Il Mondo come Volontà e Rappresentazione

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Il Mondo come Volontà e Rappresentazione Schopenhauer Il Mondo come Volontà e Rappresentazione

Il Mondo è Rappresentazione Sintesi conoscitiva fra: Un Soggetto ed un Oggetto La rappresentazione indica che il Fenomeno non può darsi al di fuori dell’atto di conoscenza di un Soggetto.

Il principio di Ragion Sufficiente Tutte le nostre rappresentazioni sono oggetti del soggetto, e tutti gli oggetti del soggetto sono rappresentazioni. Tutte le rappresentazioni stanno tra di loro in una connessione a-priori, in virtù della quale niente di sussistente in sé e di indipendente può divenire oggetto per noi. Ciò è espresso nella sua universalità dal Principio di Ragion Sufficiente

“Nihil est sine ratione cur potius sit, quam non sit” Si esprime così il Principio di Ragion Sufficiente per il quale: “Nulla è senza ragione per la quale sia piuttosto che non sia”

Spazio, Tempo, Causalità Sono i trascendentali a priori che Schopenhauer ammette nell’atto della conoscenza Particolarmente importante nel principio di ragion sufficiente è la legge della causalità:

La causalità “Ogni effetto è nel suo verificarsi, una modificazione e dà, proprio perché non si è verificato prima, un’indicazione infallibile su un’altra modificazione ad essa precedente che, in relazione ad esso, è causa, ma in relazione ad una terza modificazione, ad essa stessa necessariamente precedente, si chiama effetto. Questa è la catena della causalità: necessariamente essa non ha inizio.”

La Rappresentazione esaurisce il mondo? L’impossibilità di ciò che sempre muta: “Tutto scorre”

Il mondo del divenire è un mondo di Illusioni e di ombre Il mito della caverna di Platone

Il fenomeno è l’unica realtà conoscibile ma non è Tutto La dottrina del fenomeno in Kant indica che il molteplice sensibile non coglie il noumeno, ossia la metafisica

Il velo di Maya In Schopenhauer, esso sintetizza le dottrine precedenti. Indica che la realtà è illusoria, velata da uno schermo che non ci permette di scorgere la reale essenza delle cose.

Ciò che il Velo nasconde è una realtà molto più complessa di quella che ci appare

Il Mondo come Volontà Il mondo non è solo retto dalla necessità della ragione Sufficiente ma anche da una cosa in sé, il quid metafisico che agisce ed opera dietro il mondo come rappresentazione La Volontà è quel principio che si scopre dietro il Velo di Maya La Volontà si esprime unicamente attraverso il nostro corpo

La Volontà E’ un principio metafisico irrazionale Esiste al di fuori del tempo, dello spazio, della causalità La volontà è tutta in tutto, intera e divisa in ogni essere, dal più infimo al più complesso La volontà riduce l’uomo e l’universo in stato di schiavitù perché agisce al posto della ragione e senza un motivo La volontà è causa dell’infelicità

Schopenhauer e Leopardi Sulla natura infelice del cosmo Il Giardino Sofferente- Lo Zibaldone “Non gli uomini solamente, ma il genere umano fu e sarà sempre infelice di necessità. Non il genere umano solamente ma tutti gli animali. Non gli animali soltanto ma tutti gli altri esseri al loro modo. Non gl'individui, ma le specie, i generi, i regni, i globi, i sistemi, i mondi. Entrate in un giardino di piante, d'erbe, di fiori. Sia pur quanto volete ridente. Sia nella più mite stagione dell'anno. Voi non potete volger lo sguardo in nessuna parte che voi non vi troviate del patimento. Tutta quella famiglia di vegetali è in stato di souffrance, qual individuo più, qual meno. Là quella rosa è offesa dal sole, che gli ha dato la vita; si corruga, langue, appassisce. Là quel giglio è succhiato crudelmente da un'ape, nelle sue parti più sensibili, più vitali. Il dolce miele non si fabbrica dalle industriose, pazienti, buone, virtuose api senza indicibili tormenti di quelle fibre delicatissime, senza strage spietata di teneri fiorellini. Quell'albero è infestato da un formicaio, quell'altro da bruchi, da mosche, da lumache, da zanzare; questo è ferito nella scorza e cruciato dall'aria o dal sole che penetra nella piaga; quello è offeso nel tronco, o nelle radici; quell'altro ha più foglie secche; quest'altro è roso, morsicato nei fiori; quello trafitto, punzecchiato nei frutti. Quella pianta ha troppo caldo, questa troppo fresco; troppa luce, troppa ombra; troppo umido, troppo secco. …

Il Giardino Sofferente- Lo Zibaldone ….L'una patisce incomodo e trova ostacolo e ingombro nel crescere, nello stendersi;1'altra non trova dove appoggiarsi, o si affatica e stenta per arrivarvi. In tutto il giardino tu non trovi una pianticella sola in istato di sanità perfetta. Qua un ramicello è rotto o dal vento o dal suo proprio peso; là un zeffiretto va stracciando un fiore, vola con un brano, un filamento, una foglia, una parte viva di questa o quella pianta, staccata e strappata via. Intanto tu strazi le erbe co'tuoi passi; le stritoli, le ammacchi, ne spremi il sangue, le rompi, le uccidi. Quella donzelletta sensibile e gentile, va dolcemente sterpando e infrangendo steli. Il giardiniere va saggiamente troncando, tagliando membra sensibili, colle unghie, col ferro. Certamente queste piante vivono; alcune perché le loro infermità non sono mortali, altre perché ancora con malattie mortali, le piante, e gli animali altresì, possono durare a vivere qualche poco di tempo. Lo spettacolo di tanta copia di vita all'entrare in questo giardino ci rallegra 1'anima, e di qui è che questo ci pare essere un soggiorno di gioia. Ma in verità questa vita è trista e infelice, ogni giardino è quasi un vasto ospitale (luogo ben più deplorabile che un cemeterio), e se questi esseri sentono o, vogliamo dire, sentissero, certo è che il non essere sarebbe per loro assai meglio che l'essere.” Il Giardino Sofferente- Lo Zibaldone Giacomo Leopardi

La vita dell’uomo è come un Pendolo Che oscilla tra il Dolore e la Noia La volontà obbliga l’uomo, mediante il corpo, a desiderare incessantemente. Se pur quel bisogno momentaneo divenisse soddisfatto, sarebbe di breve durata In quanto dopo il dolore per la mancanza, si insinuerebbe la noia per ciò che Ancora non abbiamo.

Arte e Ascesi La negazione della Volontà Ci si può liberare dalla Volontà? E’ possibile vivere sfuggendo al dolore e alla morte? Secondo Schopenhauer è possibile superare la Volontà. Esistono alcune forme di liberazione. Esse sono:

L’arte come contemplazione degli oggetti estetici Oggetto dell’Arte non sono i fenomeni ma le Idee che sono eterne e sono l’Oggettivazione della Volontà (come per Platone le idee erano Essenza e Verità del reale, forme eterne) Nell’arte si realizza una forma di conoscenza che non cerca i nessi causali tra gli oggetti bensì essa è capace di cogliere la cosa in stessa, in maniera disinteressata al di fuori dello Spazio e del Tempo. Il soggetto diviene dunque puro, al di là del dolore e della volontà

La musica Nella musica il volere si esprime immediatamente ed oggettivamente. La musica è la volontà stessa in tutta la sua potenza e manifestazioni. Al pari della sola filosofia, la musica è la più profonda ed adeguata conoscenza del mondo. La musica è la sola forma artistica che annulla lo spazio, il tempo e la causalità.

La musica è l’immagine della Volontà stessa “la musica, la quale oltrepassa le idee, è del tutto indipendente anche dal mondo fenomenico, semplicemente lo ignora, e in un certo modo potrebbe continuare ad esistere anche se il mondo non esistesse piú: cosa che non si può dire delle altre arti. La musica è infatti oggettivazione e immagine dell’intera volontà, tanto immediata quanto il mondo, anzi, quanto le idee, la cui pluralità fenomenica costituisce il mondo degli oggetti particolari. La musica, dunque, non è affatto, come le altre arti, l’immagine delle idee, ma è invece immagine della volontà stessa, della quale anche le idee sono oggettità: perciò l’effetto della musica è tanto piú potente e penetrante di quello delle altre arti: perché queste esprimono solo l’ombra, mentre essa esprime l’essenza. “

La Giustizia e la Compassione Dopo la provvisoria soluzione estetica, Schopenhauer affida all’etica la possibilità di superare la Volontà. Superando l’egoismo che ci appartiene e che ci lega al principio individuationis, attraverso la giustizia, il bene e la compassione, l’individuo pone fine alla lotta con gli altri che sente uguali al sé. Nel Cumpatire, Schopenhauer ravvede il superamento della volontà individuale

La compassione “quest’amore si fa perfetto, rende l’individuo estraneo e il suo destino affatto pari al nostro: piú in là non si può andare, non essendovi ragione di preferire l’altrui individuo al nostro. Può nondimeno la massa degli individui estranei, il cui benessere o la cui vita siano in pericolo, prevalere sui riguardi del bene individuale “

L’ascesi e la Noluntas Qui l’individuo non si limita ad indirizzare la Volontà verso l’altro piuttosto che verso se stesso ma prova orrore per la sua stessa esistenza: Dice no alla Volonta: Noluntas Abbandona progressivamente i bisogni del corpo fino alla perfetta castità e cessa di volere accettando l’indifferenza e smette di attaccarsi a qualunque consolazione

Il suicidio Per quanto un gesto tragicamente alla moda per l’epoca del Romanticismo, esso è rifiutato dal filosofo in quanto esso è: La massima vittoria della Volontà, intesa come desiderio e volere la cessazione di ogni dolore