Multa a Google Dopo cinque anni di indagini, le autorità antitrust europee hanno deciso di presentare il ricorso formale contro Google, accusata di abuso di posizione dominante sul mercato. Il Commissario antitrust della Ue, Margrethe Vestager, ha rotto ogni indugio e - secondo alcune fonti citate dal Wall Street Journal - informerà il resto della Commissione del ricorso contro Mountain View per violazione di norme sulla concorrenza.
La prima accusa Google chiede ai produttori di smartphone e tablet che vogliono usare Android di preinstallare l’app di ricerca Google Search e il browser, sempre di Google, Chrome. In particolare secondo la Commissione questi diventano servizio di default come precondizione per installare il negozio digitale Google Play. Il risultato è che altre app di ricerca non possono essere installate come servizio default. E i produttori sono disincentivati dall’installare i loro eventuali browser o app.
Seconda accusa Nel momento in cui un produttore sceglie sistema operativo e negozio digitale di Google gli viene chiesto di firmare un “Anti-fragmentation Agreement” che lo obbliga a non vendere prodotti che montano un fork di Android. Il fork è in sostanza una copia dell’originale. Essendo infatti Android open source, gli sviluppatori hanno accesso al codice e possono creare una sistema operativo copia (fork). Che, secondo l’accordo, non potrà trovare ospitalità sui telefoni di un produttore partner.
Terza accusa Google ha elargito «significativi incentivi finanziari» ad alcuni dei principali produttori di smartphone al mondo e agli operatori mobili alla condizione che preinstallassero Google Search e altri servizi.
La posizione dominante di google Bruxelles ritiene che Google «occupi una posizione dominante sul mercato dei servizi di ricerca generale su internet, dei sistemi di sfruttamento degli smartphone già oggetto di una licenza e delle applicazioni in linea per il sistema operativo mobile Android»: detiene quote di mercato superiori al 70% in quasi tutti i paesi dello spazio economico più importanti. vendita-strategy-analytics/
Se non dovesse trovarsi un'intesa, Google dovrebbe pagare una sanzione pari al 10% del suo fatturato annuale. Vorrebbe dunque dire pagare 7 miliardi di dollari. Con la consegna della “lettera formale di obiezioni” Google potrà difendersi dalle accuse. In termini di business l’arrivo di Google sugli smartphone si è tradotto in una crescita del business pubblicitario mobile legato ai suoi servizi. Secondo eMarketer nel 2016 oltre la metà degli utili pubblicitari dell’azienda arriveranno da questo fronte. Eventuali modifiche potrebbero in effetti avere una conseguenza su questo business, visto che in Europa la quota di Android (90%) è superiore a quella Americana (59% secondo Idc).
«Android ha contribuito allo sviluppo di un ecosistema rilevante - e, ancora più importante, sostenibile - basato su un software open source e sull'innovazione aperta. Saremo felici di lavorare con la Commissione Europea per dimostrare che Android è un bene per la concorrenza ed è un bene per i consumatori» risponde ufficialmente Kent Walker, Senior Vice President & General Counsel dell’azienda. In una nota Google aggiunge: «I nostri accordi con i partner sono interamente su base volontaria - chiunque può usare Android senza Google. Provateci - potete scaricare l'intero sistema operativo gratuitamente, modificarlo come volete e costruire un telefono. E grandi aziende come Amazon lo fanno». Bergonzoni Luca, Giardina Gianluca, Naccarato Mattia, Righetti Davide