Paola Papi A.S. Comune di Genova
L’esperienza del Comune di Genova sulle attività di protezione avviate nell’ ambito del progetto “Creuzedema”
Il minore straniero non accompagnato “E’ quel soggetto minorenne privo di cittadinanza italiana o di altri stati dell’unione europea che, non avendo provveduto a richiesta di asilo politico, è presente sul territorio dello stato, in assenza di soggetti terzi quali genitori o adulti che detengano per suo conto responsabilità legale, assistenza e rappresentanza”
Analisi del fenomeno Il fenomeno si manifesta dagli anni 90, a Genova in modo crescente dal 98. All’ inizio gli stati di provenienza prevalenti sono Albania e Marocco, in seguito Egitto, Bangladesh e Senegal. Si evidenzia la necessità di predisporre percorsi articolati di inclusione sociale: Alfabetizzazione scuola lavoro alloggio
Riferimenti Quadro normativo riguardante i minori Quadro della politica migratoria italiana Prassi operative della nostra amministrazione Fasi del programma nazionale di protezione dei minori non accompagnati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociale
Il gruppo di lavoro Il “tavolo” di lavoro – Operatori pubblici – Educatori referenti delle comunità di accoglienza – Accompagnamento educativo
Progetto nazionale di protezione MSNA – seconda fase Modalità di pronta accoglienza (100 giorni): -Potenziamento del progetto -Consolidamento della presa in carico -Qualificazione del percorso -Inserimento dell’ esperienza in una cornice nazionale con coordinamento centrale -Definizione di un modello di intervento
Dimensione tecnico organizzativa Emergenza Operatore di contatto Accudimento del soggetto e inizio attività Prima osservazione e raccolta dati Assegnazione ad una delle comunità
Dimensione tecnico organizzativa Indagine familiare (accertamenti) Raccolta dati sulla “storia” Documentazione: – Permesso soggiorno – Codice fiscale – Tessera sanitaria – Passaporto
Dimensione tecnico organizzativa Il percorso: -Alfabetizzazione -Obbligo scolastico -Percorsi formativi (Laboratori – Ucil) -Stage e borse lavoro
Un approccio “mediato” La mediazione culturale come strumento di conoscenza del ragazzo e della sua storia La mediazione culturale come percorso ricco di conoscenze che favoriscono il lavoro partendo dalla famiglia e dal contesto socio- culturale di provenienza
La mediazione culturale Funzione di raccordo fra il soggetto ed i titolari degli interventi programmati Assistente sociale Tutore Educatori Operatori Ucil Gestori laboratori attivati Operatori diversi (questura, strutture mediche, ecc.)
Gli aspetti giuridico-legali TUTORE – in base all’ art 343 del codice civile vige l’ obbligo di nominare un tutore o altra forma di rappresentanza QUESTURA – rilascio del permesso di soggiorno
La dimensione economica Il progetto “100 giorni” si inserisce e potenzia un intervento preesistente evidenziando le possibilità di un lavoro sinergico Alcune attività, se programmate entro il periodo, possono essere svolte in momenti successivi quando il soggetto ha maturato le necessarie competenze (prevalentemente linguistiche)
Il raccordo con la rete PROTEZIONE REGOLARIZZAZIONE STATUS GIURIDICO AVVIO DEL MINORE AL PROGETTO DI AUTONOMIA E INCLUSIONE SOCIALE
Il nostro lavoro Fronteggiare l’ emergenza attraverso: Un lavoro di rete Una “presa in carico” globale La gestione di casi complessi L’ utilizzo ottimale delle risorse L’ attenzione alla dimensione economica La cura degli rapporti inter-istituzionali La progettazione in itinere La diffusione dell’ iniziativa (operazioni culturali)
I punti di forza Confronto e collaborazione Coesione e disponibilità degli attori Dinamicità del progetto Flessibilità, alta capacità di adattamento Approccio etnopsichiatrico Competenze in campo
Gli elementi innovativi La tutela del soggetto: la presenza del tutore L’ operatore di contatto: primo raccordo tra le parti L’ affido familiare: qualifica del percorso di accoglienza Ucil: l’ orizzonte del lavoro
Le nostre richieste Ottenere “protezione” circa la peculiarità del lavoro Ottenere condizioni sufficienti per “fare” Poter disporre di “dati” Poter utilizzare le competenze in un quadro organizzativo ottimale Permettersi di contrattare “confini operativi” Attivare il “dialogo” col territorio
Per arrivare a …. Dare un senso di maggior continuità ai “100 giorni” Ottenere maggior “spendibilità” dei passaggi caratteristici dell’ inizio del percorso per raggiungere l’obiettivo finale: totale autonomia del soggetto e suo affrancamento dai servizi