Prof.ssa Dora Meroni1 DALLA SECONDA METÁ DEL NOVECENTO L’ARTE SI MUOVE IN MOLTE DIFFERENTI DIREZIONI TUTTE ACCOMUNATE DALLA VOLONTÁ DI RICERCARE NUOVE MODALITÁ DI COMUNICAZIONE ROMPENDO CON LA TRADIZIONALE DISTINZIONE TRA ARTI. ESPRESSIONISMO ASTRATTO AMERICANO ANNI ‘50 L’ARTE ASTRATTA PREVALE SU QUELLA FIGURATIVA E SI SVILUPPA L’ESPRESSIONISMO ASTRATTO NASCE A NEW YORK, CITTÁ DIVENTATA IL PUNTO DI RIFERIMENTO DEGLI ARTISTI DI TUTTO IL MONDO DOPO IL SECONDO CONFLITTO MONDIALE. NON È UN VERO MOVIMENTO E GLI ARTISTI CHE NE FANNO PARTE, CHIAMATI INFORMALI, HANNO STILI MOLTO PERSONALI E DIFFERENTI MA SONO ACCOMUNATI DALLA VOLONTÁ DI CANCELLARE IL CONCETTO DI ARTE, RADICATO NELLA SOCIETÁ E DIFFUSO PRIMA DELLA GUERRA, CONSIDERATA FORMALE E ATTRAVERSO UN PERCORSO DI “RINASCITA” PONGONO COME BASE DELLA LORO ARTE: IMPROVVISAZIONE RAPIDITÁ ESECUTIVA LA DISSOLUZIONE DI OGNI RIFERIMENTO ALLA REALTÁ L’ESPRESSIVITÁ EMOTIVA L’ USO DI GRANDISSIME TELE IL RICONOSCIMENTO DELLA FORZA EMOZIONALE DEL COLORE
Prof.ssa Dora Meroni2 SECONDA GUERRA MONDIALE 55 MILIONI DI MORTI 40 MILIONI IN EUROPA 30 MILIONI ca. CIVILI 10% popolazione RUSSA MORTA
Prof.ssa Dora Meroni3 L'artista come si colloca? NON E ' Più IL “VATE” CHE INTERPRETA IL MONDO, PERDE IL SUO RUOLO SOCIALE E' IN CRISI LA POETICA DEL “BELLO” NON APPARTIENE Più AL NOSTRO MONDO, RIPRENDE DELLE AVANGUARDIE L'IDEA DI SPERIMENTARE, MA E' UN LINGUAGGIO CHIUSO CORRENTI ARTISTICHE INTERNAZIONALI NEW YORK NUOVO CENTRO CULTURALE SVILUPPO MERCATO DELL'ARTE
Prof.ssa Dora Meroni4 IL MONDO : USA - URSS
Prof.ssa Dora Meroni5 LE GEOMETRIE ASTRATTE MARK ROTHKO ( ) EMIGRATO DALLA RUSSIA NEL 1913 E AMERICANO DAL 1938, DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE SI DEDICA A GRANDI COMPOSIZIONI COSTITUITE DA CAMPITURE RETTANGOLARI CON COLORI SQUILLANTI CHIAMATI COLOR FIELD. “Semplici espressioni di un pensiero complesso” (M.Rothko) Number olio su tela, 297x272 cm, New York, MoMA I RAPPORTI TRA I COLORI SONO STUDIATI IN MODO DA INTERAGIRE TRA LORO CON PARI FORZA E INTENSITÁ, AL FINE DI CREARE LA SENSAZIONE DI ESPANSIONE
Prof.ssa Dora Meroni6 Senza Titolo 1953 c. tecnica mista su tela, 195x172,1 cm Washington, Nation Gallery of Art I COLORI SONO SFRANGIATI AI MARGINI IN MODO DA SUGGERIRE L’IDEA DI MOVIMENTO ED ESPANSIONE.
Prof.ssa Dora Meroni7 LA GESTUALITÁ DECISA FRANZ KLINE ( ) L’ARTISTA FORMATO A LONDRA E DOPO AVER LAVORATO COME ILLUSTRATORE DI RIVISTE, ENTRA A FAR PARTE DEL GRUPPO DI ARTISTI INFORMALI, DANDO AL SEGNO E AL GESTO PITTORICO UN VALORE E UNA FORZA DECISIVA Chief 1950 olio su tela, 148x188 cm New York, MoMA IL TITOLO RIPRENDE IL NOME DI UNA LOCOMOTIVA CHE A KLINE PIACEVA MOLTISSIMO, QUANDO DA NBAMBINO ERA APPASSIONATO DI TRENI. SI TRATTA DI PONTENTI PENNELLATE NERE SU FONDO BIANCO PER SPIEGARE LE QUALI KLINE DISSE: “Non dipingo le cose che vedo, ma i sentimenti che queste mi suscitano” LE SUE OPERE RIVELANO L’INFLUENZA DI MOLTI ELEMENTI DIFFERENTI QUALI LA SCRITTURA AUTOMATICA (PROCESSO DI SCRIVERE SENZA LA CONSAPEVOLEZZA DI CIÒ CHE SI STA SCRIVENDO. È TIPICA DEL SURREALISMO ) I PITTOGRAMMI GIAPPONESI IL SURREALISMO L’ACTION PAINTING E ARRIVA A REALIZZARE GRANDI TELE UTILIZZANDO SOLO BIANCHI E NERI STESI CON PENNELLATE POTENTI MOLTE SUE OPERE FURONO ISPIRATI DALLE VEDUTE URBANE AMERICANE CARATTERIZZATE DA VIADOTTI, PONTI, FERROVIE…
Prof.ssa Dora Meroni8 L’ACTOIN PAINTING e IL DRIPPING JACKSON POLLOCK ( ) FU IL PRIMO ARTISTA AD ESPRIMERE LE PROPRIE SENSAZIONI CON UNA PITTURA CARATTERIZZATA DA TRAME COLORATE CREATE DA GESTI PITTORICI ISTINTIVI E IRRAZIONALI. LA SUA FORMAZIONE ARTISTICA È MOLTO IRREGOLARE E FREQUENTA DIFFERENTI ACCADEMIE E SCUOLE D’ARTE APPLICATE. STUDIA I SURREALISTI, MATISSE E PICASSO MA FONDAMENTALE È SOPRATTUTTO LA CULTURA DEI PELLEROSSA POLLOCK INVENTA L’ACTION PAINTING – LA PITTURA D’AZIONE CON LA TECNICA DEL DRIPPING TECNICA CHE CONSISTE NEL FAR COLARE, SULLA TELA STESA A TERRA, GOCCE DI COLORE DAL PENNELLO, MUOVENDOSI MOLTO VELOCEMENTE ATTORNO ALLA TELA STESSA. Occhio nel caldo 1946 olio e smalto su tela Venezia, Collezione Penny Guggenheim 25 anni, per gravi problemi di alcolismo, si sottopone a diverse sedute psicanalitiche. Viene così a conoscenza del mondo della psicologia, scoprendo le dimensioni dell’inconscio e dell’irrazionalità, che determineranno la svolta decisiva verso l’arte informale RITUALE
Prof.ssa Dora Meroni9 IN UNA PITTURA APPARENTEMENTE CASUALE E IMPROVVISATA, BASATA SULL’AZIONE ISTINTIVA E L’IMPREVEDIBILITÁ DEL COMPORTAMENTO DEL COLORE, L’ELEMENTO FONDAMENTALE É IL CONTROLLO, TANTO DA POTER PARLARE DI CASUALITÁ CONTROLLATA. ALLA BASE DELLA QUALE C’É LA CONSAPEVOLEZZA DELL’ARTISTA IN OGNI GESTO CHE COMPIE E OGNI SCELTA CHE FA. “QUANDO DIPINGO HO L’IDEA D’INSIEME DI QUELLO CHE VOGLIO FARE. POSSO CONTROLLARE LA COLATA DELLA PITTURA, NON É CASUALITÁ” (J. Pollock)
Prof.ssa Dora Meroni10 “Io dipingo per terra ma non è una cosa anomala. Gli orientali lo facevano. Il colore che uso quasi sempre è liquido e molto fluido. Utilizzo i pennelli più come bastoni che come veri pennelli. Il pennello non tocca mai la superficie della tela, resta sopra …” (J. Pollock) POLLOCK HA LAVORATO SPESSO CON LA TECNICA MISTA, MESCOLANDO COLORI METALLICI A COLORI AD OLIO E SMALTI. Pali blu 1953 olio, smalto sintetico, colori ad alluminio, 200x500 cm, New York, Collezione Ben Heller Su un fondo grigio-nero di metallica colorazione si dispongono vari intrecci di tonalità rosse e gialle. Su tutto emergono otto segmenti neri che danno il titolo al quadro. Da notare che il blu citato dal titolo in realtà è del tutto assente dal campo cromatico del quadro. Esso è quindi elemento suggerito ed evocato più che realmente rappresentato, e la cui assenza introduce un primo elemento di tensione drammatica Il contenuto del quadro si addensa dunque in queste sue conflittualità: il blu, simbolo di spazio e serenità, che non riesce ad apparire, i pali che non riescono a prendere una forma sicura e stabile. Ma lo sforzo dei pali di prendere forma e colore sembra quasi un’allegoria degli sforzi umani di riemergere dal caos in cui la vita si muove. E l’opera sembra così suggerire che la razionalità non è del tutto assente: da qualche parte sopravvive, ma è praticamente schiacciata dall’irrazionalità
Prof.ssa Dora Meroni11 Numero , malto su gesso su carta, New York, Yale University art Gallery
Prof.ssa Dora Meroni12 NEL 1950 IL FOTOGRAFO HANS NAMUTH REALIZZÓ UN SERVIZIO FOTOGRAFICO CHE RITRAEVA POLLOCK NEL SUO STUDIO, UN GRANDE FIENILE, METRE DIPINGEVA IL QUADRO UNO: NUMERO 31. DESCRIVENDO IL SUO INGRESSO SCRISSE: “Una tela coperta di colore ancora fresco occupava tutto il pavimento… il silenzio era assoluto… Pollock guardò il quadro e all’improvviso prese un baratto di colore e un pennello ed iniziò a muoversi attorno al quadro stesso. Fu come se avesse realizzato di colpo che il lavoro non era ancora finito. I suoi movimenti, lenti all’inizio, diventarono via via sempre più veloci e sempre più simili a una danza…”
Prof.ssa Dora Meroni13
Prof.ssa Dora Meroni14 COMPOSIZIONE ALLOVER: illimitatezza dell'immagine
Prof.ssa Dora Meroni15 NEL 1951 IL REGISTA PAUL FALKENBERG GIRÓ UN FILM DI UNDICI MINUTI IN CUI RIPRENDEVA POLLOCK NELL’ATTO DI DIPINGERE SU UNA LASTRA DI VETRO, CON LA TELECAMERA POSTA AL DI SOTTO DELLA LASTRA.
Prof.ssa Dora Meroni16 ARTE INFORMALE SI DIFFONDE NEL SECONDO DOPOGUERRA IN EUROPA E ANCHE IN ITALIA. COMUNE A TUTTI GLI ARTISTI È LA VOLONTÁ DI DARE VOCE AI DISAGI E ALLE INCERTEZZE CAUSATE DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE.Con il termine «informale» vengono definite una serie di esperienze artistiche, sviluppatesi soprattutto negli anni ’50, e che hanno una fondamentale matrice astratta. La caratteristica dell’«informale» è di essere contrario a qualsiasi «forma». Ma cosa sono le «forme»? Nella realtà sensibile è forma tutto ciò che ha un contorno, con il quale un oggetto o un organismo si differenzia dalla realtà circostante, e nel quale si definiscono le sue caratteristiche visive e tattili. Anche l’arte astratta, soprattutto nelle sue correnti più geometriche, si costruisce per organizzazione di forme. Queste, non più imitate dalla natura, nascono solo nella visione (o immaginazione) dell’artista, ma rimangono pur sempre delle forme. L’ARTE INFORMALE RIFIUTA I CONCETTI E GLI USI TRADIZIONALI DI: LA LINEA IL COLORE LA PROSPETTIVA I CONTORNI MIRA AD EVIDENZIARE IL VALORE ARTISTICO INTRINSECO NEI MATERIALI E CHE L’ARTISTA RIESCE A RENDERE EVIDENTE ATTRAVERSO LA RIELABORAZIONE, PRIMA CON LA LORO DISTRUZIONE POI CON LA LORO RICOSTRUZIONE IN FORME DIFFERENTI IN ITALIA L’ARTE INFORMALE SI DISTINGUE IN INFORMALE MATERICOINFORMALE SEGNICO SPAZIALISMO ALBERTO BURRI GIUSEPPE CAPOGROSSI LUCIO FONTANA
Prof.ssa Dora Meroni17 ALBERTO BURRI ( ) LAUREATO IN MEDICINA, INZIA A FARE ARTE DOPO L’ESPERIENZA TRAUMATICA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE E DELLA DETENZIONE NEI CAMPI DI PRIGIONIA AMERICANI. TEMA CENTRALE DELLE SUE OPERE è IL VALORE ESPRESSIVO DELLA MATERIA CHE MANIPOLATA ACQUISTA NUOVI SIGNIFICATI E NUOVE FORME. USA MATERIALI POVERI COME FERRO, LEGNO, SABBIA, CATRAME, SACCHI E PLASTICA CHE BRUCIA, TAGLIA, MODIFICA E RICUCE (COME FOSSERO SUTURE DI FERITE DI GUERRA) RIASSEMBLANDOLI SULLA TELA. INFORMALE MATERICO Catrame olio e catrame su tela, cm 45 x 55 BURRI VENNE DEFINITO DALLA CRITICA IL MAESTRO SENZA MAESTRI LA SUA PRODUZIONE SI SUDDIVIDE IN CICLI: : CATRAMI : MUFFE
Prof.ssa Dora Meroni18 DAL 1952: SACCHI Sacco e rosso 1954 sacco e olio su tela, 86x103 cm Londra, Tate Modern Gallery LA MATERIA CON LE SUE FERITE, LE LACERAZIONI, I RAMMENDI, I CARATTERI A STAMPA NON SONO SIMBOLI, MA RACCONTANO IN UN MODO NUOVO E DIVERSO DA TUTTI GLI ALTRI, LA GUERRA E LE SOFFERENZE DELL’UMANITÁ È un suo mondo interiore non volutamente spiegato I sacchi usati da Burri sono sacchi come tanti, il cui destino non era di assumere qualità estetiche. Il loro destino era solo ed unicamente quello di servire ad uno scopo. E nel servire a questo scopo hanno acquisito un aspetto che è il risultato sincero della vita che li ha resi per un periodo utili ed anch’essi vitali.
Prof.ssa Dora Meroni19 Sacco 5P 1953 tecnica mista su tela 86x100 cm Città di Castello, Fond. Burri L’operazione che compie Burri ha ovviamente dei precedenti. Picasso e Braque furono i primi, durante il periodo del cubismo analitico, ad inserire dei frammenti reali nei loro quadri. Ma l’operazione di Burri è ben più radicale, e dà un senso del tutto inedito alle sue opere. Nelle opere cubiste era la realtà che si adattava alle esigenze della rappresentazione artistica. In Burri, invece, è l’arte che si adatta alla realtà. Non è l’arte che rappresenta la realtà: è la realtà che si presenta da sé facendosi arte. I sacchi di Burri sono «reali», nel senso che egli li ha «trovati» effettivamente così, non li ha ridotti lui in quel modo. Prendere dei frammenti «reali» per proporli quali opera d’arte aveva ovviamente già un precedente con Duchamp e l’invenzione dei ready-made. Tuttavia in Burri n on vi è alcun intento derisorio o dissacrante, come era per i dadaisti. Egli compie la sua operazione con una serietà che trascende qualsiasi intento polemico contingente. RIDà DIGNITà ALLA MATERIA POVERA
Prof.ssa Dora Meroni20 Cellotex 1952 tecnica mista su cellotex 49.5x58 cm Collezione privata L’INTERESSE PER MATERIALI DIFFERENTI DA MODIFICARE E ASSEMBLARE SI FA SEMPRE PIÚ EVIDENTE DAL 1952 CELLOTEX Materiale costituito da scarti di falegnameria incollati e pressati industrialmente in laminati di vari spessori
Prof.ssa Dora Meroni21 NEGLI ULTIMI ANNI SVILUPPA IL TEMA DEI CRETTI, CREATI CON ARGILLA E COLLA CHE UNA VOLTA ASCIUTTI SI SCREPOLA E SPACCA CREANDO EFFETTI MATERICI E CHIAROSCURALI UNICI E IRRIPETIBILI Bianco Cretto C1 1973, tecnica mista su cellotex, 150x125 cm Città di Castello, Fond. Burri Nero Cretto G4 1975, tecnica mista, 171x151 cm Città di Castello, Fond. Burri
Prof.ssa Dora Meroni22 CRETTO DI GIBELLINA VENNE REALIZZATO DA BURRI TRA IL 1984 E IL 1989 NEL LUOGO IN CUI SORGEVA LA CITTÁ VECCHIA DI GIBELLINA, ANDATA DISTRUTTA NEL TERREMOTO DEL BURRI PROGETTÓ UN MONUMENTO CHE RICOSTRUISCE LE VIE E STRADE INGLOBANDO, IN ENORMI BLOCCHI DI CEMENTO, LE MACERIE DELLA CITTÁ STESSA. VISTA DALL’ALTO L’OPERA RICREA L’EFFETTO VISIVO DEI CRETTI REALIZZATI SU TELA. LA MATERIA SI SPACCA CREANDO PERCORSI APPARENTEMENTE CASUALI. IN QUESTA REALIZZAZIONE SI AGGIUNGE LA VOLONTÁ DI BURRI DI FISSARE NELLA MEMORIA, COME LE MACERIE NEL CEMENTO, LA STORIA PASSATA DI UN PAESE DISTRUTTO. QUESTO CRETTO SI ESTENDE PER 10 ETTARI ED È PER TANTO UNA DELLE PIÚ GRANDI OPERE CONTEMPORANEE AL MONDO
Prof.ssa Dora Meroni23 UNA DELLE TRASFORMAZIONI EH INTERESSÓ SEMPRE BURRI FU QUELLA APPORTATA AI MATERIALI DALLA COMBUSTIONE
Prof.ssa Dora Meroni24 Combustione. Legno 1955 tecnica mista su tavola 86x157 cm Città di Castello, Fondazione Burri
Prof.ssa Dora Meroni25 Rosso Plastica 1962 tecnica mista su tela 80x100 cm Collocazione Città di Castello, Fond. Burri
Prof.ssa Dora Meroni26 INFORMALE GESTUALE GIUSEPPE CAPOGROSSI ( ) Superficie tecnica mista su carta riportata su tela 98x69 cm Collezione privata LE TELE DI QUESTO ARTISTA SI BASANO SU UN MODELLO GRAFICO UNICO E RIPETUTO COSTANTEMENTE, SENZA PERÓ DARE VITA A DUE COMPOSIZIONI IDENTICHE. TALE SEGNO GRAFICO PRENDE IL NOME DI TETRADENTE. CHE VIENE INGRANDITO, RIDOTTO, RUOTATO O DEFORMATO MA SEMPRE DISPOSTO IN MODO ORDINATO E MAI CASUALE, CREANDO MODULI E RITMI VISIVI SEMPRE DIFFERENTI E DINAMICI Superficie olio su tela, 194x160 cm Collezione Privata
Prof.ssa Dora Meroni27 SPAZIALISMO LUCIO FONTANA ( ) LA FORMAZIONE DI FONTANA AVVIENE IN ARGENTINA NELLA BOTTEGA DEL PADRE SCULTORE, POI PROSEGUE A MILANO, FREQUENTANDO L’ACCADEMIA DI BRERA. ALLA BASE DELL’ARTE DI FONTANA C’É LA RICERCA DI UN NUOVO MODO DI RAPPRESENTARE LO SPAZIO. TALE RICERCA PARTE DALLA RIVALUTAZIONE DEL SUPPORTO SU CUI LUI STESSO AGISCE DAL 1949 INIZIA LA SERIE DI QUADRI BUCATI E QUADRI TAGLIATI IN CUI LA TELA VIENE SPAZIALIZZATA ATTRAVERSO BUCHI E TAGLI E DIVENTA UN TUTT’UNO CON LO SPAZIO A LEI ANTERIORE E POSTERIORE. TEORIZZATO IN SEI MANIFESTI, IL PRINCIPALE DEI QUALI è IL MANIFESTO BLANCO DEL 1946 IN CUI I PRINCIPI SPAZIALI NON CONSIDERANO PIÚ LO SPAZIO SECONDO LE LEGGI DELLA PROSPETTIVA RINASCIMENTALE O DELLA SCOMPOSIZIONE CUBISTA. “…NON VOGLIO FARE UN QUADRO, VOGLIO APRIRE LO SPAZIO, CREARE PER L’ARTE UNA NUOVA DIMENSIONE, COLLEGARLA AL COSMO, COME LO SI INTENDE, INFINITO, AL DI LÁ DELLA SUPERFICIE PIATTA DELL’IMMAGINE…” (L. Fontana) Concetto spaziale. Attese idropittura e taglio su tela 146x114.5 cm Milano, Fondazione Lucio Fontana
Prof.ssa Dora Meroni28 PRIMO MANIFESTO DELLO SPAZIALISMO (maggio 1947) L'arte è eterna, ma non può essere immortale. È eterna in quanto un suo gesto, come qualunque altro gesto compiuto, non può non continuare a permanere nello spirito dell'uomo come razza perpetuata. [...] Ma l'essere eterna non significa per nulla che sia immortale. Anzi essa non è mai immortale. Potrà vivere un anno o millenni, ma l'ora verrà sempre, della sua distruzione materiale. Rimarrà eterna come gesto, ma morrà come materia. ….Noi pensiamo di svincolare l'arte dalla materia, di svincolare il senso dell'eterno dalla preoccupazione dell'immortale. E non ci interessa che un gesto, compiuto, viva un attimo o un millennio, perché siamo veramente convinti che, compiutolo, esso è eterno.[...] È impossibile che l'uomo dalla tela, dal bronzo, dal gesso, dalla plastilina non passi alla pura immagine aerea, universale, sospesa, come fu impossibile che dalla grafite non passasse alla tela, al bronzo, al gesso, alla plastilina, senza per nulla negare la validità eterna delle immagini create attraverso grafite, bronzo, tela, gesso, plastilina. (Beniamino Joppolo, Lucio Fontana, Giorgio Kaisserlian, Milena Milani).
Prof.ssa Dora Meroni29 Sonnet 55 by William Shakespeare Né il marmo né i dorati monumenti dei principi sopravvivranno a questa possente rima ma, qui contenuto, tu splenderai più luminoso che pietra non spazzata, insozzata dal lurido tempo. Quando la guerra devastatrice rovescerà le statue e i tumulti sradicheranno le muraglie, né la spada di Marte né il convulso fuoco della guerra bruceranno la vivente testimonianza della tua memoria. Contro la morte ed ogni nemica dimenticanza tu incederai., e la tua lode troverà sempre spazio agli occhi di tutte le età future che consumeranno questo mondo fino all'estrema sorte. Così fino al Giudizio, quando tu stesso risorgerai, tu vivi in questa poesia, e dimori negli occhi degli amanti.
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Prof.ssa Dora Meroni31 Concetto spaziale. Attesa 1959 tecnica mista su tela, 97x130 cm Milano, Fondazione Lucio Fontana “Sto tentando di rappresentare il vuoto.” LA SUPERFICIE É COLORATA CON TINTE PIATTE MONOCROME SU CUI LE OMBRE DEI TAGLI E DEI BUCHI, DETERMINATI DAGLI INCAVI O DALLE SPORGENZE, DIVENTANO FONDAMENTALI. Concetto spaziale anilina e fori su tela, 80x49 cm Milano, Fondazione Lucio Fontana
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Prof.ssa Dora Meroni33 LUCIO FONTANA INZIÓ COME SCULTORE Scultura astratta 1934 ferro e argilla, 33 cm Milano, Fondazione Lucio Fontana Testa di ragazza 1931 terracotta dipinta, 38 cm Milano, Fondazione Lucio Fontana Signorina seduta 1934 Bronzo colorato Collezione Privata
Prof.ssa Dora Meroni34 Concetto spaziale. Il pane 1950, terracotta, 32x 42 cm, Milano, Fondazione Lucio Fontana
Prof.ssa Dora Meroni35 Concetto Spaziale, Natura 1961 ceramica e terra rosa ossidata nero Milano, Fondazione Lucio Fontana Concetto Spaziale, Farfalla 1967 metallo laccato in nero e tagli su supporto treppiedi incorporato 200x77 cm Milano, Fondazione Lucio Fontana
Prof.ssa Dora Meroni36 Lucio Fontana nel suo studio
Prof.ssa Dora Meroni37 Concetti spaziali a luce indiretta 1951 neon
Prof.ssa Dora Meroni38 “…è l’infinito, e allora buco questa tela, che era alla base di tutte le arti, ed ecco che ho creato una dimensione infinita, un buco che per me è alla base di tutta l’arte contemporanea, per chi la vuol capire. Sennò continua a dire che l’è un büs e ciao… ”
Prof.ssa Dora Meroni39 NEWDADA ANNI ‘60 ROBERT RAUSCHENBERG ( ) AUTORE DEI COMBINE PAINTING FORMATI DA STOFFE, OGGETTI DISEGNI, FOTOGRAFIE, INSEGNE CHE VENGONO ASSEMBLATI CREANDO UN QUADRO È UNA CORRENTE DELLA PITTURA AMERICA CHE SI AFFERMA ALLA FINE DEGLI ANNI CINQUANTA E SUBISCE L’INFLUENZA EVIDENTE DEL READY-MADE DI MARCEL DUCHAMP. GLI ARTISTI NEWDA: RIFIUTANO L’ASTRATTISMO USANO ICONE E SIMBOLI POPOLARI O OGGETTI DI USO QUOTIDIANO GIORNALI, FOTOGRAFIE, RITAGLI VARI E LI RICOMBINANO UTILIZZANDO LA PITTURA. CREANO QUADRI-ASSEMBLAGGIO FONDENDO PITTURA E SCULTURA I NEWDADA CREANO COMPOSIZIONI SIMBOLICHE CHE CONFERISCONO VALORE ARTISTICO AD OGGETTI COMUNI SONO LONTANI DA QUALSIASI INTENTO POLEMICO O CRITICO Bed 1955 colori ad olio su stoffe 185x77,5 cm New York, MoMA SU DI UN LETTO VERO VENGONO POSTE GRANDI QUANTITÁ DI COLORE DAI TONI VIOLENTI PER RENDERLO EMBLEMA DELLE INQUIETUDINI, DEI RICORDI, DEI PENSIERI E DEI SOGNI DI OGNI UOMO.
Prof.ssa Dora Meroni40 Coca Cola Plan 1958 tecnica mista, 68x64x14 cm Los Angeles, Museum of Contemporary Art TRE BOTTIGLIE VUOTE DI COCA COLA SONO COLLOCATE SU UNO SCAFFALE DI LEGNO TRA DUE ALI DI AQUILA IN METALLO E SOPRA UNA SFERA IN LEGNO. QUESTO PER SOTTOLINEARE IL DOMINIO DEL CONSUMISMO NEL MONDO
Prof.ssa Dora Meroni41 JASPER JOHNES (1930) Tre bandiere 1958 tecnica mista New York, Whitney Museum of American Art APPARTIENE AD UNA SERIE DI NUMEROSE OPERE RAFFIGURANTI LA BANDIERA AMERICANA. INIZIALMENTE L’OPERA VENNE CONSIDERATA OFFENSIVA E DISSACRANTE DEL SIMBOLO DI IDENTITÁ NAZIONALE. IN SEGUITO VENNE IDENTIFICATA COME MANIFESTO DI PATRIOTTISMO. A TAL PROPOSITO JONES HA DICHIARATO: “Io non avevo intenzione di fare dichiarazioni patriottiche. Molti hanno invece pensato che fosse un’opera sovversiva e sgradevole. È buffo vedere come i sentimenti si ribaltino” È COSTITUITA DA TRE TAVOLE SOVRAPPOSTE SU CUI É RIPRODOTTA LA BANDIERA USA “Una notte ebbi una visione intensa: sognai di dipingere una grande bandiera statunitense. La mattina dopo cercai i materiali necessari per ricreare quella visione. Tracciai l’immagine su una tela: anzi, se non ricordo male, su un lenzuolo.”
Prof.ssa Dora Meroni42 Bronzo dipinto 1960 Olio su bronzo Colonia, Museo Ludwig SONO DUE LATTINE DI BIRRA SCOLPITE NEL BRONZO E LA SCELTA DEL TITOLO SEMPLICE RIVELA LA VOLONTÁ DI JONES DI EVIDENZIARE LA MUTEVOLEZZA DEGLI OGGETTI. INFATTI LE LATTINE NON SONO PIÚ QUELLO CHE ERANO E SONO DIVENTATE ALTRO.
Prof.ssa Dora Meroni43 NOUVEAU REALISME o NUOVO REALISMO JEAN TINGUELY ( ) A QUESTO MOVIMENTO, DIFFUSO SOPRATTUTTO IN FRANCIA, ADERIRONO TUTTI QUEGLI ARTISTI CHE FECERO LORO LE IDEE E IL LINGUAGGIO DEI NEWDADA. SCOPO DI QUESTO GRUPPO ERA QUELLO DI METTERE IN RIDICOLO LA SOCIETÁ CONSUMISTICA CHE SPRECA IN MODO INSENSATO. PER QUESTO MODIFICANO OGGETTI DI USO QUOTIDIANO PRODOTTI DA QUELLA STESSA SOCIETÁ. GLI ARTISTI USANO MATERIALI SCARTATI DAL MONDO CONTEMPORANEO: PEZZI MECCANICI, MANIFESTI, GIORNALI, LEGNO… CHE DIVENTANO EMBLEMA DELL’ARCHEOLOGIA MODERNA E QUINDI MERITANO DI ESSERE ESPOSTI NEI MUSEI O NELLE GALLERIE. Senza titolo 1961 Assemblaggio Collezione Privata CON LE SUE SCULTURE MUOVE UNA DURISSIMA CRITICA ALLA SOCIETÁ DOMINATA DALLA TECNOLOGIA E DALLE MACCHINE CHE STANNO SOSTITUENDO L’AZIONE UMANA IN QUASI TUTTI GLI AMBITI
Prof.ssa Dora Meroni44 YVES KLEIN ( ) Antropometria 1960 pigmenti blu e resina su carta incollata su tela 102x73 cm Praga, Collezione privata TIPICI DELLA PRODUZIONE DELL’ARTISTA FRANCESE SONO I “QUADRI-SPUGNA” MONOCROMI INTITOLATI ANTROPOMETRIE. I CORPI DELLE MODELLE VENGONO DIPINTI CON VERNICE BLU, COLORE DELLA SPIRITUALITÁ, E POI APPOGGIATI SULLE TELE. LE IMPRONTE LASCIATE, TRONCO E ARTI DELLE MODELLE, RENDONO VISIVBILE LO SPIRITO VITALE
Prof.ssa Dora Meroni45
Prof.ssa Dora Meroni46 MIMMO ROTELLA ( ) È STATO L’UNICO ITALIANO A PARTECIPARE AL GRUPPO FRANCESE NOUVEAU REALISME, (ANCHE SE LA CRITICA ITALIANA LO HA COLLOCATO SPESSO NELL’AMBITO DELLA POP ART) ROTELLA APPLICA LA SUA ARTE UTILIZZANDO I MANIFESTI. LI STACCA DAI MURI E LI ROMPE CON SPATOLE E COLTELLI POI LI APPLICA, RIELABORANDOLI, SULLA TELA. TALE TECNICA, DA LUI INVENTATA, PRENDE IL NOME DI DECOLLAGE Marilyn 1962 decollage, 125x95 cm Torino, Collezione Cohen SOTTRAZIONE DI PEZZI O FRAMMENTI DA UN’IMMAGINE Termine contrario a collage: accumulazione di frammenti e pezzi per creare un’immagine LA VOLONTÁ DI ROTELLA è QUELLA DI SALVAGUARDARE LA MEMORIA DEI RICORDI CREANDO OPERE CHE FONDONO PASSATO E PRESENTE (AD IMMAGINI DEL PASSATO VIENE DATA NUOVA VITA)
Prof.ssa Dora Meroni47 PIERO MANZONI ( ) TRA LA FINE DEGLI ANNI CINQUANTA E INIZIO SESSANTA MANZONI RIPRENDE L’IDEA ARTISTICA CHE “UN QUADRO INTESO COME PURO OGGETTO DI ARREDO NON DEVE PIÚ ESISTERE” DISSACRA E DERIDE L’IDEALE ROMANTICO DELL’ARTISTA-GENIO. PER QUESTO MANZONI SPERIMENTA MOLTISSIMI LINGUAGGI ARTISTICI E FORME ESPRESSIVE. HA “INSCATOLATO” IL SUO FIATO E LINEE DI DIFFERNETE LUNGHEZZA, FIRMANDO L’INVOLUCRO RENDENDOLO PEZZO UNICO HA POSTO L’IMPRONTA DEL SUO POLLICE SU UOVA SODE HA FIRMATO CORPI DI MODELLE, SPERIMENTANDO ANCHE LA BODY-ART CELEBRI SONO I SUOI ACHROME (SENZA COLORE) Nuvola Achrome 1961 lana di vetro, 95,5x84,5x21,5 Collezione Geerjan Visser
Prof.ssa Dora Meroni48 MANZONI IMBEVE LA TELA E I PANINI (veri) DI CAOLINI LIQUIDO (argilla bianca) E COLLA CHE UNA VOLTA ASCIUTTI RENDONO LA COMPOSIZIONE INDURITA E FISSA. I PANINI SONO DISPOSTI IN FILE ORDINATE, SEGUENDO LE MODALITÁ DI ASSEMBLAGGIO TIPICHE DEI READY-MADE Achrome panini, caolino su tela Collezione Consolandi
Prof.ssa Dora Meroni49 Manzoni sta creando Fiato d’artista Fiato d’artista 1960
Prof.ssa Dora Meroni50 Uova scultura 1960 tecnica mista Milano, Casa Museo Boschi- Di Stefano
Prof.ssa Dora Meroni51 Linee, realizzate in esemplari di diversa lunghezza (da 1,76 a metri), tra il 1959 e il 1961.
Prof.ssa Dora Meroni52
Prof.ssa Dora Meroni53 LA LINEA DI HERNING NEL 1960 PIERO MANZONI CONCLUSE, IN UNA TIPOGRAFIA DI HERNING, IN DANIMARCA, LA LINEA LUNGA 7200 METRI. LA SIGILLÓ IN UN CILINDRO DI ZINCO E LA INTERRÓ NEI GIARDINI DEL MUSEO. DOVEVA ESSERE LA PRIMA DI UNASERIE DI LINEE REALIZZATE EINTERRATE NELLE PRINCIPALI CITTÁ DEL MONDO, PER RICREARE LA LUNGHEZZA ESATTA DELLA CIRCONFERENZA DEL GLOBO.
Prof.ssa Dora Meroni54 Sculture viventi, 1961
Prof.ssa Dora Meroni55 POP ART CLAES OLDENBURG (1929) DI ORIGINE SVEDESE MA NATURALIZZATO STATUNITENSE È STATO PRINCIPALMENTE SCULTORE. CON LA SUA ARTE VUOLE MUOVERE UNA CRITICA AL CONSUMISMO SOPRATTUTTO ALIMENTARE. REALIZZÓ GRANDI SCULTURE RAFFIGURANTI CIBI COMUNI NELL’ALIMENTAZIONE DEGLI AMERICANI DI CUI ACCENTUAVA LA COLORAZIONE. L’ARTISTA REINVENTA IRONICAMENTE I CIBI CHE NON SONO REALISTICI MA DEFORMATI O COLORATI CON TONI ACCESI POP ART È L’ABBREVIAZIONE DI POPULAR ART, CIOÉ ARTE POPOLARE. NACQUE IN INGHILTERRA MA SI SVILUPPÓ PREVALENTEMENTE IN AMERICA CON L’INTENTO DI METTERE IN DISCUSSIONE LA SOCIETÁ E LA CULTURA MODERNA. UTILIZZANDO L’IRONIA METTONO IN RIDICOLO LA TENDENA DELLA SOCIETÁ MODERNA DI MITIZZARE OGGETTI E PERSONALITÁ PER POI CONSUMARLI E SCARTARLI CON GRANDE RAPIDITÁ. IL SUCCESSO INTERNAZIONALE VENNE DECRETATO DALLA BIENNALE DI VENEZIA DEL GLI OGGETTO DI USO QUOTIDIANO SONO PROTAGONISTI DELL’IMMAGINE PITTORICA. SONO OGGETTI DI FACILE REPERIBILITÁ, DI LARGO CONSUMO E TIPICI DELLE SOCITÁ DI MASSA (LATTINE DI BIRRA, FOTOGRAFIE, FUMETTI, CARTELLONI PUBBLICITARI). QUESTI OGGETTI VENGONO MANIPOLATI, MODIFICATI, ASSEMBLATI E ASSOMONO FORMA DI SCULTURA O DI DIPINTO RIACQUISTANDO UNA NUOVA DIGNITÁ, SUPERANDO LA BANILITÁ RICONOSCIUTAGLI DAL QUOTIDIANO. I COLORI SONO FREDDI E IMPERSONALI ( NON VIENE RICONOSCIUTO UN POTERE ESPRESSIVO) DEL TUTTO SIMILI A QUELLI DELLE PUBBLICITÁ E DELLE INSEGNE LUMINOSE, AL FINE DI FAR RIFLETTERE SULL’OGGETTO PROTAGONISTA.
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Prof.ssa Dora Meroni57 CLAES OLDENBURG e COOSJE BRUGGEN Ago, filo e nodo 2000 Milano, Piazza Cadorna
Prof.ssa Dora Meroni58 ANDY WARHOL ( ) VUOLE DOCUMENTARE IL CAMBIAMENTO DEI VALORI IN ATTO NEL MONDO CONTEMPORANEO PERTANTO MOLTIPLICA LE RAPPRESENTAZIONI DI OGGETTI O DIVI DEL CINEMA, CANTANTI O POLITICI. IL SUO SCOPO È QUELLO DI IRONIZZARE, CON SPIRITO DISSACRANTE, SULLA PRODUZIONE DI MASSA TIPICA DI UNA SOCIETÁ CONSUMISTA E SEMPRE Più STEREOTIPATA E INCLINE A COMMERCIALIZZARE, DANDO UN VALORE ECONOMICO A TUTTO, ANCHE ALL’ARTE. 210 bottiglie di Coca Cola 1962 Serigrafia su acrilico su tela New York, Andy Warhol Foundation
Prof.ssa Dora Meroni59 Scatole di Campbell’s soup 1962 New York, MoMA
Prof.ssa Dora Meroni60 Marilyn Monroe 1967 serigrafie a colori 91,5x91,5 cm ogni serigrafia Colorado, Collezione Privata “Per me la Monroe non è altro che una persona fra le tante. E riguardo alla questione se dipingere l’attrice in toni di colore così vivaci rappresenti un atto simbolico, posso soltanto rispondere che a me interessava la bellezza. E la Monroe è bella. Per un bel soggetto ci vogliono infine bei colori. Questo è tutto” (A. Warhol) SONO 9 SERIGRAFIE A SOGGETTO IDENTICO. PARTENDO DALLA FOTOGRAFIA WARHOL: SEMPLIFICA I LINEAMENTI DELL’ATTRICE E ANNULLA OGNI ESPRESSIVITÁ UTILIZZA COLORI ACCESI E CONTRASTANTI STESI A TINTE PIATTE SU FONDO MONOCROMO WARHOL VUOLE DISSACRARE L’IMMAGINE DI UN’ATTRICE CONSACRATA A DIVA E MITO, REALIZANDOLA IN SERIE COME UN QUALSIASI OGGETTO INDUSTRIALE
Prof.ssa Dora Meroni61 ROY LICHTENSTEIN ( ) RIPRODUCE VIGNETTE E FUMETTI INGIGANTENDOLI E RENDENDOLI VERI E PROPRI QUADRI. SCEGLIEVA MOMENTI PRECISI RACCHIUSI IN UN UNICO RIQUADRO E NE FACEVA RISALTARE LE LINEE DEL DISEGNO E ALCUNI COLORI AUMENTANDONE LA CAPACITÁ DI IMPATTO SULLO SPETTATORE. TIPICO DELLE SUE OPERE È IL RETINO TIPOGRAFICO LA TRAMA PUNTINATA TIPOCA DELLA STAMPA INDUSTRIALE M-Maybe 1965 smalto su tela, 152x152 cm Colonia, Ludwig Museum
Prof.ssa Dora Meroni62 Whaam 1963 acrilico e olio su tela, 178x406 cm Londra, Tate Gallery RIPRODUCE LE FRASI SEMPLICI O LE ONOMATOPEE TIPICHE DI FUMETTI. TRASFORMA UN’IMMAGINE DESTINATA AD ESSERE RIPRODOTTA IN MILIONI DI COPIE, IN UN’OPERA D’ARTE UNICA ED ESCLUSIVA, INGRANDITA E DECONTESTUALIZZATA (PERCHÉ TOLTA DAL FUMETTO COMPLETO)
Prof.ssa Dora Meroni63 Roy Lichtenstein nel suo studio mentre dipinge Grande pennellata
Prof.ssa Dora Meroni64 ANNI ’50 ESPRESSIONISMO ASTRATTO AMERICANO JACKSON POLLOCK MARK ROTHKO FRANZ KLINE ARTE INFORMALE SEGNICA GIUSEPPE CAPOGROSSI MATERICA ALBERTO BURRI SPAZIALISMO LUCIO FONTANA RIEPILOGO ANNI ’60 NEWDADA JOHNS RAUSCHENBERG JASPER JONES NOUVEAU REALISME JEAN TINGUELY YVES KLEIN MIMMO ROTELLA PIERO MANZONI POP ART CLAES OLDENBURG ANDY WARHOL ROY LICTHENSTEIN