IPERTENSIONE L’ipertensione è definita come una Pressione sistolica a riposo ≥ 140 mmHg o diastolica ≥ 90 mmHg. L’ipertensione è uno dei fattori di rischio.

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Transcript della presentazione:

IPERTENSIONE L’ipertensione è definita come una Pressione sistolica a riposo ≥ 140 mmHg o diastolica ≥ 90 mmHg. L’ipertensione è uno dei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari (CVD), infarto, ictus, e per le malattie renali croniche. Nel 90% dei casi le cause non sono note (ipertensione essenziale), mentre nel 5% dei casi è secondaria a malattie renali, morbo di Cushing, coartazione dell’aorta.

L’ipertensione arteriosa “Patologia dei Tempi Moderni”,diffusa nei Paesi Industrializzati In Italia più di 10 mln di persone soffrono di ipertensione Circa la metà di loro ignorano di avere la pressione alta e solo il 25% riesce a tenerla sotto controllo

Autocontrollo e valori nella norma Due misurazioni a settimana , mattina o sera. Posizione: seduti o sdraiati per 5’-10’. Braccio libero da indumenti. Condizione di riposo senza aver assunto caffè, fumo, alcol entro le 2/3 ore precedenti. Svuotare la vescica 30’ prima.

NORMALE 120/80 mmHg BORDER LINE 140-90 mmHg IPERTENSIONE DI STADIO 1 Da 140 fino a 160 Da 90 fino a 100 mmHg IPERTENSIONE DI STADIO 2 >160 / >100 mmHg

Ipertensione Arteriosa CLASSIFICAZIONE Ipertensione Secondaria Insorgenza legata a altra condizione patologica primaria o fattori diversi origine nefrovascolare : ateromasica origine nefro-parenchimale : glomerulonefrite, collagenopatie nefropatia diabetica origine endocrina : ipertiroiditsmo, feocromocitoma coartazione aortica da sostanze esogene altri fattori Risolvibile rimuovendo la causa Ipertensione Primaria o Essenziale Cause non completamente chiarite fattori genetici assunzione eccessiva di sodio obesità resistenza all’insulina sedentarietà stress psicologico suddetti fattori combinati Terapia cronica

Quali sono i sintomi Agli esordi l’ipertensione è del tutto asintomatica. Solo nella “crisi ipertensiva” si può avvertire: mal di testa improvviso, sensazione di testa pesante, ronzii alle orecchie, vertigini, sudorazione fredda

Ipertensione ed attività fisica L’attività fisica aiuta a ridurre lo stress ed il sovrappeso, comporta numerosi benefici al sistema cardiovascolare L’allenamento è oggi considerato un efficace metodo di prevenzione e trattamento. N.B. : ogni Kg perso riduce di 1 mmHg la pressione sia massima che minima

La ginnastica ha anche un effetto ipotensivo a breve termine: Dopo un esercizio aerobico di 30’-40’ la pressione diminuisce di 5-8 mmHg per 13 ore

Quali attività motorie praticare L’esercizio fisico per la prevenzione e la cura dell’ipertensione deve rispettare queste caratteristiche: Aerobico; attività fisica di durata svolta a media intensità (40-70% del VO2 max); Frequenza di allenamento; minimo 3, massimo 5 sedute settimanali; Durata; l’attività deve protrarsi per almeno 30’ senza interruzioni (risultati migliori a 40’-50’) JOGGING, BICICLETTA,NUOTO

FREQUENZA CARDIACA A RIPOSO 70/80 BATTITI AL MINUTO DURANTE LO SFORZO 180/200 BATTITI AL MINUTO

ARITMIE NELLO SPORTIVO: Negli atleti competitivi, anche di elite, non sono infrequenti aritmie cardiache, frequentemente "benigne" senza significato clinico o "parafisiologiche" quale conseguenza dell’allenamento intenso e protratto nel tempo. In un certo numero di casi però le aritmie possono essere "patologiche“ anche pericolose per la vita ed essere causa destabilizzazione elettrica fino all’arresto di circolo ed alla morte improvvisa.

ARITMIE NELLO SPORTIVO ARITMIE IPOCINETICHE: Sport di resistenza Studio elettrofisiologico ARITMIE IPERCINETICHE: Atleti di alto livello Sospendere le attività pericolose Attenta valutazione e controlli periodici

Valutazione degli atleti con disturbi del ritmo Negli atleti le aritmie hanno in genere significato benigno Assumono significato sfavorevole quando si accompagnano a sintomi come: Dispnea Dolore toracico Cardiopalmo Sincope (perdita di coscienza di breve durata. Esiste anche una sincope post esercizio) Lipotimia (svenimento incipiente senza perdita di coscienza) Potenziale causa di non idoneità alla pratica sportiva

Le bradiaritmie L’atleta può andare incontro a una serie di aritmie ipocinetiche Queste aritmie sono considerate adattamenti del “cuore d’atleta” ed hanno carattere benigno se non accompagnate da sintomi o cardiopatie

Bradicardia sinusale nell’atleta “CUORE LENTO” Sta ad indicare la frequenza cardiaca inferiore di 60 bpm, può essere: Lieve Moderata Estrema Frequente nel 90% degli atleti che praticano uno sport di resistenza ad elevato livello agonistico. Bisogna tener d’occhio gli atleti più veterani .

TRATTAMENTO DELLE ARITMIE DEGLI SPORTIVI L’uso di farmaci antiaritmici negli atleti può portare a una riduzione della performance o creare problemi di doping Gli atleti che richiedono l’uso di anticoagulanti orali non dovranno partecipare a sport con rischi di traumatismi. La presenza di un pace-maker o defibrillatore impiantabile, controindica la pratica sportiva a rischio di collusione

Importante distinguere aritmie fisiologiche da aritmie maligne in modo da: salvaguardare gli atleti con disturbi gravi del ritmo cardiaco dal rischio di morte improvvisa non allontanare indebitamente soggetti sani dalle competizioni

DISTURBO DEL RITMO BENIGNO EXTRASISTOLI : DISTURBO DEL RITMO BENIGNO CAUSE: Stress e tensione nervosa Malattie gastriche spesso conseguenza dello stress Stanchezza eccessiva Farmaci Fumo Alterazioni elettrolitiche (carenza di potassio)

DIAGNOSI MONITORAGGIO NELLE 24 ORE (HOLTER) ECOCARDIOGRAMMA TEST ERGOMETRICO MONITORAGGIO NELLE 24 ORE (HOLTER) ECOCARDIOGRAMMA

il rischio cardiovascolare nello sport Morte Improvvisa: il rischio cardiovascolare nello sport

Morte Improvvisa da Sport (M.I.S.) DEFINIZIONE “Una morte improvvisa che avviene entro un’ora dall’inizio dei sintomi acuti, in coincidenza temporale con l’attività sportiva ed in assenza di cause esterne atte di per sé a provocarla” Evento acuto Manifestazione durante l’attività fisica Assenza di cause esterne

Maggiori cause in : ATLETI Cardiopatia aritmogena Aterosclerosi coronarica Anomalie congenite delle coronarie Maggiori cause in : NON ATLETI Aterosclerosi coronarica Cardiomiopatia aritmogena Miocarditi Anomalie congenite delle coronarie

In Italia: Il calcio è risultato il maggiore responsabile con oltre 50% Il sesso maschile è il più colpito Nell’80% dei casi i soggetti colpiti sono di basso livello agonistico La MIS avviene più spesso nelle competizioni ufficiali (71%), che non negli allenamenti (29%)

CAUSE DELLA MIS IN ATLETI DI ETA’ INFERIORE AI 35 ANNI Sono di difficile identificazione Anomalie congenite e del decorso delle arterie coronarie Cardiomiopatie Miocardite Cardiopatie valvolari

CAUSE DELLA MIS IN ATLETI DI ETA’ SUPERIORE AI 35 ANNI Aterosclerosi coronarica (80%) Ateroma Trombo Ischemia

Prevenzione in Italia Dal 1982 visita medica annuale obbligatoria per atleti Anamnesi accurata Misurazione della pressione arteriosa ECG di base e dopo sforzo massimale

CARDIOPATIA ISCHEMICA

CORONAROPATIE Le sindromi coronariche acute sono l’angina instabile e l’infarto miocardico

CAUSE: La principale causa è l’ATEROSCLEROSI delle coronarie Altri fattori di rischio -Fumo -Sovrappeso -Ipertensione -Patologie predisponenti -SEDENTARIETA’

INFARTO MIOCARDICO ACUTO ANGINA STABILE ANGINA INSTABILE INFARTO MIOCARDICO ACUTO

Diagnosi L’esame clinico del paziente è fondamentale e permette di evidenziare le caratteristiche del dolore dell’angina o dell’ischemia silente. Il medico porrà inoltre le domande relative alla storia del paziente: - fuma? - fa vita sedentaria? - ha avuto un infarto o altre malattie del cuore? - altri familiari hanno avuto episodi di angina o malattie cardiache? - ha riscontrato valori alti di colesterolo? ossia farà domande che permettano di individuare la presenza di fattori di rischio. Esistono inoltre alcune patologie che possono essere un fattore di rischio per l’angina pectoris. Tra queste la principale è il diabete.

Quale ruolo per il laureato in scienze motorie?

L’attività fisica si comporta come un farmaco: Dosaggio ottimale -modifica calibro vasi coronarici -aumenta circolazione collaterale -migliora perfusione nel miocardio I -riduce LDL e TRIGLICERIDI -aumenta HDL -aumenta tolleranza allo sforzo A dosaggi troppo bassi o troppo alti può non avere alcun effetto o presentare effetti nocivi

Effetti negativi Alcune ricerche dimostrano che un’ attività sportiva intensa, ma del tutto occasionale e saltuaria può, invece, essere addirittura dannosa. L’attività fisica si comporta come un farmaco: a basso dosaggio può non dare nessun effetto, a dosaggio ottimale dà gli effetti positivi che abbiamo elencato e qualche effetto collaterale (ad esempio traumi muscolo-tendinei), ad alto dosaggio può dare effetti negativi.

SCOMPENSO CARDIACO E ATTIVITÀ FISICA

Scompenso Cardiaco Definizione Nello scompenso cardiaco il muscolo del cuore è indebolito e non riesce a pompare con sufficiente forza il sangue. La causa più comune è l’infarto miocardico. Il muscolo cardiaco si dilata e l’azione di pompa diviene sempre più difficoltosa. Diminuisce la quantità di sangue che si dirige verso i tessuti attraverso l’aorta e aumenta quello che ristagna nei polmoni. Questa è la ragione delle difficoltà respiratorie.

I sintomi principali sono: dispnea tosse affaticamento durante l’esercizio fisico

Lo scompenso limita le attività di vita quotidiana del malato a causa dell’insufficiente perfusione muscolare e polmonare che alla fine lo costringe alla sedentarietà

Scompenso Cardiaco Attività fisica Le attività appropriate per un paziente stabile sono: