Misurare la Sostenibilità Università degli Studi di Teramo Corso di Laurea in Scienze del Turismo e dell’organizzazione delle manifestazioni sportive Prof. Adolfo Braga 24 novembre 2015
Dopo il Summit Mondiale di Johannesburg si fa sempre più stringente ed operativa la necessità di avviare le strategie per uno sviluppo sostenibile
E’ stringente la necessità di acquisire un’ottica che metta in relazione : - la quantità degli esseri umani - il loro impatto sui sistemi naturali - limiti biofisici presenti sul nostro pianeta
Dati da tenere ben presenti nell’analisi dell’impatto della nostra specie sul pianeta Terra: Dati relativi all’evoluzione della nostra specie intesa come crescita del nostro numero crescita del nostro impatto
Il trend della popolazione mondiale... il primo miliardo nel 1804 il primo miliardo nel 1804 Il secondo miliardo nel 1927 (dopo 123 anni) Il secondo miliardo nel 1927 (dopo 123 anni) Il terzo miliardo nel 1960 (dopo 33 anni) Il terzo miliardo nel 1960 (dopo 33 anni) Il quarto miliardo nel1974 (dopo 14 anni) Il quarto miliardo nel1974 (dopo 14 anni) Il quinto miliardo nel 1987 (dopo 13 anni) Il quinto miliardo nel 1987 (dopo 13 anni) Il sesto miliardo nel 1999 (dopo 12 anni) Il sesto miliardo nel 1999 (dopo 12 anni)
La Capacità di Carico ….. …. per qualsiasi specie vivente viene definita come la quantità massima di individui di quella specie che un determinato ambiente naturale può sopportare, fornendo risorse, cibo, possibilità di territorio, etc.
I = P x A x T I = Impatto P = Popolazione A = Affluenza T = Tecnologia
Un approccio diverso Wackenagel in collaborazione con Rees propose un nuovo indicatore specifico per misurare il nostro peso sui sistemi naturali chiamato Impronta Ecologica o Ecological Footprint
L’Impronta Ecologica è definita da Wackenagel e da Rees come l’area totale di ecosistemi terrestri ed acquatici richiesta per produrre le risorse che una determinata popolazione umana (un individuo, una famiglia, un consumatore, una regione, una nazione) consuma e per assimilare i rifiuti che la popolazione stessa produce.
Il metodo dell’Impronta Ecologica ribalta il tradizionale approccio dei calcoli della capacità di carico
Non si calcola più quanto “carico umano” può essere supportato da un determinato ambiente ….
data una superficie bioproduttiva
… bensì quanto “territorio” degli ecosistemi bioproduttivi fondamentali per la sopravvivenza umana viene utilizzato da una determinata popolazione
? Superficie bioproduttiva
Sommando i territori biologicamente produttivi – che su scala mondiale sono pari a 0.25 ettari di terreni agricoli, 0.6 di pascoli, 0.6 di foreste e 0.03 di aree edificate pro-capite – a questi aggiungiamo le aree marine e sottraiamo il terreno per gli altri 30 milioni di specie otteniamo ….
… solo 1.7 ettari pro- capite di terreno bioproduttivo da parte dell’uomo !!
Molte organizzazioni ed associazioni nazionali ed internazionali si sono occupati di riuscire a calcolare in modo efficiente ed aggiornato l’impronta ecologica di città e nazioni prendendo in considerazione da un lato le categorie dei consumi e dall’altro le categorie di territorio
“Ciò che non è misurabile non è gestibile” (Anon)
Per poter gestire il nostro cammino verso la sostenibilità dobbiamo passare dall’attribuire valore a ciò che misuriamo a saper misurare ciò a cui attribuiamo un valore
Per tenere sotto controllo il progresso verso lo sviluppo sostenibile è necessario essere in grado non solo di definire, ma anche di misurare i vari aspetti della sostenibilità: i limite della natura, il nostro impatto su di essa, la nostra qualità della vita, etc. ….
Riuscire a misurare la sostenibilità e sapere leggere ed interpretare la moltitudine di dati ottenuti non ci aiuta ad orientare le nostre scelte in maniera efficace e tempestiva verso lo sviluppo sostenibile ….
Si necessita di uno strumento che in maniera tempestiva, accessibile ed affidabile ci fornisca l’informazione per prendere le decisioni …
Gli Indicatori Significativo: ovvero chiaro e di facile interpretazione, comprensibile e di interesse per l’utente. Valido: i dati dai quali viene ricavato l’indicatore devono essere quanto più possibile completi ed attendibili. Motivazionale: devono riflettere aspetti che ricadono nella sfera d’influenza dell’utente e perciò provocare ed ispirare il cambiamento.
Gli indicatori come strumento per le politiche di sostenibilità: la scala locale e urbana Un passo fondamentale sulla via della sostenibilità è la misurazione degli impatti delle attività urbane e il monitoraggio dei progressi delle Agende 21 Locali (come evidenziato nelle conclusioni delle Conferenze di Rio e di Johannesburg).
La Carta di Aalborg del 1994 (così come il successivo Piano di Azione di Lisbona del 1996) sottolinea questa necessità, chiedendo alle autorità locali firmatarie (ora più di 1.860) di utilizzare gli indicatori come strumento di supporto nei processi decisionali, al fine di descrivere e monitorare sia le condizioni attuali che eventuali progressi futuri.
La Carta di Aalborg ha lanciato anche una sfida relativa all’identificazione di “indicatori di sostenibilità per i sistemi urbani” e anche il Rapporto delle Città Europee Sostenibili (Gruppo di Esperti di Ambiente Urbano, 1996) si è espresso in questa direzione, promuovendo l’uso degli indicatori “per misurare i progressi verso la sostenibilità” e sottolineando la necessità di concentrarsi non soltanto su indicatori di sostenibilità ambientale, ma anche su indicatori relativi alla sostenibilità dello stile di vita delle persone, in modo tale da mettere in connessione la sostenibilità ambientale con il benessere sociale.
Verso una Strategia Tematica sull’Ambiente Urbano la Commissione Europea ha sviluppato una Strategia Europea per lo Sviluppo Sostenibile e il Sesto Programma d’Azione Ambientale. In entrambi questi documenti viene espressa la necessità di considerare in modo prioritario le tematiche relative all’ambiente urbano. Il Libro Bianco sulla Governance sottolinea, inoltre, il ruolo degli indicatori come strumenti per i processi decisionali, per il monitoraggio, la trasparenza e la comunicazione.
La Strategia Tematica sull’Ambiente Urbano è una di quelle che devono essere sviluppate e che devono prevedere progetti concreti per raggiungere gli scopi del Sesto Programma d’Azione, obiettivi qualitativi e quantitativi e scadenze per la misurazione e valutazione dei progressi ottenuti.
Il progetto ICE è iniziato nel maggio 1999 con la costituzione di un Gruppo di Lavoro sugli Indicatori di Sostenibilità (per iniziativa e sotto la supervisione del Gruppo di Esperti di Ambiente Urbano e coordinato dal Ministero dell’Ambiente francese) a cui è stato affidato il compito di sviluppare indicatori di sostenibilità locale (in stretta collaborazione con un più ampio gruppo di amministrazioni locali). Fin dal principio, lo scopo dell’iniziativa è stato quello di sviluppare e testare indicatori in grado di rappresentare nel modo più integrato possibile le azioni locali verso la sostenibilità.
Verso un Profilo di Sostenibilità Locale Indicatori Comuni Europei 1 Soddisfazione dei cittadini con riferimento al contesto locale 2 Contributo locale al cambiamento climatico globale (e/o impronta ecologica locale) 3 Mobilità locale e trasporto passeggeri 4 Accessibilità delle aree di verde pubblico e dei servizi locali 5 Qualità dell’aria locale
6 Spostamenti casa-scuola dei bambini 7 Gestione sostenibile dell’autorità locale e delle imprese locali 8 Inquinamento acustico 9 Uso sostenibile del territorio 10 Prodotti sostenibili
Principi di sostenibilità alla base della selezione degli indicatori (estratto dalla “Checklist”): 1. uguaglianza ed inclusione sociale (accesso per tutti a servizi di base, ad esempio istruzione, occupazione, energia, salute, edilizia, formazione, trasporti); 2. partecipazione/democrazia/governo locale (partecipazione di tutti i settori della comunità locale alla pianificazione locale e ai processi decisionali); 3. relazione fra dimensione locale e quella globale (soddisfazione dei bisogni utilizzando il più possibile risorse disponibili localmente, soddisfazione dei bisogni che non possono essere soddisfatti localmente in maniera più sostenibile);
4. economia locale (promozione dell’occupazione e dell’impresa, secondo modalità che impattano in misura minimale sulle risorse naturali e sull’ambiente); 5. protezione ambientale (adozione di un approccio ecosistemico; minimizzazione dell’uso delle risorse naturali e del territorio, della produzione di rifiuti e dell’emissione di sostanze inquinanti, accrescimento della biodiversità); 6. patrimonio culturale/qualità dell’ambiente edificato (protezione, conservazione e recupero di valori storici, culturali e architettonici, compresi edifici, monumenti, eventi; accrescimento e salvaguardia della bellezza e funzionalità degli spazi ed edifici).
Gli indicatori Comuni Europei 1. Soddisfazione dei cittadini con riferimento al contesto locale Indicatore principale: Soddisfazione (generale e media) con relazione al contesto locale 2. Contributo locale al cambiamento climatico globale Indicatore principale: emissione pro capite di CO2 3. Mobilità locale e trasporto passeggeri Indicatore principale: Percentuale di spostamenti che avviene con mezzi motorizzati privati 4. Accessibilità delle aree di verde pubblico e dei servizi locali Indicatore principale: Percentuale di cittadini che vive entro 300 metri da aree di verde pubblico > m 2 5. Qualità dell’aria locale Indicatore principale: Superamenti netti di PM10
6. Spostamenti casa-scuola dei bambini Indicatore principale: Percentuale di bambini che vanno a scuola in auto 7. Gestione sostenibile dell’autorità locale e delle imprese locali Indicatore principale: Percentuale di certificazioni ambientali rispetto al totale delle imprese 8. Inquinamento acustico Indicatore principale: Percentuale di popolazione esposta a Lnight > 55 dB(A) 9. Uso sostenibile del territorio Indicatore principale: Percentuale di aree protette sul totale dell’area amministrativa 10. Prodotti sostenibili Indicatore principale: Percentuale di persone che comprano prodotti sostenibili
Indicatore 1 – Soddisfazione dei cittadini con riferimento al contesto locale In termini specifici, il livello di soddisfazione viene analizzato riguardo a diverse caratteristiche locali: standard abitativi, disponibilità e accessibilità economica; opportunità di lavoro; qualità e quantità dell’ambiente naturale; qualità dell’ambiente costruito; servizi sociali e sanitari; servizi culturali, ricreativi e per il tempo libero; standard delle scuole; servizi di trasporto pubblico; partecipazione alla pianificazione locale e ai processi decisionali; sicurezza personale percepita all’interno della comunità.
Nel corso del 2002, su sollecitazione dei partecipanti è stata proposta una modifica della metodologia che ha portato ad individuare una lista di caratteristiche locali leggermente diversificata da quella precedente (e che ha introdotto un sistema di pesi): rapporti sociali; opportunità di praticare hobby e di godere del tempo libero; servizi di base (sanitari, sociali, scuole, trasporti pubblici); ambiente naturale ed edificato; opportunità di lavoro; opportunità di partecipare ai processi di pianificazione. Indicatore principale: livello di soddisfazione medio dei cittadini (soddisfazione generale e media dei giudizi espressi per le diverse caratteristiche considerate)