Biopolitica e biocapitalismo Sociologia delle comunicazioni
Bios e biopolitica Michel Foucault Difendere la società ( ); Territorio, Sicurezza e Popolazione ( ) La nascita della biopolitica ( )
‘A differenza della disciplina, che investe il corpo, questa nuova tecnica di potere non disciplinare si applica alla vit5a degli uomini, o meglio, investe non tanto l’uomo-corpo, quanto l’uomo che vive, l’uomo in quanto essere vivente. Potremmo dire, al limite, che investe l’uomo-specie. …la nuova tecnologia che viene instaurata si rivolge alla molteplicità degli uomini … in quanto costituisce una massa globale investita da processi di insieme che sono specifici della vita, come la nascita, la morte, la produzione, la malattia e così via.’ (Michel Foucault, Bisogna difendere la società, p. 209) Il panopticon di Jeremy Bentham, Dispositivo Del potere Disciplinare
Bios e biopolitica Due interpretazioni italiane della biopolitica: Giorgio Agamben (1998) Homo Sacer. Potere sovrano e la nuda vita. Torino: Einaudi Roberto Esposito (2004) Bìos: Biopolitica e filosofia. Torino: Einaudi Michael Hardt e Antonio Negri (2009) Commonwealth. Cambridge, Mass.: Harvard University Press
‘Our reading not only identifies biopolitics with the localized productive powers of life – that is the production of affects and languages through social cooperation and the interaction of bodies and desires, the invention of new forms of the relation to the self and others, and so forth – but also affirms biopolitics as the creation of new subjectivities that are presented at once as resistance and de-subjectification.’ (Hardt and Negri 2009: 58)
Il bios della rete: Kevin Kelly (1995) Out of Control: The New Biology of Machines, Social Systems and the Economic World Eugene Thacker (2004) Biomedia. University of Minnesota Press. Tony Sampson (2012) Virality. Giorgio Grizotti bio-ipermedia (internet mobile)
Maurizio Lazzarato (1996) Lavoro Immateriale Il postfordismo mette al lavoro il ‘tempo di vita’ Il tempo di vita del postfordismo introduce qualcosa di nuovo rispetto al concetto di vita foucaultiano: la vita ‘a-organica’: ‘il tempo e le sue virtualità. Non il tempo astratto, il tempo misura, ma il tempo-potenza, il tempo come ‘fonte di creazione continua di imprevedibili novità’…’(p. 116)
Andrea Fumagalli e Cristina Morini ‘La vita messa a lavoro: verso una teoria del valore- vita. Il caso del valore-affetto’ Dal capitalismo industriale al biocapitalismo Alternativa al concetto di capitalismo cognitivo che evita di ridurre il processo di valorizzazione alle attività cognitive Valore-affetto Valore-immagine Valore conoscenza
Biocapitalismo “Con il termine ‘biocapitalismo,’ facciamo riferimento ad un processo di accumulazione che si basa sullo sfruttamento non solo della conoscenza ma di tutte le facoltà umane, da quelle relazionali-linguistiche, a quelle affettive-sensoriali. Si tratta di un’accezione più vasta rispetto al termine più comunemente usata di ‘capitalismo cognitivo’ (Fumagalli e Morini p. 95)
Biocapitalismo ‘Nel biocapitalismo il valore risiede insomma, innanzitutto nelle risorse intellettuali e relazionali del soggetto, e nella sua capacità di attivare scambi che possano essere tradotti in valore di scambio, cioè ‘monetizzabili’. Non si mette più sul mercato forza lavoro o astratte giornate-uomo, bensì una soggettività con un suo valore esperenziale, relazionale, creativo, la ‘potenza’ del soggetto.’ P. 97
Caratteristiche della produzione del valore nel biocapitalismo: -Centralità delle facoltà relazionali, sentimentali e cognitive degli esseri umani -Conoscenza soggettiva e non semplicemente oggettiva (incorporata nei soggetti produttivi) -Il corpo diventa parte del meccanismo produttivo (industria della bellezza, sessualizzazione orientata verso il mercato)
Caratteristiche della produzione del valore nel biocapitalismo: -assoggettamento introiettato, individualismo contrattuale -il general intellect si fa assemblaggio di singolarità in rete -La differenza si fa valore -Identità come campo e non come essenza
Caratteristiche della produzione del valore nel biocapitalismo: -assimilazione tra lavoro e vita -contraddizione tra desiderio di autonomia e asservimento -idiosincrasie e instabilità delle esistenze individuali Il caso del valore-affetto: il lavoro delle badanti
Caratteristiche del lavoro nel bio-capitalismo: -fine della separazione tra tempo di vita e tempo di lavoro -luogo di lavoro e luogo di vita -lavoro nomade -produzione, circolazione e consumo -Consumo atto della comunicazione
Biocapitalismo ‘Il ‘lavoro non pagato’ delle donne (il lavoro di riproduzione e di cura) diventa un interessante archetipo della produzione contemporanea. Non solo perché se… cerchiamo di dare misura.. alla riproduzione sociale – vale a dire il lavoro domestico, di cura, di gestione e di servizi necessari all’esistenza – ci accorgiamo che esso è superiore al totale del lavoro pagato, ma perchè riteniamo che esso ben si attagli a descrivere… la presente fase del capitalismo basata su un modello antropogenetico, vale a dire di ‘produzione dell’uomo attraverso l’uomo’ ‘ p. 98
‘che cosa si intende per femminilizzazione del lavoro? Si intende non solo l’espansione quantitativa delle donne sul mercato del lavoro, ma anche la messa in produzione dell’attitudine alla relazione e alla cura, storicamente più marcate tra le donne, addestrate per secoli nel ruolo riproduttivo’ (Cristina Morini Per amore o per forza, p. 13)
‘L’asimmetria che caratterizza il rapporto uomo-donna tra le pareti domestiche, viene esportata nella fabbrica cognitiva, nel rapporto tra capitale e lavoro, dove il venir meno delle garanzie di cui il lavoro godeva costringe la lavoratrice – ma anche il lavoratore – in una relazione di dipendenza totale. Si impiegano fedeltà e partecipazione, un tempo infinito, senza che nulla sia garantito…’ (Cristina Morini Per amore o per forza, p. 13)
Biocapitalismo ‘da questo punto di vista, il valore prodotto dal lavoro oggi eccede per forza, sempre, la remunerazione. Nel momento in cui il processo produttivo ingloba conoscenza e affetto, desiderio e corpi, motivazioni e opinioni, è ancora più evidente che mai, come non possa risultare pagato ciò che viene effettivamente ceduto.’ P. 98