Le scoperte geografiche XV-XVI sec. ricerca di oro, schiavi e terre adatte a colture specializzate l’alto costo delle spedizioni richiedeva finanziamenti ingenti e sicuri; i viaggi vengono finanziati da banchieri e ricchi mercanti. per consentire simili imprese era necessario il progresso tecnico: buone conoscenze astronomiche e tecniche avanzate cartografia strumenti di orientamento nello spazio (bussola) vascelli efficienti (come le nuove caravelle)
Le scoperte geografiche XV-XVI sec. 1487 Bartolomeo Diaz doppiò il Capo di Buona Speranza 1497-99 Vasco de Gama proseguì nell’Oceano Indiano fino a Calicut 1492 Colombo approdò alle isole Bahamas 1497 il veneziano Giovanni Caboto scoprì Terranova 1500 il portoghese Cabral sfiorò casualmente le coste del Brasile 1519 Fernando Magellano, portoghese al servizio della Spagna, guidò la spedizione che compì per la prima volta nella storia la circumnavigazione del globo dal 1507 il nuovo continente fu chiamato (su proposta del cartografo tedesco Martin Waldseemüller) “America”, in onore di Amerigo Vespucci, il quale con i suoi viaggi capì per primo di non aver a che fare con l’Asia, ma con una terra sconosciuta
Alla scoperta seguì la conquista e la colonizzazione, che sottomise per secoli l’America latina alla penisola iberica (soprattutto alla Spagna) in uno spietato sfruttamento incurante degli enormi costi pagati dalla popolazione autoctona, vittima di una sorta di genocidio. Anche l’Asia fu sottoposta, dove possibile, alla conquista coloniale o a forme di sfruttamento commerciale da parte prima dei portoghesi, poi di olandesi, inglesi e francesi (colonialismo). Nei secoli successivi (XVI-XVIII) furono esplorati sia l’interno del nuovo continente, a opera di avventurieri, conquistatori, missionari e commercianti delle principali potenze europee, sia le regioni ancora sconosciute dell’Asia (la Siberia fino allo stretto che prende il nome dal danese Bering, che l’attraversò nel 1728 su incarico dello zar di Russia Pietro il Grande; il Giappone). Viaggi estremamente avventurosi permisero la scoperta dei numerosi arcipelaghi del Pacifico e dell’ultimo continente sconosciuto, l’Oceania. Nel XVII secolo gli olandesi Janszoon, Hartogszoon e soprattutto Tasman (che diede il nome alla Tasmania) raggiunsero l’Australia e la Nuova Zelanda, che però non ritennero interessanti per uno sfruttamento economico. Furono gli inglesi che, alla fine del XVIII secolo, in seguito alle tre spedizioni di James Cook, avviarono l’esplorazione e la colonizzazione del continente oceanico, destinato al principio a essere una colonia penale britannica. Dal XVIII al XX secolo si ebbero ancora le esplorazioni dell’interno dell’Africa, seguite da un intensissimo sfruttamento economico e dominio imperialistico da parte delle potenze europee, e delle regioni artica e antartica.
Le popolazioni amerinde