 Nella teoria economica il degrado ambientale rientra nella nozione di ESTERNALITA’.L’azione del singolo provoca effetti collaterali sugli altri agenti,influenzandone.

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 Nella teoria economica il degrado ambientale rientra nella nozione di ESTERNALITA’.L’azione del singolo provoca effetti collaterali sugli altri agenti,influenzandone il benessere. Questi effetti essendo esterni al mercato provocano inefficienze nell’allocazione delle risorse e dei prodotti. Si parla di “Fallimenti del mercato” e si ritiene necessario internalizzare tali effetti attraverso tasse e altri strumenti economici.  Questo approccio è fuorviante per comprendere il degrado ambientale e per intervenire in modo efficacie. Infatti le esternalità sono da ritenersi ubiquitarie.

 Il fiume ha una superficie di quasi 1/3 degli Stati Uniti e si suddivide in due sottoinsiemi:quello delle pianure del midwest e quella del delta che si sviluppa in Louisiana.  Attraverso le leggi fisiche delle “medie grandezze” è possibile spigarne la sua evoluzione: - l’acqua tende a passare da territori posti in alto a quelli più in basso lungo traiettorie in cui il gradiente è maggiore,quindi va al mare seguendo la via più breve e più pendente; - lo scorrimento delle acque e dei detriti provoca l’alterazione delle pendenze dei terreni Gravità e attrito alterano velocità e percorso del fiume.

 Il delta è considerato un vero e proprio “distributore” di sedimenti sulla pianura alluvionale. Questo meccanismo per millenni è stato reso efficiente dall’intreccio di rami laterali detti bayou.  Il cambiamento del letto contribuisce alla formazione della pianura alluvionale. Il M. ha già subito grossi cambiamenti di letto negli ultimi tremila anni: attualmente c’è la tendenza della corrente principale del fiume a spostarsi nel suo affluente Atchafalaya (Catastrofe nel senso di Thom).  Nel XVIII sec. sono cominciati i primi interventi dell’uomini che hanno profondamente influenzato il processo di formazione della pianura alluvionale e la tendenza del fiume a cambiare letto.  Blocco degli sbocchi laterali e arginature proteggono i raccolti ma disinnescano il meccanismo naturale di deposito capace di contrastare la subsidenza dei suoli. Inoltre sistemi di chiuse sono serviti per opporsi al cambiamento di letto.

 Fino al XVIII sec. la presenza umana lungo il delta del M. era modesta e rappresentata da tribù di indiani che si dedicavano alla caccia e alla pesca e non facevano attività di controllo del fiume.  Dal 1700 cominciarono i primi insediamenti degli europei che portarono alla necessità di controllare il fiume. La tradizione insediativa basata sulla stanzialità e sull’agricoltura venne trasferita nel nuovo territorio senza alcun adattamento all’ambiente locale, dovuto anche alla mancanza di conoscenza.  Inizialmente gli interventi di controllo erano a spese dei privati e successivamente divennero azioni della collettività. Aumentano le iniziative di difesa,aumentano gli insediamenti e a sua volta aumentano gli interventi di protezione. MECCANISMO DI RINFORZO.

 Negli anni sono state elaborate molte teorie sulla gestione dei fiumi.  Teoria della meccanica dei flussi di Guglielmini. L’idea era di alzare argini e sbarrare i rami laterali al fine di aumentare l’attrito nell’alveo in modo che il fiume si autodrenasse. Tuttavia non si tiene conto della differenza di attrito provocato dallo scorrimento dell’acqua che è maggiore lungo le sponde che non sul fondo del fiume.  Altro aspetto da non sottovalutare sono le scelte dei policy maker che hanno portato a una gestione non sostenibile del fiume Swamp and Overflow Land Act :questa legge prevede la vendita di terre umide demaniali ai privati in modo da finanziare gli interventi di protezione. C’è stato un incremento della domanda di protezione e i proventi della vendita erano solo sufficienti a proteggere le aree che già erano in mano ai privati (INCOERENZA TEMPORALE).

Negli anni successivi ci furono disastrose inondazioni che hanno costretto il governo a intervenire nuovamente emanando il Flood Control Act che stanziava 300 mil di dollari per la protezione dalle esondazioni. Accanto all’aumento del controllo del fiume aumentò la popolazione residente e l’interesse sul fiume da parte del settore del petrolio e del gas naturale che era in forte crescita. Alla luce di queste considerazione si capisce l’importanza di evitare la conquista del Mississipi da parte dell’Atchafalaya, tenendo presente l’impossibilità di separare i due corsi d’acqua. Gli interventi di controllo dell’uomo si sono basati su teorie infondate e previsioni sistematicamente errate che hanno aggravato i problemi. Oggi il fiume scorre ad un livello più alto non solo di quello iniziale ma anche di quello previsto, aumentando la necessità di protezione e il rischio di esondazioni. Inoltre il fenomeno della subsidienza provoca lo sprofondamento dei terreni e l’erosione delle coste.

 REALTA’ COME INSIEME DI SISTEMI. Il mondo non è costituito dalla mera somma degli elementi, ma dalle relazioni che si instaurano tra essi. Non è il singolo elemento a determinare un FENOMENO, ma i suoi rapporti con il resto dell’insieme in cui è inserito.(VISIONE SISTEMICA.)  Da qui derivano alcuni concetti fondamentali: - la dipendenza di un sentiero dinamico alle condizioni iniziali,e l’irreversibilità di un processo evolutivo; - i fenomeni improvvisi si verificano per il superamento di livelli soglia; - idea di negentropia: le strutture dissipative come i sistemi antropici,mantengono il loro ordine a discapito dell’ambiente circostante; - diverse scale spaziali e temporali tra i vari sottosistemi: discrasia tra ritmi della natura e ritmi dell’uomo. -meccanismi di retroazione che rendono stabile il sistema. Mississipi mette in evidenza meccanismi di retroazione positiva. “CAUSAZIONE CIRCOLARE COMULATIVA” (MYRDAL). -effetti anche nel breve periodo(problema di equità intragenerazionale); -INCERTEZZA SCIENTIFICA.

 CONCETTO DI “NOOSFERA”. La noosfera è l’insieme dei viventi che hanno raggiunto la soglia del pensiero; è la sfera pensante. Il caso del Mississipi mette in evidenza come sia importante ricostruire la conoscenza a disposizione e il suo percorso di sviluppo,poiché da questa dipendono le scelte e le azioni intraprese dai singoli e dalla collettività,scelte che poi retroagiscono sulla biosfera. Il fallimento sistematico degli interventi dell’uomo si lega al fallimento della noosfera nel comprendere o nell’accettare la realtà biofisica del delta del fiume. Gli insediamenti europei mostrano come il sistema conoscitivo non si è adeguato alla realtà delle frequenti inondazioni.

Al fallimento della noosfera,ovvero all’incapacità di comprendere e di prevedere,concorrono diversi fattori ben evidenziati nel caso del Mississipi:  MIOPIA SPAZIALE E TEMPORALE che si riflette nell’atteggiamento riduzionistico delle scienze. La teoria del Guglielmini è proprio un esempio della tendenza dalla scienza a fare analisi parziali,perdendo di vista i legami tra i sottosistemi e il funzionamento del sistema in generale (basta pensare alla riduzione del grado di libertà del fiume.) Questa miopia spiega la generale tendenza ad applicare modelli astratti con pochi legami con l’ambiente (Commoner dice che la maggior parte degli oggetti che noi usiamo sono scollegati rispetto al loro ambiente).  OTTIMISMO TECNOLOGICO : gli argini e le altre opere si sono rivelate del tutto insufficienti e conducono a interventi sempre più costosi rispetto alle attese(Mito di Prometeo);  ATTEGGIAMENTO AGGRESSIVO E DI DOMINIO: è significativa la compresenza sia della consapevolezza della forza della natura sia della voglia di vincerla.

 Meccanismi di determinazione degli assetti istituzionali e socio- economici e le modalità mediante le quali la comunità antropica si organizza per regolare la propria interazione con la natura, richiamano i concetti di path-dependence e lock-in.  Nei sistemi altamente dipendenti dalle condizioni iniziali,processi di causazione cumulativa,portano la società su strade dalle quali tornare indietro è estremamente costoso se non impossibile (IRREVERSIBILITA’).  I processi di regolazione sono determinati dalla composizione delle esigenze dei diversi gruppi di potere e ciò si nota bene nel caso del M.  In seguito all’insediamento intorno al fiume si sono sviluppati degli interessi acquisiti, ovvero interessi privati, che hanno creato la necessità di controllare il fiume. Quest’ultimi si sono poi trasformati in interessi della collettività.  Il controllo si sviluppa secondo le modalità imposte dall’attività di lobbing dei diversi gruppi di interesse,attività formalmente prevista in virtù di istituzioni legali.

 La regolazione delle acque influenza un gran numero di attività economiche e sorge così la necessita di soddisfare quanto più possibile gli interessi delle parti,almeno di quelle con più potere economico.  L’intervento pubblico è guidato da interessi economici a breve termine, risultando così non attento allo sviluppo locale durevole e incompatibile con la prospettiva di lungo periodo della natura.  Illusione che le conseguenze delle azioni degli uomini siano distanti nel tempo. Questo porta a una loro sottovalutazione nelle decisioni pubbliche.  L’interazione tra gli errori della noosfera e il prevalere di interessi particolari porta a politiche che hanno effetti negativi anche nel breve periodo e che conducono il sistema su percorsi dai quali risulta difficile uscire.  Il caso del Mississipi e’ lo spunto per una riflessione sulla “Tragedy of the Commons” e sul free-riding.

 I sistemi naturali sono estremamente complessi e ogni strategia di controllo dell’uomo sulla natura innesca dei processi socio- economico che retroagiscono sulle strategie stesse mettendo in moto dinamiche esplosive.Gli effetti che si ottengono sono imprevisti e spesso disastrosi.  Tutti gli elementi precedentemente analizzati,la noosfera,l’incertezza della scienza,l’atteggiamento aggressivo dell’uomo ….,mostrano come non si può prescindere da una forte integrazione delle conoscenze delle diverse discipline ed approcci. La partecipazione di tutti è dunque requisito essenziale di un nuovo modo di concepire la scienza.  Oggi gli interventi di politica ambientale sono,purtroppo,ritenuti leciti solo dopo la manifestazione del danno,manifestazione che magari avviene molto tempo dopo e troppo tardi,quando ormai la situazione è irreversibile.  La complessità porta ad un’incertezza radicale in cui non sono disponibili prove certe e in cui occorre esprimere una valutazione dei rischi delle diverse opzioni. Occorre infine una rivalutazione dei principi generali.