1 Prof. Domenico Milito L’ampio spettro dei BES 10 marzo 2015 TFA II ciclo (6 CFU) Insegnamento Didattica e Pedagogia speciale.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Bisogni Educativi Speciali
Advertisements

PER UNA SCUOLA DELL’INCLUSIONE
I Bisogni Educativi Speciali secondo l’ICF:
I Bisogni Educativi Speciali
La normativa Miur per l’inclusione dei BES
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012
Approccio teorico alla scuola “inclusiva”
Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali
I Bisogni Educativi Speciali
PROTOCOLLO DI RETE PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012
Direttiva ministeriale del 27/12/2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione.
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
PEDAGOGICO-DIDATTICI
Integrazione inclusione Il Bisogno Educativo Speciale BES
(International Classification of Functioning, Health and Desease)
STRUMENTI D'INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L'INCLUSIONE SCOLASTICA Direttiva ministeriale del.
Sintesi ragionata della direttive ministeriali sui BES
Indicazioni operative
I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI: Gruppo di Sperimentazione
LA DIRETTIVA DEL MIUR SUI (BES) BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Direttiva 27 dicembre 2012 del Ministro dellIstruzione, dellUniversità e della Ricerca B.E.S.B.E.S. Marzo 2013 A cura della Commissione D.S.A.
Collegio dei docenti 4 ottobre 2013
I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI BES 16 aprile QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO DIRETTIVA DEL 27 DICEMBRE 2012 Strumenti.
Direttiva del 27 dicembre MIUR
Gli alunni con Bisogni Educativi Speciali
Bisogni Educativi Speciali
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
B.ES. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Come rispondere ai bisogni educativi speciali
BES: ASPETTI NORMATIVI
(DIRETTIVA MINISTERIALE 27 DICEMBRE 2012)
Istituto Comprensivo “A. Belli” Sabbio Chiese a.s ’13
Dall’Integrazione all’inclusione BES Bisogni educativi speciali -
ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI dalla Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 alla Circolare Ministeriale n.8, del 6 marzo 2013.
I bes GLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E IL MODELLO ANTROPOLOGICO ICF DELL'OMS.
CRITERI PER L'INDIVIDUAZIONE DEGLI ALUNNI CON BES 1. gli alunni certificati in base alla Legge 104/92; 2. gli alunni certificati in base alla Legge 170/2010;
Laurea Magistrale in Scienze Religiose - Teoria della scuola – a. a. 2013/’14 – prof. Nicola Tricarico Facoltà Teologica Pugliese Istituto Superiore di.
PROTOCOLLO “Buone prassi di integrazione scolastica”
Direttiva del CM 8 del B E S
LA NORMATIVA La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla.
CIRC. 27/12/2012 “STRUMENTI D’INTERVENTO PER ALUNNI CON
ALUNNI CON B. E. S. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Circolare Ministeriale N.8 Prot. 561 Del 06/03/2013
ALUNNI BES PROTOCOLLO SEGNALAZIONE
“E’ una persona integrata quella che conserva una propria identità diversa dalle altre e con il suo posto nel gruppo”
DALL’INSERIMENTO ALL’INCLUSIONE
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
P IANO A NNUALE D’ I NCLUSIVITÀ ALUNNI Carloforte 09 maggio 2015.
Direttiva Ministeriale 27/12: “Strumenti d’Intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali “ Linee essenziali.
Bisogni Educativi Speciali
INCLUSIONE “… è opportuno assumere un approccio decisamente educativo… modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dell’OMS,
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (B.E.S.) 1. RIFERIMENTI NORMATIVI 1.Direttiva Ministeriale del Circolare ministeriale n°8 del Direttiva.
Corso di aggiornamento per docenti
Mappa dei Bisogni Educativi Speciali
BES Bisogni educativi speciali
Fornisce indicazioni organizzative sull'inclusione degli alunni con difficoltà di apprendimento “dovute a svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici.
La normativa Miur per l’inclusione dei BES
DSA e altri bes: elementi utili alla didattica nella lettura delle diagnosi.
Bisogni educativi speciale e disabilità
INCLUSIONE E BES.
Direttiva MIUR 27 DICEMBRE 2012 C.M. N° 8 DEL 3 MARZO 2013.
Anno Scolastico Piano Annuale per l’Inclusione Istituto Omnicomprensivo di Polla.
BES – DSA – DISABILITA’ Chiariamoci le idee … Scuola Secondaria di 1°Grado «G.Bianco – G.Pascoli» Collegio dei Docenti del 07/05/14.
ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI dalla Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 alla Circolare Ministeriale n.8, del 6 marzo 2013.
BES Direttiva MiurDirettiva Miur del 27 dicembre 2012del 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento“Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi.
BES - ICF Michele Cirelli, PhD Psychologist
Chi sono i BES? La Direttiva del del Ministro Profumo stabilisce che : “ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare.
L’area dei Bisogni Educativi Speciali, conosciuta in Europa come Special Educational Needs, rappresenta quell’area dello svantaggio scolastico che comprende.
Formazione docenti Mercoledì 16 marzo 2016 C entro T erritoriale per l’ I nclusione Verdellino Spunti operativi per una scuola interculturale docenti:
Transcript della presentazione:

1 Prof. Domenico Milito L’ampio spettro dei BES 10 marzo 2015 TFA II ciclo (6 CFU) Insegnamento Didattica e Pedagogia speciale

2 Prof. Domenico Milito Indice -I BES per l’OCSE -Definizione di BES -La normativa Miur per l’inclusione dei BES: a) Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012: " Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica" b) C.M. n. 8 del 6 marzo 2013: Indicazioni operative c) Nota prot. n del 22 novembre 2013: Chiarimenti

Prof. Domenico Milito L’OCSE individua tre macrocategorie transazionali a cui ricondurre tutti i BES. Gli alunni nella macrocategoria A presentano disabilità o deficit, spesso ben definibili in termini medico-sanitari, che derivano da carenze organico- funzionali attribuibili a menomazioni e/o patologie organiche (deficit sensoriali, motori o neurologici). Gli alunni nella macrocategoria B hanno difficoltà emotive e comportamentali o specifiche difficoltà nell’apprendimento (DSA). In tali casi il bisogno educativo scaturisce da problemi di interazione tra lo studente e il contesto educativo. Gli alunni nella macrocategoria C (svantaggiati) necessitano di risorse educative aggiuntive per compensare problemi dovuti all’ambiente socioeconomico, culturale e sociolinguistico di provenienza. I BES per l’OCSE 3

Prof. Domenico Milito Si tratta di una macrocategoria che comprende dentro di sé tutte le possibili difficoltà educativo-apprenditive degli alunni: -situazioni considerate tradizionalmente come disabilità mentale, fisica, sensoriale; -deficit in specifici apprendimenti clinicamente significativi (ad esempio, la dislessia, il disturbo da deficit attentivo e altre varie situazioni di problematicità psicologica, comportamentale, relazionale, apprenditiva, di contesto socio-culturale, ecc.) Definizione di BES 4

5 Centrale è il concetto di funzionamento educativo e apprenditivo, che è il risultato globale delle reciproche influenze, esercitate, durante il percorso evolutivo e di crescita, da: - condizioni fisiche (la dotazione biologica, la crescita del corpo), - contesti in cui lo studente cresce (le relazioni, le esperienze, gli ambienti fisici), - caratteristiche personali (l’autostima, l’identità, la motivazione, ecc.). Prof. Domenico Milito

Gli alunni che evidenziano Bisogni Educativi Speciali non sono solo quelli in possesso di una certificazione: nel concetto di BES rientrano tutti i vari disturbi/difficoltà di apprendimento, comportamento e altre problematicità riconducibili a ragioni psicologiche e ambientali, a cause endogene ed esogene che insieme compromettono il funzionamento apprenditivo dello studente 6

7 La normativa Miur per l’inclusione dei BES Prof. Domenico Milito

8 - Direttiva Miur del 27 dicembre 2012 "Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica" Prof. Domenico Milito

Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES): si basa su una visione globale della persona con riferimento al modello ICF della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health) fondata sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002) Tra gli aspetti innovativi della Direttiva 9

Prof. Domenico Milito La Direttiva sposta definitivamente l’attenzione dalle procedure di certificazione all’analisi dei bisogni di ciascuno studente ed estende in modo definitivo a tutti gli studenti in difficoltà il diritto – e quindi il dovere per tutti i docenti – alla personalizzazione dell’apprendimento, anche attraverso il diritto ad usufruire di misure dispensative e strumenti compensativi, nella prospettiva di una presa in carico complessiva ed inclusiva di tutti gli alunni 10

Prof. Domenico Milito L’attenzione ai DSA come l’attenzione e ai BES non ha lo scopo di favorire improprie facilitazioni ma di rimuovere quanto ostacola i percorsi di apprendimento, e questo non genera un livellamento degli apprendimenti ma una modulazione degli stessi sulle potenzialità di ciascuno, nell’ottica di una scuola più equa e più inclusiva 11

Prof. Domenico Milito Tali problematiche, certificate da uno o più specialisti, documentate dalla famiglia o semplicemente rilevate dalla scuola, devono trovare risposte adeguate e articolate, devono essere al centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia. Ciò è possibile attraverso una osservazione e una lettura attenta dei segni di disagio, un dialogo con la famiglia ma soprattutto offrendo idonee e personalizzate risposte, nell’intento di favorire pienamente l’inclusione di tutti gli alunni e il loro successo formativo. 12

13 A questo riguardo è rilevante l’apporto, anche sul piano culturale, del modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dell’OMS, che considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-sociale. Fondandosi sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES) dell’alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni. Prof. Domenico Milito 13

14 In questo senso, ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Va quindi potenziata la cultura dell’inclusione, e ciò anche mediante un approfondimento delle relative competenze degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta interazione tra tutte le componenti della comunità educante. Prof. Domenico Milito 14

Prof. Domenico Milito Nell’area dei Bisogni Educativi Speciali (in altri paesi europei: Special Educational Needs) sono comprese tre grandi sotto- categorie: -disabilità; -disturbi evolutivi specifici; -svantaggio socio-economico, linguistico, culturale. Le categorie di BES (Direttiva del 2012) 15

16 Alunni con disturbi specifici Gli alunni con competenze intellettive nella norma o anche elevate, che, per specifici problemi, possono incontrare difficoltà a scuola, devono essere aiutati a realizzare pienamente le loro potenzialità. Fra essi, alunni e studenti con DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) sono stati oggetto di importanti interventi normativi, che hanno ormai definito un quadro ben strutturato di norme tese ad assicurare il loro diritto allo studio (Legge n. 170/2010 e Linee guida) Prof. Domenico Milito 16

17 Tuttavia, è bene precisare che alcune tipologie di disturbi, non esplicitati nella Legge n. 170/2010, danno diritto ad usufruire delle stesse misure ivi previste in quanto presentano problematiche specifiche in presenza di competenze intellettive nella norma. Prof. Domenico Milito 17

18 Si tratta, in particolare, dei disturbi con specifiche problematiche nell’area del linguaggio (disturbi specifici del linguaggio o, più in generale, presenza di bassa intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale) o, al contrario, nelle aree non verbali (come nel caso del disturbo della coordinazione motoria, della disprassia, del disturbo non-verbale o, più in generale, di bassa intelligenza non verbale associata ad alta intelligenza verbale, qualora però queste condizioni compromettano sostanzialmente la realizzazione delle potenzialità dell’alunno) o di altre problematiche severe che possono compromettere il percorso scolastico (come per esempio un disturbo dello spettro autistico lieve, qualora non rientri nelle casistiche previste dalla Legge n.104/92). Prof. Domenico Milito 18

19 Disturbi evolutivi specifici Ci si riferisce,oltre ai disturbi specifici dell’apprendimento, anche ai deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo, per la comune origine nell’età evolutiva, anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività, mentre il funzionamento intellettivo limite può essere considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico. Prof. Domenico Milito 19

20 Per molti di questi profili i relativi codici nosografici sono ricompresi nelle stesse categorie dei principali Manuali Diagnostici e, in particolare, del manuale diagnostico ICD-10, che include la classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati, stilata dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e utilizzata dai Servizi Sociosanitari pubblici italiani. Prof. Domenico Milito 20

21 Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei disturbi evolutivi specifici, non vengono o possono non venir certificate ai sensi della Legge n. 104/92, non dando conseguentemente diritto alle provvidenze ed alle misure previste dalla stessa legge quadro, e tra queste, all’insegnante per il sostegno. La Legge n. 170/2010, in tal senso, rappresenta un punto di svolta poiché apre un diverso canale di cura educativa, concretizzando i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella Legge n. 53/2003, nella prospettiva della “presa in carico” dell’alunno con BES da parte di ciascun docente curricolare e di tutto il team di docenti coinvolto, non solo dall’insegnante per il sostegno. 21 Prof. Domenico Milito

22 Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività L’acronimo A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è corrispondente all’acronimo che si usava per l’Italiano di D.D.A.I. – Deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività. L’ADHD, che si può riscontrare anche spesso associato ad un DSA o ad altre problematiche, ha una causa neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento e di socializzazione con i coetanei. Si è stimato che il disturbo, in forma grave tale da compromettere il percorso scolastico, è presente in circa l’1% della popolazione scolastica, cioè quasi alunni [fonte Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.)] Prof. Domenico Milito 22

23 Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività Con notevole frequenza l'ADHD è in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva: -disturbo oppositivo provocatorio; -disturbo della condotta in adolescenza; -disturbi specifici dell'apprendimento; -disturbi d'ansia; -disturbi dell'umore, etc. Prof. Domenico Milito 23

24 Adozione di strategie di intervento per i BES È evidente la necessità di elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con bisogni educativi speciali, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato, individuale o anche riferito a tutti i bambini della classe con BES, ma articolato, che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate. Prof. Domenico Milito 24

25 Le scuole, con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico, possono avvalersi per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge n. 170/2010 (D.M. 12 luglio/2011), meglio descritte nelle allegate Linee guida. 25 Prof. Domenico Milito

26 Prof. Domenico Milito - C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 "Indicazioni operative"

27 La Direttiva del 27 dicembre 2012 ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), comprendente: - svantaggio sociale e culturale, - disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Prof. Domenico Milito

28 La Direttiva del 27 dicembre 2012 estende a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003. Prof. Domenico Milito

29 La C.M. n. 8/2013 prefigura: - l’attivazione del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) che assume la denominazione di Gruppo di lavoro per l’inclusione, con il precipuo compito di elaborare una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno) - l’inserimento nel P.O.F. della scuola di un concreto impegno programmatico per l’inclusione Prof. Domenico Milito Azioni a livello di singola istituzione scolastica

30 Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI) Secondo quanto indicato nella C.M. 8/2013, esso svolge funzioni di raccordo di tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola per assicurare il maggior coinvolgimento degli insegnanti curricolari, del collegio docenti e dei Consigli di Istituto che porti all’adozione di una politica interna delle scuole per l’inclusione, che assuma una reale trasversalità e centralità rispetto al complesso dell’offerta formativa. I GLI hanno relazioni con i CTS e con i CTI per assicurare azioni di consulenza, di formazione, monitoraggio e raccolta di buone pratiche. Prof. Domenico Milito

31 Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) Momento di riflessione di tutta la comunità educante per realizzare la cultura dell’inclusione, lo sfondo e il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni. Non dunque un ulteriore adempimento burocratico ma integrazione del Piano dell’offerta formativa. Scopo del piano è anche quello di far emergere criticità e punti di forza, rilevando le tipologie dei diversi bisogni educativi speciali e le risorse impiegabili, l’insieme delle difficoltà e dei disturbi riscontrati. Tale rilevazione è utile per orientare l’azione dell’Amministrazione a favore delle scuole che presentano particolari situazioni di complessità e difficoltà. Prof. Domenico Milito

32 Nota del Miur prot. n del 22 novembre2013 " Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali a.s. 2013/ Chiarimenti"

33 Nella Nota si prevede un anno di sperimentazione della normativa sui BES, da applicare nel rispetto dell’autonomia scolastica. Chiarimenti: Soltanto qualora nell'ambito del Consiglio di classe (nelle scuole secondarie) o del team docenti (nelle scuole primarie) si concordi di valutare l'efficacia di strumenti specifici questo potrà comportare l'adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato, con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative. Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l'adozione di particolari strategie didattiche. Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione. Prof. Domenico Milito

34 Riferimenti bibliografici -Milito D., Inclusione e BES: stato dell’arte e prospettive, Anicia, Roma, Milito D., Belsito F., Strategie metodologiche per l’integrazione e l’inclusione, Anicia, Roma, Milito D., Disturbi specifici di apprendimento e successo scolastico, Anicia, Roma, Milito D., Inclusione, integrazione e bisogni educativi, Anicia, Roma Ianes D., Macchia V., La didattica per i bisogni educativi speciali. Strategie e buone prassi di sostegno inclusivo, Erickson, Trento, 2008