INCONTRO REFERENTI Trento, 16 dicembre 2010. IL TIROCINIO.

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INCONTRO REFERENTI Trento, 16 dicembre 2010

IL TIROCINIO

ISTITUZIONI NELLE QUALI HA AVUTO LUOGO IL TIROCINIO ISTITUTI COMPRENSIVI Scuola primaria6 Scuola secondaria di primo grado 11 SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO Istituti di istruzione (di cui Istituti professionali) 11 (7 + 4) 4 Formazione professionale 8 ALTRO Il Gioco degli specchi1 Tavolo trentino per il Kosovo 2

SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO /07 Istituti di istruzione (di cui Istituti professionali) 11 (7 + 4) Formazione professionale 84 NUMERO TIROCINI ISTITUTI SUPERIORI

INCREMENTO STUDENTI DI MADRELINGUA NON ITALIANA A. SCOL. 2005/06 Scuole secondarie sec. grado: 3,85% F. P.: 13,40% A. SCOL. 2009/10 Scuole secondarie secondo grado: 7% F. P.: 20% Dati dell’Uff. progetti innovativi e nuove tecnologie per la scuola

Bilancio di competenze15 interventi Incontri con le famiglie7 interventi Orientamento e ri-orientamento4 interventi Introduzione al codice linguistico specifico di alcune discipline e affiancamento nel lavoro scolastico 4 interventi Educazione interculturale: presentazione e valorizzazione di alcuni aspetti della cultura d’origine (cenni di storia e geografia – aspetti naturalistici e artistici - stili di vita – la religione – la scuola) e della lingua madre 24 interventi Narrazione di esperienze (percorso di migrazione, …..)6 interventi Gemellaggio con scuole del Paese d’origine3 interventi Lavoro sulle fiabe della tradizione2 interventi ARGOMENTI DEI TIROCINI

Il bilancio di competenze: perché È un momento fondamentale del percorso di accoglienza È una raccolta di dati e informazioni sulla situazione dell’alunno, anche con lo scopo di definire un percorso personalizzato Mostra i pieni e non i vuoti

Le possibili tappe Colloquio iniziale con la famiglia Colloquio con lo studente (autopercezione) Rilevazione delle competenze e delle abilità trasversali e dei punti di forza (può richiedere la predisposizione di materiali appositi) Esame della documentazione Il bilancio di competenze può essere suddiviso in vari momenti e durare più giorni

Perché è importante la presenza del mediatore? Perché questo momento di transizione è spesso vissuto con ansia sia dall’allievo sia dalla famiglia Per parlare con i genitori, se necessario Per sottoporre allo studente le prove in L1 Per spiegare ai docenti il sistema scolastico del Paese d’origine

La centralità dell’allievo: quale atteggiamento Non partire dai programmi scolastici italiani, ma da ciò che lo studente SA perché lo ha appreso nella scuola del Paese d’origine Conciliare le esigenze della scuola di costruire nuove competenze e quelle dell’allievo di essere riconosciuto per ciò che è e che sa

“… quando ho iniziato a parlare nella sua lingua madre la signora si è aperta subito, prima era un po’ diffidente, visto che aveva vissuto in precedenza una situazione di disagio con il figlio maggiore, iscritto nella stessa scuola …” ALCUNI COMMENTI

“… mi sono trovata in difficoltà, ogni scuola mi ha chiesto cose diverse: dalla interprete- traduttrice, a sostenere colloqui con gli studenti per ricavare materiale informativo sul loro percorso migratorio, sul sistema scolastico del Paese d’origine, sulla loro situazione attuale e sulle loro difficoltà a scuola e nel nuovo contesto sociale. Alla fine ho capito che tutti questi pezzi formano un bilancio di competenze, che è un momento molto importante per lo studente e non bisogna fare un bilancio competenze affrettato …”

Bambino adottato e bambino immigrato Alcune caratteristiche comuni e profonde differenze (a cura delle assistenti sociali del Comune di Trento Maura Zandonai e Nicoletta Poli e del Servizio politiche sociali e abitative della PAT - Ufficio Centro per l’Infanzia - settore adozione, assistente sociale Maria Grazia Pensabene )

Il bambino arrivato per adozione internazionale e il bambino immigrato Il bambino straniero migra con la sua famiglia o la trova ad attenderlo. La famiglia lo accompagna nell’integrazione nel nuovo contesto, ma nel contempo mantiene vivo il legame con la realtà e la cultura d’origine. Il bambino adottato migra da solo (cessano i suoi rapporti con la famiglia d’origine) e deve affrontare un doppio processo di affiliazione: verso la nuova famiglia e verso il nuovo contesto sociale e culturale.

Bambini adottati, bambini immigrati La lingua: benché abbia una lingua madre, spesso il bambino adottato “ha bisogno” di dimenticarla per poter costruire il senso di appartenenza alla famiglia e al nuovo contesto sociale Caratteristiche somatiche: accomunano i bambini stranieri e adottati ma per i primi sono un segno di appartenenza (li condividono con la famiglia e il gruppo etnico), mentre sottolineano la provenienza e l’alterità dei secondi Può darsi che il bambino adottato non abbia dei ricordi positivi del Paese d’origine Va quindi attentamente valutata assieme alla famiglia l’opportunità del suo incontro con un mediatore che lavori per mantenerne e rafforzarne la lingua e l’identità originarie

Elementi da tenere presenti per l’inserimento scolastico dei minori adottati Evitare inserimenti scolastici precoci: è negativo inserire il minore troppo presto a scuola, lo sottopone ad una fatica adattativa eccessiva e non aiuta la costruzione delle relazioni familiari (è prioritario che, prima di affrontare la scuola, l’adottato/a abbia posto le basi per costruire delle relazioni di attaccamento con i nuovi genitori e la famiglia allargata) Concordare assieme famiglia, scuola e servizi che accompagnano la famiglia nel primo anno di post-adozione, i tempi e modi dell’ingresso a scuola e della frequenza scolastica, la classe di inserimento e le modalità di accoglienza e di integrazione. È opportuno che tutte le decisioni vengano prese nel rispetto dei suoi bisogni e dei suoi tempi di adattamento alla nuova realtà familiare, culturale e sociale Attivare le indicazioni operative contenute nelle Linee guida relative all’inserimento scolastico nelle situazioni di affidamento familiare e adozione, approvate con deliberazione della Giunta Provinciale n del 29 maggio 2009

Il percorso scolastico d’inserimento: indicazioni operative Prima dell’inserimento l’assistente sociale prende contatto con la scuola e la informa sul proprio ruolo e su quello degli altri soggetti; contestualmente o prima dell’iscrizione la famiglia informa la scuola L’assistente sociale incontra i referenti individuati dalla scuola La scuola convoca l’incontro con i Servizi, la famiglia e l’Ente autorizzato per organizzare tempi e modi del percorso di accoglienza I tempi dell’inserimento in genere non sono mai inferiori ai quattro mesi dall’arrivo del bambino/a

Nuovi scenari per la figura del mediatore La Provincia Autonoma di Trento fa parte della “Rete interregionale per la coesione sociale: l’utilizzo delle risorse professionali nella mediazione interculturale e nella prevenzione, gestione e trasformazione dei conflitti” (programmazione Fse ), progetto interregionale promosso dalla Provincia Autonoma di Bolzano e che ha avuto inizio dal 2000 e che coinvolge numerose regioni italiane

Tappe istituzionali Nel 2009 sono state presentati tre documenti e due proposte di legge È in atto un percorso di confronto tra Stato (alcuni ministeri e CNEL) e regioni e province (doppia competenza) per definire, a livello nazionale, il profilo professionale del mediatore, le sue mansioni, la sua formazione

Temi in discussione Definizione e riconoscimento della figura professionale Modalità di riconoscimento delle competenze anche in ambiti non formali e dei requisiti per accedere alla professione Razionalizzazione della formazione (regionale/ provinciale, accademica; di base e specialistica) Chiarezza nella suddivisione dei ruoli tra Stato ed enti territoriali (chi fa cosa)

E per il futuro? Conservare la figura del mediatore interculturale tout court o formare figure polivalenti (operatori con competenze di mediatori o mediatori con competenze di operatori)? Adeguare la figura del mediatore alle nuove esigenze e ai mutamenti sociali (ruolo nei confronti delle seconde generazioni, mediazione del conflitto sociale, ecc.)