La dinastia Flavia Vespasiano Tito Domiziano.

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Transcript della presentazione:

La dinastia Flavia Vespasiano Tito Domiziano

Vespasiano (9-79 d.C.) Nacque e venne educato in campagna  gli vennero insegnati i valori della semplicità, infatti non fu mai attratto dal lusso imperiale, ma perseguì la morigeratezza e la fierezza del Mos Maiorum.

Cursus Honorum 30 d.C.:Permanenza nell’esercito; 34: Questore di Creta e Cirene; 38: Edile; 40: Pretore; 51: Console; 63: Proconsole nell’ Africa proconsolare.

Guerra di Giudea Sconfitta di Vitellio Principato (69-79)

Guerra di Giudea 66: Nerone incarica Vespasiano di guidare l’esercito in Giudea; 67: Vespasiano conquista molti territori intorno a Gerusalemme e si prepara ad attaccarla; Nerone si suicida e viene eletto Galba Vespasiano preferisce rinviare l’attacco; Galba viene ucciso Vespasiano sospende del tutto le operazioni militari

Vitellio 69: Vitellio, con l’assenza di un imperatore, prende il potere, e Vespasiano ne rimane indignato; Viene inviato in Italia(mentre Vespasiano è in Siria) un esercito guidato da Antonio Primo che sconfigge il rivale; Vitellio fugge, ma dopo poco tempo si vendica compiendo una strage sul Campidoglio; pur pentendosene, viene catturato e ucciso.

Principato (69-79) 70: Vespasiano, ansioso di tornare a Roma per celebrare la sua nuova carica, inviò il figlio Tito a Gerusalemme: questi mise fine alla guerra di Giudea. Il nuovo imperatore, giunto a Roma, mise in atto una serie di riforme per risanare lo Stato.

Amministrazione finanziaria Introdusse nuove tasse, che colpirono soprattutto i più poveri; tuttavia ciò servì a risanare l’economia. Riforma del Senato, ordine equestre e lex de imperio Vespasiani Lex de imperio Vespasiani: «il principe è svincolato dalle leggi»; «quanto piace al principe ha vigore di legge». Riformò il Senato e l’ordine equestre, inserendovi membri più abili e rimuovendo gli indegni rese i due organi più dipendenti, ma non ottenne di certo l’ appoggio del Senato.

Opere pubbliche Restauro del Campidoglio; Costruzione del Tempio della Pace; Conclusione della costruzione del Tempio del Divo Claudio; Realizzazione orinatoi pubblici, detti Vespasiani; Costruzione Colosseo

Amministrazione giudiziaria Gli elenchi dei processi si erano allungati dopo le guerre civili vennero eletti nuovi giudici. Organizzazione dell’esercito Aumentò l’impiego di truppe ausiliarie provinciali; Vennero costruite fortezze legionarie in punti strategici; Istituì un allenamento per i soldati che non combattevano, per non far loro perdere la forza fisica.

Tito (39-81) Figlio di Vespasiano, fu particolarmente duro e avido: ciò gli procurò una cattiva fama, smentita poi dalla generosità con cui aiutò delle popolazioni romane colpite da un terremoto

Adolescenza Mentre il padre era in Britannia, ricevette un’ educazione militare e letteraria, insieme al figlio dell’imperatore Claudio, Britannico: questi venne avvelenato, così Tito fece erigere una statua in suo onore sul Palatino. Grazie alla sua educazione letteraria, Tito fu un buon oratore e poeta.

Ascesa al trono Dopo aver distrutto il tempio di Gerusalemme, tornò trionfante a Roma(71), dove governò di fianco al padre in qualità di console, censore e prefetto della guardia pretoriana; Durante la permanenza in Giudea, però, si era innamorato di Berenice, una principessa giudaica: ciò non era ben visto da Vespasiano e dal Senato, poiché Tito stava ripudiando la moglie Marcia; Così Tito abbandonò Berenice, e da quel momento fu sempre ben visto dal Senato(fino a poco tempo prima aveva avuto discussioni con il Senato, soprattutto per quanto riguarda i processi).

Il principato (69-79) Per quanto riguarda le opere pubbliche, organizzò molti giochi e spettacoli, completò il Colosseo e fece costruire delle terme a lui intitolate.

La tragedia del Vesuvio Nel 79, a causa dell’eruzione del Vesuvio, Pompei e Caracalla vennero distrutte; Nell’80 uno spaventoso incendio devastò una parte di Roma; Tito perciò contribuì con le proprie ricchezze a riparare i danni e ad alleviare le sofferenze della popolazione.

Domiziano (51-96) Tito Flavio Domiziano fu l’ ultimo imperatore della dinastia Flavia, sotto il nome di Cesare Domiziano Augusto Germanico. Buon amministratore, cercò di migliorare le condizioni economiche dei sudditi e abbellì Roma con una lunga stagione di lavori pubblici. Non mirò all'espansione dell'Impero ma a difendere i confini.

Personalità Domiziano decise di rafforzare i propri privilegi per contrastare l'opposizione dei patrizi, ammantandosi di un'aureola divina e pretendendo di essere chiamato «signore e dio nostro»; Riflessivo e dotato di spirito, sembra aver amato la cultura e le tradizioni greche; Gli storici del tempo lo dipingono così orgoglioso da aver sempre pensato di aver meritato di governare più del padre e del fratello, verso il quale avrebbe mostrato risentimento anche dopo la morte, criticandone gli atti e abolendo le feste in onore dell'anniversario della nascita. Scontroso e collerico, era diffidente anche delle lodi ricevute.

Ascesa al potere 69: Pretore; 71: Console (successivamente anche nel 73* e dal 75 al 79); 79: fu dichiarato successore del fratello Tito alla morte del padre. 82  95: console (per 17 volte)

Principato (81-96) Rapporti con il Senato Gran parte del Senato gli era ostile per principio. Tuttavia l'atteggiamento dei senatori non poteva essere apertamente ostile: al contrario, benché accadesse che complottassero segretamente, essi mostravano spesso un'apparente ammirazione che si manifestava in concreti omaggi. Domiziano perciò li disprezzava.

Le opere pubbliche e i monumenti principali Ampliò la rete stradale (costruendo la via Domiziana) Edificò moltissimi templi dedicati agli dei e uno al padre Vespasiano Restaurò il tempio di Giove capitolino. Fece costruire una statua in bronzo di sé stesso. Fece costruire uno stadio Fece costruire un palazzo sul Palatino. Istituì nell'86 una serie di giochi, come il Quinquennale certamen Capitolinum che prevedeva gare musicali, ginniche ed equestri, in cui il premio era una corona di quercia. Ripropose le Quinquatria Minervae, ossia una festa di cinque giorni (19 - 23 marzo) nella sua villa sui colli Albani in cui si tenevano cacce, spettacoli teatrali, gare di oratori e poeti, in cui il premio era una corona aurea d'ulivo.  

Stadio di Domiziano (attuale Piazza Navona)

La persecuzione dei Cristiani Distrutto il tempio di Gerusalemme e dispersa la popolazione, gli ebrei non furono perseguitati sotto Vespasiano e Tito. I cristiani erano considerati dall'opinione pubblica soltanto una setta ebraica alla quale poteva essere egualmente indirizzata l'accusa di «ateismo», cioè di non credere nella religione romana. Nel 95 furono condannati a morte per ateismo il console Flavio Clemente, cugino di Domiziano, mentre furono esiliati molti altri cittadini, tra cui Flavia Domitilla, nipote dell'imperatore. Non è chiaro se queste condanne fossero realmente motivate dalla necessità di combattere religioni che potevano rappresentare un pericolo per lo Stato romano, se invece fossero solo il capriccio di un tiranno, o se fossero un pretesto per colpire nemici personali di Domiziano. In particolare, può anche darsi che, colpendo Flavio Clemente e la sua famiglia, Domiziano volesse sbarazzarsi di pericolosi concorrenti al proprio potere.

Morte e fine della dinastia Flavia Il regime del terrore L'aristocrazia, mantenne la speranza di eliminare Domiziano attraverso una cospirazione di palazzo. A sua volta l'imperatore, consapevole che i suoi nemici agivano nell'ombra, raddoppiò la sua diffidenza e il suo odio nei confronti del Senato. Domiziano continuò la politica dei donativi al popolo e degli alti salari all'esercito, finanziandola anche con il denaro dei suoi avversari. Otteneva così il duplice risultato di mantenere la fedeltà degli uni e di conseguire l'indebolimento degli altri. Stabilì una rete di spie che raccoglievano confidenze compromettenti. Accusati di lesa maestà per soltanto per le loro parole, gli indiziati erano giudicati dal Senato che, li condannava regolarmente alla morte o all'esilio, e confiscandone i beni. Morte e fine della dinastia Flavia La sorte di Domiziano fu segnata quando gli uomini a lui più vicini lo tradirono, poichè Un complotto di senatori, garantì a Marco Cocceio Nerva la successione all'impero. Nel settembre 96 , Stefano, il suo procuratore, era portatore di un importante messaggio. Il quale rivelava l'esistenza di una congiura ai suoi danni. Mentre l'imperatore leggeva, Stefano lo colpì con un pugnale e altri congiurati lo finirono con altre sette pugnalate. Il senato proclamò Nerva imperatore e decretò la damnatio memoriae di Domiziano, ordinando la distruzione delle sue statue e la cancellazione del suo nome da ogni iscrizione.