Corpo interattività arte. L’interazione tra nuove tecnologie e creatività apre nuovi orizzonti all’espressione artistica è in questo scenario che si incontrano.

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Corpo interattività arte.
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Corpo interattività arte

L’interazione tra nuove tecnologie e creatività apre nuovi orizzonti all’espressione artistica è in questo scenario che si incontrano una serie di sperimentazioni che riprendendo le esperienze della body art, della performance art e della video art nate nella stagione delle neo-avanguardie degli anni sessanta e settanta, si uniscono alle nuove suggestioni derivata dalla rivoluzione digitale.

Video Art o Videoarte Forma d’espressione artistica basata sulla realizzazione e la trasmissione di immagini, spesso in movimento e accompagnate da suoni, attraverso apparecchiature televisive. Affermatasi negli Stati Uniti e in Europa nel corso degli anni Sessanta, a seguito della diffusione della televisione, la Video Art riveste da allora un ruolo importante all’interno dell’arte contemporanea. Rispetto al mezzo cinematografico, la tecnologia utilizzata risulta più accessibile, in termini sia di costi sia di applicazioni. Inoltre le immagini prodotte nella Video Art sono suscettibili di manipolazioni più radicali di quelle consentite dalla ripresa e dal montaggio cinematografico. Tra i pionieri della Video Art figurano lo statunitense Nam June Paik e il tedesco Wolf Vostell, entrambi esponenti del gruppo Fluxus: sollecitati dalle numerose possibilità offerte dai nuovi mezzi tecnologici, crearono opere composte da rapide successioni di immagini, astratte o realistiche, elaborate per mezzo di sofisticate apparecchiature elettroniche. La Video Art rivela la sua grande versatilità nell’incontro con altre forme di rappresentazione artistica, come la performance e l’happening: la registrazione di eventi unici e spesso irripetibili diventa opera essa stessa, instaurando un gioco di rimandi tra realtà, esibizione e finzione. Molti artisti hanno esplorato questo ambito stimolante, tra cui Richard Serra, Robert Morris, Vito Acconci, Douglas Huebler, Bruce Nauman. Mettendo in evidenza le implicazioni tra visione e voyeurismo, la Video Art si avvicina anche alla Body Art, che fa leva sul coinvolgimento del corpo nell’esperienza artistica: ne sono esempio i lavori di Carole Schneeman e Dan Graham. Infine, l’utilizzo di più monitor avvicinati e disposti in complesse composizioni porta spesso gli artisti della Video Art a creare delle vere e proprie installazioni (o videoinstallazioni), in cui assume grande rilevanza la dimensione spaziale e plastica dell’opera. Interpreti geniali della Video Art negli ultimi decenni sono stati Bill Viola e Gary Hill, che hanno voluto esibire le potenzialità stesse del mezzo tecnico, inserendo una grossa componente autoreferenziale nelle loro creazioni. Microsoft ® Encarta ® Enciclopedia Premium. © Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

Nam June Paik Negli anni Sessanta Paik fu autore di celebri performance: la più famosa fu Etude for Pianoforte (1960) in cui l'artista suonava uno studio di Chopin, scoppiava in lacrime, saltava tra il pubblico, copriva di shampoo John Cage dopo avergli tagliato la cravatta e se ne andava annunciando che la performance era finita. La sua svolta come videoartista avvenne nel 1963, quando presentò Exposition of Music Electronic Television a Wuppertal; un assemblaggio di media diversi con 13 televisori, 3 pianoforti e altre fonti sonore. Stabilitosi a New York nel 1964, da allora Paik è attivo come videoartista. Come animatore culturale, ha realizzato mostre e performance con artisti dalle poetiche molto distanti dalle sue; tra questi, con il tedesco Joseph Beuys su musiche di Cage. Microsoft ® Encarta ® Enciclopedia Premium. © Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

Technology (1991) è una complessa struttura con 25 piccoli schermi televisivi, che fanno scorrere immagini di filmati precedentemente memorizzati su dischi laser: il lettore elettronico si trova all'interno della scultura. Microsoft ® Encarta ® Enciclopedia Premium. © Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

La Performance Art, così come siamo oggi abituati a intenderla, nacque negli Stati Uniti negli anni Trenta, per opera di alcuni artisti europei provenienti dal Bauhaus tedesco. Tra loro, Josef Albers, Anni Albers e Xanti Schawinsky, che erano stati invitati a insegnare i principi del Bauhaus presso il nuovo Black Mountain College in North Carolina. Nel 1952 fece scalpore la performance di John Cage messa in scena al College, senza titolo, nella quale in 45 minuti una persona leggeva un testo, un’altra danzava e una terza produceva suoni, senza parti prefissate. La danza fu molto importante nel primo periodo di affermazione della Performance Art, grazie anche alla entusiastica adesione al genere da parte di gruppi come il newyorkese Judson Dance Group, che perseguivano il principio dell’identificazione tra arte e vita. Una delle performance più famose di questo periodo si deve all’artista francese Yves Klein: in Anthropometries (1960), al suono di un’orchestra, tre donne nude si ricoprivano di vernice blu e quindi premevano il proprio corpo contro una tela, lasciando la loro impronta colorata. Microsoft ® Encarta ® Enciclopedia Premium. © Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

Per body art si intende la convergenza teorica ed espressiva di artisti partecipi di esperienze differenti, ad esempio della Pop Art, della Video Art o della Modern Dance (vedi Danza moderna e contemporanea). Tratti comuni agli allestimenti della Body Art furono il ricorso a vari mezzi artistici, l'improvvisazione e il coinvolgimento attivo dello spettatore. Negli anni Sessanta l'artista francese Yves Klein (proveniente dal Nouveau Réalisme francese) presentò modelli nudi, cosparsi di colore, che si rotolavano o erano trascinati sopra tele poste sul pavimento. Altri artisti riconducibili a una forma estrema di Body Art sono la francese Orlan e i membri dell'Aktionismus viennese. Tra questi ultimi, Hermann Nitsch eseguiva performance nel corso delle quali si faceva coprire di sangue, mentre Arnold Rainer creava dipinti davanti agli spettatori, esibendo il proprio gesto, e non l’oggetto prodotto, come effettiva opera d’arte. Microsoft ® Encarta ® Enciclopedia Premium. © Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati.

Nel decennio successivo lo statunitense Chris Burden introdusse nella Body Art tendenze sadomasochistiche, giungendo a crocifiggersi sul baule di un'auto, a spararsi a un braccio o a strisciare nudo sopra cocci di vetro. Esponenti di una forma meno estrema di espressione artistica furono gli inglesi Gilbert & George: la loro Singing Sculpture (Underneath the Arches) del 1971 consiste in un canto e in una danza sopra un tavolo. All'interno della propria personale ricerca, hanno sperimentato forme di Body Art il videoartista Nam June Paik, il musicista John Cage, il pittore Joseph Beuys e il coreografo Merce Cunningham. In Italia hanno prodotto performance di Body Art Piero Manzoni, Jannis Kounellis, Gino De Dominicis, Vettor Pisani e, nell'ambito della sperimentazione sui mezzi di comunicazione visiva, il gruppo Studio Azzurro.

Uno degli esponenti più interessanti di questa linea di ricerca artistica è Marce.Lì Antuñez Rocas: nelle sue performance il suo corpo diventa oggetto di sperimentazione, materiale che può essere trasformato dalla macchina, a sua volta controllata dal pubblico. C'è forse in questa performance di Rocas una sorta di recupero ed estremizzazione dalle ancestrali origini sacrali dell’arte. In un certo senso l’artista ricostruisce una cerimonia sacrificale offrendo se stesso come vittima. Ma l'aspetto più interessante in tutto questo è la simbiosi uomo-macchina. Come le tecnologie entrando in relazione con il nostro pensiero lo trasformano e lo estendono, ci fa notare Rocas, esse stanno per introdursi anche nel nostro corpo.

Ancora più esplicito è il lavoro sul concetto di mutazione che porta avanti Stelarc, artista australiano tra i più consapevoli delle trasformazioni che le tecnologie stanno determinando nella nostra struttura biologica. Nelle sue performance Stelarc si dota di protesi meccaniche come una terza mano o un braccio virtuale. In questo modo Stelarc ci parla della mutazione necessaria cui l'uomo è destinato per adattarsi al nuovo ambiente artificiale. Egli stesso ha scritto: «La tecnologia non è più soltanto aggiunta aggiunta al corpo, ma vi viene fissata. fissata. La tecnologia si trasforma da contenitore a componente del corpo. corpo. Come strumento, essa ha frammentato e spersonalizzato l'esperienza, come componente ha il potere di scindere la specie. specie. Non è più di alcun vantaggio rimanere umani o evolversi come specie, l'evoluzione umana termina quando la tecnologia invade il corpo.» Stelarc, Da strategie psicologiche a cyberstrategie: prostetica, robotica ed esistenza remota, in Luigi Capucci, (a cura di) Il corpo tecnologico. L’influenza delle tecnologie sul corpo e sulle sue facoltà, Baskerville, Bologna 1994, p. 65.]

Nell'arte interattiva invece l'opera è un ambiente o un dispositivo in grado di reagire agli stimoli del fruitore Verso questa frontiera si muovono alcuni artisti che, ereditando anche in questo caso idee ed esperienze delle avanguardie degli anni '60, sperimentano l'uso della realtà virtuale o di installazioni interattive a fini estetici. Nel primo caso, mediante le tecnologie della realtà virtuale, vengono creati spazi astratti in cui il fruitore può muoversi con una modalità percettiva completamente immersiva. Nel secondo caso invece l'opera consiste di ambienti reali che, mediante l'uso di schermi, display o proiettori, sistemi di interfaccia ambientali e sensori di movimento, vengono popolati da immagini e suoni generati da espliciti atti volontari del fruitore o da suoi movimenti involontari, e con cui egli può interagire. Un'ultima tendenza nel campo delle arti digitali è la cosiddetta Internet art o Web art. Come ci si può facilmente immaginare, si tratta di sperimentazioni che puntano ad un uso estetico delle tecnologie di rete. Sebbene in queste sperimentazioni l'aspetto della comunicazione grafica e visiva sia un elemento preponderante, esso tuttavia si integra anche con altre forme di comunicazione, non ultima quella verbale. Anche in questo caso l'elemento dell'interattività e del coinvolgimento dei fruitori nel farsi stesso dell'operazione artistica è centrale, e spesso sfrutta le capacità intrinseche di questo strumento di comunicazione di fornire ambienti cooperativi, sia in tempo reale sia in modalità asincrona.