L’ASCOLTO e SAPERSI ASCOLTARE
L’EMPATIA L'empatia è la capacità di comprendere a pieno lo stato d'animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore, fa parte del nostro patrimonio genetico (i neuroni specchio che si attivano nell’area cerebrale corrispondente all’emozione che viene vista dell’Altro), e l’assenza di tale capacità si caratterizza come una patologia (personalità antisociale, sociopatica, psicopatica).
Nell'uso comune, empatia è l'attitudine a offrire la propria attenzione per un'altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali. La qualità della relazione si basa sull'ascolto non valutativo e si concentra sulla comprensione dei sentimenti e bisogni fondamentali dell'altro.
In campo medico l’empatia è considerata un elemento fondamentale delle relazione di cura e alcuni autori la contrappongono alla simpatia, intesa come coinvolgimento, e quindi autentico sentimento doloroso di sofferenza insieme al paziente. Questo costituisce un ostacolo ad un giudizio clinico efficace ed obiettivo. Al contrario l’empatia permette al curante di comprendere i sentimenti e le sofferenze del paziente, incorporandoli nella costruzione del rapporto di cura e utilizzandoli come strumento terapeutico senza però esserne sopraffatto. In tal caso infatti si rischierebbe il burn-out e il medico non potrebbe più essere d’aiuto agli altri, perché si è fatto coinvolgere troppo nella relazione, assumendo come propri stati d’animo di terzi, senza riuscire a frapporre tra sé e l’altro una linea di “sana protezione”. Danneggiando così sé stesso e la comunità in generale che non potrebbe più giovare delle sue competenze. E’ dimostrato che in campo medico, un rapporto empatico nei confronti del paziente porta a migliori risultati terapeutici, migliore soddisfazione del paziente e a minori contenziosi medico-legali tra medici e pazienti.
L’ascolto empatico è la modalità che fa sentire l’Altro accolto. Quando una persona è empatica, vuol dire che ha un atteggiamento di comprensione verso l’Altro. Per essere empatici con qualcuno, non è necessario utilizzare delle parole o dare dei consigli. Lo si può essere anche stando in SILENZIO. L’ascolto empatico è la modalità che fa sentire l’Altro accolto. Permette infatti di avere un rimando di accettazione e di assenza di giudizio, in cui la persona che parla si sente libera di esprimersi senza: - condizionamenti esterni, - Attitudine affettiva personale (simpatia/antipatia) - aspettative, - giudizi morali.
L’ascolto empatico quindi è un ascolto attivo che agisce a 360 gradi L’ascolto empatico quindi è un ascolto attivo che agisce a 360 gradi. Riguarda sia la comunicazione non verbale che quella verbale e permette di sintonizzarsi con l’Altro e di comprenderne i suoi vissuti. Affinché si abbia un ascolto attivo è importante oltre ad essere empatici, essere: Aperti e disponibili nei confronti degli Altri; Comprendere che vi possano essere dei punti di vista differenti dai propri e che ciò non significhi essere migliori o peggiori; Riconoscere i propri stereotipi che tutti possediamo e che potrebbero distoglierci dal comprendere cosa l’Altro ci sta comunicando.
Gli STEREOTIPI Lo stereotipo è una visione semplificata e largamente condivisa su un luogo, un oggetto, un avvenimento o un gruppo riconoscibile di persone, accomunate da certe caratteristiche o qualità. Solitamente si costituisce sulle esperienze personali, sull’educazione e sulla cultura. Si tratta di un concetto astratto che può avere un significato: NEUTRALE (il Natale inteso con la neve e il camino acceso) POSITIVO (i vini Italiani sono i più buoni al mondo) NEGATIVO (le persone con i rasta fumano spinelli e non si lavano) in questo caso spesso rispecchia l’opinione di un gruppo sociale riguardo ad altri gruppi e viene utilizzato in senso pregiudizievole.
Possiamo così capire come gli stereotipi possano essere: UTILI perché ci permettono di selezionare delle informazioni e quindi di essere più rapidi nei processi decisionali e valutativi (evito di pormi nelle situazioni di pericolo o se mi ci trovo reagisco in modo veloce). DANNOSI se pregiudizievoli (razzismo).
Per cui è importante cercare di diventare il più possibile consapevoli degli stereotipi che ci caratterizzano così che, riconosciamo all’Altro una libertà di espressione o riconosciamo a noi stessi dei limiti che ci appartengono, e che, se manifestati apertamente è più probabile che riducano l’aggressività e il rischio di arrivare a confliggere.
In conclusione è importante cercare di allenarci all’ascolto attivo così ché, possiamo entrare maggiormente in contatto con noi stessi. Se non mi ascolto e attribuisco agli altri o al contesto le responsabilità delle mie azioni, mi deresponsabilizzo e non progredisco. Non mi prendo i meriti e le soddisfazioni delle riuscite e non mi attribuisco le responsabilità dei fallimenti, con conseguente impoverimento personale e assenza di crescita e maturazione. Al contrario invece, riuscirò a conoscermi più a fondo, ad essere maggiormente assertivo, relazionandomi meglio e vivendo con maggiore soddisfazione.