Le costellazioni ed il cielo dell’Inverno AstroCampani a “Le Costellazioni” di Andrea Di Dato con il contributo di Massimo Corbisiero e Antonio Catapano Foto originali da © AstroCampania e rispettivi autori ITG G. Della Porta – Napoli – 22 Gennaio 2007
Osservando il cielo, specie se in estate e da luoghi abbastanza bui, sembra di vedere milioni di stelle. Cosa sono le Costellazioni Mosaico della Via Lattea Cortesia Ass. Astrofili Catanesi G. Ruggieri In realtà le stelle visibili ad occhio nudo sono circa 6000, di queste solo un migliaio al massimo sono quelle visibili in una notte di osservazioni, ciò a causa dell'alternarsi delle stagioni e del ciclo giorno/notte e non ultimo dell'inquinamento luminoso. La nostra galassia ha un diametro di circa 100mila a.l. ed è composta da oltre 100 miliardi di stelle.
Nonostante queste limitazioni, le stelle visibili ci appaiono essere comunque tantissime e per questo si è sentita, sin dal lontano passato, l’esigenza di una loro precisa identificazione e collocazione. Già gli antichi osservatori, in maniera immaginifica, collegando tra di loro le stelle più brillanti visibili, hanno posto in cielo delle figure assomiglianti alle esperienze di vita sulla Terra, così da avere rappresentate sulla volta celeste figure di animali, di strumenti d'uso quotidiano, di personaggi umani legati alla mitologia. Così sono nate le costellazioni: quelle che noi conosciamo sono le denominazioni date agli asterismi in cielo dalle popolazioni europee e del bacino del Mediterraneo, arabi in particolare. Cosa sono le Costellazioni Breve storia Le costellazioni note nell’antichità (ai tempi di Tolomeo) erano in tutto 48. Nel periodo delle grandi esplorazioni (tra il 1500 e il 1700) ne furono aggiunte molte altre soprattutto per quanto riguardava l'emisfero australe. In particolare si segnala il contributo degli astronomi Bayer, Hevelius e Lacaille. Quest’ultimo ha dato il nome a molte costellazioni australi di oggetti legati alla tecnica come Bussola, Microscopio, eccetera. Infine, nel 1933, fu stabilita la classificazione attuale che comprende 88 costellazioni.
Cosa sono le Costellazioni Le costellazioni non hanno tutte le stesse dimensioni: esistono costellazioni piccolissime così come costellazioni molto grandi. Si va dai 68 gradi quadrati della Croce del Sud (Crux) ai dell’Hydra (una costellazione solo parzialmente visibile alle nostre latitudini)
I raggruppamenti di stelle in costellazioni sono del tutto arbitrari: in generale tra le stelle che compongono una costellazione non vi è alcuna relazione e le distanze tra loro possono variare enormemente. Prendiamo ad esempio Cassiopea, tipica costellazione circumpolare Schedar (α), la più brillante, dista da noi 229 anni luce Beta dista 54,5 a.l. Delta dista 99,4 a.l. Gamma dista 613 a.l. Epsilon dista 442 a.l. Cosa sono le Costellazioni
I raggruppamenti di stelle in costellazioni sono del tutto arbitrari: in generale tra le stelle che compongono una costellazione non vi è alcuna relazione e le distanze tra loro possono variare enormemente. Prendiamo ad esempio Orione, tipica costellazione invernale Betelgeuse (α), la più brillante, dista da noi 427 anni luce Rigel (β) dista 772 a.l. Bellatrix (γ) dista 243 a.l Mintaka (δ) dista 916 a.l. Alnilam (ε) dista 1359 a.l. Alnitak (ζ) dista 817 a.l. Cosa sono le Costellazioni
Così come arbitrarie sono le loro forme ed i loro allineamenti, che restano tali fintanto che le vediamo proiettate sulla volta celeste, ma se ci spostassimo dalla Terra? O addirittura da Sistema Solare? Qui vediamo la costellazione di Orione così come la conosciamo ed è visibile abitualmente dai nostri cieli... L. D'Avino Alcune delle sue rappresentazioni mitologiche Johann Bayer's Uranometria - USNO Orione da Marte Orione da Schedar (α Cas)
Le stelle sono diverse tra loro per distanza, dimensioni, tipo (colore), età ed hanno anche un moto proprio per cui, trascorso qualche migliaio di anni, la forma delle costellazioni così come noi la conosciamo sarà completamente stravolta. Cosa sono le Costellazioni Cassiopea
Anticamente solo alle stelle più luminose veniva dato un nome proprio, generalmente ricavato dalla mitologia greca o araba. Questi nomi sono usati ancora oggi per indicare le stelle principali del cielo, ad esempio Aldebaran, Altair, Rigel, Vega, Sirio, ecc. Cosa sono le Costellazioni Per riconoscere in modo scientifico le stelle di una costellazione, nel 1603 Bayer le catalogò secondo le lettere greche in ordine crescente di luminosità: α, ß, γ, δ, ε, ζ, η, θ, ecc. Seguito dal genitivo latino della costellazione. Quindi la stella più lluminosa di Cassiopea è α Cassiopeie Per le stelle meno luminose, quando le lettere greche non bastano più, vengono attribuiti dei numeri, sempre seguiti dal nome della costellazione. Ad esempio: 27 Persei indicata anche con 27-Per 57 Cephei indicata anche con 57-Cep
A causa della rotazione della Terra sul suo asse, le costellazioni sorgono a est e tramontano ad ovest. Per le nostre latitudini (c.a 40°) alcune costellazioni non sorgono e non tramontano mai: sono le cosiddette costellazioni circumpolari. Queste costellazioni appaiono ruotare intorno alla Stella Polare. Cosa sono le Costellazioni ~40°
Orione Le stelle più luminose sono Rigel (α Ori), distante 776 a.l. e di magnitudine 0,15 e Betelgeuse (β Ori), distante 429 a.l. e di 0,43 magnitudini. Le costellazioni invernali Orione è una delle costellazioni più facili da riconoscere ad occhio nudo: campeggia al centro del quadrante sud. Secondo il mito, Orione era un possente cacciatore che si vantò con Artemide (dea della caccia) di essere il più grande cacciatore e di poter uccidere qualunque bestia sulla Terra. Per punirlo Gea, dea della Terra, lo fece colpire a morte da uno scorpione. Da allora il gigante cacciatore, i suoi due cani da caccia e lo scorpione sono volati in cielo e formano quattro costellazioni: Orione, il Cane Maggiore, il Cane Minore e lo Scorpione (costellazione estiva, visibile in questo periodo dell'anno solo per poco tempo prima dell'alba). Esistono numerose variazioni di questo mito, ma tutte concordano sulla bravura di Orione come cacciatore e sulla sua perfidia nell'uccidere le prede. L'oggetto più famoso è l'omonima nebulosa (M42) che si trova nella spada. Appena sotto Alnitak, la stella più a Est della cintura, c'è invece la nebulosa oscura Testa di Cavallo.
La costellazione del Toro è facilmente riconoscibile in cielo in prima serata: è situata a nord-ovest di Orione (al centro del quadrante sud). La costellazione è caratterizzata da una brillante stella di colore rosso-arancio (Aldebaran) che nell'iconografia classica rappresenta l'occhio del Toro. I membri più brillanti dell'ammasso stellare delle Iadi formano una struttura a triangolo di cui Aldebaran è uno dei vertici, rappresenta il muso del Toro, mentre le punte delle due corna sono rappresentate da due stelle moderatamente brillanti a est delle Iadi. Nella visione mitologica classica, la costellazione rappresenta solamente la parte anteriore di un toro. Infatti, nella versione più comune del mito legato alla costellazione, il toro sta nuotando nel Mediterraneo alla volta di Creta, per cui solo la testa e la parte anteriore emergono dalle acque. Il toro altri non sarebbe che il dio Giove, in uno dei suoi molti travestimenti, nell'atto di rapire Europa, la bella figlia del re dei Fenici. Nella costellazione del Toro sono interessanti da osservare, anche ad occhio nudo, le Pleiadi e, con un piccolo telescopio, la nebulosa del Granchio. Il Toro Aldebaran (α Tau), la stella più brillante, una delle più brillanti del firmamento, dista da noi 53 a.l. El Nath (β Tau) è condivisa con Auriga e dista 131 a.l. Alcione, che fa parte delle Pleiadi, è una famosa stella doppia. Le costellazioni invernali L'ammasso aperto delle Pleiadi dista ben 410 a.l. Mentre l’ammasso aperto delle Iadi dista 130 a.l. Un altro famoso oggetto di questa costellazione è la nebulosa del Granchio (M1), residuo dell’esplosione di una supernova nel 1054 d.c., dista a.l.
Auriga Le costellazioni invernali La costellazione di Auriga - o del Cocchiere - è composta da un grande pentagono che spicca alto in cielo nelle notti invernali. Questa costellazione è legata a quella del Toro avendo in comune la stella Al Nath (β Tau), e sembra che all’equinozio di primavera di circa 2500 anni a.C. le due costellazioni sorgessero insieme.La costellazione viene immaginata come un auriga con in braccio una capra (Capella, cioè in latino appunto "piccola capra") e due capretti (stelle Headi, zeta ed eta Aurigae). I mitoastronomi greci seppero spiegare la presenza di questi animali narrando che le due ninfe Aix ed Elice, le balie di Zeus, non avevano latte, sicché dovettero dargli come nutrice una capra, Amaltea, che lo svezzò. L'animale aveva partorito proprio in quel periodo due caprettini. Quando Zeus divenne adulto, volle per gratitudine rendere eterni nel cielo la madre insieme ai i due figli. Tra gli oggetti osservabili al binocolo, gli ammassi aperti di M36 ed M38
Gemelli Le costellazioni invernali Le due stelle più brillanti della costellazione, Castore (α) e Polluce (β), rappresentano le teste dei due Gemelli, il corpo ed i piedi sono composti da stelle più deboli e sono rivolti verso la costellazione di Orione. Castore e Polluce erano due gemelli figli della stessa madre, Leda, ma con padri diversi: Castore era figlio di Tindaro, re di Sparta e legittimo sposo di Leda, Polluce del dio Zeus. Così come i loro padri, il primo era mortale, il secondo immortale. I due gemelli erano molto uniti l'uno all'altro, e quando Castore fu ferito a morte, Polluce implorò il padre Zeus di poter morire assieme al fratello. Da allora i due gemelli sono abbracciati in cielo. L’oggetto più appariscente della costellazione è l’ammasso aperto M 35, molto esteso e visibile anche ad occhio nudo. Si trova a nord-ovest della stella Propus (h Geminorum, magnitudine 3,3, distanza 200 anni luce). Contiene circa 300 stelle, raccolte su un diametro apparente simile a quello della Luna piena. Castore è un sistema formato da ben sei elementi, di cui tre visibili al telescopio ed ognuna delle tre è a sua volta una stella doppia ma riscontrabile solo con la spettroscopia (binarie spettroscopiche). Wasat (d Geminorum, magnitudine 3,5, distanza 53 anni luce) è una doppia con una compagna di magnitudine 8 e separazione di 6 secondi d’arco, le due componenti sono di colore bianco e arancione.
Fine Queste osservazioni si applicano anche alle costellazioni zodiacali (ecco il centro della Via Lattea con le costellazioni della Bilancia, Scorpione, Ofiuco e Sagittario) Se le distanze tra le stelle possono essere così grandi e le stelle hanno un loro moto (oltre ai moti propri della Terra), come possono avere influenza sul destino degli uomini?