L’AFRICA CHE NON TI ASPETTI: LA MITICA NUBIA DEI FARAONI NERI.

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Transcript della presentazione:

L’AFRICA CHE NON TI ASPETTI: LA MITICA NUBIA DEI FARAONI NERI

Fin dal Neolitico, ha avuto una cultura propria che, pur assorbendo le influenze culturali dei Paesi mediterranei e del sud, si è mantenuta diversa sia dalla cultura egizia, sia da quella africana. Una terra leggendaria, dove vissero i FARAONI NERI, sovrani che tra l'VIII e il VII sec. a. Cristo estesero il loro dominio fino al delta del Nilo, scalzando i signori di Tebe, Menfi e Tanis e fondarono una loro dinastia, la 25.a, che si inserisce a tutti gli effetti nel plurimillenario flusso della civiltà egizia. Fu questo il REGNO DI NAPATA, dal nome della capitale in cui il primo Faraone Nero, Alara, stabilì la sua sede intorno al 747 a.C. Un predominio che durò poco: già nel 656 a.C. gli Egizi portarono a termine la riconquista, distruggendo la capitale e abbandonando la Nubia all'oblio della storia. Di questa regione lungo l'alto corso del Nilo le cronache parleranno in seguito ben poco: ricomparirà Nub (che significa "oro"), perché qui gli Egizi continuarono a estrarre l'oro. E anche Nubt (che significa "treccia di capelli"), perché qui vivevano genti nere, dai capelli scuri e crespi, che portavano raccolti in fitte trecce.

Oggi si possono ammirare i resti dei fasti passati, concentrati nella necropoli reale di MEROE. Attiva per 600 anni, conta centinaia di piramidi, la maggior concentrazione al mondo di questi monumenti funebri (l'Egitto ne ha 120 in tutto), parecchie decine delle quali sono giunte a noi in buono o discreto stato di conservazione, nonostante le depredazioni da parte di cercatori di tesori.

MEROE Le piramidi di Meroe sono diverse dalle più celebri consorelle egizie: assai più recenti, molto più piccole (alte non più di m.) ma anche più aguzze e svettanti, hanno pareti inclinate di 70° (contro i 40°-50° delle egiziane), ed erano ancora in costruzione quando quelle egizie erano già in rovina. Quelle nubiane poi non contengono al loro interno la camera funeraria, perché faraoni, regine (le potenti Candaci) e principi venivano sepolti al di sotto coi loro ricchi corredi e, a volte, in compagnia di concubine, dignitari, schiavi e animali. Sul davanti invece, presentano un tempietto quadrato con le pareti istoriate da bassorilievi narranti le gesta del defunto.

Oltre a Meroe, ci sono nella zona altri siti Patrimonio Umanità Unesco: i templi di Naga e Musawwarat, le tombe sotterranee policrome di El Kurru, i templi alla base del Jebel Barkal, la montagna sacra. Spettacolari e sorprendenti, si gustano senza la presenza di folle di turisti e si susseguono tra ardite formazioni rocciose, il placido scorrere del Nilo e le grandi dune del deserto nubiano

Dettagli dei resti della civiltà nubiana di Meroe e altre città vicine

1) Visione satellitare di una trentina di piccole piramidi (la più piccola è meno di un metro di lato e vi era sepolto un bambino) 2) Tempio di Apedemak a Naga (12 a.C d.C.) dedicato al dio guerriero dalla testa di leone, guardiano delle tombe dei faraoni. 3) Tempio di Musawwarat es Sufra: è il più grande del Sudan 4) Splendide rovine nei pressi di Jebel Barkal 5) Jebel Barkal: resti del grande tempio di Ammon