VIAGGIO E AVVENTURA COME FORMAZIONE Di ANNA VERZELETTI
IL VIAGGIO Il viaggiare, inteso come spostarsi da un luogo all'altro, accomuna tutte le civiltà umane.
Viaggiare è un'esperienza che implica una molteplicità di significati: -Viaggiare come partire, il che implica distacco e cambiamento -Viaggiare come scoperta, esplorazione, rischio, ma anche incontro e scambio -Viaggiare come stabilirsi in un nuovo luogo, oppure tornare al punto di partenza.
Nella storia diverso è stato il significato assunto dal viaggio: -Anticamente a viaggiare era l'eroe, ricordiamo le peregrinazione di Ulisse nell'Odissea -Nel Medioevo abbiamo il viaggio di Dante in un mondo sconosciuto, che vuole essere una sorta di rito di iniziazione, che deve “ far rinascere “ il poeta. Inoltre abbiamo il viaggio dei cavalieri, dei pellegrini, degli esploratori. Si tratta di viaggi come scelte volontarie, alla ricerca di gloria, di purificazione e di terre sconosciute
-Tra il Seicento e il Settecento nasce la moda del Grand Tour, prerogativa per giovani nobili, inteso come viaggio di formazione pratica, dopo quella teorica attraverso i libri -Tra il Settecento e l'Ottocento si inaugura il viaggio come esplorazione di sé, nelle zone remote del proprio io. Si non si deve per forza trattare di uno spostamento fisico -Nel XX secolo il viaggio diviene una fuga, un'evasione nella possibilità di vivere una nuova esistenza
-Oggi i viaggi di istruzione rappresentano una concreta attività formativa, per quanto si apprende nell'andare come dimostra il film “Gita scolastica “ di P. Avati - Il viaggio anche un bisogno strutturale di crescere nella dimensione dell'avventura.
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