1 Sociologia economica del welfare Piera Rella -23 marzo  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno 

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Politiche sociali Lavinia Bifulco.
Advertisements

1 Programma Operativo Provinciale Interventi per loccupazione rivolti agli occupati a rischio del posto di lavoro, alle persone in cerca di.
LA REGOLAZIONE DELLA SOCIETA E DELLECONOMIA SI AFFIDA AD UNA COMBINAZIONE DI CRITERI TRA CUI QUELLI POLITICI SI BASA SU UNA PLURALITA DI PRINCIPI DI REGOLAZIONE.
La fase di sviluppo intensivo ( ) 1.La crisi della fase estensiva di sviluppo 2.I caratteri strutturali della fase di sviluppo intensivo.
POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA
A.A Corso di Politica Sociale Maria Letizia Pruna Nona lezione Le politiche del lavoro.
Lindustria Italiana Una breve sintesi Corso di Economia Applicata Facoltà di Economia Università di Torino Davide Vannoni.
MERCATO DEL LAVORO OCCUPAZIONE E OCCUPABILITA A TREVISO Quali prospettive di intervento e piste di lavoro per il 2010 Lancenigo di Villorba, 03 maggio.
Lezione 20 Rapporto welfare e famiglia: modelli interpretativi.
IL LAVORO FLESSIBILE TRA PART TIME E CONGEDI PARENTALI di Gabriele OLINI Ufficio Studi CISL 6 aprile 2000.
1 Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzione Generale per le Politiche per l'Orientamento e la Formazione Ministero del Lavoro e delle Politiche.
Diritto del lavoro Una sintesi.
La cooperazione sociale: agente di sviluppo del welfare locale.
I target per lItalia allinterno della Strategia 2020 e la situazione attuale rispetto a Occupazione, Povertà, Istruzione Egidio Riva Università Cattolica.
1 Larea metropolitana di Roma Capitale Funzioni, risorse, vincoli e opportunità per una nuova strategia di sviluppo.
\ \ | / (_) o000O O000o POLITICHE del LAVORO Analista Progettista Vincenzo Occhipinti Misure di promozione allinserimento.
Il Territorio protagonista dellofferta dei servizi sociali di Annalisa Turchini.
La spesa pubblica ud 2 Prof. Colucci Donato
Progetto Forma -Genere Formazione specialistica lattuazione delle pari opportunità nel processo di contrattazione ( docente Carla Capaldo) LEGGE 28 giugno.
Schede didattiche a cura di A. Cortese
In Italia quasi metà della disoccupazione è cncentrata al SUD
ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI SOCIALI SUL TERRITORIO
Gli scenari evolutivi delle politiche sociali:  Le politiche sociali si evolvono con l’evoluzione dei sistemi socio-economici e di governo  La nascita.
I modelli di welfare.
SCENARIO MERCATO DEL LAVORO Competizione internazionale (attori con costi del lavoro ridotti) Lavoro nero e sommerso (3/4 milioni di persone) Disoccupazione:
Organizzazione dei Servizi Sociali sul territorio
A.A Corso di Politica Sociale Maria Letizia Pruna Settima lezione Il sistema pensionistico italiano.
A.A Corso di Politica Sociale Maria Letizia Pruna
Capitolo 9 Elementi per un percorso interpretativo
1 L’economia italiana Le molte dimensioni del benessere.
Aspetti di finanza locale Accrescimento funzioni e competenze Regioni e EL = risvolto finanziario A partire dagli anni 70 ripartizione della spesa a favore.
Quadro delle priorità 1. Reddito – Indipendenza – Lavori delle donne 2. Incremento dell’occupazione femminile – Incremento del tasso di attività femminile-
CRITICITA’ E PROSPETTIVE DEL WELFARE NELL’EPOREDIESE Ivrea, 9 febbraio 2015.
La valutazione delle politiche per l’impiego: gli incentivi alle imprese Pilot Projects to carry out ESF related Counterfactual Impact Evaluations Roma,
L’ORGANIZZAZIONE PUBBLICA
DIPARTIMENTO WELFARE E NEGOZIAZIONE SOCIALE. LE RISORSE ASSEGNATE ALLA SANITA’ PER IL 2016 SONO 111 MILIARDI. 1 MILIARDO IN PIU’RISPETTO AL 2015 E 4 IN.
LA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO ALTRE MISURE DEL D.LGS. N. 148/2015
POLITICA SOCIALE L E POLITICHE DEL LAVORO 1 Prof. Carmelo Bruni Le sfide degli anni ‘90 Crollo del muro di Berlino nel 1989; Accordo di Maastricht nel.
1 IL NUOVO PIANO DI POLITICA DEL LAVORO 02 novembre 2015.
IL MERCATO DEL LAVORO.
LE RIFORME DEL LAVORO. Nel corso degli anni duemila si sono succedute diverse RIFORME DEL LAVORO, in particolare:  nel 2003, la Riforma Biagi (L. n.
La bozza di piattaforma di CGIL, CISL, UIL su LAVORO, FISCO, PREVIDENZA LA PROPOSTA VIENE ILLUSTRATA IN ASSEMBLEA NEI LUOGHI DI LAVORO; IL SINDACATO ASCOLTA.
Ammortizzatori sociali e misure anticrisi Simona Montagnana Milano 21 Ottobre 2013.
Servizio Informazione e Promozione Economica Mantova: Economia e Lavoro a cura di Marina Martignano Servizio Informazione e Promozione Economica Camera.
1 Sociologia economica del welfare Piera Rella -17 marzo  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno 
Ammortizzatori sociali e misure anticrisi: effetti attesi e inattesi della riforma in Lombardia Manuela Samek Lodovici - Nicoletta Torchio Milano 21 Ottobre.
Documento di Economia e Finanza Regionale DEFR 2015 A GGIORNAMENTO PRS PER IL TRIENNIO
Sistema Dote è:  Dote scuola  Dote formazione  Dote lavoro Informazioni aggiornate a: novembre 2009.
LE POLITICHE DEL LAVORO Per «politiche del lavoro» s'intende quell'insieme di interventi pubblici rivolti alla tutela dell'interesse collettivo all'occupazione.
Valentina Joffre Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Scienze Sociali Napoli, 21 maggio 2013 Corso di Sociologia del Lavoro Università.
EMILIA ROMAGNA 5 STELLE REDDITO DI CITTADINANZA NESSUNO DEVE RIMANERE INDIETRO.
La relazione con il pubblico nel welfare che cambia Emanuele Polizzi Area Cittadinanza attiva – Caritas Ambrosiana Rho 9 gennaio 2013.
IL TEMPO RITROVATO Venezia, 23 settembre IL TEMPO RITROVATO CONCILIAZIONE: DA QUESTIONE NON PIU’ RINVIABILE … … A STRUMENTO DI BENESSERE PER LE.
Programma d’Azione per il Re-Impiego di lavoratori svantaggiati da PARI a PARI 2007 Programma PARI: risultati della prima fase e prospettive nell’ottica.
L A S TRATEGIA REGIONALE PER L ’ INCLUSIONE SOCIALE ATTIVA I CANTIERI DI CITTADINANZA IN PUGLIA.
1 Sociologia economica del welfare Piera Rella -31 marzo  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno 
9 TIPI E CAUSE DELLA DISOCCUPAZIONE L’argomento: come funziona il mercato aggregato del lavoro Oggi parleremo di: come si diventa disoccupati come si diventa.
La “Grande depressione” e la “Grande recessione” Una comparazione PROF. RICCARDO FIORENTINI.
14^ edizione del Forum I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000 Cernobbio, 22 – 23 marzo 2013.
1 Sociologia economica del welfare Piera Rella -16 marzo  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno 
1 Interventi anticrisi a favore dei lavoratori beneficiari di Ammortizzatori Sociali in deroga.
Prospettiva di genere:integrare la dimensione di pari opportunità tra donne e uomini nei progetti che beneficiano di finanziamenti europei. La metodologia.
Gruppo n. 10 Nomi dei componenti: Ilenia Gargiulo Ilenia Gargiulo n Cesaria Ilaria Bamundo Cesaria Ilaria Bamundo n
Giustificazione teorica dell’intervento pubblico nella sanità Ruolo allocativo: 1.Casi di concorrenza imperfetta tra produttori; 2.Informazione imperfetta.
INTESA PER LA COMPETITIVITA’ E L’INCLUSIONE SOCIALE.
LA DISOCCUPAZIONE. IDENTIFICARE LA DISOCCUPAZIONE Categorie della DISOCCUPAZIONE – Il problema della disoccupazione è di solito diviso in due categorie.
Gli anni Novanta 1993 La recessione il Trattato di Maastricht Il libro bianco le direttive: Nuove strategie istruzione e formazione tutta la vita Maggiore.
E U R O PA Intervento Davide Bonagurio.
Area Politiche di cittadinanza – Lavoro Garanzia Giovani Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani Webinar 18/06/2014.
Le Pari opportunità nel Fondo Sociale Europeo e nella strategia per l’occupazione.
Transcript della presentazione:

1 Sociologia economica del welfare Piera Rella -23 marzo  corso di laurea in Programmazione Gestione e Valutazione dei Servizi Sociali PROSS- I anno  12 crediti formativi (inclusi 6 Accorinti sul welfare locale) – gruppo disciplinare SPS/09  Dal 2 marzo al 26 maggio Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche Ricevimento stanza B12 dopo la lezione di giovedì

calendario  30 marzo NO LEZIONE  il 31marzo facciamo lezione: alle 14 Accorinti e alle 16 Rella  il 6 aprile ore 15 I esonero.

Abbiamo visto settimana scorsa  Trasformazione dei rischi sociali e stazionarietà del welfare -il primo capitolo del testo a cura di Ascoli, Il welfare in Italia  Le politiche socio assistenziali di Yuri Kazepov (cap. 4 ) con alcune integrazioni da Madama

Conclusioni Kazepov  La sussidiarietà non deve trasformarsi in una forma passiva di delega delle responsabilità: si rischia impoverimento e sovraccarico famiglie  Leps potrebbero essere strumenti contro la distorsione particolaristica, creatori di diritti, ma non vengono definiti  Manca una visione lungimirante delle politiche sociali come investimento sul benessere della società

Un bilancio di 15 anni di riforme in base a 4 obiettivi Commissione Onofri (Madama, 2010) 1. Una politica organica e inclusiva di lotta alla povertà?  Frammentazione interventi con ampia differenziazione requisiti d’accesso (Ise non sempre utilizzato)  Rmi, l’innovazione più interessante - La sperimentazione fatta proprio in contesti “difficili” per migliorare lo strumento sarebbe venuta a costare a livello nazionale dai 2,2 mld ai 3 nel 2001, meno dei 10 mld spesi in pensioni di invalidità  Tolto l’Rmi la povertà è poco ridotta dal welfare italiano: contano soprattutto pensioni sociali e poco gli altri trasferimenti → rischi più elevati che in altri paesi Ue per minori e working poor (qui è peggio negli altri paesi meridionali)

2. Il mancato rilancio dei servizi sociali  Rimane preferenza accordata ai trasferimenti  Sola eccezione i nidi raddoppiati in un decennio (i privati decuplicati, i pubblici + 30%) senza coprire tutte le necessità  Servizi non sanitari: l’Italia in posizione marginale in Ue → famiglie a strutture per anziani private e a badanti

3.Lep e disomogeneità territoriali: quali progressi  La legge quadro del 2000 prevedeva un tavolo tecnico governo, Regioni, enti locali → risultati sintetizzati da Maroni nel 2004 in un documento che non fu approvato per contrasti politici tra Regioni e per la decurtazione del Fondo nazionale per le politiche sociali  Il Centro sinistra stabilì i Lep per gli asili nido, ma nel % asili al Sud e 26% in Emilia Romagna → cittadinanza sociale differenziata a livello territoriale

4. Andamento delle risorse del FNPS destinate al welfare locale Fonte: Ministero del lavoro e delle politiche sociali 2011 (Burgalassi, 2014)

La spesa socio-assistenziale aumento o contrazione?  Rimane distorsione allocativa verso vecchiaia e disabilità  ma la spesa avrebbe bisogno di aumentare (specie in servizi che nel 2000 sono appena lo 0,4% del Pil rispetto allo 0,3 del 1995) e non di contrarsi

Perché non si è riusciti a fare le riforme? AS e sistema politico ( Madama)  Nella logica funzionalista, il welfare si espande quando crescono i bisogni. Perché quando le donne sono entrate nel mercato del lavoro, il welfare non si è espanso?  Seguendo la teoria delle risorse di potere: serve una mobilitazione politico-sociale per ottenere qualcosa. Ad es. la classe operaia nella fase del fordismo ha mobilitato partiti e sindacati. Ma i beneficiari delle politiche sociali hanno per definizione poco potere. Tuttavia negli anni ’70 vi è stata una mobilitazione femminile per l’occupazione femminile e la de-familizzazione della cura, fatta propria dalle socialdemocratiche svedesi  Oggi nell’era dell’austerità permanente, la partecipazione politica è in calo: concorrenza tra mantenimento diritti insiders/ nuovi fondi outsiders

L’approccio neo-istituzionalista  Si diffonde nella letteratura politologica negli anni ’90. Madama usa la variante storica per spiegare le differenze tra paesi social democratici e del Sud Europa → l ’ istituzionalizzazione precoce delle politiche di AS nei paesi scandinavi negli anni ’ 60 e ’70 è avvenuta in concomitanza di una forte crescita economica.  Negli anni ’ 90 il Sud Europa tenta di espandere il welfare in fase di contenimento forzato della spesa pubblica. Per i fallimenti italiani va considerato il ruolo degli imprenditori di policy ≈ di catalizzatore del processo di innovazione

L’approvazione della legge quadro del 2000 tra opportunità istituzionali e agenzia ↓↓  Shock Mani Pulite altera gli equilibri di potere ( Importante l’indagine sul Pio albergo Trivulzio)  Sentenza corte costituzionale sulle Ipab che provoca Vacatio legis  I governo Prodi pro riforma  Livia Turco, ministra solidarietà sociale segue strategia concertativa: consulta le parti interessate e spinge all’unificazione progetti di legge e fa studiare problema dal Cnel ↓  Ruolo di imprenditore istituzionale

La mancata riconfigurazione: tra resilienza istituzionale e risorse di potere  Collisione con la Riforma del Titolo V della Costituzione, ma anche  Poco interesse a ridistribuire risorse da Nord a Sud, definendo i Lep,perché il Governo Berlusconi aveva alleati sostenitori della Questione Settentrionale  Anche in assenza del federalismo il problema si sarebbe posto per l’austerità permanente, inasprita in Italia dalla crisi della finanza pubblica che richiede di fare riforme a costo zero (tagliare la sanità e la previdenza in una fase di invecchiamento della popolazione?)  Madama (2010) parla anche di mancanza di un femminismo culturale e di scarsa presenza delle donne nelle istituzioni- Se non ora quando? è del 2011

Alcune definizioni e limiti governo Prodi  Resilienza = Capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi, di un tessuto di riprendere la forma originale  Se non ora quando? movimento trasversale, aperto e plurale. Il 13 febbraio 2011 lanciò un appello per reagire al modello degradante ostentato da una delle massime cariche dello Stato, lesivo della dignità delle donne e delle istituzioni.  Governo Prodi Piano nidi ma anche abolì lo scalone previdenziale di Maroni → soldi alla previdenza  Erosione dell ’ intervento pubblico e sviluppo welfare privatistico che aggrava dualismo e stratificazione sociale del welfare

cap 5 Le politiche del lavoro Di Stefano Sacchi e Patrik Vesan (politologi)

Di che tratta il capitolo Attenzione al mercato del lavoro (mdl) regolare e non alle politiche di emersione dell’occupazione irregolare e sommersa 1.Politiche proattive: volte alla promozione dell’occupazione in particolare servizi per l’impiego 2.Politiche passive: sostegno al reddito 3.Regolazione dei rapporti di lavoro

Le politiche del lavoro in Italia fino agli anni ‘90  1919 I assicurazione pubblica obbligatoria contro la disoccupazione (riformata solo in parte durante il Fascismo)  Anni ’70 e ’80 rimane modesta e di breve durata (max 6 mesi),  L.160/1988 indennità di disoccupazione portata al 7,5% del precedente lavoro + indennità a requisiti ridotti per chi lavoro in maniera discontinua, negli ultimi anni a prescindere dalla durata della disoccupazione  ma al contempo per riduzioni temporanee dell’orario di lavoro nella grande impresa c’è la Cig ordinaria prevista dal 1947 e straordinaria prevista dal 1968, pari all’80% della retribuzione → governo sindacati e imprenditori affrontano le prime crisi cercando di salvaguardare i core workers → la tutela della riduzione dell ’ orario di lavoro esiste anche in altri sistemi bismarkiani, ma solo in Italia sostituisce l’indennità di disoccupazione

I cambiamenti della legge 223/1991  Cig straordinaria anche per accompagnare la mobilità lunga verso la pensione per chi è stato espulso dal processo produttivo → col perdurare della crisi proproghe e deroghe alla durata dei trattamenti per singole categorie  Eliminazione della chiamata numerica del collocamento (sistema introdotto nel dopoguerra per un ‘ equa ripartizione del poco lavoro - di fatto non qualificato- disponibile, a cui ormai le imprese derogavano con trasferimenti dalle piccole imprese che assumevano per chiamata nominativa )

Il progressivo passaggio al lavoro flessibile  L79/ 1983 Possibilità di introdurre il tempo determinato, ammesso in pochi casi e settori dalla legge 230 del 1962,per punte stagionali in tutti i settori e non solo commercio e turismo previa autorizzazione del Ministero  L.863/ 1984 introduce contratti a tempo parziale, di formazione lavoro e di solidarietà → tentativi di rispondere alla disoccupazione e alla richiesta di flessibilità

Il cambiamento delle politiche del lavoro dalla metà degli anni ‘90 3 dimensioni del cambiamento ↓↓↓ Strategica distributivaorganizzativa Per ogni dimensione vanno definiti gli obiettivi I cambiamenti nei livelli di protezione Cambiamenti della governance: ripartizione delle competenze tra una pluralità di attori pubblici e privati

La dimensione strategica  + politiche proattive, attente alla crescita dell’occupazione attraverso politiche di condizionalità ↓  Chi prende l’indennità di disoccupazione non deve essersi dimesso da solo e fare la DID (Dichiarazione di Immediata Disponibilità) ed accettare offerte di lavoro congrue o partecipare a corsi di formazione scelti dal Centro per l’impiego  Di fatto i CpI hanno difficoltà ad attuare tali politiche specie al Sud  Non più promozione uscite ( in progressivo calo nel graf. p.154) ma invecchiamento attivo → nel 2012 eliminazione accompagnamento alla pensione e creazione esodati con la Riforma Fornero

Politiche attive e passive Spesa per politiche attive (incentivi all’ as- sunzione e stabilizzazione,per formazione)  in crescita dal 1995 al 2002  Dal 2001 al 2003 superano quelle passive  ma dal 2004 al 2008 quelle passive riprendono a salire, pur continuando la diminuzione della disoccupazione, a causa di sussidi più generosi ed estesi (fig. p.155)  Crescita incentivi assunzione fino al 2002, e poi declino; quelli alla stabilizzazione molto più bassi (fig. p.157)

Regolazione rapporti di lavoro: cambiamenti strategici  Legge Treu 1997 e Biagi 2003 ( in mezzo 2 DL per recepire direttive Ue sul lavoro a tempo determinato)  Obiettivo sconfiggere la disoccupazione giovanile senza intaccare il lavoro a tempo indeterminato, liberalizzando più di ogni altro paese Ocse i contratti di durata prefissata  Tentativi falliti di intaccare la protezione dei lavoratori centrali ( contro l’art.18 dello statuto dei lavoratori e con la legge 189/2010 “collegato lavoro” tentativi di demandare solo all’arbitrato le controversie sul lavoro)  Tentativi riusciti di recente con l’inserimento del contratto a tutele crescenti e il depotenziamento art.18

L’organizzazione dei Centri per l’impiego  1997 fine del monopolio pubblico  Devoluzione competenze a livello regionale rafforzata dalla Riforma del Titolo v della Costituzione  2003 ampliamento possibilità interventi privati con la legge 30/2003  nascono più sistemi locali, al Ministero compiti di monitoraggio (tendenza al riaccentramento con Renzi. Programma Garanzia Giovani e e DL 150/2015 che assegna le politiche attive allo stato attraverso l’Agenzia Nazionale Politiche del Lavoro- ANPAL. Ma ciò andrà a regime dopo la riforma costituzionale  Scarsa integrazione con l’Inps che eroga sussidi di disoccupazione  Al Nord mancano gli impiegati, al Sud le infrastrutture e difficoltà perché i CpI sono progettati per mercati del lavoro dinamici

Proposta di una piccola ricerca sulle agenzie per l’impiego  Vi siete mai rivolti a un’agenzia per l’impiego pubblica o privata?  Conoscete qualcuno che le ha utilizzate?  Assolavoro (associazione agenzie private del lavoro) ha fatto il 2 marzo un convegno al Cnel in cui vanta un forte aumento-133% degli occupati a tempo ind. (10% degli avviati)  A breve uscirà un rapporto di monitoraggio Isfol soprattutto sui CpI, ma ne esiste già uno del 2014 (0,03 del Pil contro 0,25 della Ue- basso numero operatori-solo 3,1% degli intermediati nel pubblico, ma 5 volte più che nel privato- dati 2013)  Obiettivo una didattica più partecipata.. E una migliore valutazione

Chi fa che cosa?  Studio letteratura disponibile  Interviste qualitative a chi lavora in un’agenzia  e/o agli utenti