SICUREZZA ALIMENTARE EA 2010-2011 Maria Fonte. Temi trattati 1. La sicurezza alimentare 2. Sovranità alimentare 3. Il diritto al cibo 4. Diritti civili/politici.

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SICUREZZA ALIMENTARE EA Maria Fonte

Temi trattati 1. La sicurezza alimentare 2. Sovranità alimentare 3. Il diritto al cibo 4. Diritti civili/politici e diritti sociali/economici 5. Sovranità alimentare come diritto 6. Il diritto alla sovranità alimentare con strumento di mobilitazione / partecipazione 7. Sovranità alimentare e WTO 8. Diritto al cibo, Sicurezza alimentare, Sovranità alimentare

ABBONDANZA E SCARSITA’ upply.pdfhttp:// upply.pdf 925 milioni di persone, nel mondo, oggi, soffrono la fame. Circa una persona su sei non ha abbastanza cibo per condurre una vita sana ed attiva. A livello mondiale, il rischio maggiore per la salute degli individui è rappresentato dalla fame e dalla malnutrizione, più che dall’azione combinata di AIDS, malaria e turbercolosi. (PAM)

SICUREZZA ALIMENTARE Anni ’70: questione della disponibilità globale di surplus alimentare e delle riserve Nel 1982 è pubblicato il volume di Sen Poverty and Famines Nel 1983 la FAO parla di “accesso al cibo” degli individui, delle famiglie La sicurezza alimentare esiste “a livello individuale, di famiglia, nazionale, regionale e globale … quando tutti i popoli in ogni momento hanno accesso fisico ed economico a cibo sufficiente, sicuro e nutriente e possono soddisfare i loro bisogni e le loro preferenze alimentari per una vita attiva e in salute” (FAO 1996). Oggi il concetto di sicurezza alimentare evidenzia quattro dimensioni: –disponibilità –stabilità dell’offerta –accesso –consumo e utilizzazione (requisiti nutrizionali del cibo e condizioni di salute dell’individuo)

SICUREZZA ALIMENTARE critiche Il concetto di sicurezza alimentare è compatibile con ogni regime di produzione o condizione socio- economica. La “sicurezza alimentare” è stata rappresentata come un risultato positivo di un regime di libero commercio dei prodotti agricoli, gestito dalle imprese multinazionali e istituzionalizzato nella WTO. Gli Usa, ma anche la UE, sono rappresentati come “i granai del mondo”, aiutati dalle filiere delle imprese multinazionali ad alimentare il mondo sulla base della superiorità e dell’efficienza di una produzione su larga scala, meglio di quanto il mondo avrebbe potuto fare da sé stesso. (McMichael, p. 6).

Dalla sicurezza alla sovranità alimentare “Sovranità alimentare va al di là del concetto di sicurezza alimentare… [sicurezza alimentare significa che … [ad ognuno] bisogna garantire la certezza di avere abbastanza cibo ogni giorno … ma non dice niente sulla provenienza del cibo o su come sia stato prodotto”. La sovranità alimentare include il sostegno alla piccola impresa e alle imprese collettive agricole o della pesca....” (Peter Rosset, 2003 – Food First Backgrounder)

SOVRANITÀ ALIMENTARE ELEMENTI CENTRALI Il concetto di sovranità alimentare rimanda ad una cornice politica e include un insieme di principi che proteggono lo spazio politico dei popoli e dei paesi per una propria definizione delle politiche agricole e alimentari e dei propri modelli di produzione e di consumo. Molte definizioni di SA includono diversi elementi che sono state sintetizzate in quattro aree prioritarie (i quattri pilastri o principi): –1. Diritto al cibo –2. Accesso alle risorse produttive (accesso alla terra, all’acqua, alle risorse genetiche e alle altre risorse naturali. Riforma agraria. No alla PI sulle risorse genetiche. No agli OGM) –3. Produzione agroecologica (promuovere la produzione agroecologica nella pratica e tramite le politiche di ricerca e sviluppo per la gestione ecosostenibile degli agroecosistemi locali, per produrre soprattutto per i mercati locali) –4. Commercio e mercati locali

IL DIRITTO AL CIBO Il diritto al cibo è compreso nella Dichiarazione universale dei diritti umani (1948), e nella Convenzione internazionale sui diritti culturali sociali ed economici (1966/1976). Gli obblighi derivanti dai Diritti Umani hanno precedenza rispetto ad altri obblighi internazionali. Tuttavia fu proprio la differenza di visioni sui diritti socio-economici a condurre verso una doppia convenzione delle NU, la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici e quella sui diritti sociali, economici e culturali. All’art. 25 la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) afferma: –“Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione e alle cure mediche” L’art. 11 della Convenzione internazionale sui diritti culturali sociali ed economici, 1966/1076; 157 paesi al 2007; non ratificata dagli Stati Uniti) –1. Gli Stati membri di questa Convenzione riconoscono il diritto di ognuno ad uno standard di vita adeguato, per sé stesso e per la propria famiglia, incluso accesso adeguato al cibo, al vestiario e all’abitazione, e ad un continuo miglioramento delle condizioni di vita. Gli Stati Membri prenderanno provvedimenti adeguati per assicurare la realizzazione di questo diritto, riconoscendo a tal fine l’importanza della cooperazione internazionale, basata sul consenso libero” –2. Gli Stati membri di questa Convenzione, riconoscendo il fondamentale diritto di ognuno di essere libero dalla fame, prenderà sia individualmente che tramite la co-operazione internazionale, le misure necessarie, incluso specifici programme, al fine di: (a) migliorare i metodi di produzione, conservazione e distribuzione degli alimenti, facendo pieno ricorso alla conoscenza scientifica e tecnica, disseminando la conoscenza dei principi della nutrizione e sviluppando o riformando i sistemi agrari in modo da raggiungere lo sviluppo e l’utilizzazione più efficiente delle risorse naturali; (b) prendendo in considerazione i problemi sia dei paesi importatori che di quelli esportatori di alimenti, assicurare una distribuzione dell’offerta alimentare mondiale equa in relazione ai bisogni.

DIRITTI CIVILI E DIRITTI ECONOMICI (cenni di una visione giuridica dei diritti) I ‘diritti’ codificano il rapporto tra lo stato e gli individui: alla base c’è l’idea che i diritti delle persone precedono quelli degli stati. Gli stati hanno il dovere di assicurare e proteggere i diritti dei cittadini. Nella tradizione liberale (che comprende anche la teoria del ‘contratto sociale’ come fondazione dello stato costituzionale moderno) si distinguono: –i diritti civili (XVIII secolo): libertà di opinione e di religione, libertà personale, diritto alla giustizia e diritto alla proprietà –i diritti politici (XIX sec): diritto al voto –i diritti socio-economici (XX sec): diritto alla sicurezza economica e sociale, che trova la sua espressione nel welfare state (autonomia, autosufficienza, partecipazione)

DIRITTI CIVILI E DIRITTI ECONOMICI 2 I diritti civili e politici (tradizione liberale) sono visti come diritti naturali e sono formulati in modo negativo (libertà da…), mentre i diritti sociali sono formulati in modo positivo e implicano un ruolo attivo dello stato. I diritti sociali danno una base materiale ai diritti civili e politici. Deve essere garantito un certo livello di benessere materiale per poter partecipare alla vita pubblica. Tuttavia i diritti socio-economici non sono compresi in nessuna costituzione in modo vincolante; da alcuni non sono considerati veri e propri ‘diritti’, ma “aspirazioni” che dovrebbero guidare le politiche pubbliche. Secondo questa visione, essi sono meglio intesi come “bisogni umani”, i quali non necessariamente fanno emergere un diritto.

STORIA E INTERPETAZIONE DEL DIRITTO AL CIBO Il Commento Generale n.12 detta gli standard di interpretazione: -“il diritto di ogni uomo, donna, bambino, da solo o in comunità con altri, di avere, in ogni momento, –accesso fisico ed economico a cibo adeguato o ai mezzi per procurarselo, in modi consoni con la dignità umana; –con accesso alle risorse produttive (terra, acqua, sementi, razze animali, stock di pesci, ecc.) o con il lavoro se nessuna delle due vie è possibile, grazie ad una rete di sicurezza sociale adeguata Modalità di accesso: L’accesso alle risorse deve garantire la partecipazione alla vita economica e l’accesso sostenibile Obblighi degli Stati: - rispetto (gli stati non possono privare gli individui del diritto ad un nutrimento adeguato) - protezione (non si deve permettere ad altri di privare gli individui dell’accesso al cibo) - realizzazione (bisogna garantire ai gruppi più vulnerabili la possibilità di realizzare il diritto al cibo). Si chiarisce ancora che ogni stato ha l’obbligo: - di procedere il più velocemente possibile verso questi obiettivi - di assicurare a ogni individuo sotto la propria giurisdizione l’accesso al minimo essenziale di cibo per assicurare la libertà dalla fame.

SOVRANITÀ ALIMENTARE ELEMENTI CENTRALI Mentre sicurezza alimentare è un concetto tecnico, il diritto al cibo un concetto giuridico, sovranità alimentare è un concetto politico. La sua natura particolarmente ampia implica una strategia particolarmente complessa per raggiungere i suoi obiettivi. Sei proposte politiche per raggiungere la SA: –un Codice di condotta sul diritto umano al cibo (Guide volontarie della FAO, 2004) –Convenzione internazionale sulla SA, che sostituisca l’attuale AA e gli altri accordi della WTO che riguardano l’agricoltura –Una commissione mondiale sull’agricoltura sostenibile e la SA, che analizzi l’impatto della liberalizzazione sulla SA e sulla sicurezza alimentare e proponga delle alternative –Nazioni Unite riformate e rafforzate attiva nella difesa dei diritti umani e forum dove sviluppare e negoziare le regole per la produzione sostenibile e il commercio equo –Un Meccanismo di risoluzione delle dispute indipendente, integrato alla Corte di giustizia –Un Trattato internazionale vincolante che definisca i diritti dei contadini alle risorse, alle attività e garantisca protezione legale del loro diritto a produrre. Via Campesina propone una Convenzione Internazionale dei diritti dei contadini.

SOVRANITÀ ALIMENTARE ELEMENTI CENTRALI - 2 La sovranità alimentare include: –priorità alla produzione agricola locale per alimentare le persone; accesso alla terra, all’acqua, alle sementi e al credito. Da qui la necessità di riforma agraria, combattere contro gli OGM, salvaguardia dell’acqua come bene pubblico; –il diritto degli agricoltori e dei contadini di produrre cibo e il diritto dei consumatori di decidere quali alimenti consumare, come e da chi debbano essere prodotti; –il diritto dei paesi di difendersi da importazioni agricole e alimentari con prezzi troppo bassi; –prezzi agricoli legati ai costi di produzione, che possono essere raggiunti con tasse sulle importazioni con l’impegno ad un’agricoltura sostenibile e con il controllo della produzione interna in modo da evitare eccedenze; –la partecipazione della popolazione nelle scelte agricole –il riconoscimento dei diritti delle donne agricoltrici, che hanno un grande ruolo nella produzione agricola e nell’alimentazione (le donne producono il 60-80% del cibo nei PVS, ma sono proprietarie di meno del 2% della terra (FAO 2006).

SOVRANITÀ ALIMENTARE COME “DIRITTO” “Il diritto di ogni nazione di mantenere e sviluppare la propria capacità di produrre i propri alimenti di base, rispettando la diversità culturale e produttiva” (WFS 1996) “Il diritto dei popoli, delle comunità, dei paesi di definire le proprie politiche agricole, le politiche del lavoro, della pesca, le politiche alimentari e le politiche agrarie che siano ecologicamente, socialmente, economicamente e culturalmente appropriate alle loro uniche circostanze. Include il diritto al cibo e il diritto a produrre cibo, che significa che tutti i popoli hanno il diritto al cibo, che sia sicuro, nutriente e culturalmente appropriato e alle risorse per produrre il cibo e alle abilità per sostenere se stessi e le loro società (International NGO/CSO Planning Committee, 2002) (Nel 2004 la prima frase è stata corretta con “ SA è il diritto degli individui, delle comunità, dei popoli e dei paesi…per integrare nel concetto il diritto al cibo) “Gli stati hanno il diritto e l’obbligo alla sovranità, per definire, senza condizionamenti esterni, le loro politiche agrarie, agricole, alimentari e le politiche riguardanti la pesca, in modo da garantire il diritto all’alimentazione e gli altri diritti economici, sociali e culturali all’intera popolazione” (2006)

Dichiarazione di Nyéléni La sovranità alimentare è il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, prodotti in maniera sostenibile ed ecologica; è il loro diritto a decidere il proprio sistema alimentare e produttivo. Pone chi produce, distribuisce e consuma alimenti al centro dei sistemi e delle politiche alimentari, sopra gli interessi dei mercati e delle imprese. Difende gli interessi delle future generazioni. Ci offre una strategia per resistere e smantellare la liberalizzazione e il predominio delle multinazionali nel commercio e nell'attuale regime alimentare e per riportare i sistemi alimentari, agricoli, pastorali e della pesca sotto la gestione dei produttori e delle produttrici locali. La sovranità alimentare da priorità alle economie locali e ai mercati locali e nazionali, restituisce il potere ai contadini e all'agricoltura familiare, alla pesca artigianale e alla pastorizia tradizionale, e colloca la produzione alimentare alla base della sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La sovranità alimentare promuove la trasparenza del commercio, che garantisce guadagni adeguati per tutti i popoli, insieme ai diritti dei consumatori di controllare la propria alimentazione e nutrizione. Garantisce che i diritti di accesso alla gestione della nostra terra, dei nostri territori, delle nostre acque, dei nostri semi, dei nostri allevamenti e alla biodiversità siano nelle mani di chi produce gli alimenti. La sovranità alimentare pretende nuove relazioni sociali libere da oppressione e da disuguaglianze, fra uomini e donne, fra popoli, fra gruppi razziali, fra classi sociali e generazioni. (Dichiarazione di Nyéléni, 2007, Forum for Food Sovereignty in Sélingué, Mali, 27 February 2007)SélinguéMali27 February2007

IL DIRITTO ALLA SOVRANITÀ ALIMENTARE Non è una impostazione giuridica: non esiste una cornice legale che vigili sul rispetto del diritto alla sovranità alimentare. Affermare dei diritti non vuol dire essere in grado di farli rispettare. Questa impostazione basata sui diritti serve come strumento di mobilitazione, uno strumento per raggiungere il fine di cambiare il sistema alimentare. Si tratta di spingere al cambiamento prefigurando una “cornice” legale. La sovranità alimentare fa riferimento ai diritti umani, individuando nella mobilitazione politica uno strumento per realizzarli (enforce them). Non è Amnesty International, che registra e chiede conto delle violazioni dei diritti umani, facendo appello ai governi. L’approccio ai “diritti” è trasgressivo: si fa appello non alle istituzioni che dovrebbero far rispettare, proteggere e tutelare i diritti, ma alle persone che sono il soggetto di questi diritti. Si usa il linguaggio dei diritti per riportare alla politica un terreno che è stato “tecnicizzato” e reso anti-politico dalle politiche agricole neoliberiste. (Patel)

SICUREZZA ALIMENTARE, DIRITTO AL CIBO, SOVRANITÀ ALIMENTARE Sicurezza alimentare è la definizione di un obiettivo, senza la definizione del programma che permette di raggiungere quell’obiettivo Diritto al cibo è un concetto giuridico che si focalizza sugli obblighi degli Stati e sugli strumenti che permettano alle persone vittime della fame di usare strumenti legali per ottenere il rispetto dei propri diritti. Gli Stati devono rispettare il diritto al cibo, ma non si dice come … Sovranità alimentare è una proposta politica, che sfida la passività degli stati o di altri attori di fronte al fallimento della realizzazione del diritto al cibo. Sia il Diritto al cibo che la Sicurezza alimentare enfatizzano l’acceso dell’individuo o delle famiglie al cibo. Il Diritto al cibo enfatizza anche l’accesso al reddito e alle risorse produttive necessarie per produrre il cibo e indica obblighi e responsabilità. Sovranità alimentare adotta un approccio basato sui diritti ed è concepito più da un punto di vista rurale: dei piccoli contadini, pastori, pescatori comunità indigene. E’ un programma di sviluppo rurale, una proposta politica alternativa all’agricoltura industriale governata dalle politiche neo- liberiste. Sono compresi diritti degli individui e diritti dei popoli, diritti già protetti dalla legislazione internazionale e ‘diritti’ usati per sostenere le proposte politiche avanzate. Il rischio è che i diritti già legalmente vincolanti siano visti essi stessi come richieste o obiettivi politici.

SOVRANITÀ ALIMENTARE E WTO All’inizio VC aveva al suo interno una doppia posizione sulla WTO, una radicale (abolizione della wto: India ) ed una riformista (riformare la WTO: Canada NFU, UNORCA del Messico). L’approccio riformista lavora per un miglioramento dell’AA: aumentare l’accesso al mercato dei prodotti dei PVS nei paesi industrializzati, introdurre la ‘development box’, per permettere ai PVS di proteggere le loro agricolture per garantire la sicurezza alimentare, adottare una convenzione internazionale sul diritto al cibo (aderiscono a questa visione anche Oxfam International e Christian Aid). Il dibattito interno condusse ad un compromesso. Non si richiede l’abolizione, ma sottrarre l’agricoltura alle negoziazioni dell’OMC (già dalla conferenza ministeriale di Ginevra del 1998).

SOVRANITÀ ALIMENTARE E WTO 2 Via Campesina fa le seguenti richieste: “Una moratoria immediata di ogni ulteriore negoziazione nell’ambito della WTO. Ciò implica anche fermare ogni discussione sugli accordi sugli investimenti. Cancellare immediatamente l’obbligo di accettare una quota minima di importazione corrispondente al 5% dei consumi interni (clausola de minimis). Tutte le clausole vincolanti di accesso al mercato devono essere cancellate. Un valutazione dell’impatto dell’accordo di Marrakech e la correzione immediata di tutte le ingiustizie. Rimuovere tutte le negoziazioni nell’area della produzione e commercializzazione degli alimenti dalla WTO e da tutti gli accordi regionali e bilaterali. Creare meccanismi internazionali genuinamente democratici per regolamentare il commercio degli alimenti, rispettando la sovranità alimentare di ogni nazione (Convenzione internazionale sulla SA) Garantire la sovranità alimentare in ciascuno e in ogni paese, dando priorità alla produzione alimentare per il consumo del suo popolo, per gli aspetti sociali e ambientali. Dare a ciascun paese il diritto di definire le proprie politiche agricole al fine di soddisfare i bisogni interni. Questo include il diritto di proibire le importazioni se ciò è necessario per proteggere la produzione interna e realizzare la Riforma Agraria, fornendo ai contadini e ai piccoli e medi produttori accesso alla terra. Fermare tutte le forme di dumping. Proteggere la produzione interna di alimenti di base Proibire la biopirateria e i brevetti sulla vita (animali, piante e parti del corpo umano) incluso lo sviluppo di varietà sterili tramite ingegneria genetica. Permettere ai paesi il diritto di stabilire criteri di qualità appropriate alle preferenze dei consumatori.

SOVRANITÀ ALIMENTARE E WTO 3 Riassumendo, per quel che riguarda le politiche agricole commerciali Via Campesina sostiene: –il controllo e le restrizioni alle importazioni –il sostegno a sistemi agricoli locali –il sostegno all’agricoltura sostenibile per il consumo interno –eliminare il sostegno alle esportazioni –in ambito commerciale, dare priorità agli alimenti sostenibili (e al commercio giusto).

BIBLIOGRAFIA Ainger, K ‘The new peasant revolt’, New Internationalist 353: 9-13 Bové J. e F. Doufur, The world is not for sale. London, Verso (in italiano, Feltrinelli). Desmarais, Annette Aurélie, La Vía Campesina, Pluto Press, London 2007 McMichael, Philip, Sustainability and the Agrarian Question of Food, articolo preparato per la presentazione plenaria al Congresso Europeo di Sociología Rurale, Wageningen University, agosto 2007 McMichael, Philip, “Peasant make their own history, but not just as they please”, Journal of Agrarian Change, 2/3 2008, pp Patel, Rajeev, Exploration on Human Rights, Transgressing rights: La Via Campesina’s Call for Food Sovereignity, Feminist Economics 13(1), 2007, pp Windfuhr, Michael e Jennie Jonsén, Food Sovereignty. Towards democracy in localized food systems FIAN International

SOVRANITÀ ALIMENTARE E VIA CAMPESINA Via Campesina è emersa come una reazione alle politiche agricole neo-liberiste e di aggiustamento strutturale degli anni ’80 L’idea di un’organizzazione collettiva nasce dall’incontro tra alcune organizzazioni agricole del Centro America, dei Carabi, dell’Europa, del Canada e degli Stati Uniti, riunite a Managua nel 1992 E’ costituita formalmente a Mons, Belgio nel 1993 Fino ad oggi, in tutti i dibattiti sulle politiche agricole il movimento contadino è stato assente; non abbiamo avuto voce. La principale ragione di esistere di VC è di essere quella voce e di difendere la causa della creazione di una società più giusta…Via Campesina deve difendere “the peasant way” della gente rurale (VC 1996: 10-11)