DISCRIMINARE La discriminazione è il trattamento non paritario attuato nei confronti di un individuo o un gruppo di individui in virtù della loro appartenenza.

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Transcript della presentazione:

DISCRIMINARE La discriminazione è il trattamento non paritario attuato nei confronti di un individuo o un gruppo di individui in virtù della loro appartenenza ad una particolare categoria. Alcuni esempi di discriminazione possono essere il razzismo, il sessismo, lo specismo e l'omofobia.

DISCRIMINAZIONE INCROCIATA interazione fra due o più forme di discriminazione, in particolare tra razzismo, patriarcato, oppressione di classe e altri sistemi differenzianti che creano disuguaglianze tra gruppi, specialmente tra donne e all’interno di gruppi minoritari

MATERNITA' L'evento della maternità è uno dei più grandi motivi di discriminazioni sul lavoro. Una donna su cinque lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio. Fra le donne fra i 35 e i 45 anni meno di un quarto riesce ad avere i figli desiderati.

DIFFERENZIALI RETRIBUTIVI Le donne guadagnano meno degli uomini in quasi tutti i paesi del mondo. In Italia i guadagni mensili delle donne sono 200 € circa in meno di quelli degli uomini.

PERCHE'? 1. Perché le donne sono occupate soprattutto in posti di lavoro a bassa retribuzione. Questo fenomeno si chiama segregazione occupazionale Uomini e donne non fanno gli stessi lavori, non sono occupati negli stessi settori, hanno diverse progressioni di carriera, non hanno le stesse caratteristiche personali (età, anzianità sul lavoro, istruzione). Inoltre, le donne tendono ad essere concentrate nei settori di attività (es. all’interno del settore manifatturiero nel tessile, all’interno del terziario, nei servizi alla persona) e nelle occupazioni (insegnanti, impiegati, il personale infermieristico) caratterizzate da bassi livelli retributivi. Infine, le donne incontrano maggiori difficoltà nelle progressioni di carriera.

PERCHE'? 2. Perché a parità di posto di lavoro le donne ricevono un trattamento più sfavorevole. Sono remunerate in modo diverso, con un trattamento che le discrimina Il differenziale salariale “grezzo” per l’Italia è pari al 4,9%. Ciò significa che in media le donne occupate con una lavoro dipendente ricevono una retribuzione oraria inferiore del 4,9% rispetto alla media degli uomini. Ma questo differenziale “grezzo” non tiene conto né delle differenze nelle caratteristiche individuali, né di eventuali differenze nella remunerazione delle caratteristiche. Le donne infatti tendono a lavorare meno ore rispetto agli uomini perché scelgono lavori con orari più brevi, sono maggiormente occupate in lavori part-time, fanno meno straordinario.

TETTO DI CRISTALLO Si definisce così il fenomeno per cui le donne difficilmente arrivano nei ruoli apicali, cioè nei posti dove si decide, dove c'è potere. Qualche dato? 6% donne nei consigli di amministrazione delle aziende italiane quotate, 2 rettrici di università, 2 donne direttrici quotidiano Nessuna donna amministratore delegato di banca (dati 2010)

“All’inizio delle carriere né il salario né le ore lavorate differiscono sensibilmente per genere, ma, a dieci anni dal conseguimento del titolo il salario maschile è più alto dell’80% circa rispetto a quello femminile. Inoltre, il 16% delle donne con un MBA (master in business administration) a dieci anni dal conseguimento del titolo non lavora, contro l’1% degli uomini” (Da un ricerca americana recensita da un articolo di Maria Cristina Rossi pubblicato su

“Avere gli amici giusti è fondamentale per raggiungere i vertici. Le reti di conoscenze dei "vecchi compagni di scuola" valgono un capitale; ma - ci dicono due studi americani - non coinvolgono le donne. Per lo meno, non quando si tratta di soldi e carriera” (Da un ricerca americana recensita da un articolo di Maria Cristina Rossi pubblicato su

L'IMPORTANZA DELLE RETI “Forse le donne si impegnano meno a sfruttare in senso economico le loro reti di conoscenze sul mercato del lavoro. Ma potrebbe essere, invece, che gli uomini tendono ad escludere dai network “che contano” le donne, anche se non necessariamente lo fanno in modo consapevole”. (

E I DIRITTI? DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI Nazioni Unite 1948 Articolo 2...

Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea Capo terzo, uguaglianza Articolo 21 Non discriminazione...

Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali. (…)