Realismo e provocazione Giovanni Boccaccio Realismo e provocazione Certaldo, presunta casa di Boccaccio È figlio del ricco mercante Boccaccio di Chelino e di una donna probabilmente di umile estrazione sociale. Per questo motivo, da adulto lo scrittore inventerà la leggenda di una propria origine nobile, addirittura da una figlia del re di Francia 1313 Tra giugno e luglio, forse a Certaldo, nasce Giovanni Boccaccio • Fin da piccolo viene sottratto alla madre, legittimato e condotto a Firenze presso la casa del padre 1319 Il padre si sposa e ha un secondo figlio, Francesco 1327 Boccaccio di Chelino è rappresentante dell’impresa bancaria dei Bardi a Napoli e avvia il figlio all’apprendistato 1331 Dopo vari fallimenti, Giovanni è indirizzato agli studi di diritto canonico • In questi anni inizia a scrivere e s’innamora di Fiammetta, dietro cui è possibile che si nasconda Maria d’Aquino, figlia illegittima di Roberto d’Angiò Emma Sandys, Fiammetta, 1876 1340 Torna a Firenze presso il padre. A questo periodo risale l’amicizia con Petrarca 1343 Dopo la morte di Roberto d’Angiò sfumano i suoi propositi di tornare a Napoli 1345 Inizia un periodo difficile: fallisce il Banco dei Bardi; l’anno dopo Boccaccio è a Ravenna, quindi, nel 1347, a Forlì 1348 Durante la peste nera, egli è a Firenze: perde il padre ed eredita il patrimonio. Inizia a scrivere il Decameron, che termina già nel 1351
Giovanni Boccaccio 1350 È inviato a Ravenna per donare alla sorella monaca di Dante un risarcimento per l’esilio del fratello. Incontra di persona Petrarca e l’anno dopo gli offre una cattedra nello Studio fiorentino 1351 Inizia la sua carriera diplomatica: è inviato in Tirolo per prendere accordi con Ludovico di Baviera 1354 È ad Avignone per presentare al papa il punto di vista fiorentino sulla discesa di Carlo IV 1355 Torna a Napoli con la speranza (delusa) di diventare segretario del re; frequenta la biblioteca locale 1359 È a Milano dall’amico Petrarca. Fa introdurre l’insegnamento della lingua greca nello Studio fiorentino 1360 Una bolla papale attesta la sua nomina a chierico. In seguito a una fallita congiura in cui sono implicate persone a lui molto vicine, cade in disgrazia a Firenze e attraversa una crisi religiosa L’amicizia fra Boccaccio e Petrarca è determinante per l’affermarsi dell’indirizzo umanistico a Firenze 1361 Si ritira a Certaldo, dedicandosi allo studio e alla scrittura 1365 Il mutamento della situazione politica fiorentina gli permette di assumere nuovi incarichi politici 1368 Per l’ultima volta, è ospite a Padova di Petrarca 1373 È chiamato dal Comune fiorentino a tenere una lettura pubblica della Commedia 1375 Muore a Certaldo il 21 dicembre
L’opera Giovanni Boccaccio Periodo napoletano Caccia di Diana (1333-34) poemetto in terza rima di 18 canti Filostrato (1335) poemetto in ottave diviso in 9 parti Periodo napoletano Filocolo (1336-39) romanzo in prosa in 5 libri • Evidente sperimentalismo di tipo dantesco Teseida delle nozze d’Emilia (1339-41) poema epico-cavalleresco in ottave in 12 libri Comedia delle ninfe fiorentine (1341-42) prosimetro di narrazioni e testi in terza rima • Attraversamento di tutti i generi Amorosa visione (1342-43) poema allegorico in terza rima in 50 canti • Bilinguismo ma preferenza del volgare L’opera Periodo fiorentino Elegia di Madonna Fiammetta (1343-44) lunga lettera in prosa di Fiammetta • Forte influsso della tradizione cortese provenzale Ninfale fiesolano (1344-46) poemetto in 473 ottave Decameron (1349-51) raccolta di 100 novelle in 10 giornate • Preminenza della narratività Corbaccio (1365) pamphlet polemico in prosa • Letteratura ricreativa intesa come svago colto Genealogia deorum gentilium (1350-75) trattato in latino in 15 libri Opere della vecchiaia Trattatello in laude di Dante (1357-61) biografia di Dante con episodi romanzeschi Esposizioni sopra la Comedia (1373-74) lezioni fino al XVII canto dell’Inferno
La formazione letteraria Giovanni Boccaccio La formazione letteraria modelli: cortese e classico pubblico ideale: femminile atteggiamento: sperimentale argomento: amoroso stile: galante e vario Influenza della corte angioina, in cui la tradizione romanzesca si mescola con il culto dei classici latini: Virgilio, Stazio, Ovidio, Lucano Tra invenzioni e dati autobiografici, la scrittura di Boccaccio è tesa all’affabulazione, prediligendo spesso la conversazione galante Dal romanzo di avventura a quello cavalleresco, dal poemetto arcadico a quello idillico, dal racconto sentimentale alla novella, Boccaccio dà vita a generi letterari destinati a grande fortuna La preminenza del tema amoroso non è una novità di Boccaccio, ma il suo contributo originale sta nel realismo con cui sono oggettivati i vari aspetti dell’amore Agendo da mediatore culturale, Boccaccio connette la tradizione cortese a quella fiorentina Idea della letteratura come svago colto, basato sull’effusione sentimentale o sull’ironia Varietà di toni e linguaggi tipica della tradizione fiorentina (e di ascendenza dantesca) L’amicizia con Petrarca rende più consapevole la curiosità umanistica di Boccaccio, che d’altronde, grazie al culto per Dante, resta saldamente legato alla tradizione fiorentina
La giovinezza napoletana Giovanni Boccaccio La giovinezza napoletana Caccia di Diana Come seguaci della dea Diana, le più belle nobildonne napoletane si ritrovano a uccidere ciascuna un animale. Ribellatesi all’autorità di Diana e invocata Venere, assistono alla trasformazione degli animali in uomini. Tra essi c’è anche il poeta, che ringrazia la propria donna. Dante Gabriel Rossetti, Visione di Fiammetta, 1878 Poemetto in terza rima di 18 canti (1333-34) Filostrato Ricollegandosi al ciclo troiano, Boccaccio racconta l’episodio dell’amore di Troilo, figlio di Priamo, per la prigioniera greca Criseida. Liberata dagli achei, la donna dimentica l’amante, che per disperazione si lascia uccidere da Achille. Il titolo, nel greco approssimativo di Boccaccio, dovrebbe significare “il vinto d’amore”. Poemetto in ottave diviso in 9 parti (1335) Filocolo Boccaccio racconta all’amata Fiammetta la celebre storia di Florio e Biancifiore, già ripresa in Toscana in un cantare, ma amplificandone il nucleo originario attraverso espedienti tipici del romanzo alessandrino. Molto frequenti le digressioni dotte e gli inserti. Il titolo, in greco inesatto, significa “fatica d’amore”. Romanzo in prosa in 5 libri (1336-39) Teseida Il poeta racconta a Fiammetta un episodio del ciclo tebano: la guerra di Teseo contro le Amazzoni e quindi la contesa tra Arcita e Palemone per ottenere in moglie la bella amazzone Emilia. Poema in ottave in 12 libri (1339-41)
La maturità fiorentina Giovanni Boccaccio La maturità fiorentina • Giunto a Firenze, Boccaccio cerca di legare gli schemi della letteratura cortese alla tradizione locale Comedia delle ninfe fiorentine Il pastore fiorentino Ameto incontra un gruppo di sette ninfe, che gli raccontano i loro amori in versi. Ascoltate le loro storie, egli fa un bagno purificatore, dopo il quale capisce il senso allegorico della vicenda: ha conosciuto le sette virtù capitali, grazie alle quali si è trasformato da rozzo pastore in uomo che può accedere alla conoscenza divina. Prosimetro di narrazioni e testi in terza rima (1341-42) In sogno il poeta si reca in visita a un castello. Sulle pareti delle varie stanze vede affrescati i trionfi di Sapienza, Gloria, Avarizia, Amore e Fortuna, che descrive con lunghe divagazioni erudite. In giardino, incontra delle nobildonne, di cui tesse l’elogio. Tra esse c’è Fiammetta, con la quale cerca di congiungersi carnalmente tradizione allegorica fiorentina tradizione bucolica classica Amorosa visione Poema in terza rima di 50 canti (1342-43) Elegia di Madonna Fiammetta allegorismo religioso dantesco Boccaccio amplifica lo schema dell’elegia classica, dando voce direttamente alla donna amata, che acquista concretezza e realismo psicologico. Ella racconta di essere stata tradita dall’amato Panfilo (maschera dell’autore) e chiede conforto alle «innamorate donne». allegorismo laico boccacciano Lettera in prosa di Fiammetta (1343-44) Concepito come un omaggio a Firenze, il poemetto racconta l’infelice storia d’amore di Africo e Mensola, da cui avrebbero avuto origine (secondo un processo metamorfico di tipo ovidiano) i due torrenti che alimentano l’Arno Ninfale fiesolano Rovesciamento della Beatrice dantesca: concretezza dell’amore delineato attraverso un intreccio di motivi letterari Poemetto in 473 ottave (1344-46)
Le ultime opere Giovanni Boccaccio Corbaccio Respinto da una vedova di cui è innamorato, lo scrittore sogna di ritrovarsi in un terribile deserto, dove gli appare il defunto marito dell’ingrata, che gli spiega come l’amore non convenga alla sua età avanzata e come le donne siano tutte false e rapaci. Libello polemico in prosa (1365) Antica tradizione misogina Rovesciamento della tradizione cortese Genealogia deorum gentilium È il più importante trattato latino di Boccaccio, nonché l’opera che mostra meglio il suo spirito proto-umanistico. Si tratta di un repertorio di immagini classiche reinterpretate dal punto di vista storico, naturale e morale. Quest’opera inaugura la tendenza tipica dell’Umanesimo a spiegare simbolicamente miti e figure della letteratura greco-latina. Trattato latino in 15 libri (1350-75) Se scarsa, a differenza che in Petrarca, è la produzione poetica di Boccaccio (limitata quasi solo alle 16 ecloghe del Bucolicum carmen), più numerosi sono i trattati eruditi, che raccolgono e rielaborano immagini, temi, situazioni della letteratura classica. Altre opere latine Bucolicum carmen De casibus virorum illustrium De mulieribus claris Letteratura come fictio a beneficio del lettore Scritti su Dante Oltre che copista dell’opera dantesca, Boccaccio è autore di una biografia del Poeta, in cui lo propone come modello dell’individuo in lotta contro la sorte; e di appassionate lezioni sulla Commedia, che hanno però il difetto di chiudersi in un orizzonte angustamente etico-religioso. Trattatello in laude di Dante Esposizioni sopra la Comedia
Boccaccio “mediatore culturale” Giovanni Boccaccio Boccaccio “mediatore culturale” • Al centro dell’opera di Boccaccio c’è il modello letterario cortese • Su di esso s’innesta da un lato il richiamo ai testi classici… … dall’altro la tradizione fiorentina • In questo secondo filone Boccaccio si ricollega soprattutto a Dante, fondendo realismo e allegorismo • L’esito è un’opera composita e altamente sperimentale, che rielabora ma soprattutto innova realismo Modelli classici Letteratura cortese Tradizione fiorentina • Repertorio di temi e figure • Centralità del tema amoroso • Funzione pedagogica della lette- ratura • Funzione etica della letteratura • Sperimentalismo e varietà • Scrittura colta di carattere erudito allegorismo • Dimensione religiosa • Dimensione epica • Lingua e stile • Scrittura narrativa di carattere popolare • Funzione edonistica della letteratura • Grande risalto alla componente avventurosa
Decameron: la struttura Giovanni Boccaccio Decameron: la struttura Dal greco “dieci giorni”, con riferimento alla struttura dell’opera: una raccolta di 100 novelle legate insieme da una cornice che si sviluppa in dieci giorni, durante l’infuriare della peste nera a Firenze nel 1348 • Ogni giorno viene eletto un re o una regina, che sceglie l’argomento della narrazione 1. Tema libero • La cornice si svolge in 2 settimane, ma sono esclusi i venerdì e i sabati 2. La fortuna • Dioneo ha il privilegio di non sottostare all’obbligo di argomento 3. La virtù dell’«industria» • Ogni novella è introdotta da una rubrica 4. Gli amori infelici 10 temi (uno per ogni giornata) 5. Gli amori felici 10. Onore, magnanimità 6. I motti sagaci 8. Beffe tra uomini e donne 9. Tema libero 7. Gli inganni ai mariti 10 novelle per ogni giornata (100) 10 giornate 10 narratori Pampinea (“la rigogliosa”) Filomena (“l’amata”) Dioneo (“lussurioso”) 3 uomini 7 donne Neifile (“nuova amante”) Panfilo (“tutto amore”) La struttura dell’opera rappresenta il tentativo compiuto dalla letteratura di mettere ordine nel caos. Dieci è il numero dei comandamenti dati da Dio a Mosè, al fine di stabilire una legge che regolasse la vita del popolo ebraico Fiammetta Filostrato (“vinto d'amore”) Emilia Elissa (altro nome di Didone) Lauretta (donna di Petrarca)
Decameron: ordine nel caos Giovanni Boccaccio Decameron: ordine nel caos «orrido cominciamento» fuga e isolamento nuovo ordine gioia di vivere morte e dissoluzione della vita civile letteratura come alternativa polemica politica e tema religioso rifiuto del “reale” e scelta della fictio adozione di una legge e di una gerarchia sistemazione del materiale narrativo utopia di una società perfetta realismo ed edonismo nelle novelle La brigata si riunisce nella chiesa di Santa Maria del Fiore La brigata fugge dalla città isolandosi in campagna La letteratura è dispensatrice di ordine e consolazione. Ma la struttura del Decameron contiene anche altri messaggi impliciti • La letteratura è parte integrante della vita civile • L’invenzione letteraria nasce dall’esperienza • La varietà di voci corrisponde alla varietà di stili • Nell’ordine utopico devono permanere squarci di libertà, concessioni al caos, incarnate in Dioneo • Secondo alcuni, i temi delle giornate si succedono in un ordine ascensionale: dal peccato alla virtù • Valore metanarrativo del Decameron Johnn Everett Millais, Lorenzo e Isabella, 1849 (particolare)
Decameron: i temi Giovanni Boccaccio La fortuna L’industria L’amore è una forza autonoma, oggettiva e superiore La fortuna determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi è la qualità mercantile per eccellenza: l’intraprendenza L’industria è utile ma non sufficiente contro la sorte deve manifestarsi in ogni esperienza umana per fortuna e industria può essere lieto o infelice L’amore si sviluppa in una fitta trama di richiami letterari da esperienza di vita diventa archetipo letterario la parola opportuna può essere decisiva La parola è un’applicazione speciale dell’industria fondamentalmente è invenzione, inganno È una manifestazione della creatività umana L’inganno regola quasi ogni rapporto umano Innalzamento del registro e dei temi L’onore esaltazione degli ideali cortesi William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso di basilico, 1867 (particolare)
Decameron: lo stile Giovanni Boccaccio Varietà polifonia varietas • Molteplicità dei narratori • Principio dell’alternanza • Narrazioni a incastro: vari livelli narrativi • Densa elaborazione retorica polifonia • Molteplicità dei punti di vista • Mobilità sintattica (costruzioni latine) • Varietà dei temi e dei toni • Ricchezza delle scelte lessicali Varietà varietas pluristilismo • Varietà dei registri espressivi • Realismo mimetico plurilinguismo • Alternanza narrazione-dialogo • Molteplicità dei livelli stilistici • Latinizzazione della prosa patetico comico grottesco eroico sublime tragico • Lingua viva fiorentina • Calchi provenzali (gallicismi) • Influssi napoletani e di altri volgari