Utilizzo fanghi in agricoltura in Provincia di Pavia opportunità e pericoli Pavia 19 febbraio 2016.

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Utilizzo fanghi in agricoltura in Provincia di Pavia opportunità e pericoli Pavia 19 febbraio 2016

Cosa sono i “fanghi” Possiamo definirli concimi per arricchire di sostanze i terreni e permettere un minor utilizzo di fertilizzanti chimici. Possono essere originati da: vegetali prodotti specificatamente allo scopo e scarti dei raccolti; scarti delle produzioni agro-alimentari, deiezioni animali; frazione umida dei rifiuti urbani se raccolta separatamente; fanghi da depurazione dei reflui provenienti da fognature urbane separate dalle industriali. Questa sera ci occupiamo soprattutto di questi ultimi.

I fanghi non possono essere liberamente sparsi sul terreno in quanto potrebbero essere contaminati da elementi inquinanti. Per questo vi è una normativa specifica nazionale (D. Lgs. 99/92 che recepisce la Direttiva comunitaria 86/278/CEE) che stabilisce tra l’altro: i limiti per quanto riguarda la presenza d’inquinanti; quali trattamenti preliminari devono essere effettuati e la procedura per il loro spandimento. In diverse regioni, come la Lombardia, sono state emanate norme specifiche che disciplinano ulteriormente la materia.

Quali problemi determinano In particolare ne ricordiamo due: il primo riguarda l’inquinamento olfattivo (odori), sia localizzato all’impianto di trattamento dei fanghi, sia diffuso nei vari territori dove vengono sparsi e utilizzati; il secondo riguarda il potenziale inquinamento dei terreni per accumulo di inquinanti (es: problematica nitrati, metalli pesanti, altri composti chimici).

Questi dati fanno sorgere alcune domande: E’ un caso che in provincia di Pavia vi sia una così alta concentrazione di ditte che trattano i fanghi? Oltre la metà delle società operanti in regione hanno impianti in provincia, dove si tratta circa il 20% del quantitativo nazionale e oltre il 50% di quello regionale. Le norme che regolano la localizzazione di questi impianti sono corrette? Non ci risulta che alcuna pianificazione provinciale o regionale abbia fatto una VAS degli aspetti connessi a localizzazione e funzionamento di questi impianti.....

La Regione Lombardia è intervenuta diverse volte per integrare le disposizioni nazionali, nel 2003, nel 2009 con la DGR n. 9953, dal titolo “Disposizioni per la sospensione dell’attività di spandimento in agricoltura dei fanghi prodotti dalla depurazione delle acque reflue”, e più di recente nel 2014 con con la DGR Ogni volta queste norme sono state contestate dagli operatori del settore che attraverso ricorsi al TAR ne hanno ottenuto sostanziali annullamenti, l’ultima sentenza è del gennaio 2016.

Interessanti sono le motivazioni della sentenza del 2011 del TAR, a noi hanno colpito due aspetti: - rilevanza dell’omissione di qualsiasi forma di concertazione con gli operatori interessati e richiamo alla possibilità di stipulare accordi di programma con i soggetti economici interessati, al fine di fissare limiti nel rispetto delle norme comunitarie e delle misure necessarie al conseguimento degli obiettivi di qualità ed esplicare la potestà pubblica secondo modalità flessibili, in relazione alle complesse situazioni che la stessa si trova ad affrontare in considerazione della particolare rilevanza degli interessi pubblici alla stessa sottesi. - un’adeguata istruttoria che desse conto approfonditamente delle ragioni che rendevano necessaria la così drastica misura che la regione intendeva adottare.

Nel 2012 sullo spandimento dei fanghi intervenne anche la Provincia di Pavia con una delibera di CP, la n. 42, che aveva visti coinvolti anche gli operatori, e tra le altre cose si prevedeva che le ditte versassero un contributo di 0,15 € per ogni tonnellata di fango distribuito sul terreno provinciale, finalizzato a costituire un apposito fondo che doveva essere utilizzato “esclusivamente per un’attività straordinaria di controlli per indagare la composizione dei prodotti distribuiti sui terreni, la matrice terreno e la situazione odorigena, dando luogo a una documentazione da inviare ai comuni interessati e presentata/pubblicizzata a scopo d’informazione pubblica”. Per una serie di ragioni che le parti potranno questa sera chiarire, non se ne fece nulla...

Di alcune delle ditte operanti in provincia di Pavia si è occupata mesi fa anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), con il provvedimento n /2015, nel quale si sostiene che queste società hanno “posto in essere un’intesa orizzontale restrittiva della concorrenza avente ad oggetto il coordinamento del proprio comportamento competitivo in occasione della partecipazione ad un ampio numero di procedure concorsuali pubbliche per l’affidamento del servizio di smaltimento dei fanghi civili e la ripartizione dei relativi volumi a gara su un significativo arco temporale. Comportamento, considerato tra le infrazioni più gravi della normativa posta a tutela della concorrenza”. L’autorità decideva quindi di applicare delle sanzioni per un importo totale di €.

Da tempo nella nostra provincia ad altre preoccupazioni per l’inquinamento ambientale si è aggiunta ed è cresciuta nell’opinione pubblica quella della distribuzione di fanghi nei terreni a uso agricolo. La pratica in sé trova motivazioni interessanti in termini di arricchimento dei suoli agricoli in sostanza organica ed elementi nutritivi, ma si temono soprattutto: carenze/inadempimenti nelle attività di controllo; lacune nella definizione dei criteri per effettuarli; possibili rischi di questa pratica in termini di contaminazione e degradazione delle risorse, in particolare del suolo; possibile presenza nei fanghi di sostanze inquinanti non considerate nel D.lgs. 99/92, ormai datato.