Fare storia con le fonti: archivio e memoria orale Carla Marcellini INSMLI Istituto Storia Marche
Per iniziare….. Perché usare le fonti per insegnare storia? Cosa dicono le IN12? Che differenze ci sono nell’usare le fonti d’archivio e le fonti orali?
Che cos’è una fonte? FONTE come ORIGINE DELL’INFORMAZIONE. Inizialmente oggetto qualunque, la fonte diventa tale per l’azione che su di essa esercita chi la interroga. Essa è una TRACCIA del passato che diventa fonte nel momento in cui viene interrogata e diventa DOCUMENTO quando entra come PROVA nella ricostruzione finale.
Tra le finalità delle IN12: -Far si che gli studenti acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari per apprendere e selezionare le informazioni -Imparare a cogliere gli aspetti essenziali dei problemi -Imparare a comprendere le implicazioni -Imparare a valutare i limiti e le possibilità delle conoscenze
E rispetto alla storia…. La storia si manifesta nella straordinaria sedimentazione di società e civiltà leggibile in archivi, città, territorio, ecc. i “primi saperi” della storia sono: conoscenza cronologica, misura del tempo, periodizzazione (tutti elementi che si hanno con la contestualizazione della fonte). I saperi successivi: capacità di ricostruire i fatti della storia e i loro molteplici significati in relazione ai contesti
Parole chiave Nelle IN12 rispetto alla storia vi sono due parole che ricorrono costantemente: - INFORMAZIONE - CONTESTUALIZZAZIONE
Perché usare le fonti? Dà consapevolezza allo studente che il DISCORSO STORICO è una RICOSTRUZIONE e una INTERPRETAZIONE DOCUMENTATA Permette di ricavare informazioni dai documenti ovvero attiva la consapevolezza del rapporto tra fonti e conoscenza del passato, la consapevolezza delle funzioni documentarie delle fonti nei testi storiografici, la capacità di individuare le strutture informative di una fonte, la capacità di criticare e controllare l’affidabilità di una fonte. Insegna a gestire l’informazione
Come si usano le fonti? USO DIDATTICO CONSAPEVOLE. Le fonti vanno affrontate con un “programma di ricerca didattica” ovvero l’utilizzo deve essere didattico, funzionale ad obiettivi formativi e non di ricerca storica in senso stretto. Non può essere un utilizzo saltuario come lettura a margine o come pausa per spezzare la monotonia della lezione. Non possiamo dare loro una quantità enorme di fonti, che non riescono a contestualizzare e riorganizzare in un quadro storico coerente. Ne bastano poche. Il compito di ricerca, lettura e interrogazione deve essere coerente, chiaro e comprensibile agli allievi Occorre collegare la fonte al contesto in cui è stata prodotta e al contesto in cui viene utilizzata. Il tipo di fonte (orale, scritta) ovvero la natura della fonte modifica le operazioni cognitiva che possiamo far fare su di essa.
Fonte e contesto CONTESTUALIZZARE la fonte vuol dire conoscere lo spazio e il tempo in cui è stata prodotta e in cui viene utilizzata nel lavoro didattico.
Come si collega la fonte con il contesto? a.fonte come PROVA/RISPOSTA b.fonte come INDIZIO/DOMANDA
LE FONTI ORALI sono fonti di memoria (individuale): si racconta sempre con il proprio punto di vista, ma inserito in un contesto (sociale e collettivo). non sono fonti di eventi e di fatti, ma della memoria di essi, della percezione che nel tempo si è costruita intorno ad essi. Cambiano nel tempo. Sono l’elaborazione, la sintesi di memoria che il soggetto ha fatto della sua “storia” e che propone al suo interlocutore. Non sono fonti problematiche, ma il racconto è già “sistemato” e “pacificato”
FONTI DI ARCHIVIO Sono in genere coeve ai fatti che vogliamo ricostruire. Sono fonti ufficiali Dicono di date, fatti, persone. Non cambiano nel tempo. Spesso danno più indizi che risposte