Didattica della storia per una cittadinanza attiva Charles Heimberg Università di Ginevra San Benedetto del Tronto, 29 settembre 2014.

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Didattica della storia per una cittadinanza attiva Charles Heimberg Università di Ginevra San Benedetto del Tronto, 29 settembre 2014

All’ovest niente di nuovo, film di Lewis Milestone (1930), ispirato da un romanzo di Erich M. Remarque. Il Generale André Bach aveva commentato questo film davanti a tre classi francesi di livello « terminale » (ultimo anno della maturità). « Sono stato divertito di sentire […] che gli allievi erano stati disturbati dalla sua evocazione… di litigi tra gli storici: hanno scoperto che una verità scientifica era fragile et relativa. Stavo dicendo loro che la forza e la bellezza del sapere scientifico erano proprio nel dibattito in corso che contestava le conoscenze acquisite, ma sono rimasti perplessi davanti ad un sapere scientifico non così forte come presentato nei libri di testo. In breve, è anche per questo che lo spostamento non è stato inutile ! » Messaggio di un docente di storia a André Bach, 2008 Scoprire a 18 anni che la storia si discute…

Come è possibile che dopo anni di lezioni di storia, gli allievi si stupiscono dal fatto che il sapere storico sia fragile e discutibile ?

Un paradosso : la storia scolastica è associata, per tradizione, all’educazione alla cittadinanza ; ma si trova in difficoltà per infondere una dimensione di dibattito nei suoi contenuti.

1. Integrare le questioni sensibili (socialmente vive) nell’apprendimento della storia 2. Interrogare il tempo presente della globalizzazione e della globalità diffidandosi dell’identità

Il concetto di « questione socialmente viva » è nato da un gruppo di ricercatori francofoni di didattica, tra cui la biologa Laurence Simonneaux e l’economista Alain Legardez, nel contesto di una decisione ministeriale francese che riguardava l’introduzione, in classe terminali, di un corso di educazione civica, giuridica e sociale consistendo nel fare dibattere gli allievi.

Una questione socialmente viva È viva nelle conoscenze di riferimento (è dibattuta tra i ricercatori della disciplina). È viva nella società perché dibattuta nello spazio pubblico. È viva nel contesto scolastico. Peraltro, suscita delle risposte che rimangono segnate dall’incertezza del presente e dell’avvenire. Un esempio : la questione della nocività (per la salute, sociale) dell’uso del telefonino.

Per quanto riguarda la storia scolastica, nella misura in cui affronta soprattutto delle questioni che sono socialmente vive soltanto in una o due delle tre dimensioni definite nel concetto, la nozione più flessibile di questione sensibile può essera utilizzata. Ad esempio, la questione di sapere perché i soldati della prima guerra mondiale hanno resistito così a lungo sul fronte è dibattuta tra gli storici, ma non lo è particolarmente nello spazio pubblico. È, tuttavia, una controversia scientifica che trova il suo posto nei contenuti d’insegnamento e di apprendimento della storia scolastica.

Le questioni socialmente vive della storia si rapportano spesso alle memorie Carla Capponi, Rosario Bentivegna Le loro ceneri sono state disperse nel Tevere il 22 settembre Vittime per tutta la vita di una diceria infondata : se i partigiani autori dell’attentato di via Rasella si fossero costituiti, non ci sarebbe stato l’eccidio…

« È molto più difficile onorare la memoria degli anonimi che quella delle persone famose. La costruzione storica si dedica alla memoria di coloro che non hanno nomi ». Portbou, confine franco-catalano

Ciò che contradistingue la storia… La storia investigatrice percorre i tempi e non è una storia antiquaria. La richiesta di storia corrisponde ad un’impostazione intellettuale critica. La storia è una ricostruzione del passato a partire dalle domande del presente. Una ricerca di verità e di unità del racconto dell’umanità. Una pluralità dalla quale si può costruire un’unità aperta. Per uno sguardo denso. … dalla memoria Una memoria biografica, con i suoi testimoni, vs una memoria culturale delle origini. La richiesta sociale di memoria è prevalentemente affettiva. La memoria corrisponde al ricordo di alcuni fatti del passato. Una ricerca di identità che riguarda individui o gruppi. Una pluralità divisa che rimarrà tale lasciando lo spazio dovuto alla la complessità. Contro l’oblio. La problematica della memoria fa parte degli apprendimenti della storia.

Le due narrazioni parallele di una storia che non è condivisa pubblicate l’una accanto all’altra nella stessa lingua.

1. Integrare le questioni sensibili (socialmente vive) nell’apprendimento della storia 2. Interrogare il tempo presente della globalizzazione e della globalità diffidandosi dell’identità

Cos’è il tempo presente ? …Il periodo storico per il quale protagonisti e testimoni sono ancora presenti e attivi ? …Il periodo di vita degli allievi ? …Il periodo che precede immediatamente l’attualità ?

La storia del tempo presente… …permette di trattare i fatti col metodo storico senza conoscere il loro svolgimento ulteriore ; … riconfigura in un modo inedito la tensione tra fatti e valori, tra sapere scientifico e uso pubblico del passato.

La storia del tempo presente… …rischia contemporaneamente di limitarsi ad un approccio politico e culturale che non permette di ricostruire una storia sociale delle interazioni tra individui e società (Gérard Noiriel) o di ricercare quali furono le presenze al mondo degli attori sociali (Pierre Laborie).

Reinhart Koselleck ( ) Tra inclusione e esclusione : Si svolgono dei processi di costituzione di gruppi umani e di stati, i quali portano alla costituzione di territori e di logiche di discriminazione. Un componente della grammatica del questionario della storia scolastica ispirato da un testo di Koselleck : « Teoria della storia ed ermeneutica ». Ci sono delle interrogazioni fondamentali della storia a monte di ogni narrazione, tra cui quella che fa interagire l’inclusione e l’esclusione.

Con i processi di industrializzazione e la globalizzazione, la rabbia di essere inclusi degli attori, visibili e invisibili, delle società moderne produce fenomeni identitari a volte pericolosi o inquietanti.

2014 Identità, la bomba ad orologeria

Le lotte identitarie : una prospettiva storica Nel ventunesimo secolo La globalizzazione e le politiche liberali provocano una disperazione sociale di cui approfittano populismi e nazionalismi che hanno il vento in poppa. Nell’ottocento La lenta apparizione di diritti sociali nello stato nazione provoca una rabbia di essere inclusi tra i lavoratori autoctoni, coll’esclusione degli immigrati.

La storia del tempo presente permette di esaminare fenomeni recenti in una prospettiva storica, comparatista, ancora segnata dall’incertezza del loro divenire. Christoph Blocher In Svizzera, il presidente del partito socialista ha dato del fascista al partito della destra estrema governativa di Blocher perché si vuole « liberare » dal diritto internazionale. Ha fatto bene ? Che ci può dire l’analisi storica a questo proposito ? Come possiamo evitare sia l’anacronismo che la banalizzazione? Un esempio svizzero… In Italia, l’analisi del periodo berlusconiano suscita ugualmente una riflessione storica.

Due parole molto presenti nello spazio pubblico I genocidi Quale definizione ? Quali usi ? Per designare quali crimini ? Il totalitarismo Quale definizione ? Quali usi ? Per designare quali società ? Non dimenticandoci che Marc Bloch ha definito la storia come scienza dei cambiamenti e delle differenze…

Conclusione Non dimentichiamo, con Walter Benjamin, la necessità di insegnare una storia spazzolata a contropelo, cioè una storia aperta ai diversi punti di vista dei subalterni, degli invisibili, di qui e di là !!! Andiamo avanti per una storia scolastica che aiuta gli allievi ad interrogare il mondo cogli strumenti della disciplina, in particolare la comparazione, la periodizzazione, la connessione degli spazi, l’analisi delle memorie, ecc. Grazie per l’attenzione !