Le riforme amministrative: aspetti organizzativi Alessandro Natalini.

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Le riforme amministrative: aspetti organizzativi Alessandro Natalini

Il Dfp dell’inizio degli anni Novanta Il ministero dei dipendenti pubblici Scarsa consistenza di risorse interne compensata dal ricorso agli esperti esterni Rilevanza intermittente Rilevanza della personalità del ministro Flessibilità organizzativa

Il ruolo del ministro della funzione pubblica: la riforma Cassese Raccordo stretto con il PCM Competenza generalizzata (predisposizione finanziaria) Natura tecnica: ricadute sul consenso Scarso apporto del parlamento

Il ruolo del ministro della Funzione pubblica: la riforma Bassanini Continuità d’azione nonostante il ricambio del PCM Prevalenza del ruolo dell’Esecutivo Ricerca del consenso con l’opposizione e con le categorie economiche e sociali Ricerca del consenso con gli altri livelli istituzionali

Il ruolo del ministro della Funzione pubblica: Berlusconi II e III Discontinuità a fronte della continuità di guida dell’Esecutivo Depotenziamento del ruolo del ministro (economia dominante, ma anche affari regionali e riforme, Innovazione, controlli interni e programma di governo) Contrapposizione con l’opposizione Conflitti istituzionali con gli altri livelli di governo

Il ruolo del ministro della Funzione pubblica: la riforma Brunetta Campagna contro i fannulloni Contrasto con parte del sindacato Contrapposizione con l’opposizione Effetto della crisi e rilevanza Ministero economia per i tagli che congelano le riforme amministrative

Il ruolo del ministro della Funzione pubblica: la riforma Madia Consultazione pubblica invece di concertazione con i sindacati Ruolo preminente del Presidente del Consiglio nella presentazione delle riforme Scarso raccordo con gli altri livelli di governo Enfasi sulla lotta alla corruzione

La responsabilità dei singoli interventi di riforma 1 Le unità dotate di margini autonomia 1.Il Nucleo per la semplificazione per le norme e le procedure 2.L’ANAC 3.La Cada 4.Il Comitato tecnico-scientifico per il controllo strategico

La responsabilità dei singoli interventi di riforma 2 I commissari straordinari 1.Il Commissario per il federalismo 2.L’Alto commissario contro la corruzione

La responsabilità dei singoli interventi di riforma 3 Le strutture di progetto presso il Dfp (ma anche Formez o SSPA) 1.Urp 2.Controllo di gestione 3.Lavoro pubblico

La responsabilità dei singoli interventi di riforma 4 Le strutture amministrative ordinarie 1.Ministero del tesoro per la riforma del bilancio 2.Uffici e poi dipartimento per il programma di governo 3.Il Dit per l’informatizzazione

La responsabilità dei singoli interventi di riforma 5 Le singole amministrazioni (durante la XIV legislatura) 1.Organizzazione dei ministeri 2.Semplificazione procedimentale

La responsabilità dei singoli interventi di riforma 6 I rapporti tra le forme di intervento: le sovrapposizioni 1.La semplificazione 2.I controlli interni 3.L’innovazione tecnologica

Il modello organizzativo Essenzialmente centralizzato, ma nel contempo molto articolato e differenziato in relazione alle diverse linee d’azione Flessibilità, ma anche precarietà delle strutture Assenza di poteri coercitivi: necessità di un continuo sostegno della leadership politica del ministro della Funzione pubblica Modello adatto a concepire le riforme e ad adottare atti normativi, ma non ad attuarli Scarso coinvolgimenti delle strutture ordinarie che dovrebbero gestire stabilmente l’innovazione

I problemi 1.Come si concilia un modello centralizzato sul Dfp, ma debole nelle sue ramificazioni con l’esigenza di guidare un processo di cambiamento di medio-lungo periodo in una realtà frammentata e settorializzata? 2.Scollamento tra Norme e Attuazione 3.Coinvolgimento della dirigenza pubblica nella predisposizione delle riforme 4.Gli interventi per la stabilità guidati dal ministero dell’economia risultano alternativi alle riforme