IL DECADENTISMO ORIENTAMENTO CULTURALE DI FINE ‘800 REAZIONE NEI CONFRONTI DEL POSITIVISMO LA SCIENZA NON BASTA PER FAR SENTIRE L’UOMO FELICE E REALIZZATO I POETI CREDONO DI ESSERE ENTRATI IN UNA FASE DI DECADENZA E CERCANO NUOVE TECNICHE ESPRESSIVE
IL TESTO-MANIFESTO DEL DECADENTISMO “Languore” di Paul Verlaine (1883) significa: godimento, piacere, ma anche sfinimento Scrive Verlaine: “Mi sento come l’Impero romano alla fine della sua decadenza”. Per reagire a tale senso di decadenza i poeti cercano di dare una forma estetica al reale Il BELLO è assunto come valore assoluto e riguarda non solo l’arte, ma anche la vita del poeta, vita che deve diventare un’opera d’arte (D’Annunzio) L’ESTETISMO è la corrente del Decadentismo che interpreta la bellezza come valore supremo
La corrente più importante: l’estetismo Il bello è la misura di tutte le cose L’esteta è l’artista che si lascia guidare solo dalla bellezza; tutto il resto per lui è secondario rispetto al bello, compresa la differenza tra il bene e il male Il romanzo di Huysmans “A rebours” (che significa: lett. ‘A ritroso’ ovvero ‘Controcorrente’) del 1884 allude già nel titolo a qualcosa che vuole essere il contrario dell’epoca precedente. L’imperativo categorico è essere eccentrici. Nasce la figura del ‘dandy’: colui che parla, si veste e agisce guidato solo da una particolare ricerca estetica (es. Oscar Wilde)
Tipologia del personaggio decadente Il prototipo del personaggio decadente nasce con “Controcorrente” di Huysmans: un’opera senza intreccio, con un solo protagonista, l’esteta Jean Des Esseintes, che vive appunto ‘controcorrente’, sdegnando le convenzioni borghesi. Si tratta di un giovane parigino snob che ricerca il piacere dei sensi e disprezza la vita quotidiana della massa Des Esseintes è l’antecedente del più famoso Dorian Gray di Wilde e dell’Andrea Sperelli di D’Annunzio, protagonista de “Il piacere”: romanzo privo di trama, che vuole essere l’autobiografia dello stesso autore
Il culto del bello (ideale) Tale modo di vivere sia l’arte che la vita porta al disprezzo per la massa e ad un accentuato individualismo e narcisismo: un vivere inimitabile D’Annunzio con il suo romanzo “Il piacere” (1889) introduce il principio dell’arte per l’arte; anche il suo impegno politico è subordinato all’arte L’arte più ‘pura’ è la musica perché ‘indescrivibile’ Nasce in letteratura la figura della “femme fatale”, la donna-demone (tipo ‘dark lady’): la donna maliziosa e disinvolta che comprende in sé il culto della bellezza, ma anche un senso di cattiveria, l’idea di morte e di sofferenza umana. L’opposto della donna-angelo
Un’altra corrente del Decadentismo oltre all’estetismo è il SIMBOLISMO Vi è l’idea che dietro la realtà materiale si nasconda sempre qualcosa di misterioso e a volte di magico Il simbolo è un’immagine che racchiude in sé più significati, percepibili solo dal “poeta veggente”, che è colui che cerca di descrivere l’indescrivibile Nomi di poeti simbolisti da ricordare: Baudelaire , capofila dei “poeti maledetti” con la sua raccolta di poesie: “I fiori del male”, fra cui “Corrispondenze”= la realtà è “una foresta di simboli”, l’essenza della realtà è al di là della realtà stessa e sfugge ai nostri sensi; inoltre Rimbaud, Verlaine, Mallarmé
Il poeta simbolista Il poeta non descrive, ma evoca, suggerisce, perché ciò che è al di là delle cose è ineffabile; attraverso la poesia egli fa esperienza mistica dell’assoluto, che poi riesce a raggiungere grazie a delle ‘illuminazioni’ (titolo tra l’altro della raccolta poetica di Rimbaud). Valore fono-simbolico delle parole: attraverso il suono delle parole la poesia rievoca l’armonia dell’assoluto fondendo in sé diverse immagini Espedienti stilistici più usati: metafora, analogia, ossimoro, sinestesia (es. Pascoli: “silenzio candido”) Suggestione evocativa della parola poetica: allitterazione (es. D’Annunzio: “il fruscìo che fan le foglie” nella poesia “La sera fiesolana”) e onomatopea (es. Pascoli: “un fru fru tra le fratte” in “L’assiuolo”) = musicalità della parola
I “poeti maledetti” (francesi) Il poeta deve scendere nel fondo della sua anima per trovare il proprio sé (sarebbe meglio dire: il proprio ‘io’, ma è grammaticalmente scorretto), l’ignoto, come dice Rimbaud nel testo: “Il poeta veggente” (lettera da lui scritta all’età di soli 17 anni) I poeti maledetti sono decisamente anticonvenzionali, conducono una vita sregolata, facendo esperienza anche delle cose più ignobili e negative della natura umana, come la droga e l’alcool, e possono cadere perfino nella pazzia, perché solo così riescono a conoscere l’ignoto e ciò che gli uomini comuni non possono sperimentare
L’irrazionalismo La poesia coglie segrete analogie che sfuggono alla mente razionale, verità misteriose inesprimibili col linguaggio tradizionale ‘Io’ e mondo si identificano e la realtà esterna esiste solo in quanto alimentata dalla coscienza individuale (mentre nel Positivismo si faceva coincidere il mondo con la realtà storica) La poetica decadente privilegia ciò che va oltre la percezione immediata ed entra nel regno dell’ignoto, del sogno, dell’immaginario scavalcando il reale
L’ultimo ‘-ismo’: lo ‘spiritualismo’ Insieme al simbolismo e all’estetismo, lo spiritualismo, che collega il lettore col proprio immaginario, si può considerare un’altra delle correnti del Decadentismo È espresso soprattutto da Pascoli nella sua poetica del ‘fanciullino’: ponendosi in un’ottica irrazionale, il poeta mira a riscoprire nella realtà l’incanto e il mistero che sfuggono a chi si ferma soltanto all’apparenza delle cose e per far ciò deve guardare il mondo con gli occhi ingenui e incantati di un bambino, cogliendo le corrispondenze segrete fra le cose, “le somiglianze e le relazioni più ingegnose” (leggere il testo in prosa: “Il fanciullino”)