La scuola è l’istituzione principale dedicata alla formazione delle nuove generazioni Il secolo XX è stato considerato il “secolo della scuola” La scuola a livello nazionale (nei diversi stati) è nata nel XIX secolo, ma è nel XX che assistiamo alla diffusione dell’istruzione di massa in quasi tutti gli stati e in quasi tutti gli strati della popolazione Nessuno oggi può pensare ad una società senza scuola La scuola
L’esigenza di una scuola pubblica nasce nell’800 come espressione di un desiderio di emancipazione sociale, ma anche come esigenza economica di avere lavoratori preparati Nel 900 si ridimensiona l’atteggiamento positivo verso la scuola: gli investimenti economici non avevano dato i risultati sperati. Non si era riusciti a creare condizioni per una reale mobilità nella stratificazione sociale. Ridimensionato l’atteggiamento positivo verso la scuola La scuola in Italia
L’istruzione però costituisce in parte un mezzo per la mobilità sociale (Schizzerotto) Le origini sociali della famiglia pesano sulla possibilità di raggiungere posizioni lavorative di alto livello, ma l’istruzione è comunque una e forse l’unica possibilità offerta per migliorare la propria condizione sociale
Cerchiamo di analizzare i cambiamenti che si sono avuti, nel corso di 148 anni (dal 1859 a oggi) nell’idea di scuola e di bambino, attraverso un percorso attuato fra le leggi di riforma e i programmi ministeriali Storia della scuola
La scuola dell’infanzia dall’Unità d’Italia alla seconda guerra mondiale Cambiamento di funzione: –Funzione sociale: fornire custodia e assistenza (asili) –Funzione educativa Negli anni si assiste ad un progressivo affermarsi della funzione educativa su quella puramente assistenziali
Tre modelli di scuola derivati da grandi pedagogisti: Froebel ( ): grande attenzione rivolta al gioco e ai materiali. Religiosità interiore del bambino. “Giardini d’infanzia” Rosa ( ) e Carolina ( ) Agazzi: forte legame fra vita scolastica ed esperienza di vita familiare. Attività legate alla vita quotidiana. Importanza data al rapporto affettivo con l’insegnante Maria Montessori ( ): nel 1907 crea la prima Casa dei Bambini nel quartiere San Lorenzo e propone un metodo che ancora oggi assume grande valenza
Il metodo Montessori Importanza data alla cura dell’ambiente, che deve proporre al bambino la possibilità di compiere attività autonome dotate di significato Attenzione particolare data alle capacità senso- percettive Insegnante come colui che organizza l’ambiente e propone ai bambini i materiali Scuola dell’infanzia non come propedeutica alla scuola elementare, ma con una propria dignità e sue particolari caratteristiche
E nella scuola dell’infanzia in Italia? Nel 1914 si compie il primo passo per la costituzione di una scuola materna statale con i Programmi per gli asili infantili e per i giardini d’infanzia: Si sancisce la netta differenziazione fra asilo infantile e scuola elementare: no alle lezioncine, sì al gioco e all’imparare facendo Aspetti positivi: accento dato al fare; rispetto per le attività spontanee dei bambini; rapporto fra coetanei, accento dato all’educazione morale e non a quella religiosa in senso confessionale Aspetti critici: visione di un bambino tutto “sensi e fantasia”
1923: riforma Gentile Si compie un passo indietro: istituti di educazione dell’infanzia considerati “propedeutici alla scuola”, anche se non obbligatori Grande rilievo dato all’insegnamento della religione cattolica Elencate le attività “didattiche” da proporre, quindi non più spazio alla libera attività dei bambini 1940 Per la prima volta si parla di Scuola Materna e la si rende obbligatoria (obbligo che non si concretizzò)
La scuola elementare dall’Unità d’Italia alla seconda guerra mondiale 1861 Grave stato di analfabetismo in Italia (81%) Nei paesi dell’Europa del Nord analfabetismo fortemente contenuto (10% in Svezia) anche a causa della riforma protestante In Italia si avvia la scolarizzazione di massa
1859: La Legge Casati Organizza l’accentramento amministrativo e burocratico del sistema dell’istruzione Formazione di una classe dirigente attraverso l’istruzione classica, attenzione scarsa all’istruzione tecnica Scuola elementare divisa in due gradi biennali, solo il primo obbligatorio Istituzione di scuole elementari affidata ai comuni Classi con alunni
Punti di forza: –Ha sancito l’obbligatorietà dell’istruzione. Non vi erano differenze a livello elementare fra chi continuava gli studi e chi no Punti critici: –Scarsa preparazione data agli insegnanti: patente di idoneità e età non inferiore ai 16 anni –Preparazione in soli due anni, ma molte deroghe –Scarsissimo stipendio per i maestri, diversificato a seconda del grado e del sesso –Eccessiva delega data ai comuni
1877:1877: Legge Coppino Ribadisce l’obbligatorietà della scuola, la sua gratuità e aconfessionalità 1904:1904: Legge Orlando Obbligo di frequenza esteso fino a 12 anni: nella scuola elementare e poi in una sesta classe che costituisce con la quinta una “scuola popolare”. Chi proseguiva gli studi infatti terminava la scuola elementare dopo 4 anni. Formazione di classi miste, miglioramento delle condizioni economiche dei maestri, corsi serali, assistenza per i bambini di famiglie disagiate
1923: Riforma Gentile Una serie di decreti che riguardano sia la scuola secondaria, sia la scuola elementare Assetto generale che è rimasto quasi invariato fino ai nostri giorni Istruzione elementare divisa in grado preparatorio (3-6 anni) inferiore (dalla 1a alla 3a) e superiore (4a e 5a) Obbligo scolastico innalzato a 14 anni, con la frequenza a corsi di avviamento professionale di 3 anni. Due scuole: una per i lavoratori, l’altra per la classe dirigente
Scuola secondaria rigidamente divisa, senza collegamenti fra istruzione tecnica e umanistica Esami di ammissione e istituti con numero chiuso (poche scuole, ma buone, poche scuole, ma scuole) Divisa in tre indirizzi: tecnico magistrale e classico Ogni indirizzo aveva un grado inferiore (tre anni) e uno superiore (istituto tecnico, istituto magistrale, liceo scientifico e liceo classico)