Imprese e settori dell’alta tecnologia in Toscana: un’analisi a livello territoriale Rapporto sul territorio 2010 – Seminario Irpet Firenze, 18 ottobre 2011 Riccardo Perugi – Cristina Marullo Ufficio Studi Unioncamere Toscana
L’individuazione delle imprese che svolgono attività high-tech … Due possibili soluzioni: 1)Approccio “per settore” le attività ad alta tecnologia comprendono tutte quelle imprese che appartengono a settori “high-tech”, così come definiti dalle classificazioni statistiche ufficiali 2)Approccio “per impresa” le attività ad alta tecnologia comprendono tutte quelle imprese che, indipendentemente dal settore di appartenenza, rispondono a determinati requisiti e criteri quali-quantitativi (utilizzo e/o produzione di tecnologia, propensione alla ricerca, impiego di personale qualificato, intensità degli scambi di conoscenza con il territorio, ecc.)
… vantaggi, limiti (speculari) ed approccio utilizzato 1)Approccio “per settore” vantaggi: confrontabilità delle informazioni a livello territoriale e settoriale (Hatzichronoglou 1997), migliore disponibilità temporale, possibilità di integrazione con altre fonti ufficiali limiti: hp di omogeneità di atteggiamento nei confronti della tecnologia da parte delle imprese che appartengono ad uno stesso settore (e fra paesi diversi), rigidità rispetto alle evoluzioni tecnologiche, scarsa aderenza alla “realtà” 2)Approccio “per impresa” vantaggi: maggiore corrispondenza alla complessità dei fenomeni, possibilità di evidenziare eventuali differenze infra-settoriali, maggiore flessibilità rispetto ai cambiamenti in atto nelle traiettorie tecnologiche limiti: mancanza di visione condivisa e possibile soggettività di cui possono risentire i criteri di valutazione proposti, difficoltà di generalizzare conclusioni (campioni ristretti), indagini ad hoc ed assenza di comparabilità approccio metodologico “combinato” in funzione delle diverse esigenze conoscitive, per tentare di coniugare le potenzialità informative di entrambe le prospettive di analisi
1)Approccio “per settore” fonti utilizzate: Registro Imprese (unità locali) e Asia-UL (addetti) territorio di riferimento: intero territorio nazionale ed analisi per SLL (ex Censimento 2001), raggruppati in funzione della maggiore o minore “connotazione urbana” del relativo territorio (tipologie individuate in base a livello e densità popolazione) definizione dominio di analisi: classificazioni ufficiali (Lazzeroni 2004; 2010) basate sul settore di appartenenza (ateco 2007), distinzione in quattro categorie (settori manifatturieri high-tech ad elevato e medio contenuto tecnologico, settori terziari high- tech ad elevato e medio contenuto tecnologico) obiettivi conoscitivi: localizzazione/distribuzione delle imprese high-tech sul territorio nazionale, grado di specializzazione territoriale e relazione con alcuni fattori/caratteristiche dei diversi contesti locali presi in esame definizione “cornice di riferimento” di livello nazionale entro cui collocare alcuni approfondimenti riguardanti la Toscana
Diffusione territoriale dei settori high-tech: principali caratteristiche a livello nazionale (1) Fonte: elaborazioni Unioncamere Toscana su dati Infocamere-Stock View e Istat
Diffusione territoriale dei settori high-tech: principali caratteristiche a livello nazionale (2) Fonte: elaborazioni Unioncamere Toscana su dati Infocamere-Stock View e Istat Il ruolo dei sistemi locali “evoluti” la quota di SLL specializzati HT con un il valore aggiunto pro-capite superiore alla media nazionale è del 59% (16% fra i non specializzati HT), con un rapporto fra occupati e popolazione residente superiore alla media nazionale è del 65% (23% fra i non specializzati HT) Il ruolo dei “centri universitari” correlazione fra laureati in S&T e specializzazione imprenditoriale HT positiva (+0,432) e più elevata nel caso della specializzazione imprenditoriale HT ad alto contenuto tecnologico (+0,502) e della specializzazione imprenditoriale HT del terziario (+0,535) la quota di SLL specializzati HT che sono anche città universitarie è pari al 19% (16 su 85) e solo dell’1% fra i non specializzati (7 su 601): in Toscana, Pisa (2 o posto e specializzazione HT superiore dell’80% rispetto al dato italiano) e Firenze (25 o ) Il ruolo delle aree a “vocazione manifatturiera” la quota di SLL specializzati HT che sono costituiti da distretti industriali è pari al 44% (20% fra i non specializzati HT), quelli che presentano una specializzazione manifatturiera il 69% (27% fra i non specializzati HT): in Toscana, Viareggio (4 o posto) e Prato (24 o )
Prima definizione di un modello interpretativo (1) Fonte: Marullo C., Perugi R. (2011), High-tech e territorio. Il ruolo delle città nelle dinamiche di localizzazione delle imprese ad alta tecnologia ISI_HT i = α + β1ln(DPOP i ) + β2ln(VAP i ) + β3ln(INF i ) + β4ln(ISO_Man i ) + β5D1 i + β6D2 i + ε i Variabile dipendente indice di specializzazione imprenditoriale del SLL i-esimo nei settori high-tech [ISI_HTi] Variabili esplicative - disponibilità di conoscenza scientifica e tecnologica in ambito territoriale [dummy D1i] numero di dipartimenti universitari specializzati in discipline S&T numero di docenti/ricercatori di discipline S&T consistenza dei flussi di laureati in S&T nel sistema locale sede di corso - dotazione di infrastrutture e reti telematiche e di infrastrutture di servizio indici di dotazione infrastrutturale relativi alla telefonia ed alle reti telematiche [INFi] numero di parchi scientifici e tecnologici nel sistema locale del lavoro [dummy D2i] - caratterizzazione urbana e livello di sviluppo economico del territorio densità di popolazione residente [DPOPi] livelli di valore aggiunto pro-capite [VAPi] indice di specializzazione occupazionale del sistema locale in attività manifatturiere [ISO_MANi]
Prima definizione di un modello interpretativo (2) Fonte: Marullo C., Perugi R. (2011), High-tech e territorio. Il ruolo delle città nelle dinamiche di localizzazione delle imprese ad alta tecnologia Specializzazione high-tech servizi ISI_HTS i = α + β1 ln(DPOP i ) + β2 ln(VAP i ) + β4 ln(ISO_Man i ) + β5 D1 i + β6 D2 i + ε i Coefficienti non standardizzati: β1 = 0,228 ; β2 = 0,380 ; β4 = 0,055 β5 = 0,216 ; β6 = 0,202 – R 2 0,522 Specializzazione high-tech manifatturiero ISI_HTM i = α + β2 ln(VAP i ) + β3 ln(INF i ) + β4 ln(ISO_Man i ) + ε i Coefficienti non standardizzati: β2 = 0,496 ; β3 = 0,229 ; β4 = 0,647 – R 2 0,484 Specializzazione high-tech servizi ad alto contenuto tecnologico ISI_HTSA i = α + β1 ln(DPOP i ) + β2 ln(VAP i ) + β4 ln(ISO_Man i ) + β5 D1 i + β6 D2 i + ε i Coefficienti non standardizzati: β1 = 0,077 ; β2 = 0,309 ; β4 = 0,058 ; β5 = 0,171 ; β6 = 0,455 – R 2 0,491 Specializzazione high-tech manifatturiero a medio contenuto tecnologico ISI_HTMM i = α + β2 ln(VAP i ) + β3 ln(INF i ) + β4 ln(ISO_Man i ) + ε i Coefficienti non standardizzati: β2 = 0,530 ; β3 = 0,245 ; β4 = 0,704 – R 2 0,462
Considerazioni di sintesi (1) Le aree urbane si confermano come i contesti territoriali nel cui ambito maggiormente si sviluppano iniziative imprenditoriali nei settori ad alta tecnologia (relazione tendenzialmente crescente fra grado di specializzazione HT ed ampiezza/rilevanza socio-economica dell’area) La presenza di istituzioni ed organismi legati al mondo della ricerca e dell’istruzione superiore costituisce un “plus” che in genere rafforza ed accentua tale relazione: all’interno dei diversi raggruppamenti territoriali considerati, le “città universitarie” presentano infatti -con maggiore frequenza- livelli relativamente elevati di imprese specializzate nei settori ad alta tecnologia I fattori alla base dei differenti pattern di specializzazione imprenditoriale high-tech dei territori italiani appaiono distinti a seconda che si considerino attività manifatturiere o di servizi, confermando l’ipotesi di specifiche traiettorie evolutive settoriali basate sulla presenza di specifiche condizioni di contesto territoriale oltre che su conoscenze industry-specific Terziario HT: “distretti tecnologici”, grado di “innovatività” del contesto (mercato del lavoro qualificato, presenza di strutture universitarie e di infrastrutture per il trasferimento della conoscenza tra università ed impresa, dimensione demografica e grado di sviluppo economico dei territori), localised knowledge spillovers Manifatturiero HT: variabili che denotano la presenza di economie esterne di tipo tradizionale, spesso a carattere “distrettuale”, che sembrano porre maggiormente in evidenza l’importanza di relazioni intra-industriali e rimandano all’esistenza di più accentuati fenomeni di path-dependence nei processi innovativi
2) Approccio “per impresa” fonti utilizzate: Osservatorio sulle Imprese High-Tech della Toscana (2009) territorio di riferimento: territorio regionale, analisi per raggruppamenti di SLL definizione dominio di analisi: parametri quali-quantitativi a livello di impresa (indagine field/CATI) normalmente non desumibili dalle fonti ufficiali, per maggiore aderenza al reale livello tecnologico delle imprese obiettivi conoscitivi: verificare e specificare maggiormente, per la Toscana, quanto emerso con il precedente approccio, evidenziando alcuni legami esistenti non soltanto fra territorio e localizzazione delle imprese, ma anche con alcune caratteristiche strutturali da queste assunte analisi di maggior dettaglio delle “reali” capacità e/o potenzialità innovative delle aziende interessate, con l’obiettivo di definire caratteristiche “tipiche” e peculiarità in termini di tipologia organizzativa, livello tecnologico, competenze emergenti
La “territorializzazione” utilizzata Fonte: elaborazioni su dati Osservatorio sulle Imprese High-Tech della Toscana, Istat, Registro Imprese Firenze (FI – 164 imprese): sistema locale del lavoro di Firenze Pisa (PI – 132 imprese): sistema locale del lavoro di Pisa Città della Costa (CC – 93 imprese): sistemi locali del lavoro di Livorno (34), Lucca (32), Viareggio (15), Massa (8) e Carrara (4) Città dell’Interno (CI – 163 imprese): SLL di Pontedera (40), Prato (35), Arezzo (26), Pistoia (18), S. Croce sull’Arno (16), Empoli (14) e Siena (14) Altre Aree (AA –106 imprese): tutti gli altri 43 sistemi locali del lavoro toscani, fra cui Montecatini Terme (13), Grosseto (12) e Poggibonsi (11)
Approccio “per settore” vs.“approccio per impresa”: una comparazione … Fonte: Unioncamere Toscana-Scuola Superiore S. Anna (Osservatorio sulle imprese high-tech 2009), Infocamere
… che conferma e rafforza il ruolo di Pisa (e di Firenze) Fonte: Unioncamere Toscana-Scuola Superiore S. Anna, Osservatorio sulle imprese high-tech 2009 esistenza di una chiara “gerarchia” territoriale nello sviluppo del tessuto regionale di imprese ad alta tecnologia, con le maggiori aree urbane da un lato e le “altre aree” (centri urbani minori ed aree rurali) dall’altro
Considerazioni di sintesi (2) Anche in Toscana la distribuzione territoriale delle imprese HT risponde ai criteri di fondo visti in relazione al contesto nazionale, con addensamenti di realtà aziendali ad alta tecnologia in corrispondenza dei centri urbani maggiori e dei principali centri universitari La “geografia” che scaturisce dalla distribuzione spaziale delle imprese HT offre una mappa in cui emerge con chiarezza una “gerarchia” al cui vertice si collocano i sistemi di Firenze e di Pisa (con le relative conurbazioni metropolitane), delineando un’articolazione territoriale dal carattere chiaramente “bipolare” dove Pisa e Firenze sono poste sul medesimo livello quali veri e propri motori propulsori del sistema ad alta tecnologia regionale Intorno a tali aree gravita una serie di centri caratterizzati da una non trascurabile presenza di imprese ad alta tecnologia, sebbene di rilevanza “secondaria” rispetto ai primi sotto lo stretto profilo della specializzazione imprenditoriale HT. Compare in tale gruppo non soltanto la maggior parte dei SLL che includono capoluoghi provinciali, ma anche alcune città contraddistinte da rilevanti nuclei manifatturieri, come Viareggio e Santa Croce sull’Arno A “profili urbani” diversi corrispondono, normalmente, differenti traiettorie di sviluppo in termini di specializzazione HT i contesti urbani maggiori esibiscono una più spiccata presenza di imprese appartenenti al terziario ed ai comparti a più elevato contenuto tecnologico città e centri urbani “intermedi”, in particolar modo quelli riconducibili a SLL a carattere industriale/distrettuale, mostrano una più marcata presenza di imprese HT manifatturiere in segmenti a medio contenuto tecnologico
Considerazioni di sintesi (3) Le caratteristiche strutturali delle aziende HT toscane compongono un quadro composto in prevalenza da piccole e micro-imprese (il 90% delle aziende monitorate non supera i 10 addetti), anche se il maggior contributo all’occupazione complessiva (circa i due terzi) proviene da realtà organizzative di grande dimensione Sotto l’aspetto della localizzazione, i contesti metropolitani e urbani, specie se connessi all’esistenza di “esternalità positive” derivanti -ad esempio- dalla presenza di istituzioni universitarie altamente qualificate e dagli “spillover di conoscenza” che da queste si originano, appaiono in grado di generare un fermento di imprese HT “dal basso” favorendo lo sviluppo e il consolidamento di competenze scientifiche rilevanti che possono tradursi in veri e propri sistemi territoriali di piccole e micro imprese high-tech Le aree “periferiche” sotto il profilo della vitalità imprenditoriale in attività high-tech (soprattutto zone rurali e piccoli centri urbani) entrano nel “disegno territoriale” dell’alta tecnologia, per lo più, come eventuale terra di elezione delle imprese di maggiori dimensioni, spesso di origine esterna al contesto locale più che come esito di processi di crescita endogeni al territorio considerato La propensione ad esportare appare direttamente influenzata dalle caratteristiche dimensionali: le imprese delle “Altre Aree” e quelle della “Costa” denotano infatti una maggiore frequenza ad operare con l’estero (rispetto al totale, le imprese esportatrici sono il 45% nel primo caso, il 43% nel secondo), quelle di Firenze e di Pisa si collocano su valori intermedi (38% e 35%), e quelle dell’Interno presentano la quota più contenuta (32%)
Indicatori strutturali e di performance innovativa (1) Fonte: Unioncamere Toscana-Scuola Superiore S. Anna, Osservatorio sulle imprese high-tech 2009 all’interno dei principali sistemi urbani regionali i valori di tali indicatori appaiono più consistenti: livelli più elevati per tutte le caratteristiche considerate sono conseguiti dai centri della Costa e, in particolare, Pisa
Indicatori strutturali e di performance innovativa (2) Fonte: Unioncamere Toscana-Scuola Superiore S. Anna, Osservatorio sulle imprese high-tech 2009 la situazione descritta, relativa all’output innovativo ed alla complessità del sistema relazionale in cui le imprese operano, trova riscontro in un parallelo più elevato livello di assorbimento di risorse in grado di sostenere tali processi
Considerazioni di sintesi (4) Un più elevato contenuto tecnologico dell’attività delle imprese HT localizzate nelle aree urbane di maggior rilievo (in particolar modo nelle città universitarie) emerge non soltanto rispetto ad indicatori di tipo “quantitativo” -riguardanti cioè la consistenza numerica delle imprese- ma anche prendendo in esame aspetti di carattere maggiormente “qualitativo” Con riferimento alla Toscana, i dati dell’Osservatorio mostrano che la “centralità” dei territori di Pisa e di Firenze risiede non soltanto in un ispessimento degli insediamenti ad alta tecnologia, ma anche in una maggiore qualificazione in senso “high-tech” delle imprese localizzate nei rispettivi territori, sia sotto il profilo organizzativo che sotto quello innovativo, relazionale, delle risorse umane e tecnologiche Allargando tali considerazioni -riferibili alle caratteristiche dei modelli di business presenti nelle principali aree urbane- anche ai centri urbani “secondari”, scaturisce un quadro della Toscana “high-tech” in cui la Costa presenta in genere livelli di qualificazione delle strutture imprenditoriali ad alta tecnologia in essa localizzate mediamente superiori rispetto a quelli riscontrati nelle “Città dell’Interno” Poiché tali differenziali caratterizzano anche il posizionamento di Pisa nei confronti di Firenze, restano eventualmente da approfondire -anche in chiave territoriale- i fattori alla base di tale gap, volti ad esempio a comprendere se ed in quale modo le migliori “performance high-tech” delle Città della Costa siano eventualmente determinate anche dal ruolo svolto da Pisa
GRAZIE PER L’ATTENZIONE