J. DEWEY, “TEORIA DELLA VALUTAZIONE” A cura di Chiara Crescenzi e Taisia Santoni.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Montanari Maria Giulia
Advertisements

Tommaso d’Aquino: ST, I Pars, q. II
La Comunicazione Bisogno insopprimibile nella vita di ognuno di noi.
SPERIMENTAZIONE CITTADINANZA E COSTITUZIONE
Presentazioni internazionali Campobasso 13 e 14 ottobre 2003.
L. Carpini Workshop Convegno: Io parlo straniero. Alfabetizzazione linguistica Educazione interculturale Lend Firenze- Assessorato alla Pubblica Istruzione.
Aggressività nei bambini
Gli elementi fondamentali Incominciamo il nostro viaggio …
ETICA SPECIALE F 142 – PROF. VENDEMIATI.
Convegno Nazionale A.V.U.L.S.S., San Giovanni Rotondo, 18-19/11/2006
Transfert e controtransfert
Definire la comunicazione
Sistemi basati su conoscenza Conoscenza e ragionamento Prof. M.T. PAZIENZA a.a
Come organizzare l’incontro
Lo sviluppo del linguaggio nel bambino
La stella della sera = La stella del mattino. Il nome non è l'oggetto. Il referto non è l'immagine. L'immagine dell'oggetto non predetermina a priori.
OSTACOLI NELLA COMUNICAZIONE
Modalità operative di intervento:
L’apprendimento trasformativo
La costituzione del gruppo
Corso di Matematica Discreta cont. 2
La Comunicazione Umana in campo pragmatico:
Lingua italiana (CT) La comunicazione (1)
IL GIOCO DELLA LOGICA.
LA FUNZIONE E LA FORMA DELL’INTERIEZIONE
Ripasso Predicato nominale e predicato verbale
Parlare per farsi ascoltare
_ ___ _ ______ _ _ _________.
Invariante spazio temporale
Lopinione pubblica non esiste (1973) Analisi dell'opinione pubblica 2010/11.
Il Soggettivismo dei Sofisti
Regole conversazionali di Grice Principio cooperativo (per dato di fatto e per quasi contratto) Principio della Quantità si riferisce alla quantità di.
PORRE E RISOLVEREPROBLEMI PORRE E RISOLVERE PROBLEMI il testo e i dati Vai avanti.
Azione e felicità.
Università degli Studi C. Bo – Urbino Scienze della Formazione Primaria.
Lo sviluppo delle emozioni
LA COMUNICAZIONE a cura di adminSB. COMUNICARE Comunicare con la società è cosa completamente diversa dal comunicare allinterno della propria cerchia.
Iniziamo a lavorare sui concetti Concetto Regolarità percepita in eventi o oggetti, o in testimonianze/simboli/rappresentazioni di eventi o di oggetti,
DIOCESI DI POZZUOLI Sportello Eccomi 31 marzo.
Le teoriche del nursing
TOKEN ECONOMY LA TOKEN ECONOMY E’ UN VERO E PROPRIO CONTRATTO EDUCATIVO TRA INSEGNANTE E STUDENTE LA TOKEN, utilissima.
La sintassi della frase complessa
IL SAGGIO BREVE Istruzioni per l’uso.
DOTT.SSA Teresa Colonna
MODELLI TEORICI PER LA PRATICA GABBIA CHE LIMITA E COSTRINGE O PROSPETIVA DA CUI OSSERVARE E CON CUI LEGGERE LA REALTA’ ?
La comunicazione interpersonale
RAGIONARE NEL QUOTIDIANO 1 – Introduzione Perché questo corso? Argomentazioni Enunciati e proposizioni Le proposizioni semplici.

Lo sviluppo dell’identità nell’adolescenza
Laboratorio di Addestramento alla Comunicazione Dott.ssa Tamara Lapucci E.mail: Lezione 2 27 ottobre 2009 Lezione n. 2: Macerata, 27.
Calcolo delle probabilità a cura di Maurizio Brizzi
Continua. Il problema dell’induzione Il problema dell'induzione può essere riassunto nella domanda: "siamo giustificati razionalmente a passare dai ripetuti.
L’ ascolto non è soltanto una funzione fisiologica legata all’organo di senso, ma è parte del processo di comunicazione, è un elemento fondamentale.
2) PROBABILITA’ La quantificazione della ‘possibilità’ del verificarsi di un evento casuale E è detta probabilità P(E) Definizione classica: P(E) è il.
EMOZIONI IN GIOCO Progetto di Alfabetizzazione Emotiva A.S. 2014/2015
Laboratorio di Addestramento alla Comunicazione Dott.ssa Tamara Lapucci E.mail: Lezione 2 4 novembre 2010 Lezione n. 2: Macerata, 4.
Francesco Maiorano PIST Peucetia: LA MAPPA DI COMUN ITA’
COMUNICAZIONE CELEBRE MODELLO Codifica Decodifica Messaggio Contesto
Aristotele Poi ch’innalzai un poco più le ciglia,
IL CORPO E’ UNA FORMA LINGUISTICA
SiRVeSS Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole C31 -2 MODULO C Unità didattica CORSO DI FORMAZIONE RESPONSABILI E ADDETTI SPP EX D.Lgs.
ANALISI DEI PROCESSI COMUNICATIVI
1 Analisi civilistica dei criteri generali per la prestazione dei servizi di investimento L’art. 19 dir. 2004/39/CE.
Cap. IV Proposizioni di apprezzamento A cura di: Arianna Gualillo e Barbara Di Lello.
L’ASCOLTO e SAPERSI ASCOLTARE
Organizzare Un Testo Argomentativo
Il piacere e il dispiacere sono considerati “modi di comportarsi” in rapporto alla valutazione. La parola piacere viene usata per indicare un modo di.
Teoria della Valutazione La valutazione e le condizioni della scienza sociale Elena Locci Francesca Marano a cura di: - John Dewey -
INSIEMI E LOGICA PARTE QUARTA.
Classe II a.s. 2010/2011 Prof.ssa Rita Schettino
Transcript della presentazione:

J. DEWEY, “TEORIA DELLA VALUTAZIONE” A cura di Chiara Crescenzi e Taisia Santoni

La discussione s’incentra su una posizione estrema : Espressioni come “buono”, “cattivo”, “giusto”, “ingiusto”, sono della stessa natura delle interiezioni, o dei fenomeni come l’arrossire, il sorridere, il piangere, o degli stimoli che spingono gli altri ad agire in certi modi (es. “Hip!” al cavallo). Queste espressioni non dicono o stabiliscono nulla. “Le espressioni di valore non possono far parte di proposizioni, cioè di enunciati che affermino o neghino, perché esse sono semplici esclamazioni”.

“Hai fatto male a rubare quel denaro”, “Hai rubato quel denaro…”, “Hai rubato quel denaro!” : queste frasi non direbbero niente di diverso l’una dall’altra se il tono di voce non mostrasse che l’espressione è accompagnata da certi sentimenti. “E’ vostro dovere dire la verità”: è considerabile sia come espressione di un sentimento etico, sia come un comando (“Dì la verità…”), sia come un suggerimento (“E’ bene dire la verità”). “La tolleranza è una virtù”: non sto enunciando nulla circa i miei sentimenti; li sto palesando, ma non è detto che io li abbia realmente. Quindi è impossibile discutere su questioni di valore, poiché esse generano casi di evidente controversia.

Esempio pratico Le prime grida di un neonato, i suoi primi sorrisi, i primi mugolii e vocalizzi “esprimono dei sentimenti”? Generalmente siamo soliti interpretarli come sentimenti, ma in realtà vi è una pericolosa ambiguità nelle parole “sentimenti” ed “esprimono”.

Infatti… Lacrime e sorrisi “non sono di per se stessi espressivi; sono parti costitutive di una più vasta condizione organica: sono fatti di comportamento organico e non sono affatto, in nessun senso, espressioni di valore.” Per esempio Per esempio, un bambino grida, la madre lo interpreta come un segno (“sintomo”) che il bambino ha fame o che uno spillo lo punge ed agisce in modo da cambiare (“condotta responsiva”) la condizione organica, dedotta considerando il grido come un segno evidenziale.

Quando il bambino cresce… “Diventa conscio della connessione che esiste fra un certo grido, l’attività evocata, e le conseguenze prodotte in risposta ad esso. Il grido (o il gesto, o l’atteggiamento) è ora fatto allo scopo di evocare l’attività ed allo scopo di sperimentare le conseguenze di quell’attività.”

Quindi, vi è differenza fra grido originario Il grido originario (anche chiamato “pura esclamazione”) che -nonsegno linguistico -non è un segno linguistico -nonsentimento “sentimento” ispezione e verificazione. -non esprime un sentimento, ma una condizione organica di cui è parte costituente; pertanto il termine “sentimento” è del tutto inutile in quanto esso non può essere sottoposto a ispezione e verificazione. grido emessoapposta intento un segno linguistico diretto a dire, comunicare, esprimere. Il grido emesso apposta, cioè con l’intento di evocare una risposta che avrà certe conseguenze. Esso è un segno linguistico che non solo dice qualcosa, ma è diretto a dire, comunicare, esprimere.

fenomeno sociale un’interazionetransazione appositamente 1.Rappresentano un fenomeno sociale, in quanto, evocando una certa risposta da parte di altri, creano un’interazione o una transazione tra due o più persone, che risulta ancor più evidente quando il comportamento in questione (ad esempio il grido)è messo in atto appositamente. simboli linguistici 2.Rappresentano dei simboli linguistici (se usati intenzionalmente), cioè dicono qualcosa e sono della natura delle proposizioni. Ogni maestro o genitore dovrà fare attenzione alle espressioni e agli atteggiamenti dei fanciulli, al fine di trarne delle ipotesi. Le proposizioni in cui si concretizza l’ipotesi saranno probabilmente errate, quando viene osservato solo un breve segmento di comportamento; saranno invece attendibili quando si poggiano su un segmento più prolungato o su una varietà di dati accuratamente esaminati. 3. Quando avvengono con lo scopo di influenzare l’attività degli altri, per ottenere certe conseguenze, sono fenomeni che rientrano nell’ambito della valutazione? I fenomeni in questione (gridi, sorrisi, vocalizzi)…

Per rispondere a quest’ultima domanda, si fa un esempio pratico: Considerate il caso di una persona che grida “fuoco!” oppure “aiuto!”. Non vi può essere alcun dubbio sull’intenzione di influenzare la condotta di altri per provocare certe conseguenze suscettibili di osservazione e di enunciazione in proposizioni. Queste espressioni, considerate nel loro osservabile contesto, dicono che:  vi è una situazione che avrà conseguenze nocive  la persona non è capace di affrontare la situazione prevede  si prevede che la situazione migliori ottenendo l’assistenza altrui osservabili Tutte e tre queste condizioni possono essere attestate attraverso prove empiriche, in quanto tutte si riferiscono a cose che sono osservabili.

Perciò, nell’ultimo caso illustrato… non vi sono esplicite espressioni di valore, ovvero non appaiono esplicitamente termini di valutazione come “buono” o “giusto”, (valutazioni fini a se stesse, che non affermano nulla). una certa risposta. Infatti, nonostante il grido di aiuto, affermi, con parole diverse, che la situazione in cui ci si trova è “cattiva” (nel senso di “avversa”), esso non rappresenta una semplice valutazione, priva di contenuto significativo; ma, al contrario, essendo connesso col suo contesto esistenziale, comunica qualcosa di ben preciso: cioè, che si prevede una situazione futura migliore, purché il grido evochi una certa risposta. Dunque assume la forma di una proposizione.

In conclusione, possiamo dire che… Se nei vari casi, non si chiarisce il contesto esistenziale, le espressioni verbali impiegate possono significare qualsiasi cosa o non significare proprio nulla (cioè non affermano niente). segno di grossolanità segno di soddisfazione e gradimento Ad es., in un gruppo sociale il rumore fatto con lo schioccare delle labbra viene trattato come segno di grossolanità, di cattive maniere; al contrario, in un altro gruppo sociale lo stesso rumore è interpretato come segno di soddisfazione e gradimento da parte dell’invitato. Invece, quando i contesti sono tenuti in conto, ciò che emerge è costituito da proposizioni, che: assegnano un valore negativo alle condizioni esistenti un valore positivo rispetto a delle condizioni pronosticate trasformazione da uno stato di cose ad un altro svolgono una funzione intermedia, in quanto dirette ad evocare attività che produranno una trasformazione da uno stato di cose ad un altro.