Vittorio Alfieri IL COLLEGIO E I VIAGGI L’AMORE E LE OPERE GLI ULTIMI ANNI
Nasce ad Asti nel 1749 da una delle più nobili e ricche famiglie piemontesi. Perduto a un anno il padre, è affidato alla tutela di uno zio. A 9 anni entra in collegio (accademia militare di Torino) e vi rimane per 8 anni. Si laurea in legge. Durante questi anni, legge molti romanzi francesi e la Storia ecclesiastica del Fleury che contribuisce notevolmente al suo scetticismo in materia di religione. Morto lo zio tutore, a 15 anni eredita il patrimonio familiare, divenendo ricchissimo. Appena esce dall'accademia, si dà ai viaggi e alle dissolutezze ( ), percorrendo letteralmente tutta Europa: Tornato in patria, abbozza una tragedia, Cleopatra, e scrive una farsa autocritica, I poeti, che, rappresentate nel 1775, riscuotono un certo successo. Il collegio e i viaggi
Va a vivere in Toscana ( ) e a 46 anni s'immerge nello studio del latino e del greco. A Firenze si lega con la Duchessa D’Albany, per la quale decide di non muoversi più dalla città. Poiché le leggi piemontesi limitavano la libertà ai nobili possessori di terre fuori dello Stato sabaudo, prende la decisione di donare tutti i suoi beni alla sorella, riservandosi in cambio un vitalizio annuale. Comincia a scrivere tragedie, rime, opere politiche: nel 1777 il trattato Della tirannide, nel 1778 inizia quello Del principe e delle lettere. Fra il 1775 e il 1786 compone 19 Tragedie, fra cui Saul e Mirra, che sono le più importanti.tragedieDella tirannide SaulMirra L’amore e le opere « Un dolce foco negli occhi nerissimi accoppiato (che raro addiviene) a candidissima pelle e biondi capelli davano alla di lei bellezza un risalto, da cui difficile era di non rimanere colpito o conquisto» (dalla Vita)
Le tragedie Saul (1782) Filippo (1781, pubblicata nel 1783) Rosmunda (1783) Ottavia (1783, ripubblicata nel 1788) Merope (1785) Maria Stuarda (1788) Agide (1788) Bruto primo (1789) Bruto secondo (1789) Don Garzia (1789) Sofonisba Tragedie greche: Polinice (1781) Agamennone (1783) Antigone (1783) Oreste (1783) Mirra (1789) Tragedie definite della libertà: La congiura de' Pazzi (1788) Virginia (1781, 1783, rielaborata nel 1789) Timoleone (1783, rielaborata nel 1789) Tragedie pubblicate postume Cleopatra (da lui stesso poi rinnegata, , pubblicata postuma) Alceste prima (1798)
Saul Saul è una tragedia in endecasillabi sciolti strutturata in cinque atti. La vicenda è tratta dalla Bibbia (Re, I, 8-31).vicenda Nella narrazione, l'Alfieri si è attenuto alle unità aristoteliche di tempo (un giorno), di spazio (Gelboé) e di azione. Ideata e composta nel 1782, il poeta astigiano, dedicò la tragedia all’amico Tommaso Valperga di Caluso, docente di greco e di lingue orientali.
La vicenda Si racconta la storia di Saul, primo re d'Israele, e dei suoi drammatici e contraddittori rapporti con David, scelto da Dio come suo successore. Alfieri concentra la tragedia sul suo ultimo giorno di vita, nell'accampamento degli in Ebrei in guerra contro i Filistei. Il re, incapace di accettare la decadenza della vecchiaia, è ossessionato da sospetti, incubi, paure, e non riesce a tollerare i successi del giovane David, marito di sua figlia Micol e amico prediletto del figlio Gionata. Dopo aver oscillato tra sentimenti e atteggiamenti opposti, lo caccia. Quando i Filistei, approfittando dell'assenza di David, assaltano l'accampamento, Saul si toglie la vita, in un gesto di orgoglioso recupero della regalità perduta e di estrema sfida alla volontà di Dio.
La Mirra Il re e la regina di Cipro promettono la figlia Mirra in sposa a Pereo, futuro re dell’Epiro. Euriclea, nutrice di Mirra, confida alla regina le proprie preoccupazioni sullo stato di salute della giovane. Mirra è turbata perché non può confessare che Afrodite l'ha condannata ad amare il padre. Ma quando giunge il giorno delle nozze, Mirra inizia a dire parole insensate, accusando la madre della sua infelicità e sviene. Pereo, convinto dell’odio di Mirra, si uccide. Il padre vuole capire il perché del comportamento di Mirra e le pone numerose domande: la ragazza cerca di nascondere il segreto, ma poi esausta, si fa sfuggire la verità. Il padre rimane inorridito e fa per andarsene, ma Mirra gli sfila la spada e si trafigge.
Intraprende l'ultimo suo vagabondare per l'Europa ( ). A Parigi assiste con entusiasmo alla Rivoluzione francese e la esalta con l'ode Parigi sbastigliata. Resta presto deluso dalle conseguenze radicali che prendono gli avvenimenti e torna a Firenze. Nel 1790 inizia la stesura autobiografica della Vita, accompagnata da un'ampia produzione lirica, le Rime. A Firenze ( ) si chiude sempre di più in un odio feroce contro i francesi, specie durante le due occupazioni napoleoniche del 1799 e Dal 1789 al 197 compone 17 Satire, dal 1800 al 1802 le Commedie e infine il Misogallo, un violento libello contro la Francia. Muore in solitudine nel Gli ultimi anni