L’altra faccia della fine dell’Ottocento

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Transcript della presentazione:

L’altra faccia della fine dell’Ottocento Il Decadentismo L’altra faccia della fine dell’Ottocento

Cos’è il Decadentismo? È una corrente artistica che dà voce a una crisi complessa che investe l’Europa a partire dalla fine dell’Ottocento Si manifesta in un primo momento nella letteratura, poi nelle arti e nel costume. È caratterizzato da una visione estetizzante della vita, dall'esplorazione di zone ignote della sensibilità, dalla scoperta del subcosciente, che l'arte fu chiamata a esprimere in forme nuove e irrazionali.

Origine del termine Il termine «decadente» ebbe in origine senso negativo. Fu infatti rivolto polemicamente contro alcuni poeti che esprimevano lo smarrimento delle coscienze e la crisi di valori Ma quegli scrittori fecero della definizione una insegna di lotta, in cui si gettavano i fondamenti d'una nuova visione del mondo e d'una nuova realtà. Essi avvertirono che il loro compito era quello di approfondire i termini esistenziali di questa crisi sul piano conoscitivo.

Quando nasce? E' difficile stabilire i limiti cronologici del decadentismo letterario. Il decadentismo nacque in Francia contemporaneamente al realismo-positivismo, costituendo di fatto l'altra faccia della cultura degli anni 1850-60. Raggiunse il suo culmine attorno agli anni 1885-90. Il precursore fu C. Baudelaire, con la sua «poetica delle «corrispondenze», di quei legami cioè tra le cose, nascosti e misteriosi, che costituiscono l'armonia dell'universo e che solo il poeta riesce a decifrare e tradurre.

La visione dell’arte L'arte è lo strumento di conoscenza per eccellenza, per non dire l'unico (per il “decadente” è impossibile conoscere la realtà attraverso la ragione, la scienza, l’esperienza ) Soltanto la poesia, per il suo carattere di immediata intuizione, può attingere al mistero della vita, rivelare l'ignoto. Essa è considerata come pura illuminazione. la poesia deve tendere alla fusione tra tutte le arti, accogliendo di ognuna le suggestioni più produttive;

La poetica il poeta è un veggente (Rimbaud): egli penetra e interpreta, per simboli, il mistero dell’universo l’estetismo (culto religioso dell’arte; principio regolatore della vita: il bello) la poesia pura, priva di intenti pratici e utilitaristici: arte bella, ma inutile Linguaggio allusivo ricco, di metafore, analogie simboli il valore suggestivo e magico della parola (Verlaine 1882): l’arte poetica consiste nella ricerca della musica prima di tutto

I temi individualità: viene esasperata in nome di un individuo superiore slegato dalla morale comune dalla massa anonima; l'individuo decadente vivrà infatti nella sua solitudine distaccato in modo sprezzante e sdegnoso dalla morale del popolo... amore: tende a degenerare in passione, nel gusto del proibito, del morboso, dell'ambiguo, o a intorpidirsi nel vizio, nella corruzione e nella depravazione; è anche il tempo dell'omosessualità e del sadismo («i fiori del male»). rifiuto della società contemporanea e sogno di evasione

Il Decadentismo in Italia Si suole vedere l'inizio del Decadentismo italiano nella “Scapigliatura”: con questo termine, si indicano alcuni scrittori operanti soprattutto in Lombardia e in Piemonte negli anni Sessanta, i quali erano convinti che dalle esperienze di vita più disordinate e sconcertanti poteva scaturire l'ispirazione poetica. Ammiratori della poesia di Baudelaire e di Rimbaud, a loro va il merito di aver attuato la prima vera rottura nella nostra tradizione culturale.

Il Decadentismo in Italia Il Decadentismo italiano fiorisce soprattutto nel quindicennio 1890-1905. Si afferma infatti a partire da Il piacere di d’Annunzio nel 1889 e da Myricae di Pascoli nel 1891, mentre la pubblicazione dell’Alcyone di d’Annunzio nel 1903, dei Poemi conviviali di Pascoli nel 1904 e del romanzo Il Santo di Fogazzaro nel 1905 segnano il culmine, ma anche la conclusione della parabola decadente. Il Decadentismo italiano si differenzia da quello europeo per i suoi tratti spiccatamente umanistici e per il legame, ancora forte, con la tradizione classica. Anche la capacità di approfondimento delle tematiche legate all’inconscio appare limitata.