Convegno “ANCORA NEL LABIRINTO?" Regioni e enti locali piemontesi di fronte a una nuova transizione istituzionale 16 giugno 2014 Matteo Barbero (Regione Piemonte) Il coordinamento della finanza pubblica alla luce dei nuovi assetti istituzionali.
Alcune riforme (e scadenze) Gestione in forma associata delle funzioni fondamentali da parte dei piccoli comuni (1° gennaio 2015) “Revisione” delle province (???). Nuova contabilità (1° gennaio 2015) Applicazione del Patto territoriale integrato (1° gennaio 2015 ?) Centralizzazione dell’indebitamento (1 gennaio 2016)
Gestioni associate Perché il sistema funzioni, occorrerebbe ridefinire la struttura del sistema di finanza locale. Avremo comuni (quelli fra 1001 e 5000 abitanti) che saranno soggetti al Patto come singoli, ma non attraverso le rispettive forme associative, e altri comuni (quelli fino a 1000 abitanti) che non saranno soggetti in modo diretto ma che faranno spesso parte di unioni o convenzioni insieme ad enti soggetti. Tale quadro rischia di distorcere le scelte organizzative (forme associative miste con enti soggetti a regole diverse, convenzioni con piccoli comuni come capofila, ecc.) e di porre problemi gestionali (ad esempio, per i comuni capo- convenzione). Occorrerebbe pensare al Patto (anche) come strumento per incentivare forme “efficaci ed efficienti” di gestione associata
Revisione delle province La legge “Delrio” prevede che, laddove non vengano istituite le città metropolitane, le funzioni provinciali siano trasferite “ai comuni ovvero alle unioni di comuni. Tuttavia, le relative entrate continuano a spettare alle province e vengono da esse ripartite tra i comuni cui sono attribuite le predette funzioni. Anche da questo punto di vista, occorrerebbe ridefinire la struttura del sistema di finanza locale. “Con riferimento alle città metropolitane e alle province trasformate (…), fino a una revisione del patto di stabilità che tenga conto delle funzioni a esse attribuite, i nuovi enti sono tenuti a conseguire gli obiettivi di finanza pubblica assegnati alle province di cui alla legislazione previgente ovvero alle quali subentrano”.
Il Patto regionale Spazi finanziari assegnati sul verticale Comuni Province Totale complessivo In totale, sono stati attribuiti spazi finanziari per oltre 1 miliardo, ma non sempre ai beneficiari giusti. !
Il Patto integrato: sogno o realtà? A decorrere dall'anno 2015 le modalità di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica delle singole regioni e degli enti locali del territorio possono essere concordate tra lo Stato e le regioni, previo accordo in sede di Consiglio delle autonomie locali e ove non istituito con i rappresentanti dell'ANCI e dell'UPI regionali. Le predette modalità si conformano a criteri europei con riferimento all'individuazione delle entrate e delle spese da considerare nel saldo valido per il Patto di stabilità interno. Le regioni e le province autonome rispondono nei confronti dello Stato del mancato rispetto degli obiettivi, attraverso un maggior concorso delle stesse nell'anno successivo in misura pari alla differenza tra l'obiettivo complessivo e il risultato complessivo conseguito. Restano ferme le vigenti sanzioni a carico degli enti responsabili del mancato rispetto degli obiettivi del Patto di stabilità interno e il monitoraggio a livello centrale, nonché il termine perentorio del 31 ottobre per la comunicazione della rimodulazione degli obiettivi. Le modalità attuative sono stabilite con decreto del Mef entro il 30 novembre 2014.
La centralizzazione dell’indebitamento Le operazioni di indebitamento sono effettuate sulla base di apposite intese concluse in ambito regionale che garantiscano, per l'anno di riferimento, l'equilibrio della gestione di cassa finale del complesso degli enti territoriali della regione interessata, compresa la medesima regione. A tal fine, ogni anno i comuni, le province e le città metropolitane comunicano alla regione di appartenenza ovvero alla provincia autonoma di appartenenza il saldo di cassa che l'ente locale prevede di conseguire, nonché' gli investimenti che intende realizzare attraverso il ricorso all'indebitamento o con i risultati di amministrazione degli esercizi precedenti. Si tratta di un meccanismo di assai difficile implementazione e gestione.
Conclusioni Dopo il sostanziale fallimento della riforma federalista, si tratta di ripensare in modo organico l’intera struttura della pubblica amministrazione locale. I percorsi aggregativi vanno guidati ed adeguatamente incentivati (e se non ci sono i soldi, occorre disincentivare chi non si aggrega). A livello comunale, vanno adeguatamente considerate le potenzialità delle fusioni. La Regione dovrebbe riscoprire la propria vocazione di ente di programmazione.
Grazie per l’attenzione!! Matteo Barbero