G. Damiani1, Maria Luisa Rega2, Caterina Galletti2, Carolina Marzuillo3, Walter Ricciardi1, Paolo Villari3, Corrado De Vito3 1 Istituto di Sanità Pubblica, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma 2 Corso di Laurea Magistrale Scienze Infermieristiche e Ostetriche, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma 3 Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive, Sapienza Università di Roma 47° CONGRESSONAZIONALE Background. Lo scompenso cardiaco è una patologia della popolazione anziana, per la quale il tasso di ospedalizzazione è pari a ricoveri per abitanti, assorbendo circa il 2,6% di tutte le giornate di degenza erogate, sia in regime ordinario sia in day-hospital. Gli interventi educativi dopo la dimissione sono efficaci per migliorare le abilità di autocura, i comportamenti tra i pazienti con scompenso cardiaco, la prognosi e la riduzione dei tassi di riammissione in ospedale. L’obiettivo di questa meta-analisi è valutare l’efficacia degli interventi di formazione guidati da infermieri sull’autogestione tra i pazienti con scompenso cardiaco in termini di miglioramento dei comportamenti di autocura. EFFICACIA DEGLI INTERVENTI FORMATIVI INFERMIERISTICI NEL MIGLIORARE I COMPORTAMENTI DI AUTOCURA IN PAZIENTI AFFETTI DA SCOMPEMSO CARDIACO. RISULTATI DI UNA REVISIONE SISTEMATICA E META-ANALISI Metodologia. E’ stata condotta una ricerca bibliografica su Medline, Embase, CINHAL, Scopus e Web of Science. Sono stati inclusi studi sperimentali che hanno valutato l’efficacia degli interventi di promozione all’autogestione effettuati da infermieri con qualsiasi metodo di comunicazione o di formazione, su pazienti di età pari o superiore a 18 anni con scompenso cardiaco. L'esito di interesse è stato l'efficacia degli interventi di autogestione misurati con scale comportamentali appropriate. I tempi per la misurazione sono stati divisi in breve termine (3 mesi), medio termine (6-9 mesi) e lungo termine (12 mesi). Per le analisi dei dati è stata calcolata la differenza media standardizzata (DMS), insieme con l’intervallo di confidenza al 95% (IC 95%). Risultati. La ricerca ha permesso di individuare 147 studi, di cui otto hanno soddisfatto i criteri di inclusione, per un totale di partecipanti. Sei su dieci partecipanti erano maschi e l'età media cumulativa all’inizio degli studi era di 69 anni (±10,2). Tre su otto studi (per un totale di 442 soggetti) ha riportato le comorbidità più rilevanti che, in ordine di frequenza combinata, sono: ipertensione (54,1%), diabete (32,8%) e malattie polmonari (26,5%). Due studi sono stati condotti nei Paesi Bassi, uno in Svezia, uno negli USA, uno in Colombia uno a Taiwan e uno in Iran. Cinque studi i hanno dimostrato l’efficacia degli interventi educativi per lo sviluppo delle capacità di autocura a 3 mesi. Quattro studi per quelli a 6-9 mesi (graf. 1). L'effetto a lungo termine è stato valutato da due studi. L’analisi combinata ha mostrato un miglioramento non statisticamente significativo del comportamento di autocura (DMS 0,06, IC 95% Conclusioni. L’intervento formativo infermieristico dovrebbe essere esteso per lunghi periodi dopo la dimissione del paziente per assicurare lo sviluppo di un comportamento di autocura più efficace. In particolare, l’infermiere specializzato in malattie cardiache occupa una posizione chiave in tali programmi per il miglioramento degli esiti. McMurray JJV, Stewart S: The burden of heart failure. Eur Heart J Sup 2002;4:D Bui AL, Horwich TB, Fonarow GC. Epidemiology and risk profile of heart failure. Nat Rev Cardiol 2011;8:30–41. bibliografia Grafico n. 1. Meta-analisi dell’efficacia degli interventi formativi sui comportamenti di autocura a tre, sei e dodici mesi