Percorso formativo docenti neoassunti 2015/16 Bisogni educativi speciali Barbara Carta
DISABILITA’-DSA-BES DOCUMENTAZIONE Lettura diagnosi / valutazio ne Significa to del termine: chi sono? Quali gli obblighi della scuola nei suoi confronti ? Stesura dei documenti obbligatori PDP PEI PDF Quale didattica? Quale valutazion e? Disabilità BES DSA Barbara Carta
Rileva i bisogni educativi e formativi della scuola. Descrive le azioni che si intendono attivare per rispondere ai bisogni Consente di garantire unitarietà nell’azione educativa Garantisce la continuità Permette di realizzare una autovalutazione sulle strategie e metodi di insegnamento adottati a scuola (Direttiva sui BES del 27/12/12 e dalla CM del 6/03/13)
Alunni con speciali bisogni educativi 4
Che cosa indicano i termini … Barbara Carta5
La scuola e i suoi compiti: -individuazione precoce (screening, protocollo regionale) -potenziamento -compensazione -dispensa.. Barbara Carta6
Difficoltà e disturbi specifici: di che cosa stiamo parlando? Barbara Carta
Incidenza percentuale dei tipi fondamentali di difficoltà di apprendimento scolastico da Cornoldi,C.,1999 Le difficoltà di apprendimento,,Bologna, Il Mulino Tipo di difficoltàmaschifemminetot Basso rendimento scolastico 13720% Disturbi specifici di apprendimento 4,53,54% Disturbi del linguaggio 1,512,5% Disturbi di attenzione 51,256,25% Ritardo mentale 112 Disturbi di personalità 112 Disabilità plurime 0,15 0,3 Sordità ipoacusia 0,1 0,2 Barbara Carta8
DSA/DISABILITA’/BES DSA e DISABILITA’ derivano da un modello clinico : la diagnosi clinica viene effettuata da uno specialista esterno, la scuola redige il PDP BES derivano da un modello pedagogico :il bambino con speciale bisogno educativo può essere quello che ha avuto una lunga assenza per malattia, un periodo in ospedale, un grave lutto… Barbara Carta9
La lettura della diagnosi Prove per la valutazione cognitiva; Prove per la valutazione degli apprendimenti (lettura, scrittura, calcolo, comprensione) Prove per la valutazione delle funzioni associate (attenzione e concentrazione)
Barbara Carta11 Numero di casi Valore medio Area di diagnosi della dislessia Velocità di lettura (Sillabe per unità di tempo) Deviazione standard Numero di casi Valore medio Area di diagnosi della dislessia Numero di errori Deviazione standard
La deviazione standard (Ds) indica di quanto un soggetto devia al di sopra o al di sotto della prestazione media (valore medio M) fornita da individui della stessa età/classe. Barbara Carta12
I percentili (P) dividono la distribuzione di una serie di dati (nel nostro caso i valori della rapidità di lettura) in cento parti e sono, dunque, 99. Se calcoliamo, ad esempio, il 10° percentile (P10) troveremo quel valore al di sotto del quale si colloca il 10% dei valori di rapidità di lettura. Una prestazione è di disagio se si colloca al di sotto del 10° percentile Una prestazione è a rischio effettivo se si colloca al di sotto del 5° percentile Barbara Carta13
Difficoltà percettive Come viene percepita un’immagine? Barbara Carta14
Studio di caso in gruppo
Le difficoltà di lettura Barbara Carta16
Il lavoro didattico sulle difficoltà di scrittura (ortografia) Barbara Carta17
Il disturbo di comprensione Il disturbo della comprensione del testo consiste nella difficoltà di cogliere e comprendere il significato di un brano scritto. Percentualmente il 5-10% degli alunni presenta incertezze significative nella comprensione del testo
Leggere –comprendere- memorizzare: apprendere la competenza di studio Barbara Carta19
Competenze compensative Uso del registratore Uso della sintesi vocale (lettura/ortografia/composizione testi) Uso della videoscrittura Uso dei libri digitali Uso della calcolatrice Barbara Carta20
Valutare Barbara Carta21
C’era una volta un re che si chiamava Trentatrè. Un giorno Trentatrè pensò che un re deve essere giusto con tutti. Chiamò Sberleffo, il buffone di corte: “Io voglio essere un re giusto – disse Trentatrè al suo buffone – così sarò diverso dagli altri e sarò un bravo re”. “Ottima idea maestà” – rispose Sberleffo con uno sberleffo. Contento dell’approvazione il re lo congedò.
“Nel mio regno – pensò il re – tutti devono essere uguali e trattati allo stesso modo”. In quel momento Trentatrè decise di cominciare a creare l’uguaglianza nel suo palazzo reale. Prese il canarino dalla gabbia d’argento e gli diede il volo fuori dalla finestra: il canarino ringraziò e sparì felice nel cielo. Soddisfatto della decisione presa, Trentatrè afferrò il pesce rosso nella vasca di cristallo e fece altrettanto, ma il povero pesce cadde nel vuoto e morì.
Il re si meravigliò molto e pensò: “Peggio per lui, forse non amava la giustizia”. Chiamò il buffone per discutere il fatto. Sberleffo ascoltò il racconto con molto rispetto, poi gli consigliò di cambiare tattica. Trentatrè, allora, prese le trote dalla fontana del suo giardino e le gettò nel fiume: le trote guizzarono felici. Poi prese il merlo dalla gabbia d’oro e lo tuffò nel fiume, ma questa volta fu il merlo a rimanere stecchito. “Stupido merlo – pensò Trentatrè – non amava l’uguaglianza”. E chiamò di nuovo il buffone Sberleffo per chiedergli consiglio.
“Ma insomma! – gridò stizzito il re – come farò a trattare tutti allo stesso modo?”. “Maestà – disse Sberleffo – per trattare tutti allo stesso modo bisogna, prima di tutto, riconoscere che ciascuno è diverso dagli altri. La giustizia non è dare a tutti la stessa cosa, ma dare a ciascuno il suo”. “La favola di re Trentatrè” Claudio Imprudente
Grazie per l’attenzione