Il costruttore di incanti Ludovico Ariosto Il costruttore di incanti 8/09/1474 A Reggio Emilia nasce Ludovico Ariosto, figlio del nobile bolognese Niccolò, comandante della guarnigione esten- se, e Daria Malaguzzi Valeri, della nobiltà reggiana Siamo alla fine del periodo di stabili- tà garantito dalla pace di Lodi (1454) 1481 La famiglia si trasferisce a Rovigo, per poi spostarsi nuo- vamente a Reggio l’anno seguente 1484 Nuovo spostamento a Ferrara, dove Niccolò ricopre varie cariche amministrative
Il costruttore di incanti Ludovico Ariosto Il costruttore di incanti 8/09/1474 A Reggio Emilia nasce Ludovico Ariosto, figlio del nobile bolognese Niccolò, comandante della guarnigione esten- se, e Daria Malaguzzi Valeri, della nobiltà reggiana 1482-84 Guerra di Ferrara: papato e Repubblica di Venezia contro Ercole I d’Este e Ferdinando I d’Aragona, per il controllo del territorio ferrarese 1481 La famiglia si trasferisce a Rovigo, per poi spostarsi nuo- vamente a Reggio l’anno seguente 1484 Nuovo spostamento a Ferrara, dove Niccolò ricopre varie cariche amministrative
Il costruttore di incanti Ludovico Ariosto Il costruttore di incanti 8/09/1474 A Reggio Emilia nasce Ludovico Ariosto, figlio del nobile bolognese Niccolò, comandante della guarnigione esten- se, e Daria Malaguzzi Valeri, della nobiltà reggiana 1481 La famiglia si trasferisce a Rovigo, per poi spostarsi nuo- vamente a Reggio l’anno seguente 1492 Muore Lorenzo il Magnifico, detto “l’ago della bilancia”: s’incrina il quarantennio di stabilità dopo la pace di Lodi 1484 Nuovo spostamento a Ferrara, dove Niccolò ricopre varie cariche amministrative 1489 Per volere del padre, Ludovico intraprende gli studi giuridici 1493 Entra nella compagnia teatrale di corte e scrive una tragedia Nel 1494 scende in Italia Carlo VIII: la sua impresa segna la fine dell’indipendenza della maggior parte di stati italiani 1494 Ottiene il titolo di giurisperito
«La mala servitude mia» Ludovico Ariosto «La mala servitude mia» 1497 Ariosto entra a fare parte dei cortigiani stipendiati dal duca 1497-99 Pietro Bembo soggiorna a Ferrara e stringe amicizia con Ariosto Sotto la sua influenza, Ariosto si appassiona di Petrarca e dalla produzione poetica in latino si orienta verso quella in volgare
«La mala servitude mia» Ludovico Ariosto «La mala servitude mia» 1497 Ariosto entra a fare parte dei cortigiani stipendiati dal duca 1497-99 Pietro Bembo soggiorna a Ferrara e stringe amicizia con Ariosto 1500 Alla morte improvvisa del padre, Ariosto deve occuparsi della famiglia 1501 Ricopre l’incarico di capitano della rocca di Canossa 1503 Entra al servizio del cardinale Ippolito d’Este, figlio di Ercole I Incarichi diplomatici Incombenze ricreative e di rappresentanza Mansioni pratiche
«La mala servitude mia» Ludovico Ariosto «La mala servitude mia» 1497 Ariosto entra a fare parte dei cortigiani stipendiati dal duca 1497-99 Pietro Bembo soggiorna a Ferrara e stringe amicizia con Ariosto 1500 Alla morte improvvisa del padre, Ariosto deve occuparsi della famiglia 1501 Ricopre l’incarico di capitano della rocca di Canossa 1503 Entra al servizio del cardinale Ippolito d’Este, figlio di Ercole I Apollo, tua mercé, tua mercé, santo collegio de le Muse, io non possiedo tanto per voi, ch’io possa farmi un manto. «Oh! il signor t’ha dato...» io ve ’l conciedo, tanto che fatto m’ho più d’un mantello; ma che m’abbia per voi dato non credo. Egli l’ha detto: io dirlo a questo e a quello voglio anco, e i versi miei posso a mia posta mandare al Culiseo per lo sugello. (L. Ariosto, Satire, satira I, vv. 88-96)
«La mala servitude mia» Ludovico Ariosto «La mala servitude mia» 1497 Ariosto entra a fare parte dei cortigiani stipendiati dal duca 1497-99 Pietro Bembo soggiorna a Ferrara e stringe amicizia con Ariosto 1500 Alla morte improvvisa del padre, Ariosto deve occuparsi della famiglia 1501 Ricopre l’incarico di capitano della rocca di Canossa 1503 Entra al servizio del cardinale Ippolito d’Este, figlio di Ercole I 1505 Alla morte di Ercole I, una congiura minaccia il potere di Alfonso I 1507 Ariosto presenta a Isabella d’Este la materia dell’Orlando furioso Lega di Cambrai contro Venezia: Ariosto è costretto a continue ambascerie a Roma presso il papa Giulio II 1508 Rappresenta a Ferrara, in occasione del carnevale, la sua commedia Cassaria 1509 Ripete il successo del debutto teatrale con I suppositi
«La mala servitude mia» Ludovico Ariosto «La mala servitude mia» 1497 Ariosto entra a fare parte dei cortigiani stipendiati dal duca 1497-99 Pietro Bembo soggiorna a Ferrara e stringe amicizia con Ariosto 1500 Alla morte improvvisa del padre, Ariosto deve occuparsi della famiglia 1501 Ricopre l’incarico di capitano della rocca di Canossa 1503 Entra al servizio del cardinale Ippolito d’Este, figlio di Ercole I 1505 Alla morte di Ercole I, una congiura minaccia il potere di Alfonso I 1507 Ariosto presenta a Isabella d’Este la materia dell’Orlando furioso 1508 Rappresenta a Ferrara, in occasione del carnevale, la sua commedia Cassaria 1509 Ripete il successo del debutto teatrale con I suppositi 1512 Inseguito dagli scherani del papa, fugge in Umbria e poi fa ritorno a Ferrara 1513 È ancora a Roma da Leone X; si lega sentimentalmente ad Alessandra Benucci
«Mutate some» Ludovico Ariosto 1517 Esce la prima edizione dell’Orlando furioso
«Mutate some» Ludovico Ariosto 1517 Esce la prima edizione dell’Orlando furioso ; Ariosto si rifiuta di seguire Ippolito in Ungheria 1518 Passa al servizio del fratello di Ippolito, il duca Alfonso
«Mutate some» Ludovico Ariosto 1517 Esce la prima edizione dell’Orlando furioso ; Ariosto si rifiuta di seguire Ippolito in Ungheria 1518 Passa al servizio del fratello di Ippolito, il duca Alfonso Poi che, Annibale, intendere vuoi come la fo col duca Alfonso, e s’io mi sento più grave o men de le mutate some; perché, s’anco di questo mi lamento, tu mi dirai c’ho il guidalesco rotto, o ch’io son di natura un rozzon lento: senza molto pensar, dirò di botto che un peso e l’altro ugualmente mi spiace, e fòra meglio a nessuno esser sotto. (L. Ariosto, Satire, satira III, vv. 1-9)
«Mutate some» Ludovico Ariosto 1517 Esce la prima edizione dell’Orlando furioso ; Ariosto si rifiuta di seguire Ippolito in Ungheria 1518 Passa al servizio del fratello di Ippolito, il duca Alfonso 1520 Invia al papa la prima stesura della commedia Negromante; gli viene sospeso lo stipendio 1522 Riceve dal duca il compito di commissario nella regione della Garfagnana 1525 Terminato l’incarico di commissario, torna a Ferrara e si dedica al teatro Tra il ’28 e il ’30 sposa in segreto Alessandra Benucci 1528 Scorta a Modena l’imperatore Carlo V; scrive la Lena
«Mutate some» Ludovico Ariosto 1517 Esce la prima edizione dell’Orlando furioso ; Ariosto si rifiuta di seguire Ippolito in Ungheria 1518 Passa al servizio del fratello di Ippolito, il duca Alfonso 1520 Invia al papa la prima stesura della commedia Negromante; gli viene sospeso lo stipendio 1522 Riceve dal duca il compito di commissario nella regione della Garfagnana 1525 Terminato l’incarico di commissario, torna a Ferrara e si dedica al teatro 1528 Scorta a Modena l’imperatore Carlo V; scrive la Lena 1530 Si reca a Firenze per alcune ambascerie 1531 È ad Abano, Venezia e Correggio, presso Alfonso d’Avalos 1532 Esce a ottobre l’edizione definitiva dell’Orlando furioso 1533 Muore il 6 luglio nella sua casa di Ferrara
L’opera Ludovico Ariosto Poema Orlando furioso Stesura: 1505-16 I edizione: 1516 (in 40 canti) Orlando furioso II edizione: 1521 (in 40 canti) Interpretata come un “romanzo padano” Edizione postuma: 1545 (Cinque canti in appendice) III edizione: 1532 (in 46 canti) Compiuta realizzazione del classicismo volgare
L’opera Ludovico Ariosto Poema Versi Orlando furioso latini italiani 67 componimenti quasi tutti scritti nel 1494-1503 Rime Stesura: primo decen- nio del Cinquecento Consistenza: 5 canzoni, 41 sonetti, 12 madrigali, 27 capitoli in terza rima e 2 egloghe Pubblicazione: postuma nel 1546
L’opera Ludovico Ariosto Poema Versi Orlando furioso latini italiani 67 componimenti quasi tutti scritti nel 1494-1503 Rime Satire Stesura: 1517-25 Consistenza: 7 satire in forma epistolare concepite come capitoli in terza rima Pubblicazione: postuma nel 1534
L’opera Ludovico Ariosto Poema Versi Teatro Orlando furioso latini italiani In prosa In versi 67 componimenti quasi tutti scritti nel 1494-1503 Scritte in prosa e successivamente versificate • Cassaria • I suppositi Scritte diretta- mente in versi • I studenti • Negromante • Lena Rime Satire
67 componimenti quasi tutti scritti nel 1494-1503 Ludovico Ariosto L’opera Poema Versi Teatro Orlando furioso latini italiani In prosa In versi 67 componimenti quasi tutti scritti nel 1494-1503 • Cassaria • I suppositi • I studenti • Negromante • Lena Rime Satire latino volgare padano classicismo bembesco L’intera produzione ariostesca manifesta lo sforzo straordinario di raggiungere una lingua nitida e “italiana”, secondo l’ideale del classicismo bembesco
La lirica Ludovico Ariosto Ariosto non ha mai sistemato i propri versi in un canzoniere unitario, denunciando un interesse quasi solo strumentale per questa produzione, utile come palestra linguistica di petrarchismo
La lirica Ludovico Ariosto Versi in latino Versi in volgare Temi Modelli Stile • Catullo • Orazio • Tibullo • Amores di Boiardo • Canzoniere di Petrarca • L’amore vissuto con spensierato edonismo • L’amore non sublimato, ma vissuto gioiosamente • Componimenti celebrativi “ufficiali” • Rime d’occasione talora in forma di dialogo o lettera • Epigrammi ed epitaffi dalla lieve ironia satirica • Capitoli in terza rima dall’insolito “realismo” narrativo • Scelta di un latino elegante e leggero • Scelta di una soluzione intermedia tra il petrarchismo cortigiano e il classicismo di Bembo • Uso di un punto di vista ironico e disincantato • Alleggerimento del linguaggio della tradizione La parte più originale della lirica ariostesca sono i capitoli in terza rima, su cui s’innesterà la successiva produzione satirica. Essi impostano già adesso un tono medio da conversazione informale, che sarà la cifra caratteristica del migliore Ariosto
Il teatro Ludovico Ariosto La Cassaria I suppositi I studenti l’esperienza del 1493-97 come responsabile degli spettacoli di corte • Al teatro Ariosto approda sotto la spinta di più circostanze: la generale riscoperta del teatro classico l’esigenza di trovare un ruolo “pubblico” per il poeta cortigiano Stesura in prosa: 1508; versificazione: 1528-29 La Cassaria Struttura: 5 atti preceduti da un prologo in terzine Argomento: nella greca Metellino, due giovani contendono a un furfante due ragazze tenute schiave Stesura in prosa: 1509; versificazione: 1528-29 Struttura: 5 atti e un prologo in prosa I suppositi Argomento: la vicenda si sposta a Ferrara ed è Incentrata su una serie di scambi di persona Stesura: 1518-19, interrotta al IV atto Struttura: 5 atti con prologo conclusi dal fratello (L’imperfetta) e da uno dei figli (La scolastica) I studenti Argomento: intreccio amoroso complicato da una serie di equivoci e trappole
Il teatro Ludovico Ariosto La Cassaria Negromante La Lena l’esperienza del 1493-97 come responsabile degli spettacoli di corte • Al teatro Ariosto approda sotto la spinta di più circostanze: la generale riscoperta del teatro classico l’esigenza di trovare un ruolo “pubblico” per il poeta cortigiano Stesura in prosa: 1508; versificazione: 1528-29 La Cassaria Struttura: 5 atti preceduti da un prologo in terzine Argomento: nella greca Metellino, due giovani contendono a un furfante due ragazze tenute schiave Stesura in prosa: 1509; versificazione: 1520; nuova versione e rappresentazione: 1529 Negromante Struttura: 5 atti e un prologo Argomento: nel consueto intreccio amoroso s’in-serisce la figura di un falso mago, occasione per alludere alla follia e al magico come nel Furioso Stesura in versi: 1528 La Lena Struttura: 5 atti e un prologo Argomento: al centro della trama c’è la ruffiana Lena, che guarda ai rapporti umani in termini di utile economico. Il realismo è più intenso e cupo
Le Satire: Ariosto “in pantofole” Ludovico Ariosto Le Satire: Ariosto “in pantofole” Dal latino satura lanx, “piatto ricolmo”, per indicare una composizione letteraria mista sia nello stile che nei contenuti. La satira è l’unico genere letterario classico di paternità romana e non greca. In età imperiale si distingue per l’uso dell’esametro e l’argomento morale Satiro danzante, IV-II sec. a.C.
Le Satire: Ariosto “in pantofole” Ludovico Ariosto Le Satire: Ariosto “in pantofole” polemica dai toni violenti (Persio e Giovenale) • Nella tradizione latina, si confrontano due modelli riflessione morale dai toni moderati (Orazio) A questo filone si rifà Ariosto, che integra il modello delle Satire con quello delle Epistole oraziane Satiro danzante, IV-II sec. a.C.
Le Satire: Ariosto “in pantofole” Ludovico Ariosto Le Satire: Ariosto “in pantofole” polemica dai toni violenti (Persio e Giovenale) • Nella tradizione latina, si confrontano due modelli riflessione morale dai toni moderati (Orazio) • capitolo in terza rima (200-300 versi circa) • Ariosto fissa i caratteri del genere in volgare • forma epistolare e struttura dialogica • tema autobiografico come spunto di riflessione etica • tono medio, confidenziale, ironico • presenza di brevi apologhi e favolette Satiro danzante, IV-II sec. a.C.
Le Satire: Ariosto “in pantofole” Ludovico Ariosto Le Satire: Ariosto “in pantofole” Scritta nel 1517, è rivolta al fratello Alessandro e a Ludovico da Bagno. Il poeta giustifica il suo rifiuto di seguire Ippolito in Ungheria, affrontando il problema del ruolo dell’intellettuale. Satira I Scritta alla fine del 1517, prima dell’ennesima ambasceria a Roma, è rivolta al fratello Galasso. Critica il degrado morale della curia e spiega il motivo per cui Ariosto si rifiuta di intraprendere la carriera ecclesiastica. Satira II In quasi tutte le satire Ariosto giustifica un rifiuto o difende una scelta, affrontando da varie angolature il tema del rapporto con il potere o con la società. Sullo sfondo c’è sempre il richiamo dell’amore, inteso come naturale aspirazione del poeta Scritta nell’aprile 1518 al cugino Annibale Malaguzzi, dopo l’ingresso al servizio del duca. Difende l’autonomia dell’intel- lettuale e l’etica dell’onore contro la sete di ricchezze. Satira III Satira IV Scritta all’inizio del 1523 a Sigismondo Malaguzzi. Racconta l’esperienza in Garfagnana ed esprime il disagio del poeta alle prese con la vita politica. Scritta forse tra il ’19 e il ’21 ad Annibale Malaguzzi. Recupera temi della letteratura misogina contro il matrimonio. Satira V Scritta tra il ’24 e il ’25 a Pietro Bembo, in merito all’educazione del figlio. Affronta il tema della formazione umanistica. Satira VI Scritta forse nel ’24 al segretario del duca. Il poeta giustifica il proprio rifiuto a diventare ambasciatore estense a Roma. Satiro danzante, IV-II sec. a.C. Satira VII
Il poema epico-cavalleresco Ludovico Ariosto Il poema epico-cavalleresco Orlando innamorato Personaggi e temi del ciclo carolingio ciclo carolingio ciclo bretone Amore e magia del ciclo arturiano Serie di canzoni di gesta imperniate intorno alla figura di Carlo Magno e dei paladini di Francia per la conquista della Terra santa Serie di leggende e miti relativi alla fondazione della civiltà britannica, incentrati su re Artù e i cavalieri della tavola rotonda
Il poema epico-cavalleresco Ludovico Ariosto Il poema epico-cavalleresco Orlando innamorato Personaggi e temi del ciclo carolingio ciclo carolingio ciclo bretone Amore e magia del ciclo arturiano Serie di canzoni di gesta imperniate intorno alla figura di Carlo Magno e dei paladini di Francia per la conquista della Terra santa Serie di leggende e miti relativi alla fondazione della civiltà britannica, incentrati su re Artù e i cavalieri della tavola rotonda Il successo di questa operazione è legato a più fattori 1. La materia epico-cavalleresca si adatta facilmente a scopi encomiastici e propagandistici 2. Promuove un sistema di valori in cui si rispecchia quello cortigiano 3. La materia amorosa e il meraviglioso forniscono un piacevole svago al lettore medio 4. La presenza forte di una tradizione cui richiamarsi appassiona il lettore colto 5. Il fantastico si presta naturalmente a letture allegoriche di tipo didattico-morale
Orlando: innamorato e furioso Ludovico Ariosto Orlando: innamorato e furioso Orlando innamorato Già nel titolo Boiardo mette in evidenza la fusione dei cicli carolingio (Orlando) e bretone (innamorato), sottolineando la funzione dell’amore Orlando furioso Ariosto accentua invece il valore perturbativo dell’amore, focalizzandosi sui suoi aspetti sociali e connettendolo a una vasta riflessione sul desiderio
Orlando: innamorato e furioso Ludovico Ariosto Orlando: innamorato e furioso Orlando innamorato Orlando furioso • Varietà degli episodi giustapposti attraverso labili legami • Varietà degli episodi incastrati in uno schema organico Come indica il proemio, sono due i nuclei tematici a cui può essere ricondotta la varietà di episodi e personaggi la guerra l’amore di Orlando per Angelica di Ruggiero per Bradamante
Orlando: innamorato e furioso Ludovico Ariosto Orlando: innamorato e furioso Orlando innamorato Orlando furioso • Varietà degli episodi giustapposti attraverso labili legami • Varietà degli episodi incastrati in uno schema organico • Centralità dell’amore come forza motrice della vicenda • Centralità del desiderio come forza motrice della vicenda • Varietà dei registri linguistici e dello stile enquête: i personaggi sono incalzati dalla continua ricerca di qualcosa • Scelta del volgare basato su una koiné padana • Punto di vista distaccato e appassionato
Orlando: innamorato e furioso Ludovico Ariosto Orlando: innamorato e furioso Orlando innamorato Orlando furioso • Varietà degli episodi giustapposti attraverso labili legami • Varietà degli episodi incastrati in uno schema organico • Centralità dell’amore come forza motrice della vicenda • Centralità del desiderio come forza motrice della vicenda • Varietà dei registri linguistici e dello stile • Unità dello stile e progressiva uniformazione della lingua • Scelta del volgare basato su una koiné padana • Scelta del volgare secondo l’indirizzo classicistico di Bembo • Punto di vista distaccato e appassionato • Punto di vista distaccato e ironico Nell’Orlando furioso il distacco del narratore rispetto alla materia aumenta e si fa più consapevole nostalgia ironia sentenziosità polemica
Ambiguità del narratore Ludovico Ariosto Ambiguità del narratore • La tecnica di incastro (entrelacement) che caratterizza la trama investe anche l’ambiguo rapporto del nar- ratore nei confronti dei/del suoi/suo destinatari/io Il cardinale Ippolito La corte Il presunto frammento di Durlindana, la spada di Orlando, conser- vato a Rocamadour, in Francia Messer Ludovico, dove mai avete trovato tante corbellerie?
Ambiguità del narratore Ludovico Ariosto Ambiguità del narratore • La tecnica di incastro (entrelacement) che caratterizza la trama investe anche l’ambiguo rapporto del nar- ratore nei confronti dei/del suoi/suo destinatari/io Il cardinale Ippolito La corte Il presunto frammento di Durlindana, la spada di Orlando, conser- vato a Rocamadour, in Francia dedicatario destinataria fine encomiastico fine polemico Su questa contraddizione di fondo si basa l’intero edificio narrativo del Furioso. Dietro l’armonia ariostesca, massima espressione rinascimentale del controllo razionale sull’universo, si nasconde una sfiducia, uno sguardo disincantato e scettico • Controllo sulla narrazione • Apparente caos, varietà • Distacco ironico • Sguardo nostalgico • Omaggio agli Estensi • Critica anticortigiana • Celebrazione dell’amore • Amore come follia • Narrazione come gioco • Continui richiami all’attualità
L’ironia Ludovico Ariosto • L’ironia di Ariosto consiste nel distanziamento, che consente a narratore e lettore di mantenere uno sguardo critico sulla vicenda fonte (autore delle cronache) • A tale fine, Ariosto si serve di un narratore di primo livello: Turpino Monaco del IX secolo che, secondo la leggenda, fu al seguito di Carlo Magno. Nella tradizione rolandiana incarna la figura del chierico votato alla battaglia personaggio (al seguito di Carlo)
L’ironia Ludovico Ariosto • L’ironia di Ariosto consiste nel distanziamento, che consente a narratore e lettore di mantenere uno sguardo critico sulla vicenda Questo doppio statuto è alla base della sua ambiguità, che lo rende al contempo una voce autorevole e inaffidabile fonte (autore delle cronache) • A tale fine, Ariosto si serve di un narratore di primo livello: Turpino personaggio (al seguito di Carlo)
L’ironia Ludovico Ariosto • L’ironia di Ariosto consiste nel distanziamento, che consente a narratore e lettore di mantenere uno sguardo critico sulla vicenda fonte (autore delle cronache) • A tale fine, Ariosto si serve di un narratore di primo livello: Turpino personaggio (al seguito di Carlo) funzione testimoniale attesta l’incredibile, fornisce notizie Il buon Turpin, che sa che dice il vero, e lascia creder poi quel ch'a l'uom piace, narra mirabil cose di Ruggiero, ch'udendolo, il direste voi mendace. (canto XXVI, ott. 23, vv. 1-4)
L’ironia Ludovico Ariosto • L’ironia di Ariosto consiste nel distanziamento, che consente a narratore e lettore di mantenere uno sguardo critico sulla vicenda fonte (autore delle cronache) • A tale fine, Ariosto si serve di un narratore di primo livello: Turpino personaggio (al seguito di Carlo) funzione testimoniale attesta l’incredibile, fornisce notizie funzione registica giustifica le scelte arbitrarie di Ariosto (improvvisi salti, interruzioni ecc.) Turpin, che tutta questa istoria dice, fa qui digresso, e torna in quel paese dove fu dianzi morto il Maganzese. (canto XXIII, ott. 38, vv. 6-8)
L’ironia Ludovico Ariosto • L’ironia di Ariosto consiste nel distanziamento, che consente a narratore e lettore di mantenere uno sguardo critico sulla vicenda fonte (autore delle cronache) • A tale fine, Ariosto si serve di un narratore di primo livello: Turpino personaggio (al seguito di Carlo) funzione testimoniale attesta l’incredibile, fornisce notizie funzione registica giustifica le scelte arbitrarie di Ariosto (improvvisi salti, interruzioni ecc.) funzione metanarrativa consente ad Ariosto di stabilire un rapporto di complicità col lettore Lasciate questo canto, che senza esso può star l'istoria, e non sarà men chiara. Mettendolo Turpino, anch'io l'ho messo, non per malivolenza né per gara. (canto XXVIII, ott. 2, vv. 1-4)
L’ironia Ludovico Ariosto • L’ironia di Ariosto consiste nel distanziamento, che consente a narratore e lettore di mantenere uno sguardo critico sulla vicenda fonte (autore delle cronache) • A tale fine, Ariosto si serve di un narratore di primo livello: Turpino personaggio (al seguito di Carlo) funzione testimoniale attesta l’incredibile, fornisce notizie funzione registica giustifica le scelte arbitrarie di Ariosto (improvvisi salti, interruzioni ecc.) funzione metrica funzione metanarrativa consente ad Ariosto di stabilire un rapporto di complicità col lettore funziona come una zeppa metri- ca per fare tornare il verso
L’ironia Ludovico Ariosto Ella [Angelica] gli rende conto pienamente dal giorno che mandato fu da lei a domandar soccorso in Oriente al re de' Sericani e Nabatei; e come Orlando la guardò sovente da morte, da disnor, da casi rei: e che 'l fior virginal così avea salvo, come se lo portò del materno alvo. Forse era ver, ma non però credibile a chi del senso suo fosse signore; ma parve facilmente a lui possibile, ch'era perduto in via più grave errore. Quel che l'uom vede, Amor gli fa invisibiIe, e l'invisibil fa vedere Amore. Questo creduto fu; che 'l miser suole dar facile credenza a quel che vuole. (canto I, ott. 55-56) • Altra forma di distanziamento ironico tipicamente ariostesco è la sospensione di cre- dulità, ovvero il contrario del presupposto che rende possibile la finzione letteraria
Il Furioso: poema dell’armonia Ludovico Ariosto Il Furioso: poema dell’armonia 1918 In un celebre saggio Benedetto Croce definisce il Furioso «poema dell’armonia», in contrasto con l’altro capolavoro epico-cavalleresco: la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso
Il Furioso: poema dell’armonia Ludovico Ariosto Il Furioso: poema dell’armonia 1918 In un celebre saggio Benedetto Croce definisce il Furioso «poema dell’armonia», in contrasto con l’altro capolavoro epico-cavalleresco: la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso Orlando furioso Gerusalemme liberata / conquistata • Rappresenterebbe l’apoteosi del Rinascimento, esprimendo la fiducia nel controllo razionale sul mondo • Rappresenterebbe l’apoteosi dell’età controriformistica, espri- mendo l’angoscia etico-religiosa dell’autore • Lo sguardo dell’autore sarebbe sereno, equilibrato, lucido • Lo sguardo dell’autore sarebbe tormentato, incerto, irresoluto • La lingua sarebbe limpida, lo stile luminoso ed equilibrato • La lingua sarebbe densa, lo stile manieristico e involuto • Il rapporto tra io e mondo sarebbe risolto ed esteriorizzato • Il rapporto tra io e mondo sarebbe irrisolto e interiorizzato Si tratta in realtà di un’interpretazione riduttiva, che non tiene conto di altrettanti fattori contrari • Varietà della materia narrativa e assenza di un unico centro • Unità della materia narrativa intorno a un unico protagonista • Presenza perturbante del fantastico e del magico • Riduzione all’estremo del magico e del fantastico • Scetticismo, distacco, duttilità del giudizio • Presenza determinante di una forte prospettiva etica • Ambiguità del motivo encomiastico • Dichiarata intenzione propagandistica e didattico-morale