L’ART NOUVEAU prof. Claudio Puccetti.

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Transcript della presentazione:

L’ART NOUVEAU prof. Claudio Puccetti

L’ART NOUVEAU L'Art Nouveau è un vasto movimento artistico che ha origine in Europa e si estende fino agli Stati Uniti tra tra il 1890 e il primo decennio del ‘900. Interessa la pittura, l'architettura, la scultura e tutte le arti applicate (design, grafica, illustrazione, arredamento,...) ma presto si configura come uno stile internazionale che domina il gusto di tutta la società ‘fin de siècle’ esprimendo le aspirazioni della società borghese della Belle Époque. È lo specchio di un mondo borghese che, nello slancio di rinnovamento, consuma i suoi ideali in un raffinato simbolismo in perenne equilibrio tra astrazione e realtà. È la reazione all'arte accademica e storica, contro la quale si afferma la forza vitale di un'arte che trae la propria ispirazione direttamente dalla natura e che fa della fantasia del preziosismo e della ricercatezza la propria caratteristica e ‘dell’arte per l’arte’ il suo credo. Il Movimento (conosciuto con il nome francese) assume localmente nomi diversi: Modernismo in Spagna, Stile Liberty in Italia, Modern Style in Gran Bretagna, Jugendstil in Germania, Sezessionstil (Secessione) in Austria. Trae le sue origini dall'ideologia estetica anglosassone delle Arts and Crafts e da William Morris e apre la strada al design e all'architettura moderna. Tenta di creare uno stretto rapporto tra tecnica ed estetica, tra eleganza e funzionalità, tra industria e artista. Momento cruciale è l'esposizione universale del 1900 a Parigi e poi l'esposizione Internazionale d'Arte decorativa Moderna del 1902 a Torino, nelle quali il nuovo stile trionfa in ogni campo e si diffonde presto anche attraverso scuole, laboratori artigianali e nuove riviste. Movimento artistico che, con declinazioni diverse, si diffuse in Europa e negli Stati Uniti tra il 1890 e il 1910, e che interessò in particolare le arti applicate e l’architettura. Si inserisce nella più ampia corrente del modernismo per gli obiettivi che si pose nell’elaborazione di uno stile nuovo: superamento dell’eclettismo storico e della gerarchia delle arti; progettazione unitaria capace di riscattare lo scadimento e la degenerazione del gusto causati dal diffondersi dei processi produttivi industriali; diffusione di valori estetici in ogni tipo di prodotto, dalla carta da parati al gioiello, dall’illustrazione al mobilio. L'art nouveau rinnova le forme dell‘Architettura, della comunicazione grafica, della produzione di mobili e oggetti per la vita di tutti i giorni. Gli artisti si rivolgono direttamente alla natura, studiando la bellezza e la varietà delle sue forme. Steli di fiori e tralci di piante rampicanti sono tradotti in linee curve e sinuose per evocare il mondo naturale e provocare emozioni nell'osservatore.

L’ART NOUVEAU L’architettura del periodo si esprime in tutta Europa come un movimento architettonico che rifiuta lo stile dell'architettura industriale della prima metà del’800 e che propone un sostanziale rinnovamento: nuove soluzioni architettoniche (superfici ondulate, linee sinuose, cura dei particolari) nuovi materiali (ferro ghisa vetro ceramica), nuovi elementi decorativi (ispirati alla natura ma stilizzati) nuove tecnologie costruttive (cemento). Il movimento nasce in Belgio con Victor Horta ma si propaga rapidamente dall’Europa agli Usa, assumendo aspetti peculiari nei diversi paesi ma proponendo dovunque un’unità progettuale (corrispondenza tra interno ed esterno dell'edificio). Victor Horta e Henry Van de Velde in Belgio, Hector Guimard in Francia, Otto Wagner e Joseph Maria Olbrich in Austria, Antoni Gaudì in Spagna, Charles Rennie Mackintosh in Inghilterra, Louis Sullivan negli Usa.

Hector Guimard, Stazione della Metropolitana di Porte Dauphine, ca 1900, Parigi

Joseph Maria Olbrich, Palazzo della Secessione, 1898-1899, Vienna

Antoni Gaudí (1852- 1926) Gaudí è un architetto spagnolo ed è il massimo esponente del modernismo catalano (Art Nouveau spagnolo) al quale aggiunge la sua personalissima ispirazione, basata principalmente sul rifiuto del rigore geometrico della tradizione, sulla reinterpretazione dello stile gotico ed arabo, sull’utilizzo di linee curve, delle forme naturali (animali fiori piante...) e su di uno spiccato senso decorativo tipici dell’Art Nouveau. La sua architettura è un tripudio di colori e di forme, imprevedibili ed oniriche, realizzate con i più diversi materiali (mattone, pietra, vetro, ferro, ceramica, azulejo), da cui Gaudí trae le massime possibilità espressive grazie ad un’attenta ed abile lavorazione artigianale. Si forma a Barcellona e aderisce all’atmosfera di rinnovamento culturale che caratterizza la città. Studia Ruskin, Viollet-le-duc, ma anche la tecnica dei nuovi materiali da costruzione (cemento), e già prima di diplomarsi lavora con i migliori architetti del suo tempo.

Antoni Gaudí, Sagrada familia Barcellona La Sagrada Família è uno dei simboli di Barcellona e la sua costruzione dura 127 anni (è stata inaugurata nel 2010). Ha un gigantesco perimetro, una navata centrale priva di tetto (ricorda un bosco da dove filtra la luce) e due facciate di cui solo una (insieme all’abside) viene finita da Gaudì e decorata con gruppi scultorei molto elaborati. Ha quattro torri affusolate che ricordano i termitai o i gocciolanti castelli di sabbia (Neogotico), coronate da cuspidi di forma geometrica alte 115 m e rivestite di ceramiche coloratissime (Art Nouveau). E’ ricca di allegorie e simbolismi cristiani, statue di evangelisti, guglie e colonne che sembrano alberi ramificati e in tutta la costruzione c’è la presenza del numero 33 (anni di Cristo: Gaudì è un devoto e fedele cattolico).

Antoni Gaudí, Casa Batlló detta ‘la Pedrera Barcellona facciata Nel 1904 gli viene affidato il restauro di un palazzo del 1875 lungo e stretto a pianta rettangolare. Per Gaudì è una sfida e lo trasforma in un edificio suggestivo, privo di spigoli e linee rette, dove perfino gli interni si fondono l’uno nell’altro in modo sinuoso. Muove le superficie e le rende ondulate, applicandovi sopra pezzi di maiolica che creano giochi di luce e riflessi e le fa diventare un mare ondulato e cangiante. Utilizza colonne portanti e inserisce un'arcata sopra l'ingresso, cambia la forma delle finestre, monta vetri istoriati, aggiunge balconi di ghisa e decorazioni a mosaico di pasta vitrea. Inserisce ‘motivi ossei’ nella parte bassa che fanno sembrare l'intera facciata un enorme fossile, e sul tetto monta tegole di ceramica vetrificata che sembrano squame di un rettile. Infine corona la torre con la sua inconfondibile croce a quattro bulbi.

Antoni Gaudí, Casa Milà

Antoni Gaudí, Casa Milà, 1905-1910, Barcellona Antoni Gaudí, Casa Milà, 1905-1910, Barcellona. Particolare della facciata e del tetto con i camini

Antoni Gaudí, Parco Guell, Barcellona, ingresso A partire dal 1900 nascono i maggiori capolavori, quasi tutti a Barcellona. Primo fra tutti il Parco Güell in cui natura-scultura-architettura si confondono in una grande maestria artigianale. Conserva l'andamento naturale del terreno e crea un’opera originale dal profilo sinuoso e per la prima volta usa gli archi parabolici . Le mura di cinta che seguono il profilo della montagna sono ricoperte con frammenti di ceramica rossa-bianca e racchiudono il parco dove nascono una moltitudine di elementi decorativi: frammenti di vetro recuperati e incollati tra loro, ceramiche coloratissime, salamandre gigantesche, colonne-albero, arcate di roccia e stalattiti artificiali, stravaganti camini sui tetti, sculture di animali fantastici... Gaudì inserisce elementi architettonici fusi col paesaggio con lo scopo di unire l'opera dell’uomo a quella della natura.

Antoni Gaudí, Parco Guell, Barcellona, particolare

L’ART NOUVEAU In pittura le maggiori caratteristiche sono: Importanza data alla linea di contorno che accentua la bidimensionalità Gusto per la decorazione ispirata alla natura (soprattutto al mondo vegetale) Forme stilizzate con linee dinamiche e ondulate prive di schemi e simmetria Figure fluide simili a piante o fiori Scelta di temi allegorici. L'Art Nouveau ha alcune affinità con la pittura dei Preraffaelliti e Simbolisti tanto che alcuni artisti come l’inglese Aubrey Beardsley, il ceco Alfons Mucha, l’austriaco Gustav Klimt, l’olandese Jan Toorop, il belga Fernand Khnopff possono essere collocati in entrambi i movimenti. Diversamente dai Simbolisti tuttavia l'Art Nouveau possiede un determinato stile e, al contrario dei Preraffaelliti che rivolgono lo sguardo al passato, guarda al presente utilizzando nuovi materiali e nuove tecniche.

Gustav Klimt (Vienna 1862 /Vienna 1918) Dopo esperienze e ricerche sulle problematiche del post-impressionismo e in contrasto con le autorità accademiche, nel 1897 con altri 19 artisti fonda la Secessione viennese della quale è presidente fino al 1905. Dal 1900 al 1903 è incaricato di dipingere tre composizioni, ispirate alla Filosofia, alla Medicina e alla Giurisprudenza, per l'università di Vienna, tutte rifiutate e aspramente criticate perché ritenute oscene. In una alternativa di crudo naturalismo e di astratto decorativismo, Klimt ha cercato di esaltarvi la natura e la vita in antitesi con le convenzioni sociali. Matura il suo stile più personale e inconfondibile, impostato su una preziosità inesauribile, raggiunta con l'uso di materiali diversi (oro, vetri), in un continuo svolgersi di forma dal reale all'astrazione decorativa. A formare la cultura figurativa di Klimt concorrono motivi bizantini e giapponesi e, soprattutto, elementi dello stile "floreale". La sua pittura mira a un'espressione raffinata, piena di sottintesi letterari e simbolici, al cui cerebrale estetismo si associano accenti di acuta sensualità. Klimt è il massimo rappresentante della Secessione viennese, movimento culturale e artistico nato a fine ‘800 a Vienna con l’obiettivo di creare uno stile che si distacchi da quello accademico. Più in generale la Secessione rientra nel più vasto movimento Art Nouveau perché introduce e fa proprie le novità stilistiche che in quel momento dilagano in tutta Europa. Tuttavia il personale stile di Klimt rientra anche nel Simbolismo europeo e nell’ambito della cultura decadente di ‘fin de siècle’.   Caratteristiche forti richiami al gotico, ai mosaici bizantini (visita Ravenna) e all’arte giapponese affermazione di un'arte che fa della fantasia, del preziosismo e della ricercatezza la propria caratteristica e “dell’arte per l’arte” il suo credo: perfino la cornice, dorata e decorata, diventa parte integrante dell’opera accentuato decorativismo: gusto per la decorazione ispirata alla natura (mondo vegetale) prevalente bidimensionalità: campiture piatte ma riccamente decorate forte stilizzazione: figure eleganti e sensuali, forme geometriche/astratte ricorso a forme simboliche: elementi geometrici che esprimono la differenza tra i sessi (uomo: figure verticali e rigide – donna: figure fluide e ondulate) frequente uso dell’oro di fondo: annulla l’effetto di profondità spaziale e crea un aspetto decisamente bidimensionale prevalenza della linea curva: forme dinamiche ondulate e prive di schemi importanza della linea di contorno: accentua la bidimensionalità scelta di temi allegorici: anche biblici donna come soggetto privilegiato esaltazione della “femme fatale”: idea stessa di quell’eros che è a un tempo amore e morte, salvezza e perdizione

Klimt è il massimo rappresentante della Secessione viennese, movimento culturale e artistico nato a fine ‘800 a Vienna con l’obiettivo di creare uno stile che si distacchi da quello accademico. Più in generale la Secessione rientra nel più vasto movimento Art Nouveau perché introduce e fa proprie le novità stilistiche che in quel momento dilagano in tutta Europa. Tuttavia il personale stile di Klimt rientra anche nel Simbolismo europeo e nell’ambito della cultura decadente di ‘fin de siècle’.   Caratteristiche forti richiami al gotico, ai mosaici bizantini (visita Ravenna) e all’arte giapponese affermazione di un'arte che fa della fantasia, del preziosismo e della ricercatezza la propria caratteristica e “dell’arte per l’arte” il suo credo: perfino la cornice, dorata e decorata, diventa parte integrante dell’opera accentuato decorativismo: gusto per la decorazione ispirata alla natura (mondo vegetale) prevalente bidimensionalità: campiture piatte ma riccamente decorate forte stilizzazione: figure eleganti e sensuali, forme geometriche/astratte ricorso a forme simboliche: elementi geometrici che esprimono la differenza tra i sessi (uomo: figure verticali e rigide – donna: figure fluide e ondulate) frequente uso dell’oro di fondo: annulla l’effetto di profondità spaziale e crea un aspetto decisamente bidimensionale prevalenza della linea curva: forme dinamiche ondulate e prive di schemi importanza della linea di contorno: accentua la bidimensionalità scelta di temi allegorici: anche biblici donna come soggetto privilegiato esaltazione della “femme fatale”: idea stessa di quell’eros che è a un tempo amore e morte, salvezza e perdizione

Gustav Klimt la musica

Gustav Klimt, Particolare dal Fregio di Beethoven, Vienna, Palazzo della Secessione.

Gustav Klimt, Gustav Klimt, Il bacio, 1902 Gustav Klimt, Gustav Klimt, Il bacio, 1902. Tecnica mista su muro Particolare dal Fregio di Beethoven, dimensioni complessive: 220×2400 cm. Vienna, Palazzo della Secessione.

Titolo opera: fig.3 “Giuditta II (o Salomè)” Gustav Klimt, Giuditta I, 1901. Olio su tela, 84×42 cm. Vienna, Österreichische Galerie Gustav Klimt, Giuditta II (Salomè), 1909. Olio su tela, 178×45 cm. Venezia, Galleria d’Arte Moderna Klimt è il massimo rappresentante della Secessione viennese, corrente culturale e artistica nata a Vienna a fine ‘800, e personaggio di spicco dell’Art Nouveau (Modernismo) ma il suo personale stile rientra anche nel Simbolismo europeo e nell’ambito della cultura decadente di ‘fin de siècle’. Caratteristiche: Forti richiami ai mosaici bizantini di Ravenna (oro) e all’arte giapponese (accentuato verticalismo del formato), affermazione “dell’arte per l’arte” (preziosismo e ricercatezza), accentuato decorativismo ispirato alla natura (mondo vegetale), prevalente bidimensionalità (campiture piatte riccamente decorate e forte stilizzazione), ricorso a forme simboliche (elementi geometrici che esprimono differenza tra i sessi. Uomo: figure verticali-rigide. Donna: figure fluide-ondulate), prevalenza di linea curva (forme dinamiche-ondulate e prive di schemi), temi allegorici e biblici, donna come soggetto privilegiato (esaltazione della “femme fatale”, idea stessa di un eros che è amore e morte, salvezza e perdizione). Autore: Gustav Klimt Titolo opera: fig.3 “Giuditta II (o Salomè)” Collocazione artistica: Klimt è il massimo rappresentante della Secessione viennese, corrente culturale e artistica nata a Vienna a fine ‘800, e personaggio di spicco dell’Art Nouveau (Modernismo) ma il suo personale stile rientra anche nel Simbolismo europeo e nell’ambito della cultura decadente di ‘fin de siècle’. Caratteristiche: Forti richiami ai mosaici bizantini di Ravenna (oro) e all’arte giapponese (accentuato verticalismo del formato), affermazione “dell’arte per l’arte” (preziosismo e ricercatezza), accentuato decorativismo ispirato alla natura (mondo vegetale), prevalente bidimensionalità (campiture piatte riccamente decorate e forte stilizzazione), ricorso a forme simboliche (elementi geometrici che esprimono differenza tra i sessi. Uomo: figure verticali-rigide. Donna: figure fluide-ondulate), prevalenza di linea curva (forme dinamiche-ondulate e prive di schemi), temi allegorici e biblici, donna come soggetto privilegiato (esaltazione della “femme fatale”, idea stessa di un eros che è amore e morte, salvezza e perdizione).  

Gustav Klimt, Le tre età della donna 1905, Olio su tela, 180x180 cm Gustav Klimt, Le tre età della donna 1905, Olio su tela, 180x180 cm. Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma.

Gustav Klimt, L’albero della vita, 1905/09 Fregio per il Palazzo Stoclet

Gustav Klimt, Il bacio, 1907-1908. Olio su tela, 180×180 Vienna, Österreichische Galerie Con questo dipinto Klimt rappresenta il trionfo dell’eros e del suo potere di trascendere e armo­nizzare i conflitti e le antitesi tra uomo e donna. Questo è reso attraverso la gestualità differente dei due amanti: alla presa vigorosa dell’uomo, di cui appare solo il profilo fortemente scorciato, si contrappone la dolcezza con cui la donna si abbandona, chiudendo gli occhi in un’espressione estatica. Attraverso l’opera “Il bacio” si per­cepisce l’unicità di sensazione. Quasi che l’artista abbia voluto immortalare l’attimo fuggente in cui universo ma­schile e femminile si compenetrano, materializzato nel gesto e nella crisalide aurea in cui i due amanti sono racchiusi, in un anelito di pura sensualità ed ascesi mistica. La donna trasmette la pienezza interiore più intensa, punto di partenza e di arrivo di sensazioni che in lei prendono for­ma e trovano la strada d’esprimersi: amore e morte, voluttà ed innocenza, salvezza e perdizione. È il punto d’arrivo di un crescendo di unione spirituale che si traduce in una purezza ideale, racchiusa in un’aura mistico-erotica in cui l’erotismo si percepisce in modo etereo ed impalpabile, forza vitale che si genera dall’unione dei due amanti. STILE Lo stile è quello del cosiddetto periodo “aureo” della produzione di Klimt, così definito per l’intenso uso del colore oro. Qui l’autore contrappone il realismo dei dettagli dei corpi (volti, mani e piedi della donna) con la bidimensionalità dell’abbigliamento reso con elementi geometrici e spigolosi per l’uomo, circolari e variopinti per la donna. L’eleganza formale e il delicato erotismo del quadro sono gli aspetti che maggiormente sintetizzano il gusto dell’epoca (la “belle epoque”) e il movimento della Secessione Viennese (l’Art Nouveau). LINGUAGGIO Il linguaggio pittorico di Klimt si esprime attraverso l’uso della linea di contorno che definisce le parti del corpo scoperte. Tutto il resto è definito da campiture piatte e dorate. Il colore dell’insieme è caldo e luminoso per via dell’oro usato in foglia e delle colorazioni rosse molto frequenti. Il prato verde (colore complementare del rosso) dona risalto agli elementi rossi del quadro. La luce non è direzionale ma emanata dalla stessa coppia. Lo spazio è privo di profondità, ideale.La composizione presenta una distribuzione equilibrata e statica con una tripartizione della scena. ICONOLOGIA Con questo dipinto Klimt volle rappresentare il trionfo dell’eros e del suo potere di trascendere e armo­nizzare i conflitti e le antitesi tra uomo e donna. Questo è reso attraverso la gestualità differente dei due amanti: alla presa vigorosa dell’uomo, di cui appare solo il profilo fortemente scorciato, si contrappone la dolcezza con cui la donna si abbandona, chiudendo gli occhi in un’espressione estatica. MOTIVAZIONI Attraverso la sua opera “Il bacio” si per­cepisce l’unicità di sensazione. Quasi che l’artista abbia voluto immortalare l’attimo fuggente in cui universo ma­schile e femminile si compenetrano, materializzato nel gesto e nella crisalide aurea in cui i due amanti sono racchiusi, in un anelito di pura sensualità ed ascesi mistica. La donna trasmette la pienezza interiore più intensa, punto di partenza e di arrivo di sensazioni che in lei prendono for­ma e trovano la strada d’esprimersi: amore e morte, voluttà ed innocenza, salvezza e perdizione. È il punto d’arrivo di un crescendo di unione spirituale che si traduce in una purezza ideale, racchiusa in un’aura mistico-erotica in cui l’erotismo si percepisce in modo etereo ed impalpabile, forza vitale che si genera dall’unione dei due amanti.

Gustav Klimt, Danae, 1907-1908. Olio su tela, 77×83 cm Gustav Klimt, Danae, 1907-1908. Olio su tela, 77×83 cm. Vienna, Galerie Würthle

Gustav Klimt, Nudo disteso verso destra, 1912-1913 Gustav Klimt, Nudo disteso verso destra, 1912-1913. Matite colorate su carta