ROMANZO E MODERNITA' TERMINOLOGIA MODERNITA' – epoca MODERNIZZAZIONE – processo MODERNISMO – fenomeno estetico “ROMANZO” > Romance, Novel > Sostantivo, aggettivo “ROMANZESCO” Basta dire “romanzo”, in effetti, per evocare immediatamente un brulichio di avventure, di eroi e di eroine, di amori tempestosi, di battaglie e di viaggi e di incontri mirabolanti, in un mondo troppo bello o artefatto per essere reale. E’ un’eredità piuttosto scomoda con cui il romanzo moderno, caratterizzato da una forte tendenza realista, non ha mai smesso davvero di fare i conti, lottando contro i pregiudizi e contro l’abuso delle “favole”, delle “fole” o delle “chimere”, contro un’idea di “romanzesco” che evoca immediatamente l’abbandono fantastico e il distacco irresponsabile dalla vita reale. (F. Bertoni)
IL ROMANZO E' SOLO MODERNO? LE ORIGINI DEL ROMANZO Thibaudet, 1938: genere assolutamente moderno > dal Don Chisciotte in poi LE ORIGINI: Letterature antiche (assiro-babilonesi, egizi, arabi) Età ellenistica (I°-III° sec. d.C.) (Petronio, Satyricon; Apuleio, Le metamorfosi) Medioevo (Boccaccio, Filocolo e Fiammetta; Chrétien de Troyes, Tristan e Lancelot; A. Barberino, I Reali di Francia; Roman de la Rose) Il Cinquecento: Rabelais, Gargantua e Pantagruel; il romanzo picaresco in Spagna Il Seicento: Cervantes, Don Chisciotte; Cyrano de Bergerac; Madame de la Fayette, La principessa di Clèves MODERNITA': Il Settecento: il ROMANZO EPISTOLARE (Goethe, I dolori del giovane Werther; Foscolo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis; Laclos, Le relazioni pericolose; Richardson, Pamela); il ROMANZO GOTICO (Walpole, Il castello di Otranto; Radcliffe, I misteri di Udolpho; Lewis, Il monaco)
IL SECOLO DEL ROMANZO L'Ottocento: Il ROMANZO STORICO (Walter Scott, Puskin, Gogol, Balzac; Manzoni, I Promessi sposi; Rovani, Cento anni; Nievo, Le confessioni di un italiano). Il ROMANZO DI FORMAZIONE (Goethe, Wilhelm Meister; Balzac, Illusioni perdute; Dickens, David Copperfield; Dostoevskij, L'adolescente; Flaubert, L'educazione sentimentale) (In Italia: Collodi, Pinocchio; Svevo, Una vita). Il ROMANZO REALISTA (francese: Balzac, La comedie humaine; Flaubert, Madame Bovary) (russo: Tolstoj, Dostoevskij) Il ROMANZO D'APPENDICE (Sue, I misteri di Parigi) Il ROMANZO D'AVVENTURA (Stevenson, Verne, Kipling) Il ROMANZO FANTASTICO (Hoffmann, Poe) Il ROMANZO PSICOLOGICO (Hernry James, Ritratto di signora) Il ROMANZO PER RAGAZZI (Lewis Carrol, Alice nel paese delle meraviglie; Collodi, Le avventure di Pinocchio).
ROMANZO MODERNO: ETEROGENEITA' DEL CANONE CANONE: repertorio, lista di testi che fondano una certa tradizione letteraria, rappresentativi di una certa epoca, con caratteri di tipicità e universalità, considerati dei modelli da seguire Eterogeneità del canone romanzesco moderno: Assenza di antenati-modello : testi>genere >>> ANTINORMATIVITA' DEL ROMANZO MODERNO Testo come contenitore plurimo di registri stilistici e modi narrativi Duplicità dei caratteri: critico e di consenso, di ricerca e di consumo, complesso e semplice, seriale e individuale >>>> ambiguità del rapporto tra il romanzo moderno e la società di massa Es. CIT. da Una vita di I. Svevo:
ROMANZO DI CONSUMO E DI RICERCA (1) — Ecco, ella ha idee buone, questo lo sappiamo, e a lei daremo da proporre e sviluppare idee. Io che conosco meglio la società farò il dialogo e farò la descrizione. Ella visse già sempre fra libri. Anche quest'osservazione era stata fatta per consolarlo di avergli negato la conoscenza della società. Molto lusingato, Alfonso accettò la proposta. Ogni singolo capitolo doveva venir fatto da lui prima e poi rifatto da Annetta. — Spero almeno di essere da tanto di poter riconoscere e lasciare intatte le buone idee. — Più modesta non si poteva essere. — Oh! questo è stabilito! — ed ebbe un sospiro di soddisfazione come se con ciò parte del romanzo fosse stata terminata. — Passiamo ora a stabilire il soggetto! Anche qui bisognava fare delle premesse. Era necessario tenersi presente, avvertì Annetta, che a loro occorreva il successo. Avrebbero pubblicato con uno pseudonimo ma, se non c'era il successo, il piacere di tale pubblicazione sarebbe stato troppo piccolo. Non desideravano la gloria futura e non pensavano affatto alla posterità, ma volevano il pronto successo. — Anche per raggiungere questo successo io so il metodo. Non ci vuole mica tanto, sa! Sono stata ad osservare per qualche anno quali opere avessero riportato il maggior successo a teatro o nel mondo dei lettori ed ho trovato che tutte erano fatte secondo la stessa ricetta: L'orso domato. Fa poco che l'orso sia uomo o donna, bisogna che venga domato per forza di amore. Anche Alfonso dovette convenire che gli era già accaduto di commuoversi su lavori siffatti, commozione però che mai non aveva diminuito il suo disprezzo per il lavoro e per l'autore. Non era però il momento di far mostra di tale disprezzo. Giammai Annetta non gli era piaciuta tanto. China a scrivere, i capelli bruni, lisci, ravviati semplicemente, nella mano leggiadra la penna, la vedeva per la prima volta del tutto dimentica della sua bellezza, noncurante di piacere o meno, le labbra chiuse e la fronte increspata, la testa nobile in nobile atteggiamento. Tutto accettò Alfonso. Con rapidità fenomenale ella aveva steso l'indicazione in succinto del contenuto dei primi dieci capitoli, poi, in due parole, l'idea generale degli altri. Egli non vi scorgeva né una posizione né un'idea originale, ma dinanzi al primo entusiasmo di Annetta ogni più piccolo dubbio sarebbe sembrato offensivo. Del resto gli sarebbe sembrato prematuro di dare dei giudizii; l'esecuzione poteva migliorare il soggetto. Quando si trovò solo dinanzi al lavoro che s'era obbligato di fare ne sentì anche più fortemente la volgarità. L'orso era di genere femminino questa volta. Annetta aveva proposto il romanzo di una giovine nobile che per essere stata tradita da un duca, nella prima ira, acconsente di sposare un ricco industriale. Non lo ama però e lo tratta con disprezzo. La virtù e l'alterezza dell'industriale, un brav'uomo di una robustezza di muscoli grande quanto la mitezza del suo carattere, finiscono col trionfare dell'avversione della moglie e i due vivono felicemente insieme per lunghi e lunghi anni. Nell'abbozzo di Annetta erano segnate delle «scene» là dove le sembrava di avere dei punti di grande effetto, e così somigliava anche maggiormente all'abbozzo di una commedia, la commedia di ogni sera.
ROMANZO DI CONSUMO E DI RICERCA (2) Però il primo capitolo quantunque saltasse a piè pari in argomento, perché Annetta diceva che le lunghe preparazioni annoiano il pubblico, era indicato con parole tanto poco precise che Alfonso poté farne un capitolo di suo gusto. «Clara, una contessina, apprende che il duca sposa la figliuola di un bottegaio; sua disperazione.» Bisognava raccontare i precedenti di tale situazione ed era quindi un altro romanzo in cui Alfonso aveva la mano libera. In poche parole espose lo stato d'animo della madre che riceve l'annuncio del matrimonio del duca e ne dà comunicazione alla figlia non sapendo quale tempesta tale notizia debba sollevare nel cuore della povera fanciulla, la quale sopporta il colpo con dignità e si sfoga soltanto quando si ritrova sola nella sua stanza. Là però, oltre che sfogarsi, pensa con dolore ai tempi passati, alla prima fanciullezza trascorsa col duca ch'era suo cugino, un bambino feroce che spesso l'aveva battuta ma che se ne era fatto amare. E giù una descrizione che ad Alfonso sembrò riuscita, dolce come un idillio. Erano brevi tocchi come se l'autore fosse stato persona che per altre gravi preoccupazioni non avesse saputo rivolgere tutta la sua attenzione al racconto e avesse lasciato correre la penna sulla carta, dandole ad ogni tratto la direzione e non inquietandosi di troppo se presto l'abbandonava. Egli sapeva che a questo modo tutto il romanzo non poteva venir condotto, ma intanto il capitolo era fatto. Lo consegnò ad Annetta il mercoledì e Annetta raccontò a tutta la compagnia del lavoro ch'ella ed Alfonso imprendevano a fare. (...) — Non mi piacque! — gli disse Annetta guardandolo amichevolmente in modo da attenuare la crudezza della sua frase. — È bello di certo, ne riconosco i pregi, ma è grigio. Gli raccontò che s'era messa a correggerlo ma che non le era riuscito, e che risolutamente aveva dovuto rifarlo perché doveva confessare che neppure allora sapeva per bene che cosa a quel capitolo mancasse. — È fatto tutto di un pezzo! Con questa espressione critica si entusiasmò perché sapeva che le cose fatte tutte di un pezzo meritavano lode, e ad Alfonso il cuore batté più leggiero. — È però grigio, molto grigio. Chi vuole che legga volentieri queste filze di pensieri senza interruzione e senza ornamento? E poi ella racconta troppo poco; descrive continuamente anche quando crede di raccontare. Con questa premessa come faremo noi a andare avanti? C'è descrizione per mille parole e racconto per una, mentre era preferibile che fosse viceversa. Era più importante di esporre la base del romanzo, le prime idee di Clara al matrimonio con quell'industriale e il vecchio amore di costui per essa, che di descrivere quel salotto che il lettore non ha più da rivedere e dare tanti particolari sull'infanzia di Clara. (da I. SVEVO, Una vita)
NARRAZIONE E NARRATIVA non verbale/verbale orale scritta privata Pubblica NARRATIVA (NARRAZIONE LETTERARIA) = verbale, scritta, finzionale, pubblica Atto comunicativo > ATTI COMUNICATIVI (Jakobson): (vedi slide seguente) Tenere presente che: Ambito di studio della narratologia è il TESTO In letteratura emittente testo e destinatario sono collocati in segmenti temporali distinti
SCHEMA DELLA TEORIA DEGLI ATTI COMUNICATIVI DI JAKOBSON
ROMANZO/RACCONTO, GENERE/MODO GENERE : Aggregato di testi che hanno caratteri formali e tematici comuni Normatività di genere forte/debole Genere come elemento storico (800, Hegel, positivismo) 900: romanzo e poesia I generi morti GENERI TEORICI e GENERI STORICI (O MODALI)> I generi teorici si realizzano come generi modali Aristotele, Poetica: mimesi e diegesi MODO: qualità, carattere, che si realizza e si articola nei diversi generi (es. storico, fantastico, epistolare, picaresco) Il genere della NARRATIVA si articola nei sottogeneri del ROMANZO RACCONTO
TEORIE DEL ROMANZO MODERNO (1) HEGEL, Estetica, 1835-38: Romanzo VS Epica > Romanzo come genere della nuova epopea borghese Epopea del disincanto, Prosa del mondo **** LUKACS, Teoria del romanzo (1920), Scritti sul realismo (1950): Fine rapporto uomo/divinità > etica individualista borghese (Mondo abbandonato dagli dei) *** BENJAMIN, Angelus Novus (1920/30): Collettività epica VS individualismo romanzesco (La culla del romanzo è l'individuo nella sua solitudine) Romanziere, personaggio, lettore
INDIVIDUALISMO ROMANZESCO: “THE QUESTER LEGEND” “Il Quester (…) è colui che cerca e interroga, che percorre il cielo e l'inferno, che tiene testa al cielo e all'inferno e stringe un patto col mistero, con la malattia, col male, con la morte, e con l'altro mondo, con l'occulto (…) alla ricerca del 'Graal', cioè del supremo, del sapere, di conoscenza e iniziazione, della pietra filosofale, dell'aurum potabile, della bevanda di vita” (Thomas Mann)
TEORIE DEL ROMANZO MODERNO (2) BACHTIN, Estetica e romanzo: Il romanzo è l'unico genere letterario procreato dal mondo moderno e gli è in tutto e per tutto consustanziale Epica VS Romanzo: Tempo passato VS Tempo presente Personaggio Intreccio La lingua del romanzo come discorso altrui disseminato
TEORIE DEL ROMANZO MODERNO (3) DEBENEDETTI, Il romanzo del Novecento (post, 1974); Commemorazione provvisoria del personaggio uomo 81970); Personaggi e destino (1977) “Romanzo del 900” VS “Romanzo naturalista” >> cambio di paradigma Il romanzo europeo Il rapporto con la scienza Il personaggio uomo Romanzo come autobiografia del possibile La soggettivizzazione del romanzo moderno
MODERNISMO E POSTMODERNISMO (1) La nuova categoria di MODERNISMO (VS Decadentismo) Il dibattito critico: caratteri e cronologia Critici: Pellini, Donnarumma, Castellana, Tortora, Luperini, Guglielmi) CASTELLANA, Realismo modernista: realismo come imitazione seria e problematica della realtà quotidiana Cronologia ristretta Avanguardia VS romanzo modernista Autori modernisti Legame con Verga
MODERNISMO E POSTMODERNISMO (2) CARATTERI GENERALI DEL MODERNISMO: Critica alla modernizzazione Ricerca di verità Rapporto con la tradizione e col passato Convenzionalità del meccanismo narrativo > metanarratività Interiorità e conflitto > motivi della malattia, della follia, del suicidio > paradigma della psicoanalisi CARATTERI NARRATIVI DEL MODERNISMO: Narratore VS Personaggio > fine dell'empatia e dell'onniscienza Narrazione aperta, inconclusa > fine nesso di causalità e del modello paradigmatico (es. Tozzi, i misteriosi atti nostri).
MODERNISMO E POSTMODERNISMO (3) Dibattito sulla datazione, anni 70 o prima? Caratteri opposti al Modernismo o tarda Modernità? Continuità o frattura? DATI ESSENZIALI: Testo acritico e fenomenologico Fine antagonismo > ricerca del consenso Linguaggio televisivo e merceologico Tempo VS storicità Fine delle grandi narrazioni (Lyotard) Scenari globali Personaggi piatti Riuso ironico della tradizione (es. Eco)
ANALISI DEL TESTO NARRATIVO (1) Tre ambiti di analisi del testo: Stilistico-linguistico Formale-strutturale >> NARRATOLOGIA Contenutistico
STILE E LINGUAGGIO Registro linguistico prevalente Testo stilisticamente plurimo Ricerca di una lingua romanzesca: Foscolo, Ortis, 1798 Manzoni, Promessi sposi, 1927 Verga, I Malavoglia, 1881 D'Annunzio, Il Piacere, 1889 Svevo, La coscienza di Zeno, 1923 Moravia, Gli indifferenti, 1929 Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, 1947
ORGANIZZAZIONE NARRATIVA (1) LE FORME DEL DISCORSO Discorso diretto Discorso indiretto o riferito Discorso indiretto libero Discorso diretto libero Monologo interiore/flusso di coscienza Soliloquio
ORGANIZZAZIONE NARRATIVA (2) 2) IL NARRATORE (Chi parla?) Il detentore dell'istanza narrativa Autore reale Autore implicito Narratore Eterodiegetico (onnisciente; testimoniale; impersonale) Omodiegetico (protagonista; testimone; attendibile/inattendibile)
ORGANIZZAZIONE NARRATIVA (3) 3) IL LETTORE (Chi legge?) Figura presupposta dal testo Lettore reale Lettore implicito (= Narratario/Destinatario) L'estetica della ricezione L'”opera aperta” e la “cooperazione interpretativa” (Eco)
ORGANIZZAZIONE NARRATIVA (4) 4) IL PUNTO DI VISTA (Chi vede?) Punto di vista del Narratore o del personaggio? GENETTE: N>P = focalizz. zero (Narratore onnisciente) N=P = focalizzazione interna (Punto di vista del personaggio) N<P = Focalizzazione esterna Mobile / Fisso Alto / Basso
ORGANIZZAZIONE NARRATIVA (5) 5) IL TEMPO trattamento del tempo (Joyce) Tempo della storia (o Fabula) = tempo dei contenuti narrati Tempo del racconto (o Intreccio) = modo in cui i fatti si dipanano nel testo Tempo della narrazione = collocazione temporale dell'atto che produce narrazione ORDINE (acronie, analessi, prolessi) VELOCITA' O DURATA (analisi, digressione, scena, sommario, ellissi) FREQUENZA (iterativa, singolativa)
CONTENUTI DELLA NARRAZIONE VEROSIMIGLIANZA E FINZIONE I PERSONAGGI Tondi / piatti 800 / 900 GLI AMBIENTI SOCIALI IL TEMPO LO SPAZIO Interno / esterno; Descrizione / interiorizzazione I luoghi letterari Il topos della frontiera (Lotman) Il cronotopo (Bachtin)