PROFESSIONI SANITARIE E LA SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE

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PROFESSIONI SANITARIE E LA SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE RIABILITAZIONE LA SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE Prof. Roberto Paternò

MOBILITA’ E’ definita come la capacità di muoversi nell’ambiente. Da un punto di vista clinico la mobilità viene spesso valutata osservando le seguenti funzioni: passare dalla posizione seduta a quella eretta, salire le scale, camminare.

IMMOBILITA’ E’ definita come difficoltà o incapacità a compiere movimenti. Rappresenta nelle persone anziane il risultato di una malattia. L’immobilità incide negativamente sulla qualità della vita, riduce l’indipendenza e l’autonomia personale e aumenta la richiesta di prestazioni assistenziali.

INVECCHIAMENTO FISIOLOGICO E IMMOBILITA’ L’invecchiamento fisiologico raramente provoca immobilità, ma comporta una considerevole riduzione del livello massimo di capacità, per cui si può giungere molto vicino alla soglia minima al di sotto della quale vi è la disabilità.

RIDUZIONE, NELL’INVECCHIAMENTO FISIOLOGICO, DELLE CAPACITA’ FUNZIONALI DI VARI ORGANI IMPORTANTI PER IL MOVIMENTO Perdita della forza muscolare Rallentamento dei riflessi Riduzione del potere aerobico Attenuazione della risposta dei barocettori

La mobilità è una funzione estremamente complessa ed integrata per cui, per comprenderne la patogenesi, dobbiamo usare un modello di valutazione che tenga conto delle malattie, delle capacità e delle funzioni.

MODELLO CONCETTUALE DI IMMOBILITA’ BASATO SULLA CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE, MENOMAZIONI E DISABILITA’

MALATTIE E MENOMAZIONI CAUSA DI IMMOBILITA’ NEGLI ANZIANI

VALUTAZIONE DEI PROBLEMI DELLA MOTILITA’ NELL’ANZIANO Anamnesi - Informazioni sulla mobilità del paziente - Cause delle limitazioni funzionali - Ruolo della disabilità nell’attività del paziente Esame obiettivo - Osservazione del paziente - Tests formali sulle capacità motorie

ESEMPI DI VALUTAZIONE DELL’ANDATURA BASATI SULL’ESECUZIONE DI ATTIVITA’

COMPLICANZE DELL'IMMOBILIZZAZIONE - Cute - Apparato locomotore - Apparato cardiovascolare - Apparato respiratorio - Apparato digerente - Apparato genitourinario - Metabolismo - Fattori psicologici

Ulcere da pressione e ulcere o piaghe da decubito sono sinonimi ma poiché il fattore fisiopatologico più importante è rappresentato dalla prolungata compressione il primo di questi due termini è più appropriato.

VARI STADI DELLE ULCERE DA PRESSIONE 1° Le lesioni si presentano come un eritema il cui colore non cambia alla digitopressione. 2° Soluzione di continuo della cute che interessa l’epidermide ed il derma.

3° Necrosi profonda, ulcerazione crateriforme con perdita di tessuto a tutto spessore; il danno e la necrosi si possono estendere in profondità fino, ma non oltre, la fascia muscolare.

4° Ulcerazione a tutto spessore con esteso danno o necrosi, fino al muscolo, all’osso o alle strutture di sostegno. Può ingrandirsi fino a un diametro di molti centimetri. Può essere dolorosa.

EPIDEMIOLOGIA Tra i pazienti costretti a letto o alla sedia per almeno una settimana, la prevalenza delle ulcere da pressione è del 28%. Più del 50% delle ulcere da pressione si manifestano in ultrasettantenni.

COMPLICANZE - Sepsi - Infezioni locali - Prolungamento della degenza - Incremento della mortalità negli anziani

FATTORI DI RISCHIO Ogni processo patologico che porta all’immobilità Movimenti spontanei notturni Malnutrizione (ipoalbuminemia, inadeguato apporto alimentare, calo ponderale) Secchezza della cute Ipotensione arteriosa Età avanzata

PATOGENESI E FISIOPATOLOGIA DELLE ULCERE DA PRESSIONE

FORZE DI ATTRITO O SFREGAMENTO Le forze di attrito sono quelle forze tangenziali che si sviluppano quando un individuo è seduto oppure quando la testata del letto è sollevata e il paziente scivola lentamente sul piano del letto. Le forze di attrito abbassano il valore soglia della pressione in grado di ledere l’epidermide.

RUOLO DELLA RIDUZIONE DEL FLUSSO SANGUIGNO NELLA FORMAZIONE DELLE ULCERE DA PRESSIONE Pressione-sfregamento Riduzione del flusso sanguigno - Danno endoteliale - Rilascio ROS - Vasocostrizione Riduzione di ossigeno e nutrienti Necrosi

RUOLO DEL DANNO DEL SISTEMA LINFATICO NELLA FORMAZIONE DELLE ULCERE DA PRESSIONE Pressione-sfregamento inducono ipossia Danno ai muscoli lisci del sistema linfatico Riduzione del flusso della linfa Accumulo di prodotti di scarto - Necrosi

FATTORI CHE CONTRIBUISCONO ALLA FORMAZIONE DELLE ULCERE DA PRESSIONE Intensità Durata   Pressione - Sfregamento  Danno tessutale

FATTORI CHE DETERMINANO LA TOLLERANZA DELLA PELLE ALLA PRESSIONE E ALLO SFREGAMENTO Alterazioni nella composizione dell’epidermide Alterazioni nella composizione del derma Perfusione del tessuto - Stato nutrizionale

PREVENZIONE DELLE ULCERE DA PRESSIONE Cambiamenti di posizione Posizioni da assumere Mezzi che riducono la pressione Cose da evitare (massaggi sulle prominenze ossee, posizionare il dorso a 90 gradi rispetto superficie d’appoggio, ciambelle)

VALUTAZIONE DEI PAZIENTI CON ULCERE DA PRESSIONE Valutazione globale del paziente stesso e trattamento delle condizioni che predispongono al rischio di ulcera I siti di più frequente insorgenza sono: la regione sacrale, natiche a livello delle tuberosità ischiatiche, la regione trocanterica, i calcagni e i malleoli laterali - Valutazione delle infezioni associate

TRATTAMENTO DELLE ULCERE DA PRESSIONE Vitamina C, adeguato apporto proteico Antibiotici nei pazienti con sepsi o con segni di infiammazione locale Asportazione chirurgica associata all’uso di garze imbevute di soluzione fisiologica è sufficiente a rimuovere il tessuto necrotico presente nell’ulcera Sutura primaria, innesti cutanei e miocutanei, rimozione delle prominenze ossee sottostanti

VALUTAZIONE DEL PAZIENTE ANZIANO IMMOBILIZZATO Anamnesi - Estensione e durata dei deficit funzionali - Condizioni patologiche concomitanti - Notizie relative ai farmaci assunti - Fattori psicologici - Valutazione dell'ambiente in cui il paziente vive

Esame obiettivo - Cute - Tono e forza muscolare - Condizioni polmonari e cardiocircolatorie - Patologie a carico dei piedi - Deficit motori focali - Deficit sensitivi/sensoriali focali - Livelli di mobilità

LINEE GUIDA PER IL TRATTAMENTO DEI PROBLEMI LEGATI ALLA IMMOBILITA’ La terapia è multifattoriale poiché comprende il trattamento delle malattie, delle menomazioni e degli altri fattori che possono influenzare la disabilità. Il paziente e le persone che lo assistono, devono essere coinvolte attivamente nelle decisioni terapeutiche.

Allenamento fisico Interventi sull’ambiente