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Il principato di Augusto e l’Impero

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Presentazione sul tema: "Il principato di Augusto e l’Impero"— Transcript della presentazione:

1 Il principato di Augusto e l’Impero
“la repubblica restaurata” i poteri di Augusto la pax romana l’apogeo la crisi la divisione

2 L’ultima guerra civile
44 a.C.: Antonio e Ottaviano si contendono l’eredità politica di Cesare Antonio: dominio personale in Oriente si insedia in Egitto dove incorona Cleopatra regina Ottaviano sfrutta la posizione di Antonio per accreditare l’idea di uno scontro di civiltà Ottaviano Roma Occidente Lavoro Libertà Antonio & Cleopatra Egitto Oriente Mollezze Dispotismo & Corruzione “scontro di civiltà” ?? Mentre Bruto e Cassio, i più noti cospiratori che avevano ordito l’omicidio di Cesare, rivendicarono quell’atto come legittima reazione contro chi stava abbattendo gli ordinamenti repubblicani, l’eredità politica di Cesare fu oggetto di contesa tra due nuovi pretendenti: Marco Antonio, generale e uomo di fiducia di Cesare, e il giovane Gaio Ottaviano, pronipote e figlio adottivo dello stesso Cesare. La lotta politica degenerò nuovamente in guerre di fazione, con il ritorno di magistrature straordinarie, come il triunvirato, e delle liste di proscrizione. Ritorna inoltre, in questo estremo scontro per il potere in Roma una antica e ricorrente maschera ideologica: lo scontro tra Oriente e Occidente.

3 La “restaurazione” della repubblica
S. P. Q. R. la battaglia decisiva: Azio, sulla costa dell’Epiro, nel settembre del 31 a.C. Cleopatra sconfitta (contro di lei era stata dichiarata la guerra, non contro Antonio, cittadino romano) Egitto è ridotto a provincia romana Ottaviano, padrone assoluto di Roma,… … il 13 gennaio del 27 a.C. dichiara in senato di aver vendicato Cesare, riportata la pace e… riconsegna tutti i poteri conferisce autorità Alla fine ebbe la meglio Ottaviano che sconfisse definitivamente Antonio il 31 a.C., nella battaglia navale di Azio, località sulla costa greca dell’Epiro. Ottaviano, ormai padrone assoluto di Roma, si mosse con intelligenza e tatto per costruire un potere personale illimitato senza entrare in conflitto con le istituzioni. Anzi, con abile e calcolato colpo di scena, il 13 gennaio del 27 a.C. si presentò in senato, dichiarò di aver vendicato Cesare, suo padre, e riportata la pace a Roma: quindi rimetteva tutto il suo potere nelle mani del senato e del popolo romano. Il senato in cambio gli riconobbe un’autorità quale nessuno prima di Ottaviano aveva mai ottenuto.

4 autorità … poteri poteri conseguenti Cariche/titoli
Principe del senato Fonte e ispiratore delle leggi Console controllo sul senato e sulle magistrature Tribuno inviolabilità personale Proconsolato superiore e illimitato Imperium su tutte le province e legioni Pontefice massimo controllo del culto e della religione pubblica Padre della patria Funzioni e autorità di tipo paterno su tutti di cittadini Augusto Cesare

5 un bozzetto celebrativo
Il Principe e l’impero I titoli Cesare Augusto Principe del senato Tribuno della plebe Padre della patria Console Proconsole Pontefice massimo attribuiti alla PERSONA di Ottaviano gli conferiscono un potere illimitato che arte e letteratura celebrano con prerogative divine un bozzetto celebrativo La Gemma Augustea, è un cammeo di 15x23 cm, realizzato tra il 10 e il 20 d.C., in onice bianco su sfondo bruno. L’immagine è una raffinata sintesi dell’ideologia imperiale di Ottaviano e una celebrazione della sua persona. Ottaviano Augusto è raffigurato sul trono nelle vesti di Giove; sotto il trono l’aquila del dio, che va assumendo il simbolo storico di insegna imperiale vigila a sua protezione. Sulla sua sinistra siede la personificazione di Roma; i loro piedi calpestano le armature dei nemici sconfitti. Il tondo tra le loro teste riproduce il segno zodiacale del Capricorno, il segno sotto il quale è nato Ottaviano. La donna che dietro al trono regge una corona sul capo di Ottaviano è la personificazione del mondo abitato (Oikoumene) e davanti a lei siede Oceano. Seduta di fianco al trono è la personificazione della Terra, che regge una cornucopia ed è accompagnata da due bambini, simboli di abbondanza e fertilità. Sulla sinistra, sul carro, Tiberio si appresta al trionfo, accompagnato, alle sue spalle, dalla Vittoria. Il giovane tra Tiberio e la personificazione di Roma è Germanico suo nipote. Nella fascia inferiore, i soldati romani erigono un trofeo, con le armi del nemico sconfitto. Un uomo e una donna stanno per essere legati al trofeo. A destra, alleati non-romani trascinano un’altra coppia di prigionieri per legarli al trofeo. la gemma augustea

6 immagine e simbolo dell’ideologia augustea
La pax romana Ara pacis: immagine e simbolo dell’ideologia augustea politica finalizzata alla pace universale e alla sicurezza sociale riorganizzazione urbanistica celebrazione monumentale e letteraria dell’“età dell’oro” che il principe divinizzato sta per riportare sulla terra L'altare racchiude in sé, insieme al programma celebrativo di Augusto pacificatore, alcuni temi caratteristici della sua ideologia, in primo luogo il ritorno alla sobria solidità della Roma arcaica: l'ara è infatti un monumento semplicissimo, di struttura geometrica essenziale, in cui il recupero della tradizione romana si unisce all'eleganza e la pulizia dell'arte greca classica, in polemica con l'eccessiva ricercatezza del gusto ellenistico allora trionfante. Nel 13 a.C., al ritorno di Ottaviano Augusto dalle campagne militari in Spagna e in Gallia, il senato decise di costruire nel campo di Marte l’altare della pace inaugurata dal regno di Augusto. La pacificazione dell’impero fu celebrata anche con la chiusura del tempio di Giano.

7 Eredità della costruzione politica di Ottaviano Augusto
Dinastie: Giulio-claudia: 14-68 Flavia: 68-96 principato adottivo: Severi: Problemi aperti: rapporto Principe-Senato ambiguità del sistema di successione tentativi di trasformare il principato in monarchia restaurazione del sistema di Augusto, per opera del Senato o di imperatori Un punto debole della costruzione politica di Augusto era rappresentato dal problema della successione: che non poteva avvenire per via ereditaria. Il nuovo imperatore, anche se di solito apparteneva alla famiglia di quello scomparso, doveva ricevere l’approvazione del senato. Era questa una delle ambiguità sulle quali reggeva il compromesso tra principe e senato, ma proprio questa ambiguità rendeva sempre delicato il momento della successione e favoriva conflitti e congiure. Per questo motivo gli immediati successori di Augusto, Caligola (37-41 d.C.) e Nerone (54-68 d.C.), appartenenti alla famiglia giulio-claudia, tentarono di trasformare il principato in una monarchia. Ma il sistema di Augusto resistette, sia perché forte era l’avversione della cultura giuridica romana per il modello monarchico, sia perché o l’aristocrazia senatoria o gli stessi imperatori lo restaurarono. Dopo l’ultimo tentativo monarchico operato da Domiziano (81-96 d.C.), fu trovato un compromesso, il principato adottivo: l’imperatore sceglieva il proprio successore all’interno del senato, in base a considerazioni di merito e qualità. Fu così che dal 96 al 180 d.C. si succedettero sei imperatori (Nerva, Traiano, Adriano, Antonino, Marco Aurelio) validi e capaci che garantirono stabilità politica e benessere generale. Pretoriani Soldati scelti addetti al comandante della legione romana. Augusto nel 27 a.C. ne fece la guardia ufficiale dell'imperatore, con ferma di 16 anni e retribuzione tre volte superiore al soldo normale. Dopo che Tiberio li ebbe raccolti in un campo stabile fuori le mura (castro pretorio), furono l'unico corpo armato di stanza permanente a Roma, esercitando influenza talora decisiva sulle vicende politiche. compromesso principato adottivo crescita influenza dei pretoriani

8 Strade e rotte il Mediterraneo e i popoli che vi gravitano
Nel mondo antico che gravita sul Mediterraneo la strada non fu la via di comunicazione privilegiata: quel mare racchiuso tra le terre di tre continenti, ricco di ampie insenature e porti naturali sembrava fatto apposta per legare tra loro le fiorenti città che sorgono sulle sue coste; i tratti navigabili dei tanti fiumi che affluiscono al mare erano altrettante vie naturali per penetrare nella terra ferma. Un sistema di comunicazioni stradali, che rendesse regolari e stabili i movimenti sulla terra ferma, sorse più tardi rispetto a quello marittimo e fu costruito, principalmente per esigenze militari e politiche, dai grandi imperi e dai regni caratterizzati da poteri e amministrazioni fortemente centralizzati. Le strade romane definirono un tracciato che univa i grandi centri urbani dell’impero che è rimasto sostanzialmente inalterato nel tempo fino a oggi. il Mediterraneo e i popoli che vi gravitano sono uniti da un sistema sicuro ed efficiente di vie di comunicazione terrestri unite da una rete di collegamenti marittimi

9 L’unità economica del Mediterraneo
La pax romana fece del mare nostrum un sistema economico integrato e caratterizzato da efficienza, sicurezza e stabilità, fondato sul lavoro degli schiavi. Il sistema era aperto alle popolazioni oltre il limes con le quali l’impero intratteneva rapporti commerciali. Il baricentro economico e politico restò per il I secolo d.C. Roma e l’Italia. Ma nel volgere di un nuovo secolo artigianato e agricoltura delle province divennero più competitivi. Il risultato fu che il peso economico delle province aumentò e di conseguenza crebbe anche il loro peso politico: fu questa una svolta di grande rilevanza storica, che aprì una crisi destinata a determinare il passaggio dal mondo antico a quello medievale.

10 L’impero di Traiano [97-117 d.C.]
Massima espansione e apogeo dell’impero economia solida e stabile mobilità sociale elevata diffusione della cultura e degli stili di vita romani estensione progressiva della cittadinanza agli abitanti delle province Elementi di crisi: mancanza di sviluppo tecnologico e produttivo in agricoltura carenza di schiavi migrazione dal centro alla periferia delle attività produttive manifatturiere impoverimento delle plebi urbane Sotto il regno di Traiano, l’impero raggiunse la sua massima espansione con la conquista della Dacia (l’attuale Romania) e quella che allora si chiamava Arabia Petrea, ossia un’area che comprende l’attuale Sinai e parte della Giordania. Sulle frontiere, il limes, furono stanziate legioni e furono costruite fortificazioni allo scopo di prevenire incursioni e migrazioni. L’impero si presentava ora come un enorme stato multinazionale e multietnico: abitato da gente di ogni tipo, lingua e cultura: dai raffinati greci, ai nomadi africani, ai semi-barbari britanni. Una sola lingua parlata da tutta la popolazione, il latino e una lingua dotta, il greco, erano comprese in ogni parte dell’impero. crescente impegno di uomini e risorse per difendere e controllare il limes dalla pressione dei popoli del nord

11 Una nuova realtà nell’impero: il cristianesimo
progressiva conversione: ceti poveri delle città ceti medio-alti aristocrazia romana quadri dell’esercito e della burocrazia progressiva espansione geografica dapprima nelle città nodo di traffici tra Oriente e Occidente Roma Gallia Africa Dopo circa tre secoli dalla fondazione della nuova fede, le chiese cristiane sono più numerose nelle zone periferiche dell’impero, e in particolare nell’area del Mediterraneo orientale: Asia Minore e Nordafrica fanno la parte del leone, perché qui si erano stabilite di preferenza le comunità ebraiche dopo la diaspora dell’anno 70. Ma anche Roma era la sede di una forte comunità giudaica: a Roma infatti era venuto a predicare l’apostolo Pietro, sancendo così il primato della sede romana sulle altre sedi patriarcali (Costantinopoli, Antiochia, Alessandria, Gerusalemme), che si definiranno come tali a partire dal V secolo. In queste zone nascono, tra l’altro, le prime esperienze monastiche (eremiti e cenobiti). Anche nella parte occidentale dell’impero, però, i cristiani sono ormai numerosi, insediati in pressoché tutti i territori. Tuttavia la penetrazione cristiana si limita spesso alle città, dove vengono fondate sedi episcopali e si stabilisce una comunità organizzata; il metodo missionario della chiesa primitiva consisteva appunto nel mettere piede nelle città più popolose, quali i capoluoghi delle province dell’impero, per fondarvi le comunità-guida. Le chiese episcopali, a loro volta, tendono a serrarsi in un organismo più vasto, la provincia ecclesiastica; i vescovi che vi fanno capo si riuniscono abitualmente nei sinodi, assemblee in cui si discutono gli affari più rilevanti per la vita della comunità. Nelle campagne mancano invece gruppi stabili di cristiani, sia perché più difficili sono le comunicazioni, sia perché in esse perdura a lungo la preesistente cultura pagana.

12 Crisi e tentativi di riforma dell’impero
Tetrarchia Riforma fiscale e amministrativa Teocrazia fondata sulla religione tradizionale Costi dell’unificazione politica: spese militari spese amministrative peso del sistema fiscale oppressione della burocrazia crisi economica Diocleziano ruralizzazione crisi del sistema produttivo agricolo bassa produttività tendenza della villa all’autosufficienza scarsa disponibilità di schiavi Trasferimento della capitale Teocrazia fondata sulla nuova religione cristiana Costantino

13 La tetrarchia

14 Teodosio formalizza la divisione dell’impero
nel 395 Teodosio assegnò ai figli Arcadio, la parte orientale dell’impero Onorio, la parte occidentale questo atto sancisce la divisione del Mediterraneo tra Oriente Occidente che nel lungo periodo si rivela irreversibile e si estende dal Mediterraneo alla nascente Europa Teodosio formalizza la divisione dell’impero


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