SECONDO INCONTRO 10 marzo 2016 ore 18:00 “Impariamo a comunicare”

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
FIGLI DI ULTIMA GENERAZIONE: punti di forza e criticità
Advertisements

DIALOGARE CON I FIGLI.
CARDUCCI ALTRE SINGOLE OSSERVAZIONI GENERALI ALTRE OSSERVAZIONI SONO DIPONIBILI RELATIVAMENTE AD OGNI SINGOLA CLASSE.
L. Carpini Workshop Convegno: Io parlo straniero. Alfabetizzazione linguistica Educazione interculturale Lend Firenze- Assessorato alla Pubblica Istruzione.
Promoting Social Skills: le unità didattiche italiane della guida
Incontro di formazione per educatori alla I esperienza
INSEGNAMENTO DELLE ABILITA’ SOCIALI
Convegno Nazionale A.V.U.L.S.S., San Giovanni Rotondo, 18-19/11/2006
Lo sforzo di molti, la passione di tutti
1. Un piccolo viaggio nel passato: Lunicità delladolescenza e il peso delle maschere 2. Il segreto del rapporto con gli adolescenti Valutare senza… 3.
Cosa vi portate a casa da queste due giornate? La consapevolezza che lavorare congiuntamente in rete facilita lacquisizione di competenze La crescita nel.
L’ascolto Sapere ascoltare e un fatto psicologico diverso dall’udire, che è invece un fenomeno fisiologico. È la prima competenza comunicativa che apprendiamo,
dell’esistenza quotidiana
Strategie per la soluzione di problemi
L’esperienza dei gruppi di post-adozione nella Provincia di Parma
Comunicazione e intelligenza emotiva
Famiglia, diventa ciò che sei !
29 MAGGIO 2009 Percorso di sostegno alla Genitorialità.
Percorso di sostegno alla Genitorialità
Il Tutor nel sistema degli IFTS
GIOCO DI RUOLO Attività per il superamento delle difficoltà nella comunicazione e nella relazione Classe 2D.
SPORT E FORMAZIONE La lezione dello sport per imparare a raggiungere gli obiettivi Istituto Iris Versari.
Piccole strategie di apprendimento
LA RELAZIONE TRA EDUCATRICI E FAMIGLIE - COME “RESTITUIRE” IL BAMBINO ALLA FAMIGLIA E RENDERE VISIBILE ALL’ESTERNO LA SUA ESPERIENZA AL NIDO, IL LAVORO.
L’ascolto nell’incontro con l’altro
“LABORATORIO DI COMUNICAZIONE”
ANCHE I GENITORI VANNO A SCUOLA!
Che cosa rappresenta per me il momento del circle time …
La mia autostima.
L’autostima. Tezze, 15 ottobre 2011.
La relazione d’aiuto “Il punto di partenza è: ogni persona ha una propria dignità e una propria irripetibile identità, al cui servizio si pone ogni intervento.
TI RACCONTO IL “MIO” PEIV
L’ACCOGLIENZA.
Il Centro di Ascolto: un modo di essere Caritas
Parrocchia S. Maria Assunta Moricone - Rm. Secondo incontro di formazione per gli animatori.
Nicolina Pastena Università Salerno
21° incontro.
Chi è lo Psicologo? Lo psicologo è un professionista della salute.
idee comunicazione & marketing 21 settembre 2012
Scuola media “L.Coletti” Treviso
Bisogno di autonomia e iperprotezione svalutativa
DIOCESI DI POZZUOLI Sportello Eccomi 31 marzo.
La relazione con il malato
dalle abilità alle competenze
Le teoriche del nursing
SCUOLA CAPPELLETTI TURCO
Lo sviluppo dell’identità nell’adolescenza
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE PEDAGOGIA DELLA DEVIANZA E DELLA MARGINALITA’ II SEMESTRE Dott.ssa Angela Fiorillo.
“Come costruire una relazione genitori – figli positiva per entrambi”
L’ASCOLTO.
L’ ascolto non è soltanto una funzione fisiologica legata all’organo di senso, ma è parte del processo di comunicazione, è un elemento fondamentale.
Assistenza Volontaria Domiciliare “CONOSCERE PER AIUTARE”
Donne e networking Il networking è donna
Dott. Annarita Di Silvestre Psicologa – Psicoterapeuta ASL Pescara
Lasciate che i bambini siano felici a modo loro, non esiste modo migliore. (Dr. Johnson)
IL RUOLO DEI GENITORI NELLO SVILUPPO DELL’AUTOSTIMA
Presentazione Life skills relazionali Gioia Mavi gen 2016.
Signore Gesù, ti prego per tutte le coppie, su cui chiediamo il tuo sorriso di padre. Tu che conosci i cuori, tu che ci hai tessuto sin dal grembo materno.
Cosa mi posso aspettare dagli altri A cura di: Renato Tomasella Cosa considero per scegliere A B “IL FUTURO SCOLASTICO… PROFESSIONALE” Aiutare i ragazzi.
Paola Gentile-Flora Olivieri A.R.I.A.C.- Associazione Ricerca Italiana Apprendimento Cooperativo 7° SEMINARIO ANNUALE Con il Patrocinio Università degli.
Week-end giovanissimi 14 – 15 marzo 2009 Tema: Bene Comune Passo biblico: La casa sulla roccia.
Università di Roma Tre Facoltà di Scienze della Formazione Corso di Laurea in Servizio Sociale A.A – 2016 Tecniche e Strumenti Professionali IL COLLOQUIO.
Comunicazione è Relazione 18/2/2014. DOVE ERAVAMO RIMASTI …
Come aiutiamo? Seminario di confronto sul tema della relazione d’aiuto
FRIENDS & FAMILY MEASURE (FFI, STEELE &STEELE, 2005)
LO SPORTELLO DI ASCOLTO “INCONTRIAMOCI” È UN SERVIZIO APERTO NON SOLO AI RAGAZZI MA ANCHE AGLI INSEGNANTI ED AI GENITORI CHE NE FANNO RICHIESTA. È UN SERVIZIO.
La collaborazione fra pari nel recupero di competenze in matematica: il ruolo della riflessione metacognitiva Aosta, 8 aprile 2011 Angela Pesci Dipartimento.
ADULTI EDUCANTI fusi fra cielo e fango
AFFETTIVITÀ & SESSUALITÀ NELL'ERA DI INTERNET
LIFE SKILLS RELAZIONALI Migliorare La Rete dei Rapporti Sociali 5 aprile 2016 Gioia Farioli Mavi Sturaro Pietrasanta Dipartimento di Prevenzione Direttore.
Transcript della presentazione:

SECONDO INCONTRO 10 marzo 2016 ore 18:00 “Impariamo a comunicare” Conduce la dott.ssa Assunta Marrone con la partecipazione di Sr.Maria Assunta e Ins. Paola Torre “SPAZIO ai GENITORI” Ciclo di incontri a tema dedicati a genitori della Scuola dell’ Infanzia dell’Istituto Corsaro

Prima fase: costruzione del gruppo. Questo momento ha avuto come obiettivo primario l’avvio e la costruzione del gruppo. Il gruppo è stato in questa fase auto-centrato (che non ha cioè altro compito da svolgere se non quello di osservare se stesso ed i propri processi) per permettere la costruzione di una cultura e di un’identità di gruppo. Durante questa fase si è cercato di...

Riflettere sul gruppo e sulla comunicazione come strumento di lavoro; Analizzare le aspettative; Favorire la conoscenza reciproca; Facilitare l’emersione dei bisogni; Favorire la riflessione sul ruolo del genitore dai vari punti di vista; Incoraggiare la condivisione delle esperienze genitoriali; Favorire la creazione di un ambiente di fiducia e scambio; Favorire la capacità di gestione della diversità e del conflitto; Riflettere sul significato relazionale e psicologico dell’essere genitore;

TEMI EMERSI I genitori si sono confrontati su alcune tematiche che possono essere riassunte in quattro filoni: riflessione sul proprio stile educativo e sul modello genitoriale interiorizzato; senso di autostima e di competenza genitoriale; conflitto e problem solving; sperimentazione di modalità relazionali creative.

Dalla riflessione alla condivisione Dopo questa fase che ha permesso ai partecipanti di riflettere sui propri stili educativi si è passato ad una fase più introspettiva, legata ai vissuti personali che ha permesso di scoprire parti nuove di sé e di condividerle con gli altri.

Gruppo... spazio nuovo di sè Partendo da una prospettiva positiva, volta ad accentuare più le risorse che le difficoltà dei singoli, il gruppo funzionerà da cassa di risonanza, creando rinforzi positivi o attivando processi riflessivi, a seconda della situazione. La circolazione delle idee, l’accoglienza dell’altro e del suo punto di vista, la condivisione di problemi simili, la sospensione del giudizio e la risonanza emotiva creata dalle situazioni, a volte intense, attivate nel gruppo permetteranno al singolo di rinforzare la stima di sé, sia rispetto alle proprie capacità personali che al proprio ruolo genitoriale. Ciò per potenziare la fiducia in se stessi e ritrovare uno spazio nuovo di sé, differenziato da quello genitoriale, ma che lo alimenta e lo rinforza.

Gruppo...spazio/luogo dove si crea Il gruppo ha assunto la funzione di un’officina, cioè luogo dove si crea; di uno spazio preparatorio dove si può tentare e ritentare, sperimentarsi fuori dal contesto reale, senza paura di sbagliare o di essere giudicati. L’attivazione della sospensione del giudizio è stata la prima tappa che si è cercato di raggiungere all’interno del gruppo facendo in modo che tutti i partecipanti passassero da una prospettiva assolutista e spesso svalutativa “...Il tuo comportamento non è adeguato...” ad una più relativa e più accogliente dei punti di vista degli altri “secondo me...”.

MA PERCHE’ CI INCONTRIAMO? L’idea di base, che è il focus del progetto “Spazio ai Genitori”, si fonda sul principio che relazioni familiari più serene influiscono positivamente sul benessere del bambino e sul suo rendimento scolastico.

Perché uno psicologo qui con noi? Il ruolo dell’ “esperto” in questo contesto assume la funzione di facilitatore che valorizza le competenze di voi genitori aiutandovi a metterle “in circolo”, ottenendo il risultato di rassicurarvi e di farvi acquisire nuove competenze, mediante la discussione ed il confronto reciproco. Il gruppo rappresenterà uno spazio nuovo dove sperimentarsi ed esprimere le proprie opinioni, prima di tutto come persona e poi come genitore.

Di cosa parliamo? Imparare ad ascoltare per comprendere Acquisire abilità nella comunicazione descrittiva e in quella rappresentativa Perchè.... Saper ascoltare e comunicare correttamente, riuscendo a dare e ricevere feedback positivi, è fondamentale nella gestione delle dinamiche relazionali familiari. Questi temi saranno il filo conduttore della serata che si muoveranno poi da esempi concreti su cui sperimentare e confrontarsi.

Dobbiamo sapere che... Non si può non comunicare (Prima legge della comunicazione) Anche il silenzio è comunicazione. Le parole, il silenzio, l’attività, l’inattività hanno tutti il valore di messaggi. Nella comunicazione vi è un livello di contenuto e uno di relazione (Seconda legge della comunicazione)‏ Ogni atto comunicativo parte da un atto percettivo in base a come io percepisco gli altri e\o la situazione guido la mia comunicazione e il mio comportamento.

Comunicare... Comunicare è uno dei modi migliori per condividere informazioni con il proprio figlio, rafforzare la relazione con lui, aiutarlo a comprendere ed affrontare emozioni, trasmettergli valori, credenze e speranze. Se non usata bene, però, la comunicazione può avere effetti negativi, in quando si possono trasmettere informazioni errate, ignorare o negare sentimenti, trasmettere paura, dubbio, confusione.

L’importanza della comunicazione descrittiva Consiste nella verbalizzazione dei fatti osservabili, cioè nell’espressione dei fatti in termini constatativi. “Ho notato che hai parlato con Marco tutta mattina”. Formulare comunicazioni descrittive

Esercitazione 1 Alcune frasi da valutare “Hai messo i piedi sul tavolo” (comunicazione descrittiva)‏ “Sei il solito maleducato” (comunicazione valutativa)‏ “Chiudi la bocca. Non dire un’altra parola” (-)‏ “Quello cha hai appena detto mi ha veramente disturbato” (+)‏ “Torno a casa e mi accorgo che mio figlio ha messo in ordine la sua stanza. Sono contento e gli dico: “Cosa vuoi in cambio?” (-)‏ “Sono contento perché hai messo in ordine la tua stanza.” (+)‏ Esercitazione 1 Alcune frasi da valutare

L’importanza della comunicazione rappresentativa IL MESSAGGIO IO Con il Messaggio IO la persona parla di sé della propria esperienza senza giudicare né valutare l’altro. NON parliamo di come SONO gli altri ma di quanto ci TOCCA quello che fanno e\o quello che dicono

ATTENZIONE IL MESSAGGIO TU “Tu sei così...” “Tu non l’hai fatto ...” “Tu dovresti comportarti diversamente ...” “Tu mi farai morire!” E’un messaggio di critica e valutazione\svalutazione La persona NONsi sente accolta Costella vissuti di colpa e\o rabbia Attua strategie difensive di chiusura

Esercitazione 1 Alcune frasi da valutare “Chiudi la bocca. Non dire un’altra parola” (-)‏ “Quello cha hai appena detto mi ha veramente disturbato” (+)‏ Torno a casa e mi accorgo che mio figlio ha messo in ordine la sua stanza. Sono contento e gli dico: “Cosa vuoi in cambio?” (-)‏ “Sono contento perché hai messo in ordine la tua stanza.” (+)

Comunicare ...efficacemente Quando i genitori comunicano efficacemente con i figli, mostrano di avere rispetto per loro. I bambini iniziano a percepire che i genitori li ascoltano e li capiscono: questo è importantissimo per sviluppare la loro autostima. Al contrario, quando la comunicazione tra genitori e figli è inefficace o negativa, possono percepire di non essere importanti, non essere ascoltati o non essere capiti. Le competenze comunicative si acquisiscono in modo graduale e la presenza dell’adulto, in particolare del genitore, è fondamentale per fornire il giusto supporto nel processo di sviluppo di queste abilità. Come un’impalcatura sostiene gli operai durante i lavori edilizi, il genitore sostiene il bambino nel suo processo di crescita.

Atteggiamenti da privilegiare Essere orientati a comprendere i problemi Ricercare il senso dei comportamenti Essere empatici invece che neutrali e freddi Esprimere le proprie emozioni e comprendere quelle degli altri Procedere per ipotesi e non assolute verità

Come comunicare con i figli: l’importanza dell’ascolto attivo Ascoltare è diverso dal sentire in quanto non vengono attivate solo le orecchie, ma la persona nella sua interezza si mette in ascolto dell’altro (guardando l’interlocutore, interrompendo quello che si sta facendo). L’ascolto dell’altro è una forma di riconoscimento importante che, se negata nel tempo e in maniera ricorrente e diretta a soggetti in età evolutiva, può creare effetti negativi nel processo di costruzione dell’identità.

...e della presa di coscienza del canale non verbale della comunicazione e del principio di congruenza tra messaggi verbali e non verbali A volte siamo inconsapevoli di inviare agli altri messaggi contradditori, per cui se a nostro figlio diciamo verbalmente “ti ascolto” però continuiamo a lavare i piatti mentre questi ci stava per dire qualcosa di importante per lui, la comunicazione non verbale avrà la meglio e il messaggio che arriverà al ragazzo è che la madre è occupata e non può o non vuole ascoltare.

Comunicare al loro livello tenendo presente le loro caratteristiche Più il bambino è piccolo e più dovrebbe essere usato un linguaggio semplice. Dobbiamo inoltre ricordarci che i bambini dai 2 ai 7 anni pensano in modo molto concreto, spesso irrazionale e magico. La loro mente non è ancora capace di utilizzare la logica e di dare un senso alle cose, così come siamo abituati noi adulti. Bisogna ricordarsi inoltre che i bambini non pensano a lungo termine come noi adulti: sono infatti orientati a pensare nell’immediato e ad obiettivi a breve termine. L’abilità di pensare al futuro inizia a svilupparsi verso la fine delle elementari.

Imparare ad ascoltare davvero e a mostrare interesse Il buon ascoltatore ha uno sguardo attento, corpo proteso verso chi parla, mantiene il contatto oculare, annuisce, esprime consenso per far capire che sta ascoltando, fa domande o osservazioni pertinenti, ripete in parole diverse quello che dice l’altra persona per fargli intendere che capisce, chiede altri informazioni. Con i bambini è importante abbassarsi al loro livello. Ricordatevi che per ascoltare davvero bisogna fermarsi, ovvero serve avere il tempo e lo spazio per farlo. Solo così i bambini riusciranno veramente ad aprirsi.

Comunicare ed ascoltare emozioni Quando si parla di emozioni, in particolare di emozioni spiacevoli è importante aiutare il bambino ad elaborarle e a dare un senso a quanto hanno vissuto. E’ importante riconoscere ed accogliere i loro sentimenti e le loro sensazioni. Spesso i genitori hanno paura di dare la risposta sbagliata o si sentono in dovere di offrire sempre soluzioni ai problemi che i bambini pongono. A volte però la miglior cosa da fare è semplicemente ascoltare. Altre volte, invece che dare al bambino una soluzione pronta, può essere più importante aiutarlo a trovare da solo nuove strade e strategie per affrontare i problemi che incontra.

Io mi sintonizzo con mio figlio se Ascolto i suoi bisogni Distinguo bene i suoi bisogni dai miei Sono capace di vivere l’«ascolto attivo» Sono capace di vivere il «messaggio io» Sono capace di gestire il conflitto senza perdenti Superare il conflitto dipendenza/autonomia

Conflitto dipendenza/autonomia Forse dovremmo imparare come i porcospini di Schopenhohauer a trovare la giusta distanza nelle relazioni significative della nostra vita per evitare gli eccessi che sono insiti nelle relazioni e che ci possono portare ai due estremi: invasività/dipendenza (troppo vicini), distanza/estraniazione (troppo lontani). Per cercare la giusta distanza dalle relazioni significative bisogna riscoprire quel nucleo di autenticità del Sé che a volte viene sommerso dai mille impegni della vita quotidiana ma che permette di guardare in maniera nuova ai propri vissuti e alle proprie relazioni senza essere risucchiate da esse.