Voglio tornare a sperare
Fui allevata con principi morali comuni: quando ero bambina, madri, genitori, professori, nonni, zii, vicini, erano persone degne di rispetto e considerazione.
Ci fidavamo degli adulti perché tutti erano genitori, madri o familiari di tutti i ragazzi del gruppo, del quartiere, della città…
Oggi ho una tristezza infinita per tutto quello che abbiamo perso.
Per tutto quello che i miei nipoti un giorno temeranno. Per la paura nello sguardo dei bambini, giovani, vecchi ed adulti.
Un tempo nulla valeva quanto un abbraccio.
Vale di più SEMBRARE CHE ESSERE! Vale di più un costoso trucco che un gelato insieme. Vale di più uno schermo gigante che una conversazione. Oggi, sovente, vale di più un Armani che un diploma.
Voglio l’onestà come motivo di orgoglio. Voglio la rettitudine di carattere, il viso pulito e lo sguardo negli occhi. Voglio la speranza, l’allegria, la fiducia. Voglio il senso del pudore e la solidarietà.
Voglio un mondo semplice e comune.
Torniamo ad essere “gente semplice e normale”. Torniamo a costruire un mondo migliore, più giusto, dove le persone rispettino le persone. I nostri nipoti ci saranno grati.