Lezione XVII Compensazione II
Riepilogo Dall’ingresso verso l’uscita troviamo sicuramente il polo al nodo X (o Y) non dominante e il polo dominante sul nodo V out1 C L R out Come si comportano però i poli nei nodi N (o K) ? Possiamo pensare che la capacità C N, alle alte frequenze, abbassi l’impedenza di uscita di M7 abbassando l’impedenza di uscita complessiva del circuito Cerchiamo di quantificare quest’effetto XY NK
Calcolo di Z out (s) Sul nodo di uscita l’impedenza è quella classica di una configurazione cascode Mentre l’impedenza sul nodo N la possiamo vedere come il parallelo di r 07 e (C N s) -1 Mettendo tutto assieme si ha:
Sul nodo di uscita L’impedenza Zout si trova in parallelo con l’impedenza data dalla capacità di carico CL
Considerazioni Qual è l’effetto del polo del cascode? Se guardiamo l’espressione di Z L ci accorgiamo che il cascode non aggiunge nessun polo addizionale L’unico effetto è quello di abbassare leggermente il polo dominante dell’operazionale (effetto dunque benefico)
Operazionali a due stadi Abbiamo visto che, ogni volta che è necessario realizzare operazionali ad elevato swing, la configurazione a due stadi (o più) si rivela necessaria La tecnica che si usa in questo caso è quasi sempre la compensazione di Miller
Esempio Consideriamo un operazionale cascode con stadio di uscita a source comune Seguiamo il percorso dei segnali dall’ingresso verso l’uscita per determinare i poli del sistema X E F
Diagramma di Bode Nel percorso da in1 alla sua uscita incontriamo tre poli Sappiamo che il polo al nodo X si trova a frequenze sufficientemente elevate Al nodo E la resistenza è molto elevata e quindi ci aspettiamo che il polo si trovi a frequenze relativamente basse Al nodo F la resistenza è più bassa ma la capacità C L può essere abbastanza elevata Il sistema presenta dunque due poli dominanti
… Possiamo costruire quindi il diagramma di Bode di modulo e fase Dal momento che i due poli dominanti si presentano ben prima del polo in alta frequenza il cumulo di fase raggiunge - 180° ben prima che si presenti il terzo polo I margini di stabilità si riducono drasticamente quindi anche prima del terzo polo GX PX
Compensazione Potremmo pensare di agire sul diagramma dei moduli spostando uno dei due poli dominanti verso l’origine Dal momento che la compensazione deve essere fatta portando la ω T in corrispondenza del primo polo non dominante ci accorgiamo che: La banda passante che si ottiene è relativamente bassa E’ necessaria una capacità di compensazione di valore molto elevato
La compensazione di Miller Il secondo stadio possiede un guadagno sufficiente ed è collegato all’uscita di uno stadio con impedenza di uscita molto elevata Una capacità messa a ponte dunque si trova soggetta all’effetto Miller ed inoltre, al nodo E, vede un’impedenza molto elevata A1A2 EA R out1 A1A2 EA Cc
… L’idea è quella di creare una capacità elevata al nodo E tramite la moltiplicazione di Miller Di conseguenza il polo relativo al nodo E si sposta alla pulsazione
Pole-splitting Oltre a creare un polo in bassa frequenza la compensazione di Miller possiede un altro effetto benefico Il polo sul nodo di uscita si sposta a frequenze più elevate aumentando così i margini di stabilità xxx xxx
Effetto degli zeri Fino ad ora abbiamo trascurato la presenza di zeri nelle f.d.t. Sappiamo che le capacità connesse in serie lungo il percorso del segnale introducono zeri Mentre gli zeri introdotti dalle capacità parassite dei mosfet si presentano fortunatamente a frequenze elevate, negli operazionali a due stadi compensati con la tecnica del pole- splitting lo zero introdotto da Cc si presenta a frequenze relativamente basse
Esempio La capacità C gd9, eventualmente assieme alla capacità di compensazione Cc mette uno zero nella f.d.t. alla pulsazione g m9 /(Cc+C gd9 ) Cc
Effetto dello zero Il numeratore della f.d.t. si presenterà come (1-s/ω z ) e quindi introdurrà uno sfasamento ancora negativo Infatti i poli a parte reale negativa e gli zeri a parte reale positiva sfasano in maniera equivalente La presenza degli zeri dunque impedisce al diagramma di Bode dei moduli di scendere mentre introduce sfasamento ulteriore riducendo la stabilità
Cancellazione dello zero La presenza dello zero è un serio problema negli operazionali CMOS dal momento che 1/gm è relativamente piccola e di solito Cc è scelta sufficientemente grande per posizionare il polo dominante Per eliminare (o spostare) lo zero sono state studiate differenti tecniche
Esempio Consideriamo il solo stadio di uscita del nostro operazionale a due stadi Inseriamo in serie alla capacità Cc una resistenza Rz
Modello a piccolo segnale Si può dimostrare che la f.d.t. ha tre poli ed uno zero Due dei tre poli sono posizionati non distanti da dove sarebbero se Rz=0 mentre il terzo polo si trova a frequenze elevate g m v gs RLRL CECE R out VsVs CLCL RzRz CcCc I OUT V OUT
Calcolo dello zero Lo zero è definito da una frequenza alla quale per ingresso finito l’uscita diventa nulla Se l’uscita è nulla allora la posso cortocircuitare a massa e nel corto non scorrerà alcuna corrente g m v gs RLRL CECE R out VsVs CLCL RzRz CcCc I OUT V OUT
… g m v gs CECE R out VsVs RzRz CcCc I OUT =0 V OUT
Lo zero Elaborando l’equazione precedente possiamo calcolare che la pulsazione dello zero è data da: A questo punto abbiamo due scelte Cancellare lo zero scegliendo Rz=1/gm9 Spostare lo zero in corrispondenza del primo polo non dominante e cancellarlo! xxx
Problemi La posizione del primo polo non dominante è data da: Per cui per effettuare la cancellazione deve essere
…. Dunque la resistenza Rz dipende dalla capacità di carico CL che può essere variabile Inoltre l’implementazione sul silicio di Rz viene di solito fatta con un NMOS in zona di triodo La resistenza Rz può dunque variare per effetto dello swing sul nodo di uscita
Confronto Gli operazionali a due stadi hanno performance inferiori a quelli ad uno stadio Infatti la compensazione di Miller sposta il polo dominante al nodo interno e dunque l’effetto di un carico capacitivo elevato sposta il primo polo non dominante verso le basse frequenze degradando i margini di stabilità
Risposte al gradino Se un operazionale a singolo stadio viene caricato con una capacità CL elevata la sua risposta al gradino rallenta ma non oscilla Viceversa un operazionale a due stadi, all’aumentare dalla capacità di carico, può presentare una crescente oscillazione
Slew rate La capacità Cc ovviamente introdurrà una slew rate nell’operazionale a due stadi Valutiamo il valore della SR nel caso di segnale di uscita con pendenza positiva e negativa in un caso semplice - Vin Cc + Vout
Esempio Consideriamo un opamp realizzato con un semplice differenziale con carico a specchio Sa applico un gradino positivo all’ingresso il ramo M5-M8 si interdice La corrente Iss, attraverso M1 viene deviata tutta in Cc che esibisce una variazione di tensione lineare ai sui capi Cosa succede per gradino negativo in ingresso?