Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano Seminario di presentazione del Rapporto sulla Finanza Territoriale 2014 Bari, Università degli Studi, 5 dicembre.

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Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano Seminario di presentazione del Rapporto sulla Finanza Territoriale 2014 Bari, Università degli Studi, 5 dicembre 2014 Gli Statuti Metropolitani e la Pianificazione Strategica Roberto Camagni – Politecnico di Milano

Ruolo e contraddizioni delle aree metropolitane maggiori La centralità delle aree metropolitane nei processi di internazionalizzazione e di globalizzazione è apparsa chiara, almeno in Europa, da quando il Presidente Jacques Delors annunciò il progetto di Grande Mercato Unico Europeo nel 1985; seguì un prolungato periodo di intensissimi investimenti (fino al 1992) da parte delle grandi imprese multinazionali – industriali, finanziarie e commerciali – nelle aree di punta dell’economia dei singoli paesi. In seguito alcune città proseguirono la loro crescita e la loro attrattività, mentre altre – e fra queste le grandi città italiane – furono superate da città europee anche di minore taglia e minore storia. Intensi processi di metropolizzazione non possono non generare tensioni territoriali, trasformazioni spesso disordinate, crescite insediative che sfidano la capacità dei sistemi di pianificazione di mantenere un ordinato ed equilibrato sistema territoriale. (Milano, con un sistema di governo per 1,3 milioni di abitanti, costituisce il polo di riferimento funzionale – ma non il centro ‘ordinatore’ – di un’area di 4-6 milioni di abitanti) Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano

Crescita delle aree metropolitane europee (GDP prezzi correnti) Evidente la convergenza delle aree metropolitane minori nel periodo di crescita Milano metropolitana (FUA): abitanti (la quarta in Europa): cresce di più di Parigi e della Ruhrgebiet – Düsseldorf Londra Parigi

Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano Crescita aree metropolitane europee (GDP prezzi correnti) Abbastanza evidente la migliore tenuta delle aree metropolitane maggiori nella crisi

Popolazione residente nelle province metropolitane, 2001 e 2011 Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano Var % Torino ,8% Milano ,3% Venezia ,6% Genova ,5% Bologna ,7% Firenze ,2% Roma ,0% Napoli ,1% Bari ,4% Reggio Calabria ,3% Tot. province metro ,5% - Aree metro Centro Nord ,8% - Aree metro Sud ,2% Italia ,3% Variazioni % comune centrale e resto della provincia: suburbanizzazione ovunque Fonte: Casucci e Leon, 2014, su dati Censuari ISTAT Roma, Bologna, Venezia, Firenze Milano cresce di meno della media nazionale e cresce tutta nella corona III II IV I

Addetti extra-agricoli delle imprese, delle istituzioni pubbliche e delle istituzioni non profit Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano Province metropolitane Unità locali delle ImpreseNumero di Addetti Var % Var % Torino ,5% ,8% Milano ,0% ,0% Venezia ,6% ,6% Genova ,9% ,8% Bologna ,8% ,4% Firenze ,5% ,8% Roma ,4% ,9% Napoli ,2% ,0% Bari ,9% ,5% Reggio Calabria ,1% ,2% Tot. Aree metro ,3% ,9% - Aree metro Centro Nord ,2% ,3% - Aree metro Sud ,7% ,6% Italia ,7% ,8% Milano cresce bene ma tutta al centro! (come Genova) mentre Bologna e Venezia suburbanizzano i posti di lavoro Variazioni % comune centrale e resto della provincia Roma: *** Fonte: Casucci e Leon, 2014, su dati Censuari ISTAT

La legge 7 aprile 2014 n. 56 Oggi abbiamo finalmente una legge operativa, la legge 56/2014 La legge, pure utile, presenta a mio avviso molti limiti che ne ridurranno l’efficacia ma può ancora essere integrata attraverso buoni Statuti Metropolitani. Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano

Limiti principali della legge Debolezza complessiva: le città metropolitane assomigliano in larghissima misura alle nuove province, già deboli istituzionalmente e ulteriormente indebolite, “enti governati dai sindaci” che prestano gratuitamente i loro servizi, senza risorse per le poche competenze aggiuntive. Le funzioni assegnate sono infatti “le funzioni fondamentali delle province”. Di nuovo e sostanziale troviamo: - il piano strategico: uno strumento di coordinamento e di indirizzo, attivabile comunque; - la promozione dello sviluppo, ma lasciata totalmente senza risorse; - la pianificazione territoriale generale, non meglio definita, che duplica e rischia di appiattirsi sulla pianificazione di coordinamento provinciale. - I sistemi informatici e digitali. Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano

Esempi migliori imitabili: il caso francese Con la loi 58 si istituiscono per il momento solo tre Métropoles: Paris, Lyon, Aix-Marseille-Provence; solo Lione sperimenterà da subito l’elezione diretta del consiglio metropolitano, grazie alla sua lunga tradizione di efficace cooperazione intercomunale. La natura giuridica. Le tre métropoles sono "enti pubblici a fiscalità propria – EPCI – e a statuto speciale ", le cui competenze sono assai vaste e specificate dalla legge per ciascuna di esse. Come le communautés d’agglomération e le communautés urbaines, sono titolari di entrate fiscali proprie, rappresentate da quote delle imposte fondiarie e immobiliari comunali, pagate da famiglie e imprese, sulle quali hanno competenza quanto a tassi e quote. Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano

Esempi migliori imitabili: il caso francese Le funzioni. Sono specificate per ciascuna metropoli e comprendono ambiti precedentemente attribuiti ad altri enti, comuni e dipartimenti. Nel caso del Grand Paris, la métropole sostituisce a pieno diritto i Comuni nell’esercizio delle seguenti funzioni: pianificazione territoriale di livello metropolitano; costituzione di riserve fondiarie di interesse metropolitano; politica della casa e logement social; tutela dell’ambiente e della qualità della vita; politique de la ville (dispositivi negoziali e contrattuali di sviluppo urbano finanziati dallo stato); grandi progetti di trasformazione urbana; pianificazione dei trasporti; sviluppo e pianificazione (aménagement) economica, sociale e culturale. Nel caso di Lione, alla métropole è assegnata anche la competenza sui piani urbanistici (plan local d’urbanisme) e la gestione dei grandi servizi urbani. Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano

Esempi migliori imitabili: il caso francese Si istituisce in ciascuna métropole un Conseil de développement che riunisce i partner economici, sociali e culturali ed è consultato sugli orientamenti strategici. La costituzione effettiva delle métropoles è prevista l’1 gennaio 2016 ; da qui ad allora è prevista, e già realizzata, la costituzione di una mission de préfiguration : una commissione tecnico-politica di alto livello cui partecipano il prefetto della regione, i politici locali (élus) e i partner socio-economici, con il compito di predisporre lo statuto metropolitano, l’organizzazione e la struttura budgettaria dell’ente, un documento di diagnosi generale del territorio che costituisce la base per il successivo "progetto metropolitano", nonché soprattutto un "patto finanziario e fiscale" che legherà la metropoli e i suoi comuni. Appare evidente un processo temporale di costruzione istituzionale coerente, serio, ben strutturato e non improvvisato, nonché una precisa volontà di costruzione di una intercomunalità vera ed efficace. Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano

3. La pianificazione strategica territoriale La pianificazione strategica urbana e territoriale non è compresa nella sua vera natura dalla legge e dalle prime versioni degli Statuti (Milano, Firenze) Essa può essere definita come: la costruzione collettiva di una visione condivisa del futuro di un dato territorio, attraverso processi di partecipazione, discussione, ascolto; un patto fra amministratori, attori, cittadini e partner diversi per realizzare tale visione attraverso una strategia e una serie conseguente di progetti, variamente interconnessi, giustificati, valutati e condivisi; e infine come il coordinamento delle assunzioni di responsabilità dei differenti attori nella realizzazione di tali progetti. Difficoltà: poche esperienze di PS di area vasta in Italia.

Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano 3. La p.s. come nuova community governance La pianificazione strategica costituisce lo strumento principe per il rilancio di una progettualità sia pubblica che privata attraverso forme nuove di coordinamento decisionale – pub/pub e pub/priv. Valorizzando e promuovendo le reti sociali, facendo leva sulla condivisione di valori e sugli elementi di identità e costruendo tavoli di confronto, discussione e coordinamento, la P.S. configura una nuova community governance che supera insieme alcuni vistosi casi di “fallimento del mercato” e di “fallimenti del governo”: nell’offerta di beni pubblici; nella valutazione collettiva delle progettualità pubbliche e private; nella realizzazione di azioni collettive.

Suggerimenti tentativi Priorità veramente strategiche oggi: -Costruire Statuti differenziati e innovativi; -Rafforzare le competenze di pianificazione di area vasta e favorire una intercomunalità forte (premialità); -Assegnare alle CM competenze sulla fiscalità immobiliare (oneri, contributi di costruzione) e una partecipazione alla fiscalità patrimoniale dei Comuni a fronte di specifici interventi; -Aprire tavoli di confronto e collaborazione con le Regioni; -Costruire i P.S. attraverso un percorso partenariale e partecipativo (con regole e organizzazione) e una articolazione per zone omogenee; -Assegnare alle indicazioni (condivise) del PS una valenza forte sulla coerenza e la compatibilità delle azioni comunali e sulle indicazioni della pianificazione generale; -Assegnare alle CM la definizione di regole sul riuso degli edifici non utilizzati, sul regime dei diritti edificatori trasferibili, sui consumi di suolo; -Regole sulla trasparenza negli appalti e anticorruzione; costruire “identità” to Camagni – Politecnico di Milano

Grazie! Grazie per l’invito e per l’attenzione! Roberto Camagni Dipartimento ABC - Politecnico di Milano Piazza Leonardo da Vinci MILANO tel: fax: Prof. Roberto Camagni – Politecnico di Milano