GLI ANFIBI. Il contesto ambientale Gli anfibi incominciarono la loro radiazione nel Carbonifero, un periodo caratterizzato da un clima caldo umido,

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GLI ANFIBI

Il contesto ambientale Gli anfibi incominciarono la loro radiazione nel Carbonifero, un periodo caratterizzato da un clima caldo umido, dove prosperavano muschi, felci favorite a loro volta da un ambiente paludoso. Gli anfibi comprendono forme estinte (quali i “Labirintodonti” e i Temnospondili) e Lissanfibi, in cui vengono inseriti tutte le specie attuali tra le quali però i rapporti filetici non sono del tutto chiari e oggetto di molte discussioni

ANFIBI ESTINTI Gli anfibi estinti erano tetrapodi che conducevano prevalentemente vita acquatica, dove si sviluppavano le loro uova. Da queste si sviluppavano delle larve a vita strettamente acquatica nelle quali interveniva la metamorfosi. In questi primitivi tetrapodi si ritrovano, nonostante le diversità di forme, alcuni caratteri comuni, già in precedenza ricordati, che possono essere così riassunti: Vertebre con o senza centro Cranio di tipo stegocegalo, una sinapomorfia che viene da alcuni ricercatori preferita alla struttura dell’ arto muscoloso dotato di dita come elemento comune derivato, per cui di parla di Stegocefali invece di Tetrapodi Denti di tipo labirintodonte Presenza del sistema della linea laterale, almeno durante la fase giovanile Scaglie nella regione ventrale Iomandibolare serviva ancora per l’articolazione tra splanco e neurocranio, dal momento che i primi anfibi erano animali fondamentalmente acquatici Raggi scheletrici a livello della coda Arti pentadattili e/o più generalmente più dita Le Branchie interne potevano essere ancora presenti

Una recente descrizione di un fossile di anfibio, denominato Gerobatrachus hottoni e risalente al Permiano Inferiore, potrebbe aver risolto questa controversia. Questa specie presenta caratteristiche in comune sia con le rane, come alcuni tratti del cranio e delle orecchie, che con le salamandre, come due ossa della caviglia fuse. Inoltre, altri caratteri morfologici, come la struttura e le proporzioni della colonna vertebrale, risultano intermedie tra quelle di questi due gruppi di anfibi. Secondo i ricercatori che hanno descritto questa specie Gerobatrachus hottoni è un progenitore comune ad anuri e urodeli, risultato che viene anche confermato da un'analisi filogenetica condotta sulla base dei dati ottenuti dalla descrizione delle ossa. La stessa analisi sposterebbe in avanti nel tempo, pi ù precisamente nel Permiano Medio (tra 270 e 260 milioni di anni fa), la separazione delle linee filetiche di rane e salamandre, che fino ad ora si pensava fosse avvenuta verso la fine del Carbonifero, oltre 300 milioni di anni fa, e confermerebbe l'ipotesi di un'origine difiletica dei gruppi di anfibi esistenti, da una parte rane e urodeli, dall’altra gimnofioni..

LISSANFIBI Comprendono apodi o gimnofioni, urodeli e anuri Ciclo vitale caratteristico Sviluppo di organi di senso quali l’olfatto e l’udito; in particolare nell’orecchio interno presentano la papilla anfibiorum Pelle sottile scarsamente cheratinizzata con numerose ghiandole pluricellulari Richiedono ambienti moderatamente freschi Ectotermi Respirazione cutanea e polmonare Sistema scheletrico completamente ossificato, con cranio sia stegocefalo sia ampiamente degenerato come quello degli anuri, regionalizzazione della colonna vertebrale con differenziamento della regione sacrale Arto non specializzato se non negli anuri Circolazione doppia e incompleta con la presenza di un cuore parzialmente diviso in una parte destra e sinistra Sessi separati con fecondazione esterna, sviluppo di tipo regolativo

Gli Apodi Dermophis mexicanus Potomotyphlus kaupii Ichthyophis bannanicus Herpele squalostoma

Gli Urodeli Ambystoma annulatum Hynobiusnebulos us Triturus marmoratus Proteus anguinus

Gli Anuri Bufo americanus Bufo alvarius Bufo americanus Bombina orientalis Bufo baxteri

La pelle degli Anfibi La pelle è nuda (priva di scaglie dermiche o epidermiche), spesso verrucosa, molto delicata ed è pluristratificata: il primo è lo strato proliferativo, l’ultimo è lo strato corneo con cellule vive e cheratinizzate. Vi sono ghiandole pluricellulari che producono muco e siero che riversano all’esterno. In alcuni casi secernono sostanze irritanti per difesa. La pelle è pigmentata ed ha funzione respiratoria

Il ciclo vitale degli urodeli