Rimanenze ed accantonamenti – La disciplina delle perdite Novembre 2015.

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Rimanenze ed accantonamenti – La disciplina delle perdite Novembre 2015

Rimanenze di merci e materie prime Beni merce: beni oggetto dell’impresa ex art. 85 TUIR (beni alla cui produzione e al cui scambio è diretta l’attività commerciale nonché le materie prime e sussidiarie, i semilavorati e i beni mobili, diversi da quelli strumentali, acquistati o prodotto per essere impiegati nella produzione o per essere destinati alla vendita, inclusi i materiali di consumo) Concorrono alla formazione del reddito secondo il criterio dei “costi, ricavi e rimanenze”.

Le rimanenze finali In coerenza con il regime comunemente definito dei “costi, ricavi e rimanenze” ex artt. 92 e 92 – bis, le rimanenze finali dei beni possono produrre effetti positivi o negativi: le rimanenze assumono la duplice natura di bene patrimoniale e di elemento del reddito  rappresentano una posta da allocare sia tra i costi dell’esercizio (sotto la voce rimanenze iniziali) che tra i proventi (sotto la voce rimanenze finali)

Segue: rimanenze finali Questo regime si applica se i beni o i servizi acquistati nel corso dell’esercizio non sono stati ceduti entro il 31 dicembre  in tal caso sono destinati a produrre ricavi futuri ed occorre rinviare il costo di acquisto per garantire sul piano temporale la correlazione con il ricavo di vendita. Da ciò consegue la doppia rilevanza reddituale delle rimanenze dovuta alla natura di costo sospeso: impone di neutralizzare il costo di acquisto fino al momento della produzione dei ricavi con l’iscrizione di un provento tra le rimanenze finali nell’ esercizio in cui è stato sostenuto il costo

Valutazione delle rimanenze Se le rimanenze non sono valutate al costo specifico l’art. 92 prevede un vincolo indirizzato a stabilire un valore minimo: necessità di classificare i beni in categorie omogenee per natura e per valore. 1° esercizio: valore della media ponderata= costo complessivo/quantità prodotte N + esercizi: idem se le quantità aumentano N + esercizi: LIFO (last in first out) se le quantità diminuiscono

LIFO Questo metodo tende a comprimere il valore delle rimanenze (con conseguente minore incidenza sul reddito dell’esercizio) in quanto assume come ceduti i beni acquistati per ultimi (ragionevolmente ad un costo più elevato in un sistema di costi crescenti) e valorizza i beni di magazzino sulla base del costo di acquisto di quelli acquistati in epoca meno recente

Esempi Un’impresa di pulizie ha una giacenza di detersivi che vanno valutati: come rimanenze finali trattandosi tipicamente di materie sussidiarie utilizzate nella prestazione dei servizi oggetto dell’attività; Un albergo acquista ad ottobre del cherosene per riscaldamento: trattandosi di materiali di consumo il costo viene interamente dedotto, a prescindere dall’eventuale quantità non utilizzata.

Accantonamenti La quota di accantonamento costituisce una componente negativa del reddito e il fondo di accantonamento viene costituito nella contabilità : alla sua base c’è un elemento previsionale e fortemente opinabile  esso anticipa in tutto o in parte all’esercizio un costo futuro che al massimo può essere altamente probabile, ma non è mai immune da un elemento previsionale. N.B. Gli accantonamenti fiscalmente deducibili sono indicati in modo tassativo e non è ammessa la deducibilità di accantonamenti non previsti nella normativa tributaria.

Fondi tassati N.B. Situazione opposta agli accantonamenti riconosciuti: si tratta di poste del passivo patrimoniale alimentate con accantonamenti non ammessi dalla legge fiscale oppure effettuati in misura superiore a quella deducibile.

La disciplina delle perdite Per i soli soggetti IRES: ex art. 84 TUIR la perdita può essere utilizzata in diminuzione del reddito dei periodi d’imposta successivi nella misura non superiore all’80% del reddito imponibile di ciascuno di essi Ne discende che il 20% dell’utile di periodo deve comunque essere tassato anche in presenza di perdite pregresse superiori.

La disciplina delle perdite Deroga per le nuove attività produttive: riporto illimitato per i primi tre esercizi di attività ex art. 84, co. 2. Regole speciali per imprese che fruiscono di regimi di esenzione. Regola antielusiva di contrasto al commercio delle perdite: art. 84, co. 3.