ARTE GRECA Nell’ambito delle civiltà antiche, la civiltà greca ha fornito una accelerazione notevole a molti ambiti del pensiero e della cultura. Dalla.

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Transcript della presentazione:

ARTE GRECA Nell’ambito delle civiltà antiche, la civiltà greca ha fornito una accelerazione notevole a molti ambiti del pensiero e della cultura. Dalla filosofia al teatro, dalla poesia alla matematica, non c’è stato ambito della conoscenza che non sia stato esplorato dagli antichi greci. Da un contesto così vivace e produttivo, non rimane esclusa nessuna attività artistica. La scultura venne portata a livelli insuperabili; la pittura raggiunse obiettivi mai neppure tentati; l’architettura perfezionò talmente le sue forme, da rimanere eredità valida per molti secoli a venire.

IL NUOVO RUOLO DELL’ARTE PRESSO I GRECI L’ARTE ASSUME SIGNIFICATI E FINALITA’ PRIMA ASSOLUTAMENTE SCONOSCIUTI. Essa, infatti, abbandona in modo definitivo i condizionamenti imposti dalla magia e dalla religione, diviene libera espressione dell’intelletto umano e razionale ricerca degli ideali assoluti di bellezza, di equilibrio e di perfezione…

PERIODIZZAZIONE Nella grande parabola dell’arte greca, si possono distinguere diversi periodi, che segnano l’evolversi delle conquiste tecniche ed artistiche di questa civiltà. In sintesi, possiamo suddividere l’arte greca in quattro periodi fondamentali: PERIODO DI FORMAZIONE O GEOMETRICO XII - META’ VIII SECOLO a.C. PERIODO ARCAICO VII SECOLO a.C. - 480 a.C PERIODO CLASSICO O ETA’ DELL’ORO 490 - 323 a.C. PERIODO ELLENISTICO 323 - 31 a.C.

Periodo di formazione XII - META’ VIII SECOLO a.C Coincide con quello che gli storici indicano come «medioevo ellenico», caratterizzato essenzialmente dalla calata dei dori, dalla fondazione delle prime citta’ e dall’inizio di un’importante e diffusa produzione ceramica

PERIODO ARCAICO VII SECOLO a.C. - 480 a.C Comprende quell’arco di tempo durante il quale la civiltà greca inizia a maturare le caratteristiche che più la contraddistinguono, soprattutto l’architettura dei templi e, in scultura, la rappresentazione della figura umana e si conclude con la vittoria dei Greci sui Persiani di Serse a Salamina nel 480 a.C. PERIODO CLASSICO O ETA’ DELL’ORO 490 - 323 a.C. Comprende il breve intervallo di tempo tra il 490 a.C. e gli anni immediatamente successivi al 338 a.C. (battaglia di Cheronea, Filippo il macedone conquista la Grecia, fino al 323 a.C. morte di Alessandro Magno. E’ il momento di massimo splendore della società, dell’economia, dell’arte e della cultura greche. PERIODO ELLENISTICO 323 - 31 a.C. Si estende tra il 323 e il 31°. C. (battaglia di Anzio, conquista della Grecia da parte dei romani). Inizia il declino dell’arte greca ma si assiste alla sua massima diffusione. La civiltà e la cultura greche non saranno mai sopraffatte da quelle romane che ne saranno condizionate per secoli.

PERIODO ARCAICO VII SECOLO a.C. - 480 a.C La diffusa ripresa dei commerci con l’Asia Minore e il Vicino Oriente e il progressivo sviluppo delle Poleis come organismi autonomi determinano notevole incremento demografico e benessere generale. Per non compromettere difficile equilibrio sociale, politico ed economico si promuove la fondazione di nuove città: nascono così le COLONIE: nel Mediterraneo in Sicilia, Spagna, Francia e regioni meridionali della penisola italiana (Calabria, Basilicata, Puglia e Campania), territorio denominato dai romani Magna Grecia. A Oriente coste del Mar Nero e dell’Asia Minore (attuale Turchia) SORGONO EVOLVONO le prime costruzioni architettoniche scultura e pittura vascolare (Templi e Santuari) (abbandono impostazione geometrica)

TIPOLOGIA DI TEMPIO GRECO SORGONO LE PRIME COSTRUZIONI ARCHITETTONICHE IL TEMPIO GRECO Costituisce la dimora terrena degli Dei, con i quali i greci hanno rapporto quasi confidenziale Il Tempio greco risente di questo atteggiamento che si traduce in forme semplici e razionali, proporzioni armoniose e grande equilibrio (come corpo umano) TIPOLOGIA DI TEMPIO GRECO

IL TEMPIO GRECO: elementi architettonici fondamentali

GLI ORDINI ARCHITETTONICI

ESEMPI DI TEMPLI DI ETA’ ARCAICA Si venne così a creare un insolito rapporto tra lunghezza e larghezza, che venne ridotto al rapporto di "analoghìa" di 1 a 2, nell'architettura del periodo classico dei secoli successivi. Gli intercolumni insolitamente larghi hanno fatto pensare alla presenza di architravi lignei sui quali fossero fissate metope in bronzo. Probabilmente l'edificio era costruito in mattoni crudi per le murature e legno per colonne e parte della trabeazione confermando la tradizionale ipotesi dell'origine lignea di tutto il linguaggio architettonico degli ordini greci, e del dorico in particolare, avanzata da Vitruvio e rappresentando comunque un'importante testimonianza della transizione dal tempio in legno a quello in pietra. L'Heràion di Olimpia : eretto intorno al 600 a.C. Si tratta di uno dei più antichi templi dorici, uno dei primi peripteri e sicuramente il più antico, presentava tutti gli elementi canonici del tempio greco: il naos (cella), il peristilio intorno alla cella, il pronao e l'opistodomo entrambi in antis Il tempio con 6 colonne doriche sul fronte (periptero esastilo) e 16 colonne sul fianco si presentava molto lungo, venendo a formare le considerevoli dimensioni di 18,76 m per la facciata e 50,01 m per i lati.

Parco Archelogico di Paestum Paestum, nome latinizzato del termine Paistom con il quale venne definita dopo la sua conquista da parte dei Lucani, è un'antica città della Magna Grecia chiamata dai fondatori Poseidonia in onore di Poseidone, ma devotissima a Era e Atena. È localizzata nella regione Campania, in provincia di Salerno. Sono presenti 3 templi 1 La "Basilica" è in realtà un tempio dedicato ad Hera. 2 Il cosiddetto "Tempio di Nettuno" era in realtà dedicato ad Hera. 3 Il Tempio di Atena, edificato intorno al 500 a.C., era in precedenza noto come Tempio di Cerere. BESILICA E TEMPIO DI NETTUNO TEMPIO DI CERERE

ESEMPI DI TEMPLI DI ETA’ CLASSICA L'architettura greca classica viene in genere collocata dal 480 a.C. al 400 a.C., periodo che coincide con la costruzione degli edifici più importanti dell'Acropoli di Atene, nei quali le tendenze e le capacità sviluppate del periodo arcaico trovarono un vertice di equilibrio, bellezza e armonia. La grande fioritura architettonica di Atene coincise con un periodo di ricchezza e pace del governo di Pericle, durante il quale molte discipline artistico-speculative raggiunsero un apogeo: la scultura, la pittura, la filosofia, la tragediografia. IL PARTENONE: costruito per volontà di Pericle dagli architetti Ictino, Callicrate e Mnesicle, sotto la supervisione di Fidia è un tempio greco, octastilo, periptero di ordine dorico che sorge sull'acropoli di Atene, dedicato alla dea Atena. Il Partenone è un simbolo duraturo dell'antica Grecia e della democrazia ateniese e rappresenta senz'altro uno dei più grandi monumenti culturali del mondo.

L’ACROPOLI IL PARTENONE Durante l'epoca di Pericle per celebrare la vittoria sui Persiani e il primato politico, economico e culturale di Atene fu realizzata la ricostruzione dell'acropoli, con la costruzione del Partenone (all'interno del quale fu eretta una statua colossale di Atena Parthenos, realizzata da Fidia e oggi perduta), dei Propilei e in seguito dell'Eretteo e del Tempio di Atena Nike. IL PARTENONE Il nome Partenone si riferisce all'epiteto parthenos della dea Atena, che indica il suo stato di nubile e vergine[, nonché al mito della sua creazione, per partenogenesi, dal capo di Zeus. All'interno del Partenone si ergeva la monumentale statua di culto crisoelefantina ("oro" "avorio") raffigurante Atena Parthénos e ospitata nella cella orientale, opera dell’artista Fidia, che realizzò anche: Fregio dorico esterno Il fregio ionico della cella

ESEMPI DI TEMLI DI ETA’ ELLENISTICA La codificazione che, in età arcaica, verrà sviluppata per l'architettura templare diventerà con l'ellenismo il linguaggio universale del mondo mediterraneo. La scomparsa della polis mutò profondamente gli obiettivi di letterati, artisti e filosofi. La committenza delle opere d'arte passò dalle città elleniche ai grandi centri culturali orientali e alle corti dei sovrani, spinti dal desiderio di abbellire le loro capitali, come Pella, Antiochia, Alessandria e Pergamo. Questa élite che concepiva l'arte come prodotto di lusso favorì anche l'aumento della produzione di oggetti e suppellettili preziose riproducibili serialmente. I regni ellenistici favorirono il sorgere di una architettura principesca. L'architettura ellenistica si differenzia dalla precedente classica per uno spiccato carattere eclettico, che si manifesta sin dall'inizio con la tendenza alla sovrapposizione degli ordini dorico, ionico e corinzio; gli elementi degli stili architettonici perdono la loro funzione strutturale e si dispiegano attraverso un senso maggiormente pittorico e decorativo. Si utilizzano di preferenza l'ordine ionico e il corinzio che meglio si adattano al nuovo gusto decorativo attento agli effetti scenografici. L'Altare di Zeus a Pergamo è uno degli edifici più famosi, capolavoro dell'arte ellenistica.

L'Altare di Zeus a Pergamo Fu fatto edificare da Eumene II e continuata dal successore e fratello Attalo II in onore di Zeus Sotér e Atena Nikephòros (Zeus salvatore e Atena portatrice di vittoria) per celebrare la vittoria sui Galati. Attualmente la parte anteriore dell'altare si trova conservata al Pergamon Museum di Berlino. Venne attribuito a Firomaco, artista attico, che le fonti antiche ricordano come uno dei sette più grandi scultori greci. Questa ipotesi, secondo alcuni, troverebbe una conferma stilistica in alcune scene, dove l'impostazione di Zeus e Atena che combattono, ad esempio, ricorda quella di Atena e Poseidon nel frontone occidentale del Partenone di Fidia.

LA STATUARIA GRECA La figura umana soggetto più rappresentato. Dal 8-6 secolo erano in legno, oggi perdute, ma sono giunte a noi quelle di pietra e di marmo. Queste raffiguravano prevalentemente giovani uomini ( kuroi ) e givani donne vestite (korai). La parte destra della scultura era quasi uguale a quella sinistra, se non per una gamba un po’ avanzata e un braccio alzato. Sono sculture erette con uno scopo propiziatorio e rigidamente frontali. Dal 5 al 4 secolo si evidenzia un vivo interesse per l'anatomia e la rappresentazione del movimento . Nel mondo greco le divinità hanno forma umana e il loro corpo , rappresentato nel pieno della giovinezza e del vigore, comunica l'idea di una bellezza perfetta , immortale. I grandi scultori del 5 secolo ( MIRONE , POLICLETO , FIDIA ) e del 4 ( SKOPAS, PRASSITELE, LISIPPO ) esaltano la perfezione della muscolatura e studiano accuratamente l'armonia e la proporzione fra le parti del corpo , mostrando una grandissima abilità tecnica. Dal 3 secolo in poi l'ideale dell'uomo greco perfetto viene abbandonato. Ci si allontana dalla bellezza e le immagini riproducono anche i difetti fisici e i corpi non sono più giovani ed atletici . Si sviluppa la ritrattistica per tramandare il volto degli uomini illustri. Gli eroi della cultura greca sono ora i grandi protagonisti della storia : condottieri, politici ,filosofi, poeti e artisti. Lo scopo di queste opere è soprattutto celebrativo;

LA BELLEZZA FISICA È SEGNO DI BELLEZZA MORALE LA STATUARIA GRECA LA BELLEZZA FISICA È SEGNO DI BELLEZZA MORALE ARCAICA CLASSICA ELLENISTICA VII SECOLO a.C. - 480 a.C 490 - 323 a.C. 323 - 31 a.C 480 450 a. C. 430 400 a. C. PERIODO SEVERO TARDO CLASSICO/INTIMISTA

DORICA-ATTICA-IONICA Presenza del sorriso arcaico LA STATUARIA IN ETÀ ARCAICA DORICA-ATTICA-IONICA Presenza del sorriso arcaico Cleobis e Biton Nel mito Trainando il carro al posto dei buoi per cinque miglia, aiutarono la madre a raggiungere il tempio per celebrare i riti della dea, (circa 8,3 km). La madre, commossa, pregò la dea di elargire ai figli il dono più grande che si potesse dare a dei comuni mortali. La dea li fece cadere in un sonno piacevole ed eterno. DORICA Kleobis e Biton (Delfi), 600-580 a.C. ca., marmo, (a destra): h 216 cm, Delfi, Museo Archeologico. POLIMEDE DI ARGO ATT. Moschophoro viene rappresentato un uomo, probabilmente lo stesso offerente, che porta sulle spalle un vitello, potrebbe trattarsi del vincitore di una gara che aveva come premio un vitello o di un sacrificio in onore della dea. ATTICA Moschophoros, "portatore di vitello") 570-560 a.C. ca, marmo h 165 cm Museo dell'Acropoli ad Atene. Hera di Samo la forma quasi cilindrica della figura viene enfatizzata dalle pieghe verticali e dritte del chitone ionico, mentre il mantello obliquo è animato dal movimento del braccio che viene portato al petto, attributo della dea. IONICA Hera di Samo, 570-560 a.C. ca marmo, h 192 cm Museo del Louvre a Parigi.

PERIODO o STILE SEVERO scomparsa del sorriso arcaico L‘EFÉBO di Kritios, 480 a.C. ca marmo, ha la gamba destra leggermente piegata, nell'atto di compiere un passo, e da questo suo movimento ne derivano quello delle anche e della schiena. Nell'arte arcaica queste precisazioni anatomiche non venivano proprio prese in considerazione, ma è  adesso che il naturalismo greco prende forma.  Infatti le opere rappresentano un tipo perfetto che va imitato, per cui anche se si ispira alla natura è comunque idealizzata.  KRITIOS ZEUS di capo Artemisio, 480-470 a.C. bronzo h. 209 cm. Attribuito a Calamide. Figura maschile nuda protesa nel lancio in avanti ( fulmine o tridente?), le gambe sono saldamente poggiate a terra e ruotate verso destra. Il peso del corpo è sulla gamba sinistra e con quella destra, invece, cerca di darsi la spinta. Le braccia sono entrambe distese all'altezza delle spalle e il volto è ruotato sempre verso sinistra fissando un obiettivo. Il braccio sinistro è nell'atto di prendere la mira e quello destro è teso indietro, il volto barbuto e con l'acconciatura finemente cesellata è tipico delle statue di divinità. CALAMIDE DISCOBOLO autore MIRONE 455 a.C Originale in bronzo, oggi copia romana in marmo, l'atleta venne raffigurato nel momento in cui il suo corpo, dopo essersi rannicchiato per prendere slancio e radunare le forze, sta per aprirsi e liberare la tensione imprimendo al lancio maggiore energia. Subito dopo girerà su se stesso e scaglierà il disco, accompagnando il gesto con tutto il corpo. MIRONE BRONZI DI RIACE, 450 a.C. bronzo. h 197 cm. Museo nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria. Si chiamerebbero Tideo e Anfiarao. furono probabilmente scolpite nella metà del V sec. a. C. dall'argivo Ageladas  (statua A) e da Alcamene (statua B) per celebrare la vittoria contro Sparta attraverso la rappresentazione degli "eroi maledetti", autori delle mitiche spedizioni  contro Tebe. “I 7 CONTRO TEBE”. Presentano una notevole elasticità muscolare essendo raffigurati nella posizione definita a chiasmo. AGELADAS ALCAMENE

LA STATUARIA IN ETÀ CLASSICA: Equilibrio raggiunto Il Doriforo, (in greco "portatore di lancia") Policleto marmo h 212 cm, 445 a.C. copia romana. Idealmente perfetto, la sua ricerca di perfezione è proprio nel dialogo e nel confronto tra reale e ideale. Reale è la base di partenza: i rapporti alla base del suo canone sono rilevati da reali misure effettuate sui corpi umani; ideale è l’effetto a cui tende: scartando ogni difetto che, seppur minimo, è sempre presente in ogni singolo individuo, la statua diviene un ideale di perfezione umana superiore alla realtà stessa. POLICLETO Il canone policleteo consiste nella divisione dei corpo in 8 parti, la testa, come modulo, corrisponde ad 1/8 il busto 3/8 le gambe 4/8 Il ritmo bilanciato di alterne flessioni e tensioni, che coinvolge gli arti contrapposti a X (chiasmo) restituisce una visione più organica, dinamica ed equilibrata della figura umana. L'Amazzone ferita capitolina, Fidia, marmo h 190 cm, 440 a.C., copia Appare appoggiata ad una lancia e presenta la ferita sul fianco destro. Le proporzioni di quest'amazzone sono quelle più coerenti col Doriforo ma più articolata nel movimento. Un'attenta analisi ha inoltre chiarito che quest'opera è l'unica delle quattro versioni a presentare precisi rapporti metrici persino nel panneggio. FIDIA

PERIODO o STILE INTIMISTA La perdita dell’equilibrio PRASSITELE visse ad Atene in un'epoca caratterizzata da una vera e propria crisi per quanto riguarda l'identità della popolazione ateniese. Questa cominciò a percepire il mondo in una dimensione più isolata rispetto al periodo classico di Pericle, quando la vittoria contro i Persiani, nel 480 a.C. a Salamina, aveva determinato un sentimento di superiorità capace di coinvolgere gran parte della civiltà greca. Il mutamento causato dalle guerre del Peloponneso diede origine ad una nuova interpretazione della realtà, fatta di fragilità e incertezze. (Hermes con Dioniso) PRASSITELE PRASSITELE La peculiarità attribuite da una tradizione critica ormai secolare all'arte prassitelica vengono indicate solitamente nella dolcezza del modellato delle statue marmoree, caratterizzate da una sorta di languore, spossatezza ed abbandono; In queste opere il baricentro della figura si sposta su un lato, rendendo necessaria nelle opere marmoree la presenza del sostegno. PRASSITELE SKOPAS, 390/330 a.C. ebbe il merito di aprire alla dimensione dell'emotività umana, fino a quel momento solo limitatamente esplorata. La “Menade danzante” presenta un movimento della figura, costituito da una doppia torsione attorno ad un asse centrale, ed è teso ad esprimere la frenesia della danza bacchica con intenso realismo. LISIPPO 370 e il 300, rappresenta il punto di passaggio dall’arte greca classica a quella ellenistica, fu l’artista preferito di Alessandro Magno, che ritrasse in diverse opere, oggi disperse. La sua arte mosse dalla tradizione più classica, rinnovando la lezione di Policleto sul canone e sul chiasmo, che egli utilizzò soprattutto nella realizzazione della sua opera più famosa, l’Apoxyomenos. Tuttavia riuscì ad andare oltre, soprattutto nel modellare la statua non in funzione di un solo punto di vista. Ciò lo rese scultore molto più completo, in grado di controllare la forma da ogni possibile angolazione. Lisippo rappresenta quindi la completa conquista dello spazio figurativo di una statua a tutto tondo. Ciò lo pose in condizione di realizzare opere di grande impatto monumentale e scenografico. Caratteristiche queste che trasmise a tutta l’arte di età ellenistica. SKOPAS LISIPPO

LA STATUARIA IN ETÀ ELLENISTISA dinamismo NIKE DI SAMOTRACIA. PITOCRITO ,190 a.C. originale in marmo, calco in gesso. H 328 cm Parigi, Museo del Louvre. È la personificazione della Vittoria. Realizzata per commemorare le vittorie dalla flotta di Rodi su Antioco Terzo re della Siria, era collocata su una collinetta nell'isola di Samotracia. Sembra atterrare o spiccare il volo dalla prua di una nave: la figura, eretta, si sviluppa lungo l'asse perpendicolare della gamba destra, sulla quale appoggia tutto il corpo, la gamba sinistra è arretrata a cercare stabilità. Il torace è spinto in avanti, quasi gonfio, e leggermente ruotato a destra rispetto l'asse centrale, mentre la parte inferiore del corpo sembra accennare una rotazione verso il lato opposto: questa lieve torsione crea una linea sinuosa che percorre tutto il corpo, ispirando un forte senso di dinamismo. La leggerissima veste, il chitone, che un vento impetuoso sembra incollare al bellissimo corpo, lascia intravedere i seni prorompenti, le curve morbide del ventre, il leggero infossamento dell'ombelico. PITOCRITO GALATA SUICIDA E GALATA MORENTE, EPIGONOS, att. Commissionate dal sovrano Attalo I per celebrare la vittoria sui galati, invasori dell’Asia Minore, per essere posto sull’Acropoli di Pergamo. Il gruppo è fortemente evocativa, suscita sensazioni di eroismo e onore, per evidenziare emozionalmente il valore dei vinti e quindi, di riflesso, anche quello dei vincitori. affrontata con coraggio, con la dignità di un guerriero sconfitto ma non piegato, allegoria della capitolazione di un popolo che ha lottato fino all’ultimo per la propria indipendenza. EPIGONOS GRUPPO DEL LAOCOONTE, AGESANDROS E AI SUOI FIGLI ATHENODOROS E POLYDOROS, att. Copia romana, musei Capitolini. Il modellato risulta raffinato e le figure hanno una impostazione, sia nella struttura fisica che nella posizione assunta, molto idealizzata. Ammirevole la complessità scenografica del monumento e il contenuto di forte pathos. La grande padronanza tecnica dello scultore, nel riuscire a controllare in maniera unitaria le numerose linee compositive, danno al gruppo scultoreo grande dinamismo.