nel territorio del parco secondo quanto previsto dalla legge dal PpP e (in parte) PPES.  Nulla osta: consiste nel rilascio delle concessioni o autorizzazioni relative ad ogni intervento, opera o impianti all’interno del Parco da parte del Consiglio Direttivo o della Giunta; A parte il nulla osta, deciso dal consiglio direttivo, il resto va anche approvato da Comunità del Parco, Province, Regione e altri Enti Locali. Ordine gerarchico

33 Piano per il Parco

34 Pianificazione e programmazione: aspetti critici  Difficoltà nel coordinare e rendere operativi tutti gli strumenti, soprattutto il PPES  In particolare, il coordinamento tra PpP e PPES è problematico  Riconciliare vincoli (conservazione) e opportunità (sviluppo)  Primato del PpP (vincoli) sul PPES (opportunità)  Conflitti tra Comunità del Parco e organi tecnici del Park  Correzione della relazione tra i due strumenti nella Legge 426/98 e in diverse leggi regionali  Chiarire gli obiettivi del PPES  E’ necessaria forte selettività  E’ necessario identificare settori o attività-chiave  E’ necessario dare priorità agli interventi  Principali problemi pratici  Scarse risorse finanziarie  Necessità di fund-raising e project financing  Necessità di buone idee e progetti: capitale umano  Necessità di coinvolgimento di alte istituzioni pubbliche e di operatori privati

35  Nelle aree protette le attività economiche compatibili/sostenibili per eccellenza sono l’agricoltura ed il turismo: entrambe possono ricavare valore dalla conservazione della natura e, allo stesso tempo, facilitare la stessa conservazione  queste attività rendono esplicito il fatto che le aree protette non sono necessariamente un ostacolo allo sviluppo  non tutte le forme di agricoltura e di turismo sono però compatibili con la conservazione e sono perciò necessarie strategie appropriate per renderle tali Es.: Promuovere il turismo nelle aree protette  Turismo: secondo il più recente Rapporto Ecotur, nel 2007 le presenze turistiche nelle aree protette italiane sono state 97 milioni per un fatturato di circa 10 miliardi di €. Le forme prevalenti di fruizione sono le seguenti: - Centri Visita - Centri di Educazione Ambientale - Aree Faunistiche - Sentieri attrezzati - Itinerari di ciclo-escursionismo

36  Concentrazione temporale della domanda  congestione nei mesi di Luglio-Agosto  necessari programmi di destagionalizzazione  va incrementata l’integrazione con l’offerta turistica fuori parco (offerta integrata)  Carenza di adeguate (infra)strutture specifiche  strutture non compatibili (grandi hotel, grandi parcheggi…)  barriere architettoniche (difficoltà di accesso e fruizioni anche per bambini ed anziani…)  carenza di informazione (spesso neanche in inglese...)  incremento delle strutture ricettive compatibili: turismo rurale e agriturismo  programmi specifici di informazione e fruizione per bambini e anziani  certificazione dell’offerta turistica del Parco: Carta di Qualità, Carta del Turismo Sostenibile, Certificazione ambientale EMAS, ISO … Promuovere il turismo nelle aree protette: aspetti critici e soluzioni